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8 maggio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Le vendite al dettaglio a marzo sono risultate stagnanti in valore (5,8% a/a) e sono calate di -0,3% m/m in volume (-2,9% a/a).
La contrazione mensile è stata diffusa, ma la flessione più ampia ha riguardato gli acquisti di beni alimentari (in calo per il secondo mese consecutivo in volume, di -0,7% m/m, e invariati rispetto al mese precedente in valore).
Il 1° trimestre si è chiuso con un aumento di 1,9% t/t per le vendite in valore e un calo di -0,1% t/t per quelle in volume.

AREA EURO – Venerdì le vendite al dettaglio si sono contratte per il secondo mese a marzo, di -1,2% m/m da un precedente -0,2% m/m (-3,8% a/a dal -2,4% di febbraio).
Il calo congiunturale ha riguardato tutti i principali comparti di spesa, a eccezione dei carburanti, e a quasi tutte le economie (tra le principali, solo in Spagna le vendite sono tornate a crescere dopo la flessione di febbraio).
Nel 1° trimestre le vendite al dettaglio hanno subito la quinta contrazione trimestrale consecutiva (-0,9% t/t), ma l’attenuazione delle pressioni inflattive e i recenti segnali di recupero del morale di famiglie ed esercenti anticipano una possibile ripresa nei prossimi mesi.

GERMANIA – Questa mattina la produzione industriale ha visto un crollo di -3,4% m/m a marzo, dopo il +2,1% m/m di febbraio (dato rivisto al rialzo di un decimo).
Rispetto ad un anno fa l’output risulta comunque in crescita dell’1,8%.
Il manifatturiero ha registrato una contrazione di -3,3% m/m, spiegata soprattutto dall’ampia correzione dell’automotive (-6,5% m/m).
La flessione ha riguardato sia i beni di investimento (-4,4% m/m), che i beni intermedi (-3,5% m/m), mentre i beni di consumo hanno tenuto (-0,1% m/m).
Infine, ha registrato un’ampia correzione il settore delle costruzioni (-4,6% m/m) ed è calata anche l’energia (-0,8% m/m).
I settori energivori hanno subito una contrazione di -3,3% m/m.

FRANCIA – La produzione industriale è tornata a calare a marzo, di -1,1% m/m, dopo il rimbalzo registrato a febbraio (+1,4% m/m, rivisto da +1,2%).
L’attività è stata frenata dagli scioperi nelle raffinerie, dove l’output è crollato di -45,6% m/m, ma anche gli altri settori hanno registrato una flessione (in particolare per chimica, farmaceutica e prodotti elettrici).
La produzione dovrebbe tornare a espandersi già ad aprile grazie alla ripartenza dell’attività dopo gli scioperi; tuttavia, le indagini suggeriscono che la domanda di beni industriali resta debole

SPAGNA – Invece, la produzione industriale a marzo è aumentata dell’1,5% m/m (4,5% a/a) dopo lo 0,7% m/m di febbraio (0,1% a/a), guidata principalmente dall’incremento di beni durevoli e beni capitali.

STATI UNITI – Venerdì, l’employment report di aprile ha dato informazioni miste.
I posti di lavoro non agricoli hanno registrato una variazione di 253 mila, al di sopra delle attese e in accelerazione rispetto ai mesi precedenti.
Tuttavia, i dati dei due mesi precedenti sono stati rivisti verso il basso complessivamente di 149 mila, e la media a 3 mesi è ora di 182 mila.
Il trend della creazione di posti di lavoro appare in calo da metà 2022, pur con alcuni mesi di aumenti significativi (luglio 2022, gennaio e aprile 2023).
I nuovi posti sono concentrati ancora nei settori in cui il livello dell’occupazione rimane al di sotto di quello pre-pandemico: ospitalità e ricreazione (+31 mila ad aprile, -402 mila al di sotto di febbraio 2020), settore pubblico, prevalentemente per istruzione (+23 mila, -301 mila sotto febbraio 2020), istruzione privata e sanità (+77 mila).
Nell’industria gli occupati sono in aumento di 33 mila, di cui 7 mila nell’estrattivo, 15 mila nelle costruzioni (in prevalenza residenziali), 11 mila nel manifatturiero.
L’occupazione temporanea continua a calare, mentre i servizi alle imprese restano in rialzo.
L’indagine presso le famiglie riporta un aumento di 139 mila occupati e un calo della forza lavoro di -73 mila, determinando una riduzione a 3,4% del tasso di disoccupazione, che si mantiene in un intervallo compreso fra 3,4% e 3,7% dalla primavera 2022.
I salari orari sono in accelerazione mensile, con una variazione di 0,5% m/m, ma circa stabili su base annua (4,4% a/a da 4,3% a/a di marzo).
I dati di aprile danno un quadro più forte di quello che emerge con le revisioni dei mesi precedenti e con gli altri indicatori (sussidi, posizioni aperte), ma sul fronte dei salari si confermano le indicazioni di riaccelerazione già rilevate con l’Atlanta Wage Tracker e l’Employment Cost Index.
Il FOMC vedrà un altro employment report e due CPI prima della riunione del 12-13 giugno, con informazioni che dovranno essere valutate insieme al resto dello scenario, con un focus specifico sulla restrizione del credito.

 

COMMENTI:                                  

BCE – Le prime dichiarazioni dopo la riunione di politica monetaria BCE sono concordi nel segnalare che ci saranno altri rialzi dei tassi ufficiali.
Visco ha detto che il picco non è lontano, e che la BCE dovrà ora procedere con prudenza, ma per il futuro la direzione è verso tassi più alti.
Knot ha detto che i rialzi dei tassi stanno funzionando, ma che ne saranno necessari altri.
Anche Simkus ha detto che ci saranno nuovi aumenti.
Oggi la BCE pubblica alle h. 10:00 i risultati della Survey of Monetary Analysts e alle h. 16:00 Philip Lane tiene un discorso.

