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8 Novembre 2022 – nota economica giornaliera

COMMENTI:

AREA EURO – Dopo l’Eurogruppo di ieri, che ha convenuto che le misure governative di sostegno al potere d’acquisto siano limitate nel tempo e non generalizzate, il vertice prosegue oggi a Bruxelles con l’Ecofin (allargato a tutti i ministri delle Finanze della UE, con la presenza del vice presidente BCE De Guindos).

STATI UNITI – Oggi le elezioni midterm inaugureranno probabilmente un’altra fase di governo diviso, dopo due anni di controllo democratico sia del Congresso che della Presidenza.
Attualmente, lo scenario centrale prevede una maggioranza repubblicana alla Camera e un minimo margine democratico al Senato, aprendo un periodo di stallo politico di due anni.
L’incertezza del risultato al Senato è aumentata nelle ultime settimane, con un miglioramento dei repubblicani nei sondaggi.
È probabile che nel prossimo biennio l’Amministrazione ricorra a ordini esecutivi nei settori della politica estera, del commercio internazionale e, forse, dell’immigrazione, per ottenere qualche risultato politico visibile prima delle prossime elezioni.
La mancanza di spazio di manovra legislativo potrebbe essere una sfida nel 2023, quando è probabile l’arrivo di una recessione, sulla scia della politica monetaria restrittiva volta a contenere l’inflazione.
Nel 2023-24, l’azione di politica economica sarà nelle mani della Fed, con una politica fiscale per lo più congelata.

GIAPPONE – Il resoconto della riunione di politica monetaria di ottobre mostra che alcuni membri ritengono necessario iniziare a studiare i possibili effetti delle strategie di uscita dalle misure di stimolo e gli effetti collaterali di un’applicazione protratta delle medesime.
Un membro del comitato ritiene che non si debba escludere la possibilità di un periodo di inflazione ben sopra gli obiettivi.
Nel complesso, però, l’attuale impostazione della politica monetaria gode ancora di ampio sostegno.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in calo ieri principalmente ancora sulla scia della correzione post-employment report, complici la difficoltà a risalire dei rendimenti USA, ma anche una leggera riduzione della risk aversion a livello globale nonché la prospettiva che le elezioni di mid-term possano portare a un governo diviso (maggioranza repubblicana alla Camera, minimo margine democratico, incerto, al Senato) con l’effetto di rendere più incerta e complicata l’approvazione di misure fiscali di stimolo l’anno prossimo quando ci si aspetta che l’economia USA entri in recessione.
Questa mattina il dollaro sta provando a risalire, ma l’appuntamento chiave sarà comunque con i dati di inflazione giovedì: se dovessero deludere il biglietto verde tornerebbe a indebolirsi.

EURL’euro ha aperto la settimana al rialzo ieri da 0,9898 a 1,0034 EUR/USD di riflesso al generalizzato calo del dollaro, ma sta già leggermente ritracciando oggi, in cerca di assestamento in attesa dei dati chiave di giovedì, inflazione USA in primis, ma anche produzione industriale italiana (prevista negativa).
Nel breve si potrebbe ancora osservare una certa volatilità, coerente soprattutto con l’incertezza sul punto esatto di arrivo del ciclo dei rialzi USA.

JPYAnche lo yen ha aperto la settimana in leggero rafforzamento sul dollaro da 147 a 146 USD/JPY ieri, ma resta in lieve rialzo anche oggi complice sia la difficoltà a salire ulteriormente dei rendimenti a lunga USA sia le indicazioni dai verbali della riunione BoJ di ottobre che alcuni membri vorrebbero iniziare a ragionare su un’exit strategy – da attuare comunque non adesso ma quando si verificheranno le condizioni adatte – dall’attuale policy massimamente espansiva.
Unitamente alle dichiarazioni sulla stessa lunghezza d’onda rilasciate da Kuroda la settimana scorsa, questo può contribuire a contenere il downside dello yen anche di fronte a un eventuale ulteriore rialzo dei rendimenti a lunga USA: primo test chiave in tal senso con i dati di inflazione USA giovedì.
Contro euro invece lo yen ha aperto in calo ieri da 145 a 147 EUR/JPY per via della maggior salita dell’EUR/USD, ma sta parzialmente recuperando oggi.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana al rialzo ieri da 1,12 a 1,15 GBP/USD sul generalizzato calo del dollaro, recuperando anche contro euro da 0,87 a 0,86 EUR/GBP, ma sta già leggermente ritracciando oggi.
I rischi infatti restano verso il basso per la valuta britannica in vista dei dati di PIL di venerdì, per i quali si prevede una contrazione nel 3° trimestre, che segnerebbe l’inizio della preannunciata recessione.
Prima, comunque, anche la sterlina si muoverà sui driver di dollaro (inflazione USA giovedì).

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi l’unico dato congiunturale di un qualche rilievo sono le vendite al dettaglio di settembre, che dovrebbero essere tornate a crescere dopo tre mesi di calo.
Sulla base dei dati nazionali già pubblicati prevediamo un rimbalzo di 0,5% m/m (-1,3% a/a), che non sarebbe comunque sufficiente a recuperare il terreno perduto tra giugno e agosto.
I consumi sono attesi rimanere deboli nei prossimi mesi, frenati dai pesanti rincari dei prezzi.