Seguci su twitter

Categorie

7 Settembre 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina la produzione industriale ha visto un calo di -0,3% m/m a luglio, dopo il +0,8% (rivisto al rialzo da 0,4%) registrato a giugno.
Rispetto ad un anno fa l’output risulta più basso di -1,1%.
Il manifatturiero ha visto una contrazione di -1% m/m, diffusa tra le principali componenti; la flessione ha riguardato, infatti, sia i beni di consumo (-2,4% m/m), spinti al ribasso dal crollo dei beni non durevoli (-3% m/m), che i beni di investimento (-0,8%) ed intermedi (-0,6% m/m).
All’opposto, hanno registrato una crescita sia il settore costruzioni (+1,4% m/m), che la produzione di energia (+2,8% m/m).

STATI UNITI – Ieri, l’ISM dei servizi di agosto ha dato informazioni positive, con l’indice a 56,9 (da 56,7 di luglio e contro aspettative per una correzione), con indicazioni diffusamente ottimistiche: attività a 60,9, ordini a 61,8, tempi di consegna in aumento e occupazione a 50,2.
L’indice dei prezzi ha corretto per il quarto mese consecutivo, a 71,5, pur restando su livelli storicamente elevati e coerenti con inflazione persistente.
Le imprese riportano attività elevata, nonostante le strozzature all’offerta e la carenza di manodopera che allungano i tempi di produzione e vendita.
L’ISM dà un quadro più in linea con i dati di attività reale rispetto a quello delineato dal PMI Markit, in territorio recessivo.
Le informazioni macro delle ultime settimane segnalano che la domanda non sta rallentando in modo significativo ed è coerente con l’aspettativa di altri interventi aggressivi da parte della Fed.

CINA – I dati relativi al commercio estero hanno continuato a registrare una dinamica migliore dell’export rispetto all’import, ma sono stati in rallentamento e inferiori alle attese, in linea con il minor vigore della domanda internazionale e domestica.
Le esportazioni sono salite solo del 7,1% a/a in agosto, in netto rallentamento da 18% a/a in luglio, e molto meno delle attese di consenso (Bloomberg 13%).
Le esportazioni verso l’area ASEAN, pur rallentando sono rimaste robuste (+24,5% a/a in agosto), mentre la decelerazione è stata molto marcata per l’export verso l’area euro 3 (Italia, Germania, Francia: da 20,7% a/a in luglio a 6,5% in agosto) e il Giappone (da 19,7% a/a in luglio a 7,7% a/a in agosto), fino a trasformarsi in un calo tendenziale dell’export verso gli USA (da +11% a/a in luglio a -3,8% a/a in agosto).
I dati preliminari disponibili in valore segnalano un rallentamento delle esportazioni di prodotti high tech e dell’elettronica.
La dinamica delle importazioni è decelerata da 2,3% a/a in luglio a 0,3% a/a in agosto (consenso Bloomberg 1,3% a/a), spinta al ribasso dal calo tendenziale dell’import da Stati Uniti (da -4,5% a/a in luglio a -7,4% a/a in agosto) e Giappone (da -9,2% a/a in luglio a -7,7% a/a in agosto) e dal rallentamento dall’area ASEAN.
Le importazioni dall’area euro 3 sono invece moderatamente riaccelerate (da -5,6% a/a in luglio a +2,9% a/a in agosto).
I dati disponibili in volume indicano che continua il calo tendenziale delle importazioni di materie prime energetiche e industriali.
La bilancia commerciale di agosto è stata pari a 79,4 miliardi di dollari, in calo da 101,3 miliardi in luglio, portando il surplus dei primi otto mesi del 2022 a 560,5 miliardi di dollari, in netto aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 (357,6 miliardi).

 

COMMENTI:

ITALIA – L’Italia ha pubblicato ieri il piano per la riduzione dei consumi di gas.
Il piano include obiettivi piuttosto blandi di riduzione, come già annunciato la scorsa settimana: la prima serie di misure dovrebbe garantire una riduzione dei consumi fra agosto 2022 e marzo 2023 di 5,3 mld di m3, ma include un contributo di ben 1,8 mld derivante dall’aumento della produzione termoelettrica basata su carbone e olio combustibile.
Le misure di risparmio energetico legate alla riduzione del riscaldamento, introdotte per decreto, dovrebbero contribuire per 3,2 mld di m3.
Il piano non include risparmio energetico nel settore industriale, riguardo al quale si afferma soltanto che è stato avviato un confronto per determinare il potenziale di riduzione.

