Seguci su twitter

Categorie

7 Ottobre 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA
 – Questa mattina la produzione industriale ha visto un calo di -0,8% m/m ad agosto, dopo la stagnazione registrata a luglio (dato rivisto al rialzo da -0,3%). Rispetto ad un anno fa l’output risulta più alto del 2,1%. Il manifatturiero ha visto una flessione di -0,1% m/m, spiegata dai beni intermedi (-2,4% m/m).
All’opposto, hanno registrato una crescita sia i beni di consumo (1,8% m/m) che i beni capitali (+1,2%). Infine, crolla il settore energia (-6,1% m/m) e registrano un calo anche le costruzioni (-2,1% m/m).
I settori energivori hanno subito una contrazione di -2,1% m/m.
– Sempre ad agosto, le vendite al dettaglio hanno registrato un calo di -1,3% m/m dopo il -4,3% del mese precedente, e i prezzi all’import sono salita al 32,7% a/a (massimo dal marzo 1974) da 38,9% di luglio.

AREA EURO – Ieri le vendite al dettaglio sono calate per il terzo mese ad agosto (-0,3% m/m da un precedente -0,4%).
Il dato lascia le vendite in rotta per una contrazione dell’ordine di -1% t/t nel 3° trimestre; la debolezza è destinata ad accentuarsi nei prossimi mesi.

STATI UNITI – Ieri, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione a inizio ottobre sono aumentate a 219 mila, da 193 mila della settimana precedente, con la media mobile a 4 settimana a 206.500, sempre su livelli storicamente compressi.

GIAPPONE – La spesa delle famiglie a settembre è cresciuta di 5,1% a/a in termini reali, dopo 3,4% a/a ad agosto, con un’accelerazione diffusa a quasi tutti i comparti, ma particolarmente marcata nei servizi sulla scia della riapertura delle attività dopo le chiusure dovute all’ultima ondata pandemica estiva.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani ha firmato il Decreto che definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale, e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale, come previsto dal “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale”: il Governo stima un potenziale risparmio da 5,3 miliardi di metri cubi di gas.

UNIONE EUROPEA – Il vertice informale europeo di Praga, che prosegue oggi e che ha in agenda la discussione in merito a un tetto temporaneo ai prezzi del gas (Italia, Grecia, Belgio e Polonia avrebbero proposto un “corridoio dinamico” per i prezzi all’ingrosso), dovrebbe rivelarsi del tutto interlocutorio, rimandando ogni decisione al Consiglio UE del 20-21 ottobre.

BCE – I verbali della riunione BCE dello scorso 7-8 settembre, diffusi ieri, hanno confermato la preoccupazione che l’inflazione possa mantenersi a lungo su livelli elevati, rendendo necessaria un’ulteriore significativa restrizione monetaria, anche a costo di penalizzare la crescita.
Infatti, si legge nei verbali, “il previsto indebolimento dell’attività economica non è sufficiente a ridurre l’inflazione in misura significativa e di per sé non riporterebbe l’inflazione prevista all’obiettivo”.
Nella riunione, nella quale è stato deciso un aumento dei tassi da 75 punti base, alcuni membri si sono espressi a favore di un rialzo da 50 punti base, ma un numero “molto ampio” di banchieri ha espresso il proprio sostegno per un aumento maggiore.

STATI UNITI – Dalla Fed, ieri Cook (Board) si è allineata alla posizione del resto del FOMC, affermando che i tassi resteranno in territorio restrittivo fino a quando la Fed sarà “fiduciosa che l’inflazione sia saldamente sul sentiero verso il 2%” per evitare che si radichi una “psicologia inflazionistica”, in un contesto di inflazione molto persistente.
Waller (Board) ha detto che la Fed alzerà i tassi fino a inizio 2023 e, anche se si cominciano a vedere segni di risposta ai rialzi, “bisogna fare di più”.
Secondo Waller, i dati in uscita nelle prossime settimane non modificheranno le opinioni del FOMC riguardo al rialzo previsto a novembre.
A suo avviso, alla prossima riunione si discuterà in modo molto approfondito il ritmo dei rialzi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha proseguito il recupero ieri, seguendo l’ulteriore salita dei rendimenti al susseguirsi di discorsi Fed che confermano lo scenario di un altro rialzo dei tassi di 75 pb al prossimo FOMC del 2 novembre.
Le attese per l’employment report oggi sono positive: se i dati non deluderanno il dollaro dovrebbe riuscire a consolidare.

EURL’euro ha proseguito il calo da 0,99 a 0,97 EUR/USD sul generalizzato recupero del dollaro, reagendo negativamente questa mattina ai dati negativi della produzione tedesca.
I verbali BCE ieri hanno indicato che i tassi dovranno salire ancora per far scendere l’inflazione, anche a costo di penalizzare la crescita.
È proprio il deterioramento del quadro di crescita dell’area che espone l’euro a nuova debolezza nel breve.
Il sentiero di rialzi BCE potrà ridurre il downside della moneta unica, ma non sarà sufficiente ad evitarne nuovi cali.

JPYAnche lo yen si è indebolito ieri contro dollaro da 144 a 145 USD/JPY sulla salita dei rendimenti a lunga USA e può scendere ancora mettendo sotto pressione i minimi recenti in area 145 USD/JPY dove le autorità sono intervenute se oggi i rendimenti USA saliranno ulteriormente sull’employment report.
Questo tuttavia non farebbe scattare automaticamente un altro intervento sul cambio, per il quale dovrebbe aversi semmai un nuovo ampio strappo dello yen, poco probabile dato l’upside decrescente che dovrebbe esserci sui rendimenti USA all’avvicinarsi della chiusura del ciclo di rialzi.
I rischi comunque sono ancora verso il basso.
Contro euro invece lo yen si è rafforzato da 143 a 141 EUR/JPY per via del calo dell’EUR/USD.

GBPAnche la sterlina ha corretto ieri da 1,13 a 1,11 GBP/USD sul recupero del dollaro, indebolendosi anche contro euro da 0,87 a 0,88 EUR/GBP.
In attesa di novità sul fronte fiscale, la valuta britannica resta esposta a nuova debolezza, anche in caso di eventuali delusioni dai dati che iniziano già a segnalare il rischio di recessione imminente.

 

PREVISIONI:

ITALIA – In calendario oggi i dati sulle vendite al dettaglio di agosto.

STATI UNITI – Oggi verranno pubblicati i dati del mercato del lavoro di settembre.
Gli occupati non agricoli sono previsti in aumento di 250 mila, dopo 315 mila di agosto.
L’ampio calo delle posizioni aperte ad agosto ha segnalato un rallentamento della domanda, ma il livello ancora elevato del rapporto posizioni aperte/disoccupati, a 1,7, indica la persistenza di un significativo eccesso di domanda e rende probabile continua crescita occupazionale, come evidente anche dalle indagini presso le imprese e dai sussidi di disoccupazione.
L’offerta rimane scarsa, nonostante l’aumento della forza lavoro visto ad agosto dopo molti trimestri di stagnazione o calo.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe stabilizzarsi a 3,7%, con rischi verso il basso, sulla scia di una forza lavoro poco variata.
I salari orari dovrebbero aumentare di 0,3% m/m, come ad agosto e continuare a segnalare una dinamica solida del costo del lavoro.
I dati non dovrebbero modificare il quadro di mercato del lavoro ancora oltre il pieno impiego che preoccupa la Fed, dando supporto alla previsione di un altro rialzo dei fed funds di 75pb a novembre.