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09 Ottobre 2020 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 3 ottobre calano a 840 mila (da 849 mila della settimana precedente). Le nuove richieste non destagionalizzate a inizio ottobre erano pari a 804 mila, in rialzo di 5.237 rispetto alla settimana precedente.
I sussidi statali esistenti nella settimana conclusa il 26 settembre correggono a 10,973 mln (-1 mln) dalla settimana precedente. Su base non destagionalizzata, i sussidi esistenti al 26 settembre erano 10,612 mln.
Il numero totale di persone che percepivano sussidi nella settimana conclusa il 15 settembre era pari a 25,5 mln, in calo di 1 mln rispetto alla prima settimana di settembre.
I dati confermano il rallentamento del trend di miglioramento del mercato del lavoro, ma sono anche di difficile lettura perché il trend dei sussidi statali esistenti è ora influenzato dall’esaurimento dei fondi statali disponibili per i disoccupati (una volta raggiunte le 26 settimane) e il passaggio ai programmi federali per la pandemia.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin-Markit è salito da 54,0 di agosto a 54,8 a settembre, grazie ad un aumento della componente degli ordini (salita da 52,9 a 53,6), degli ordini inevasi e delle aspettative, e a una stabilità della componente occupazione, confermando i segnali di miglioramento dell’attività nel settore dei servizi emersi dalla rilevazione dell’Ufficio Statistico (NBS).
Il PMI composito è invece sceso da 55,1 di agosto a 54,5 a settembre a causa del moderato calo delle componenti dei prezzi sia degli input che degli output.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Il Parlamento Europeo ha sospeso i negoziati con i rappresentanti del Consiglio sul budget 2021-27, condizione necessaria anche per sbloccare la RRF.
Il Parlamento chiede più risorse vere per i programmi gestiti direttamente dalla Commissione. Una proposta di compromesso era stata avanzata dalla presidenza tedesca.
Nuovi incontri trilaterali sono previsti il 14 ottobre.

BCE – Il resoconto della riunione di politica monetaria di settembre riporta ampio consenso nel Consiglio direttivo a sostegno dell’analisi dello staff sulla situazione e lo stato dell’economia reale nell’area dell’euro.
Anche la valutazione dei rischi come “al ribasso” era ampiamente condivisa, ma “si riteneva importante evitare di essere eccessivamente ottimisti o eccessivamente pessimisti”.
Oltre allo scenario pandemico, il Consiglio era anche preoccupato per le vulnerabilità finanziarie nel settore delle imprese, che potrebbe avere ripercussioni sui bilanci bancari e quindi compromettere la trasmissione della politica monetaria. Per questo, la BCE non desiderava una dismissione troppo rapida degli schemi pubblici di garanzia del credito.
Lo scenario di inflazione dello staff era ritenuto troppo ottimistico, perché “ci si può attendere che la situazione del mercato del lavoro conduca a minori pressioni salariali”.
Anche le dinamiche valutarie (legate in larga misura alla riduzione di flussi precauzionali di capitale, secondo i membri del Consiglio) possono spingere verso un’inflazione più bassa.
Riguardo al cambio, le preoccupazioni erano legate più alla velocità del movimento che ai livelli raggiunti; allo stesso tempo, tuttavia, “non era chiaro quanto persistenti i recenti movimenti […] sarebbero stati”. Inoltre, stime della curva di Phillips alimentate dalle ore lavorate invece che dal numero di occupati suggeriscono inflazione più bassa rispetto alle stime dello staff.
L’unico fattore che potrebbe sostenere l’inflazione, secondo il Consiglio, è la prospettiva che NGEU e stimoli fiscali non ancora incorporati nella previsione riducano l’output gap nei prossimi anni.
I membri del consiglio direttivo apparivano unanimi nel volersi tenere le mani libere per i prossimi mesi, in attesa di informazioni sull’andamento di pandemia, negoziati su Brexit, esito delle elezioni americane ed economia europea, restando pronti a reagire se necessario.
Riguardo al PEPP, si legge, “è stato sottolineato che il ritmo degli acquisti mensili potrebbe essere ridotto con l’attenuarsi delle tensioni sui mercati finanziari” e che “ciò consentirebbe la creazione di un buffer nel caso in cui si ripresentassero turbolenze e frammentazione del mercato.

AREA EURO-COVID19 – Il Belgio, dove l’incidenza media di casi di Covid-19 negli ultimi 14 giorni è stata di 246 per 100mila abitanti, ha decretato la chiusura per un mese di birrerie e caffè alle 23:00h invece che all’01:00h, con un massimo di 4 persone per tavolo; il limite alle aggregazioni di persone non appartenenti allo stesso gruppo familiare è stato abbassato da 5 a 3.
A Bruxelles, le autorità locali hanno stabilito la chiusura di bar e caffè per un mese.
In Spagna, dove le prime misure restrittive locali hanno abbassato l’incidenza a 303 ma i decessi medi restano i più alti di Europa (3,3 ogni 100mila abitanti nelle ultime 2 settimane), un tribunale ha accolto il ricorso della comunità autonoma di Madrid contro il governo, annullando il divieto di spostamento decretato nella regione. Tuttavia, la presidente regionale Ayuso ha comunque invitato i cittadini a non uscire da Madrid e ha prospettato per oggi l’adozione di misure proprie, ma per “aree sanitarie” e non per municipio. Il governo ha minacciato di decretare lo stato di emergenza a Madrid se saranno adottate misure con gli stessi effetti di quelle bloccate dal tribunale per difetto di competenza.
In Italia, dove l’incidenza è salita a 52, è stato introdotto l’obbligo di test molecolare o antigenico per i viaggiatori provenienti da Belgio, Francia, Paesi Bassi, UK, Repubblica Ceca e Spagna, con obbligo di quarantena in attesa dell’esito.
Il governo aveva precedentemente introdotto per decreto l’obbligo di uso delle mascherine in tutti i luoghi all’aperto e nei luoghi chiusi diversi dalle abitazioni private.

