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10 Marzo 2020 – nota economica giornaliera

COMMENTI:

ITALIA – Il Governo ha esteso a tutto il territorio nazionale le misure di cui all’articolo 1 del Dpcm dello scorso 8 marzo, che, oltre alla quarantena obbligatoria per le persone infettate o sospette di infezione, chiedono di evitare gli spostamenti che non siano dovuti a comprovate esigenze di lavoro, emergenze o trattamenti sanitari, dispongono la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi e di bar e ristoranti dopo le ore 18.
Oltre a ciò, il nuovo decreto vieta ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, e sospende gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Secondo fonti di stampa, oggi il governo potrebbe aumentare, dai 7,5 miliardi annunciati la settimana scorsa a 12-13 miliardi, la dotazione del piano per fronteggiare le ripercussioni economiche dell’emergenza sanitaria. Ciò, anche in conseguenza della caduta del PIL, porterebbe il deficit atteso per il 2020 vicino al 3%.

GERMANIA – Mentre le misure di controllo sanitario contro la COVID-19 restano eccezionalmente miti, malgrado una diffusione dell’epidemia che appare soltanto 2 settimane indietro rispetto all’Italia, il Governo Federale ha iniziato a dispiegare la rete di sicurezza economica che dovrà mitigare gli effetti delle probabili misure di contenimento.
Primo, l’integrazione salariale erogata ai dipendenti delle imprese che riducono le ore lavorate senza licenziare sarà attivata già con un 10% di riduzione, invece del 30% precedentemente previsto.
Secondo, sarà esteso il programma di garanzia del credito e di prestiti alle imprese, mentre è stato promesso di attivare specifici programmi di sostegno alla liquidità delle imprese in caso di prolungata sospensione dell’attività.
Terzo, per favorire il rilancio è stato annunciato un programma di investimenti di 12,4 miliardi fra il 2021 e il 2024, finanziato con la riduzione dell’avanzo primario.

UNIONE EUROPEA – Si dovrebbe tenere oggi una conference call informale a livello ministeriale per discutere eventuali misure coordinate a livello UE per mitigare gli effetti economici della COVID-19.
Il resoconto del Financial Times parla soprattutto di raccomandazioni agli Stati Membri e di allentamento delle regole che potrebbero ostacolare la risposta, come la normativa contro gli aiuti di Stato o le regole sulle sofferenze bancarie, che potrebbero amplificare gli effetti negativi di una crisi come questa. La risposta operativa resterà probabilmente delegata agli Stati membri.

STATI UNITI
 – Oggi si svolgono le primarie per la nomination democratica in 6 Stati (Idaho, Michigan, Mississippi, Missouri, North Dakota, Washington), per la nomina di un totale di 352 delegati. I sondaggi a livello statale danno Biden in vantaggio su Sanders.
Per il momento, sulla base dei voti già conclusi, Biden ha 670 delegati, Sanders 574.
Trump ha segnalato che l’amministrazione sta studiando possibili misure per rispondere agli effetti economici di Covid-19,in particolare una riduzione della payroll tax (contributi previdenziali pagati da lavoratori e datori di lavoro), un sostegno al reddito dei lavoratori pagati su base oraria e prestiti a piccole imprese. Un taglio temporaneo della payroll tax era stato adottato nel 2011 e rinnovato nel 2012. L’imposta è pari a 12,4%; per i lavoratori dipendenti, metà dell’imposta è pagata dal lavoratore (6,2%) e l’altra metà dal datore di lavoro, nel caso dei lavoratori autonomi, tutta l’imposta è a carico del lavoratore. La sospensione per un anno dei contributi potrebbe essere equivalente a uno stimolo intorno al 4% del PIL. Al momento, l’amministrazione sembra essere divisa sulle misure da adottare, e considera anche alternative al taglio della payroll tax mirate più specificamente a sostenere lavoratori e imprese colpiti direttamente dalle conseguenze dell’epidemia.
Fra i repubblicani in Congresso c’è anche scetticismo sull’opportunità di agire prima di vedere effetti economici, nel timore di un eccessivo allargamento del deficit già ampio. Oggi Trump dovrebbe tenere una conferenza stampa per delineare le alternative considerate.
– La Fed e le altre agenzie che regolano il sistema bancario, fra cui l’FDIC e l’Office of the Comptroller of the Currency, hanno emesso un comunicato congiunto per incoraggiare le istituzioni finanziarie ad andare incontro alle necessità dei clienti e dei membri colpiti dal coronavirus.
I regolatori si impegnano ad assistere le istituzioni soggette alla loro supervisione e notano che “le istituzioni finanziarie dovrebbero lavorare in modo costruttivo con i debitori e altri clienti” aggiungendo che “sforzi prudenti” in linea con pratiche di credito sicure non dovrebbero essere soggette a critiche dai regolatori.
Sul fronte dell’offerta di liquidità, la NY Fed ha annunciato una modifica delle operazioni di rifinanziamento. A partire da ieri e fino al 12 marzo, le operazioni giornaliere sono aumentate da “almeno 100 mld di dollari ad almeno 150 mld di dollari”.
Inoltre, l’ammontare offerto nelle operazioni a due settimane previste per oggi 10 marzo e per il 12 marzo passerà da “almeno 20 mld di dollari ad almeno 45 mld”.
La NY Fed afferma che queste modifiche sono in linea con la direttiva del FOMC, e mirate ad assicurare che l’offerta di riserve rimanga ampia e a mitigare il rischio di pressioni sul mercato monetario.
La Fed si sta quindi muovendo su tutti i fronti a sua disposizione per limitare le conseguenze dello shock in atto.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana con un’ulteriore ampia correzione provocata dal crollo delle quotazioni petrolifere e, conseguentemente, dei rendimenti USA.
Questa notte buona parte della correzione di ieri è stata riassorbita dopo che il Presidente Trump ha annunciato che oggi la Casa Bianca terrà una conferenza stampa sulle misure economiche in risposta al coronavirus.
Il biglietto verde rischia comunque di restare vulnerabile, almeno nel brevissimo termine. In assenza di dati USA oggi il dollaro risentirà eventualmente di riflesso di quelli dell’area euro.

EURSulla correzione del dollaro l’euro ha aperto la settimana in ulteriore ampia ascesa fino a 1,1492 EUR/USD, rivedendo così massimi abbandonati a gennaio 2019. Il movimento è in buona parte rientrato questa notte sul recupero del dollaro e il cambio è tornato in area 1,13 EUR/USD.
La probabile revisione al ribasso delle previsioni area euro da parte della BCE alla riunione di giovedì potrebbe contribuire a indebolire l’euro.
Fino ad allora la moneta unica dovrebbe restare supportata, a meno di delusioni dai dati dell’area (oggi: produzione industriale italiana e stima finale del Pil dell’area).

GBPLa sterlina ha aperto la settimana in rafforzamento contro dollaro fino a 1,3199 GBP/USD sulla generalizzata debolezza del biglietto verde ma anche in questo caso il movimento è stato riassorbito questa notte sul recupero della valuta statunitense. La sterlina ha invece aperto la settimana in calo contro euro da 0,86 a 0,87 EUR/GBP per il maggior rafforzamento dell’EUR/USD, coerentemente con i rischi verso il basso sull’economia britannica per l’incertezza sui negoziati con l’UE. In assenza di spunti specifici oggi il cambio dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.