Seguci su twitter

Categorie

9 Settembre 2022 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 3 settembre sono calate a 222 mila da 228 mila della settimana precedente, confermando che il mercato del lavoro rimane caratterizzato da persistente eccesso di domanda.

CINA
– L’inflazione dei prezzi alla produzione è scesa da 4,2% a/a in luglio a 2,3% a/a in agosto, ben oltre le attese di consenso (3,2% a/a), toccando un minimo da marzo 2021.
L’inflazione è stata spinta verso il basso dal calo dei prezzi delle materie prime industriali e dei beni manufatti per l’industria, e da un forte effetto base favorevole che permarrà anche in ottobre.
I prezzi alla produzione sono scesi di -1,2% m/m dopo un calo di -1,3% m/m in luglio.
– Similmente, l’indice dei prezzi al consumo è sceso di -0,1% m/m in agosto dopo un aumento di 0,5% m/m in luglio, frenando, insieme ad un effetto base favorevole, l’inflazione tendenziale, che è passata da 2,7% a/a in luglio a 2,5% a/a in agosto, contrariamente alle attese di consenso di aumento a 2,8% a/a.
La flessione è spiegata principalmente dal rallentamento dell’inflazione nel comparto dei trasporti e delle comunicazioni (carburanti: da 24,25 a/a in luglio a 19,2% a/a in agosto, con un calo di -4,7% m/m) e degli alimentari (da 6,3% a/a in luglio a 6,1% a/a in agosto).
L’inflazione core è rimasta invariata a 0,8% a/a, testimoniando l’assenza di pressioni di domanda.
L’inflazione totale dovrebbe rimanere al di sotto del 3% (target del Governo) nei prossimi mesi, con un picco nei primi mesi del 2023, lasciando spazio per un ulteriore allentamento della politica monetaria.

 

COMMENTI:

BCE – Niente sorprese ieri dalla BCE, che annuncia un rialzo parallelo dei tassi ufficiali di 75pb, avvisa che i rialzi continueranno e non modifica i reinvestimenti APP.
Probabilmente, la riduzione del bilancio sarà rinviata a dopo l’inverno, concentrandosi per il momento sulla normalizzazione dei tassi.
Le revisioni delle previsioni vanno nella direzione attesa.
Le proiezioni di inflazione per il 2024, ancora alte, segnalano che i tassi a brevissimo termine dovranno probabilmente salire oltre il 2%, e ciò anche in caso di scarsità di gas.
La presidente ha suggerito che si arriverà rapidamente al punto terminale, entro la fine del primo trimestre 2023, e che le aspettative dei mercati sono ragionevoli.
Oggi, i tassi impliciti sono coerenti con un rialzo del DFR a 1,25% il 27 ottobre e a 1,75% il 15 dicembre, con un ulteriore rialzo a 2,25% largamente scontato tra il 2 febbraio e il 16 marzo 2023.
Su un fronte più tecnico, la BCE ha deciso di sospendere il sistema di tiering di remunerazione delle riserve in eccesso.
Ora queste sono remunerate a zero, sicché le banche saranno incentivate a girarle in depo facility, sulla quale la BCE oggi paga lo 0,75%.

AREA EURO – Il consiglio dei ministri UE dell’energia discuterà oggi una serie di misure di emergenza per mitigare l’impatto degli alti prezzi dell’energia, dopo il regolamento approvato il 5 agosto per ridurre la domanda di gas.
Le anticipazioni parlano di un piano articolato in riduzione dei consumi elettrici di picco, tetto ai ricavi degli impianti di generazione elettrica diversi dalle centrali a gas, tetto al prezzo del gas russo, tassazione degli extra-profitti delle aziende energetiche diverse da quelle elettriche.
Si parla anche della possibilità di fissare temporaneamente il prezzo dell’elettricità per clientela domestica e PMI fino all’80% dei consumi, che però richiederebbe l’erogazione di sussidi statali alle imprese elettriche.

