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10 Agosto 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA – I dati finali hanno confermato che l’inflazione armonizzata è salita all’8,5% a/a dall’8,2% precedente; su base nazionale l’inflazione è invece calata al 7,5% a/a dal 7,6% di giugno.
In media annua, l’inflazione tedesca dovrebbe assestarsi al 7,7% sull’indice armonizzato, in un contesto di ampia incertezza.
L’indice core dovrebbe crescere intorno al 4,5% quest’anno e rimanere poco sotto il 4% anche nel 2023.
I rischi sul nostro scenario rimangono verso l’alto.

STATI UNITI – Ieri i dati preliminari relativi al 2° trimestre hanno registrato un calo della produttività di -4,6% t/t annualizzato, in territorio negativo per il secondo trimestre consecutivo dopo il -7,4% dei primi mesi dell’anno, pesa il calo dell’output di 2,1% a fronte di un aumento del 2,6% delle ore lavorate.
Il costo unitario del lavoro è invece cresciuto del 10,8% t/t ann. da 12,7% precedente (al calo della produttività si è associato un aumento dei salari orari del 5,7%).

CINA – Sono stati pubblicati di dati di inflazione, che è salita al 2,7% a/a in luglio e si è così avvicinata all’obiettivo del 3%.
L’aumento riflette l’andamento degli alimentari (carne di maiale), a fronte di un calo nei prezzi dei carburanti e di un’inflazione sottostante ancora molto bassa (0,8%).
Da segnalare il rallentamento del PPI a 4,2% a/a. Il raffreddamento dei prezzi alla produzione è destinato a proseguire nei prossimi mesi con l’indebolimento della domanda estera.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Più tardi sarà pubblicata la seconda lettura dell’inflazione italiana, attesa anch’essa confermare la stima preliminare.

STATI UNITI – Il focus di oggi sarà sui dati d’inflazione di luglio.
La crescita del CPI potrebbe rallentare rispetto al mese precedente (0,2% da 1,3% m/m), in scia al calo dei prezzi del petrolio che è proseguito anche in agosto.
L’inflazione headline è quindi attesa correggere all’8,7% a/a dopo il 9,1% a/a (massimo da novembre 1981) toccato a giugno. Anche i prezzi core dovrebbero decelerare (0,5% da 0,7% m/m) ma le pressioni provenienti dagli affitti e dalle dinamiche salariali dovrebbero continuare a spingere al rialzo i prezzi dei servizi.
L’inflazione core dovrebbe tornare a salire dopo tre mesi di calo portandosi al 6,1% a/a da un precedente 5,9% a/a.