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8 novembre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – I dati di settembre sulle vendite al dettaglio hanno riportato una flessione di -0,3% m/m nel complesso dell’area euro ed un incremento di +0,8% m/m in Italia.
Dopo aver trainato l’espansione nel 3° trimestre i consumi privati dovrebbero continuare a crescere, seppur con minor vigore, anche sul finale d’anno.

FRANCIA – La produzione industriale è calata di -1,3% m/m a settembre dopo tre mesi consecutivi di crescita.
Dopo aver contribuito positivamente alla crescita durante l’estate, l’industria potrebbe frenare il PIL nel 4° trimestre.

STATI UNITI
– Venerdì, l’employment report di ottobre ha confermato la solidità della domanda di lavoro, ma ha anche segnalato la persistente stagnazione della partecipazione.
La variazione degli occupati non agricoli ha registrato un’accelerazione, salendo a 531 mila, con +604 mila posti nel settore privato e un calo di -73 mila nel settore pubblico (istruzione); i dati dei due mesi precedenti sono stati rivisti verso l’alto di 235 mila.
L’industria ha creato 108 mila posti, di cui 60 mila nel manifatturiero (grazie anche a una ripresa nel settore auto), i servizi privati hanno generato 496 mila nuovi occupati, con una forte spinta nei comparti della ricreazione e dell’ospitalità (164 mila).
Il tasso di disoccupazione è sceso di due decimi a 4,6%, mentre la partecipazione è rimasta stabile a 61,6%.
I salari orari hanno mantenuto un ritmo di crescita elevato (0,4% m/m, 4,9% a/a).
La media a 3 mesi ann. della variazione dei salari è di 5,5%.
Nel complesso i dati lasciano aperti i rischi di surriscaldamento del mercato del lavoro, visto che confermano un’offerta di lavoro che stenta a ripartire e lascia ancora un ampio eccesso di domanda, nonostante il calo dei contagi e la fine dei programmi federali per la disoccupazione.
– La fiducia dei consumatori di novembre ha segnato una nuova flessione, determinata dai timori per l’inflazione e dalle preoccupazioni per la politica economica, anche se l’ottimismo delle famiglie riguardo al mercato del lavoro, al reddito e alle finanze è su livelli molto elevati.

CINA – La dinamica tendenziale delle esportazioni, pur registrando una modesta decelerazione a 27,1% a/a in ottobre da 28,1% in settembre, è rimasta molto elevata e superiore alle aspettative di consenso (Bloomberg: 22,8% a/a), sostenuta soprattutto da una netta accelerazione delle esportazioni verso l’Unione Europea (da 28,6% in settembre a 44,3% a/a in ottobre), seguita da un’accelerazione più moderata verso il Giappone e l’area ASEAN6; sono invece decelerate le esportazioni verso gli USA.
L’accelerazione delle importazioni è stata meno marcata, da 17,6% in settembre a 20,6% a/a in ottobre, e inferiore alle aspettative di consenso (Bloomberg: 26,2% a/a).
Le importazioni dalla UE sono scese dello 0,7% a/a in ottobre, dopo un aumento dell’1,1% a/a in settembre, seguite da una frenata delle importazioni dagli USA (da 16,6% a/a in settembre a 4,6% a/a in ottobre); sono rimaste in accelerazione, invece, le importazioni da Giappone e area ASEAN6.
I dati in volume registrano un rallentamento delle importazioni di soia e cereali, di circuiti integrati e di prodotti petroliferi.
Il maggiore aumento delle esportazioni rispetto alle importazioni ha favorito un allargamento del surplus commerciale mensile a 84,5 miliardi di dollari in ottobre da 66,7 miliardi in settembre.
Il surplus commerciale dei primi dieci mesi dell’anno è salito a 510,6 miliardi di dollari, in netto aumento dai 374 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La riunione dell’Eurogruppo sarà una prima occasione di confronto sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita; è già stato comunque dichiarato che la discussione non riguarderà gli aspetti tecnici o numerici delle regole fiscali.

STATI UNITI – Sul fronte della finanza pubblica, la Camera ha approvato il pacchetto infrastrutture per 1,1 tln di dollari, di cui circa metà riguarda rinnovo di spese già previste e 550 mld sono relativi a interventi per investimenti nel campo dei trasporti e delle comunicazioni.
Invece, per il pacchetto redistributivo Build Back Better Act, la leadership democratica ha acconsentito alle richieste dei rappresentanti moderati di ottenere la valutazione Congressional Budget Office prima di votare le misure pari a circa 1,8 tln di dollari in 10 anni.

