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9 Novembre 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – Le vendite al dettaglio espresse in volume (quindi al netto dell’effetto dei maggiori prezzi) sono rimaste stagnanti dopo la flessione di -1,1% m/m registrata in agosto.

ITALIA – Il debito TARGET2 di Banca d’Italia si è ridotto di €45,5 miliardi in ottobre a €669,5 mld, pur restando sopra il valore di agosto.
La forte volatilità di questi mesi trova contropartita nelle variazioni dei conti di banche e settore pubblico, nonché delle poste residuali dell’attivo, che includono partite da regolare e che nel 2022 hanno evidenziato un’inusuale volatilità.
Parte del miglioramento potrebbe essere riconducibile alle ingenti emissioni nette positive di ottobre, dopo un settembre negativo.
Fino ad agosto, l’aumento del debito TARGET2 era stato alimentato soprattutto dalla riduzione degli investimenti esteri di portafoglio in Italia, oltre che dall’aumento degli investimenti italiani di portafoglio all’estero.

AREA EURO
– Ieri le vendite al dettaglio sono cresciute di 0,4% m/m (-0,6% a/a) a settembre dopo la stagnazione del mese precedente (rivista da -0,3% m/m).
Le vendite chiudono il 3° trimestre in contrazione di -0,7% t/t ed è probabile che la debolezza dei consumi sia destinata ad accentuarsi tra l’autunno e l’inverno penalizzata dall’elevata inflazione.
– Nel 3° trimestre la crescita degli occupati in Francia ha decelerato di un decimo allo 0,4% t/t; i dati delle principali economie sono coerenti con un incremento intorno allo 0,2% t/t nel complesso dell’Eurozona.

CINA
– L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa da 2,8% a/a in settembre a 2,1% a/a in ottobre, più delle attese (consenso Bloomberg 2,4% a/a), con un aumento mensile contenuto a 0,1% m/m.
L’inflazione è stata spinta al ribasso da un sensibile effetto base favorevole che ha riguardato in particolare gli alimentari e i trasporti.
Nel comparto degli alimentari l’inflazione è rallentata da 8,8% a/a in settembre a 7% a/a in ottobre, trainata dal calo dei prezzi di frutta e verdura mentre i prezzi della carne di maiale hanno continuato a salire (+9,5% m/m).
L’inflazione nel comparto dei trasporti e telecomunicazioni è rallentata a 3,1% a/a in ottobre grazie ai cali dei prezzi dei carburanti.
L’inflazione negli altri comparti è stata moderata, mantenendo l’inflazione core invariata a 0,6% a/a in ottobre e confermando l’assenza di pressioni da domanda.
– L’inflazione dei prezzi alla produzione, dopo un aumento dello 0,9% a/a in settembre, è scesa in territorio negativo in ottobre, registrando un calo dell’1,3% a/a, il primo da dicembre 2020.
Sul dato hanno influito un forte effetto base favorevole e il calo dei prezzi dei beni di produzione spinto al ribasso dalla diminuzione dei prezzi dei metalli e delle materie prime energetiche.
Al contrario, i prezzi dei beni di consumo è salita da 1,8% a/a in settembre a 2,2% a/a in ottobre trainata dal comparto degli alimentari e dell’abbigliamento.

 

COMMENTI:

AREA EURO – Oggi la Commissione Europea è attesa presentare la proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita,  mentre nel calendario dell’area euro non vi sono dati di rilievo.
Reuters citava ieri ‘fonti’ europee secondo le quali la Commissione ritiene impossibile l’introduzione di un tetto al prezzo del gas che rispetti i vincoli indicati dal Consiglio, e propone invece l’adozione di un meccanismo correttivo di mercato.
Conseguentemente, tutto il pacchetto energia rischia di essere bloccato dai sostenitori del price cap.

STATI UNITI – I risultati parziali delle elezioni di metà legislatura mostrano un’avanzata dei repubblicani inferiore alle attese, ma sufficiente a ottenere la maggioranza alla Camera.
Al Senato, i Democratici hanno ancora la possibilità di ottenere una risicata maggioranza di 51 a 49, ma il NYT prevede un risultato di 50-50; alla Camera, i seggi repubblicani vinti o probabili sarebbero 220, contro 206 per i Democratici e 9 incerti, e il quotidiano prevede che i Repubblicani ottengano una maggioranza di 225 a 210.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ulteriormente seguendo l’analoga dinamica dei rendimenti sia su attese che domani i dati di inflazione mostrino una decelerazione sia sui risultati parziali delle elezioni di midterm che sembrano prospettare al momento lo scenario di un governo diviso, con maggiore probabilità quindi che l’anno prossimo, in fase recessiva, sia più arduo raggiungere un accordo per uno stimolo fiscale significativo, mettendo maggiori pressioni sulla Fed affinché anticipi eventuali tagli dei tassi.
Se domani l’inflazione non disattenderà le previsioni di rallentamento, la tendenza del dollaro potrebbe mantenersi calante.

EURL’euro si è rafforzato ulteriormente ieri da 0,9971 a 1,0096 EUR/USD di riflesso all’indebolimento generalizzato del dollaro e comunque in linea con il restringimento dei differenziali di rendimento.
Se l’inflazione USA rallenterà l’euro potrà rafforzarsi ancora, ma limitatamente (resistenze chiave nella fascia 1,01-1,02 EUR/USD) e restando comunque esposto nel breve a nuovi cali a causa del significativo deterioramento del quadro di crescita e inflazione dell’area, che dovrebbe diventare più evidente nei dati intorno allo scavalco dell’anno.

GBPAnche la sterlina si è rafforzata ancora contro dollaro ieri da 1,14 a 1,15 GBP/USD sulla generalizzata debolezza di quest’ultimo, ma meno dell’euro, rispetto al quale infatti si è indebolita da 0,86 a 0,87 EUR/GBP, sotto il peso della prospettiva che i dati di Pil britannico venerdì confermino l’avvio della recessione (annunciata).
Un analogo rafforzamento contro dollaro domani se l’inflazione USA rallenterà verrebbe quindi probabilmente riassorbito venerdì sui dati di Pil domestici.

JPYLo yen ha continuato a rafforzarsi sul dollaro, da 146 a 145 USD/JPY, grazie al calo dei rendimenti a lunga USA.
Se l’inflazione USA rallenterà, lo yen dovrebbe riuscire a consolidare, in caso contrario tornerebbe a indebolirsi ma, con tutta probabilità, limitatamente.
Questa volta lo yen si è rafforzato anche contro euro da 146 a 145 EUR/JPY, anche se il movimento è stato poi ridimensionato per via del rafforzamento dell’EUR/USD.