STATI UNITI
Rosengren (Boston Fed) riferendosi all’esperienza del periodo pre-pandemia, ha detto che periodi in cui i tassi sono molto bassi possono aumentare i problemi che sorgono durante le recessioni.
Secondo Rosengren, il livello molto basso dei tassi nel 2019 ha generato comportamenti rischiosi (con debito toppo elevato) che ora renderanno la ripresa più difficile.
Rosengren era contrario alla riduzione dei tassi nel 2019, quando la Fed aveva continuato ad allentare le condizioni monetarie per spingere verso l’alto l’inflazione.
A suo avviso, portare i tassi così in basso ha determinato un eccessivo appetito per il rischio con aumenti di debito delle imprese, che ora peserà negativamente sull’economia.
Rosengren ritiene che, in un contesto di tassi persistentemente bassi, sia necessario aumentare le precauzioni contro i rischi di instabilità finanziaria.
George (Kansas City Fed) ha detto che la ripresa è stata più rapida delle attese, ma i rischi restano elevati. Secondo George, la nuova strategia di politica monetaria non mira a ottenere un’inflazione al di sopra del 2%, ma è disposta a tollerarla in caso si materializzi.
A suo avviso, un’inflazione che supera il 2% in un contesto di economia normale dovrebbe dar luogo a una risposta di policy, ma ora lo scenario per i prezzi è instabile e sarà difficile per diverso tempo valutare il sentiero sottostante.
– I sondaggi continuano a spostarsi a favore dei democratici.
Per quanto riguarda il voto presidenziale, la media Realclearpolitics dà un vantaggio di 9,7 punti a Biden (51,6 a 41,9), in continuo rialzo dal 1° ottobre. La mappa dell’Electoral College, basata sull’aggiornamento dei sondaggi a livello statale, dà 226 delegati a Biden, 125 a Trump e 187 incerti (sono necessari 270 delegati per vincere).
Altri previsori danno indicazioni più favorevoli a Biden: secondo 270towin, Biden avrebbe già 290 delegati, contro 163 per Trump e 85 incerti. Anche le previsioni derivate dai mercati sono in rialzo per Biden, con la media Realclearpolitics a 64,5 per Biden e 35,1 per Trump.
Per il Senato, i sondaggi danno ancora una situazione incerta, ma in miglioramento per i democratici. Realclearpolitics ha aggiornato le previsioni, dando ai democratici 47 seggi (da 46), con 46 ai repubblicani e 7 seggi ancora incerti. 270towin49 seggi ai democratici, 48 ai repubblicani e 3 incerti.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è leggermente indebolito mantenendo una correlazione positiva con la risk aversion. Nel complesso comunque la dinamica degli ultimi giorni è stata caratterizzata da sostanziale assenza di direzionalità, come riflesso dell’incertezza e delle incognite che stanno aumentando considerevolmente.
Il flusso di notizie in merito alle nuove misure di stimolo fiscale e alle elezioni presidenziali del 3 novembre rimane il driver principale di mercato: scarsità di spunti direzionali e volatilità dovrebbero essere gli effetti più importanti.

EURL’euro si è sostanzialmente stabilizzato mantenendosi in area 1,17 EUR/USD. La dinamica del cambio segue soprattutto i driver del dollaro.
Oggi escono i dati di produzione industriale italiana e francese, attesi positivi ma in rallentamento rispetto ai mesi precedenti.
Eventuali delusioni potrebbero leggermente indebolire l’euro: il tema di possibili effetti negativi sulla ripresa di breve a causa della recente ripresa dei contagi in Europa è passato in secondo piano negli ultimi giorni, ma tornerà prossimamente ad avere maggior rilievo.

JPYLo yen è rimasto sulla difensiva stabilizzandosi contro dollaro in un intorno di 106,00 USD/JPY sul ridimensionamento della risk aversion e contro euro in area 124 EUR/JPY.
L’evoluzione dell’avversione al rischio resta il driver principale nel breve.

GBPLa sterlina si è leggermente rafforzata da 1,28 a 1,29 GBP/USD contro dollaro e da 0,91 a 0,90 EUR/GBP contro euro al riproporsi di un mood positivo sull’esito dei negoziati post-Brexit con l’UE. Ufficialmente tuttavia non sono stati annunciati progressi tangibili.
Inoltre, l’eventualità di nuove misure di contenimento a livello locale in risposta all’aumento dei contagi mantiene rischi verso il basso sulla sterlina.

 

 

PREVISIONI:

ITALIA – La produzione industriale dovrebbe proseguire il suo recupero ad agosto.
Tuttavia, il ritmo di crescita su base congiunturale dovrebbe essere decisamente più modesto rispetto a quello dei mesi precedenti (stimiamo dell’1,2% m/m dopo il7,4% m/m di luglio).
Il livello dell’output resterebbe del 5,5% inferiore rispetto a gennaio. Le indagini di fiducia nel settore non segnalano una brusca inversione di rotta dell’attività, almeno per ora.

FRANCIA – La produzione industriale è vista crescere del 2% m/m ad agosto, dal 3,8% m/m precedente. Le indagini di fiducia continuano a evidenziare un’espansione dell’attività durante l’estate, soprattutto nel comparto auto. La variazione annua migliorerebbe a -5,3% (da -8,3% precedente). Il livello dell’output rimarrebbe comunque inferiore dell’8% rispetto a febbraio.