CINA
 – Si è aperta oggi a Pechino la sesta riunione plenaria del 19° Congresso del Partito Comunista Cinese (PCC) che si protrarrà fino all’11 novembre.
Durante questa sessione si analizzeranno i maggiori risultati del Partito negli ultimi 100 anni.
Ci si attende che venga adottata una risoluzione sull’esperienza storica del PCC, la terza dopo quelle di Mao (1945) e di Deng Xiaoping (1981), che dovrebbe sottolineare il ruolo centrale di Xi Jinping nel riformare e rafforzare il Partito, aprendo la strada ad un terzo mandato per il Presidente nel 20° Congresso del PCC, che si terrà nell’autunno del 2022 e che dovrà eleggere il nuovo segretario.
– La situazione pandemica è in peggioramento con il totale dei casi attivi salito a 1.202 al 7 novembre, oltre il massimo dell’ondata di contagi registrata a fine settembre (1.020 il 24 settembre).
La maggior parte dei casi è concentrata nell’Heilongjiang e nello Hebei ma l’incremento dei casi si è diffuso a oltre 10 province innescando nuove misure di contenimento che aumentano i rischi al ribasso sulla crescita del 4° trimestre.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, aggiornando i massimi dell’anno venerdì sull’employment report che ha mostrato un aumento degli occupati superiore al previsto, salvo ritrattare poi in chiusura di sessione, sul contestuale arretramento dei rendimenti.
La reazione può essere considerata coerente con il messaggio veicolato dalla Fed, che non vuole affrettare ulteriormente i tempi dell’avvio atteso del ciclo di rialzi dei tassi avendo appena lanciato il tapering.
Se però i dati andranno convalidando uno scenario di possibile avvio anticipato del ciclo di rialzi, il dollaro dovrebbe rafforzarsi ancora.
Un nuovo test si avrà già questa settimana con i dati di inflazione mercoledì, attesi in ulteriore salita, e preceduti intanto domani dai PPI.
Da seguire anche i numerosi discorsi Fed, incluso (oggi) Powell.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata pressoché stabile in area 1,15 EUR/USD, ma ha aggiornato i minimi dell’anno venerdì sull’employment report USA a 1,1511 EUR/USD e potrebbe andare incontro a nuova debolezza se i dati USA convalideranno uno scenario di avvio anticipato del ciclo di rialzi Fed. Cruciale sarà dunque il test di mercoledì sull’inflazione USA.
Dal lato dell’area euro i dati di questa settimana (ZEW tedesco e produzione industriale dell’area) non sono attesi positivi, per cui la moneta unica dovrebbe restare priva di spunti di forza propria.
Tuttavia, ai già bassi livelli correnti, un ulteriore calo (downside entro 1,14-1,12 EUR/USD) potrebbe non essere agevole se i segnali positivi attesi dai dati USA non si rifletteranno in una risalita dei rendimenti USA.
Da seguire comunque anche in questo caso i discorsi BCE, a partire da Lagarde domani.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in visibile calo, sia contro dollaro da 1,36 a 1,34 GBP/USD, a un soffio dai minimi dell’anno, sia contro euro da 0,84 a 0,85 EUR/GBP, a causa del mancato rialzo dei tassi BoE.
Questa debolezza dovrebbe però essere temporanea, perché il rialzo mancato a novembre dovrebbe arrivare a febbraio e non è da escludersi a priori un intervento già a dicembre, a condizione però che i dati domestici sorprendano favorevolmente, ipotesi non molto probabile nel breve.
Una prima verifica si avrà comunque giovedì con i dati di PIL del 3° trimestre, atteso in ampio rallentamento.
Importanti in questa fase saranno inoltre i discorsi BoE (a partire da Bailey domani) dato l’esito dell’ultima riunione.
Da seguire infine anche gli sviluppi post-Brexit sul fronte del protocollo nordirlandese: negli ultimi giorni sono infatti andate formandosi attese che il governo britannico possa far scattare l’art. 16, la clausola che consentirebbe di intraprendere azioni unilaterali qualora l’applicazione del Protocollo portasse a serie difficoltà economiche.
Sviluppi sfavorevoli potrebbero infatti rappresentare un ulteriore motivo di debolezza per la sterlina.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in rafforzamento, marginale contro dollaro da 114 a 113 USD/JPY per via del calo dei rendimenti USA, più ampio contro euro da 132 a 130 EUR/JPY per via del calo dell’EUR/USD.
Il calo contro dollaro potrà riprendere quando i rendimenti USA torneranno a salire.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi non ci sono dati in calendario.
Per quanto concerne l’agenda della settimana, I dati sull’attività industriale di settembre dovrebbero evidenziare una flessione sia in Italia che nel complesso dell’Eurozona, sintomo di un settore ancora frenato dai vincoli all’offerta.
La Commissione Europea pubblicherà le Previsioni Economiche d’Autunno.

GERMANIA
– La prima indagine di fiducia di novembre dell’area euro, lo ZEW tedesco, dovrebbe riportare una nuova correzione del morale diffusa ad aspettative e valutazioni sulla situazione corrente.
– La stima finale dell’indice dei prezzi al consumo è attesa confermare l’accelerazione dell’inflazione in ottobre.

STATI UNITI
– Non ci sono dati in uscita oggi, ma il focus sarà sui molti discorsi di esponenti della Fed, fra cui Powell e Clarida, che probabilmente rinforzeranno il messaggio della riunione del FOMC riguardo allo stretto monitoraggio dei rischi sull’inflazione.
– I dati in uscita questa settimana sono pochi, ma rilevanti.
Il PPI e il CPI di ottobre, infatti, dovrebbero dare ulteriore conferma della persistenza e della diffusione delle pressioni inflazionistiche non solo nei settori direttamente colpiti dalla pandemia, ma nella maggior parte delle categorie di spesa, sia nei beni sia nei servizi.
Il CPI è previsto in rialzo di 0,5% m/m, con una variazione dell’indice core di nuovo ampia (0,3% m/m), sulla scia di incrementi solidi per l’abitazione, la ristorazione, le auto e le categorie d spesa voluttuaria.