STATI UNITI
 – Sul fronte politico, domani ci sarà un incontro tra Biden e i leader repubblicani e democratici per discutere del limite del debito.
– I dati dei bilanci bancari al 26 aprile mostrano un calo modesto dei depositi (-12,5 mld), con una contrazione di -6,4 mld per le banche piccole.
Dal lato dell’attivo, i prestiti sono in rialzo di 42 mld, in prevalenza da parte delle banche piccole, con aumenti sia per la clientela commerciale sia per le famiglie.
Per ora i dati non mostrano una riduzione dei prestiti, ma è ancora presto per valutare gli effetti della turbolenza del sistema bancario sul trend del credito.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in calo, ma ha vissuto una sessione movimentata venerdì: prima, infatti, è salito sull’employment report che ha sorpreso verso l’alto con un aumento degli occupati e dei salari superiore alle attese e un calo del tasso di disoccupazione contro previsioni di aumento, ma poi ha ceduto chiudendo in calo prevalendo l’aspettativa che la Fed abbia comunque chiuso il ciclo di rialzi nonché il rientro della risk aversion.
Il prossimo dato chiave sarà mercoledì l’inflazione, attesa in stabilizzazione/marginale calo, ma il mercato seguirà anche le notizie sul fronte bancario (oggi l’indagine di settore dovrebbe confermare la restrizione in atto delle condizioni del credito) e sulla questione del limite del debito (domani il Presidente Biden incontrerà i leader repubblicani e democratici per discutere una soluzione per l’innalzamento del limite).
Indicazioni contrastanti dai dati, le problematiche del settore bancario e l’incertezza sul limite del debito potrebbero favorire una dinamica più laterale del dollaro nel breve, ma la chiusura del ciclo di rialzi Fed dovrebbe far prevalere un trend di fondo ribassista.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata rientrando approssimativamente sui livelli di apertura in area 1,10 EUR/USD, senza riuscire a mantenere i guadagni post-FOMC.
Venerdì infatti è sceso, seppure temporaneamente, sull’employment report USA.
Oggi apre di nuovo al rialzo al prevalere dell’aspettativa che la BCE alzerà ancora i tassi nei prossimi mesi laddove la Fed ha chiuso il ciclo di rialzi: tale disallineamento dovrebbe favorire un trend rialzista di fondo, tuttavia nel breve l’upside potrebbe essere limitato, principalmente perché dopo la riunione BCE di giovedì il mercato ha rivisto verso il basso il sentiero dei rialzi BCE (ora ne incorpora solo uno di 25 pb al 100% e un secondo, e ultimo, di 25 pb con probabilità intorno al 70%).

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in salita contro dollaro da 1,24 a 1,26 GBP/USD, aggiornando qui i massimi da maggio dello scorso anno, favorita dal disallineamento atteso tra BoE e Fed.
Il mercato, infatti, dopo i dati recenti su inflazione e salari che hanno sorpreso verso l’alto, ha rivisto al rialzo il sentiero atteso dei tassi BoE incorporando con probabilità piena altri 50 pb di aumenti e con probabilità poco sopra il 50% un ultimo incremento addizionale di 25 pb entro l’estate.
L’incertezza in realtà è elevata, ma la riunione BoE di giovedì dovrebbe fare chiarezza.
Ci attendiamo un altro rialzo di 25 pb a 4,50%, ma i rischi sono verso l’alto (per un rialzo di 50 pb o per un rialzo di 25 pb seguito da uno analogo alla successiva riunione di giugno).
Cruciale sarà il MPR aggiornato, che conterrà le nuove previsioni di crescita e inflazione, entrambe suscettibili di essere riviste verso l’alto.
Discriminante sarà comunque l‘entità delle revisioni e in particolare il nuovo profilo dell’inflazione: se la previsione resterà di discesa sotto target sia l’anno prossimo sia il successivo, la BoE si troverebbe a dover iniziare a tagliare i tassi poco dopo la Fed.
La recente forza della sterlina sarebbe in tal caso probabilmente temporanea.
La valuta britannica si è rafforzata anche contro euro la settimana scorsa, da 0,88 a 0,87 EUR/GBP.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata al rialzo contro dollaro da 137 a 134 USD/JPY sul calo post-FOMC dei rendimenti a lunga USA e una temporanea risalita della risk aversion.
Oggi è in marginale arretramento, ma la tendenza di fondo dovrebbe confermarsi quella rialzista.
Analoga la dinamica contro euro, in rafforzamento da 151 a 147 EUR/JPY la settimana scorsa e in marginale calo oggi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La settimana si presenta non particolarmente ricca di indicatori congiunturali rilevanti.
I dati di produzione industriale di marzo sono attesi registrare un rimbalzo in Italia mentre le stime finali d’inflazione di aprile nei due maggiori Paesi dell’area dovrebbero confermare le indicazioni giunte dalle letture preliminari, con un rallentamento in Germania e una riaccelerazione in Francia.

STATI UNITI
 – Oggi la Senior Loan Officers Survey di aprile dovrebbe confermare il trend in atto di aumento della restrizione delle condizioni del credito e di riduzione della domanda di prestiti, sia da parte delle famiglie sia da parte delle imprese.
– Questa settimana il focus sarà sul CPI core di aprile che, con un rialzo atteso di 0,4% m/m, dovrebbe confermare il trend sempre elevato dei prezzi dei servizi core ex-abitazione.
– Anche in calendario la fiducia dei consumatori, che a maggio è prevista in modesta flessione, sulla scia di un peggioramento delle aspettative.