STATI UNITI – Ieri, Powell ha affermato che, di fronte all’inflazione elevata, tutto il FOMC ritiene necessario “agire in modo esplicito e forte, come abbiamo fatto, e dobbiamo continuare a farlo fino a quando il lavoro non sarà concluso”.
Powell ha anche ricordato le lezioni del passato, che insegnano che più a lungo l’inflazione resta sopra l’obiettivo, più elevata è la probabilità che il pubblico cominci a vederla come la norma, alzando i costi della disinflazione.
Evans (Chicago Fed) ha detto di non avere una opinione definita riguardo alla scelta fra un rialzo di 50pb e uno di 75pb alla prossima riunione.
A suo avviso il punto di arrivo dei tassi potrebbe essere fra 3,5 e 4% e dovrebbero essere mantenuti fermi per un certo tempo dopo aver raggiunto il picco.
I discorsi delle ultime settimane non hanno messo in discussione le aspettative del mercato per l’esito della riunione di settembre, che attualmente vedono un rialzo di 75pb con una probabilità di 84%, in linea con le nostre previsioni.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro apre oggi con un’ampia correzione, dovuta a un rientro della risk aversion e a fattori tecnici dopo la protratta ascesa dell’ultimo mese che lo ha condotto su nuovi massimi due giorni fa.
La prospettiva che i differenziali di tasso/rendimenti vadano riducendosi al procedere dei rialzi anche al di fuori degli USA dovrebbe privare il biglietto verde di parziale sostegno, ma nel breve, fino a che le incertezze del quadro globale possono ancora provocare un nuovo aumento dell’avversione al rischio, il dollaro dovrebbe restare favorito.
Ieri, intanto anche le dichiarazioni di Powell hanno offerto supporto all’ipotesi di un rialzo di 75 pb al FOMC del 21 settembre.

EURL’euro si è indebolito ieri da 1,00 a 0,99 EUR/USD sull’esito della riunione BCE che ha alzato i tassi di 75 pb, come da attese, ma ha rivisto ampiamente al rialzo le previsioni di inflazione e ampiamente al ribasso quelle di crescita.
La prospettiva di altri rialzi (probabilmente per un totale di 150 pb entro marzo, con altri due aumenti di 50 pb a ottobre e dicembre) può offrire supporto all’euro, ma non è sufficiente a prevenire nuova debolezza nel breve a causa dei rischi collegati all’evoluzione del quadro energetico e associato indebolimento della crescita dell’area.
Oggi l’euro è in ampio rialzo, in area 1,01 EUR/USD, ma soprattutto di riflesso al generale ritracciamento del dollaro e solo in parte aiutato dal ridursi dei differenziali di rendimento post-BCE.
Oggi intanto c’è attesa per l’esito del Consiglio UE che discuterà le misure per contrastare i rincari energetici.

GBPAnche la sterlina in moderato calo contro dollaro da 1,15 a 1,14 GBP/USD ieri.
Oggi è invece in rimonta fino in area 1,16 GBP/USD di riflesso al generale ritracciamento del biglietto verde.
Anche in questo caso però il rischio di nuova debolezza nel breve rimane per via del deteriorato quadro domestico di crescita/inflazione.
Contro euro la valuta britannica è infatti in lieve calo tra ieri e oggi da 0,86 a 0,87 EUR/GBP.
La nuova premier Liz Truss ha annunciato ieri un piano sostanzioso (150 miliardi di sterline) contro il caro energia, che pone in particolare un tetto di 2500 sterline l’anno per le bollette energetiche delle famiglie per due anni a partire dal prossimo 1 ottobre.
L’effetto favorevole delle nuove misure di sostegno non dovrebbe rallentare il sentiero di rialzi dei tassi BoE: alla riunione di giovedì prossimo è atteso un altro aumento di 50 pb.

JPYLo yen è in risalita oggi rispetto al dollaro da 144 a 142 USD/JPY di riflesso al generale ritracciamento del biglietto verde, ma nel breve i rischi di nuova, temporanea, debolezza non sono ancora svaniti del tutto.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi, in Francia, la produzione industriale di luglio è attesa riportare un moderato calo (-0,3% m/m) dopo due mesi consecutivi in crescita.
In calendario anche il dato sull’output industriale nello stesso mese in Spagna.