STATI UNITILa Fed pubblica il Beige Book in preparazione per la riunione del 21 settembre.
Il rapporto dovrebbe segnalare attività in espansione moderata, con persistente eccesso di domanda di lavoro, salari e prezzi ancora in rialzo.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente raggiungendo nuovi massimi, favorito ieri dall’ISM non-manifatturiero che ha sorpreso positivamente mostrando un leggero aumento contro attese di un più ampio calo – dato che offre supporto ad attese di un altro rialzo Fed di 75 pb il 21 settembre.
Questo, unitamente al quadro sfavorevole di crescita/inflazione globale, dovrebbe continuare a favorire il dollaro, soprattutto nel breve.

EURL’euro è sceso ancora raggiungendo un nuovo minimo a 0,9862 EUR/USD dopo l’ISM di ieri, penalizzato dal ri-allargamento dei differenziali di rendimento.
La possibilità che la BCE alzi i tassi di 75 pb domani può offrire supporto alla moneta unica, ma più limitandone il downside che favorendone un rafforzamento stabile.
In questa fase il tema principale è quello delle forniture energetiche dalla Russia, per cui l’euro rimane esposto a nuova debolezza.

GBPAnche la sterlina si è indebolita contro dollaro dopo l’ISM, ri-discendendo da 1,16 a 1,14 GBP/USD, ma il calo è stato inferiore a quello dell’euro, rispetto al quale ieri si è infatti rafforzata da 0,86 a 0,85 EUR/GBP, salvo tornare a cedere oggi, pur restando in range.
Il deterioramento dello scenario energetico aggrava la già sfavorevole combinazione di crescita e inflazione a livello domestico, lasciando esposta la sterlina a nuova debolezza nel breve.

JPYLo yen si è deprezzato ampiamente tra ieri e oggi, da 140 a 144 USD/JPY, aggiornando qui nuovamente i minimi (dal 1998) penalizzato dall’ulteriore allargamento dei differenziali di rendimento rispetto agli USA dopo la sorpresa dell’ISM.
Nel breve, fino a che la salita dei rendimenti a lunga USA proseguirà, lo yen potrà indebolirsi ulteriormente.
Il calo si è esteso anche contro euro tra ieri e oggi, da 139 a 142 EUR/JPY.

CADIl dollaro canadese non dovrebbe trarre beneficio (se non eventualmente in misura ridotta e/o transitoria) dall’ulteriore rialzo dei tassi atteso oggi da parte della Bank of Canada.
Le aspettative di consenso (Reuters) sono per un rialzo di 75 pb, a 3,25%, dopo l’aumento di 100 pb deciso all’ultima riunione del 13 luglio.
I differenziali di rendimento rispetto agli USA non sono infatti sufficientemente favorevoli e le prospettive di ampio rallentamento della crescita canadese l’anno prossimo mentre la tendenza di fondo delle quotazioni petrolifere resta in calo lasciano esposto il dollaro canadese a nuova debolezza nel breve e a un recupero contenuto successivamente.

PREVISIONI:

AREA EURO – In Eurozona il dato di crescita del PIL nel 2° trimestre potrebbe essere rivisto al rialzo di un decimo a 0,7% t/t (4% a/a).
Lo spaccato delle componenti dovrebbe mostrare un apporto positivo da parte della domanda interna, soprattutto dei consumi, a fronte di un contributo negativo da parte delle esportazioni nette.

ITALIA – In calendario anche il dato sulle vendite al dettaglio di luglio in Italia: si potrebbe vedere un parziale rimbalzo del volume delle vendite dopo il calo di -1,8% m/m registrato a giugno.

STATI UNITI – Oggi il deficit della bilancia commerciale di luglio dovrebbe mostrare una netta chiusura a -70,5 mld di dollari, da -79,6 mld di giugno.
La stima preliminare della bilancia dei beni ha registrato un deficit in calo, per via di contrazioni delle importazioni di – 3,5% m/m e delle esportazioni di -0,2% m/m.