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07 Luglio 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – A maggio le vendite al dettaglio sono ritornate al di sopra dei livelli pre-COVID con una crescita di +4,5% m/m, dopo che la contrazione registrata nel mese precedente è stata rivista verso il basso a -3,9% m/m da -3,1% m/m precedente.
La tendenza annua è rallentata a 9,0% da 23,3% precedente per via del venir meno del confronto con il mese di massima severità del confinamento (aprile 2020).
Il rimbalzo mensile risulta diffuso a gran parte dei Paesi membri ed è dovuto alla completa riapertura degli esercizi commerciali.
Si registra infatti un rimbalzo degli acquisti di beni non alimentari (+8,8% m/m da -6,1% m/m di aprile) e di carburante (+8,1% m/m da -1,3% m/m precedente) a fronte di un modesto calo per i prodotti alimentari (-0,2% m/m da -1,7% m/m).
Le vendite potrebbero crescere di oltre il 3% t/t nel 2° trimestre.
L’allentamento delle restrizioni, il ritorno del morale delle famiglie al di sopra della media di lungo periodo ed il netto miglioramento dei dati di mobilità personale segnalano una crescita vigorosa dei consumi (di beni ma soprattutto di servizi) tra la primavera e l’estate.
Nei prossimi trimestri dovrebbe essere quindi la spesa delle famiglie a trainare la ripresa, supportata anche dall’eccesso di risparmio accumulato durante i mesi di confinamento.

GERMANIA
– A maggio la produzione industriale è calata nuovamente di -0,3% m/m; la flessione è in parte spiegata dalla revisione al rialzo di sette decimi del dato di aprile (da -1% a -0,3% m/m).
Escludendo costruzioni ed energia, nel manifatturiero il calo si attesta a -0,5% m/m ed è dovuto soprattutto ai beni di investimento (-3,4% m/m); i beni di consumo e i beni intermedi hanno registrato una crescita (rispettivamente +4,1% m/m e +0,6% m/m).
La produzione di energia è scesa di -2,1% m/m, mentre quella nelle costruzioni è salita in maggio di +1,3% m/m.
La variazione tendenziale è calata a +17,3% a/a (+27,6% a/a in aprile); rispetto a febbraio 2020 il valore risulta tuttora più basso di -5,0% (dato destagionalizzato e corretto per gli effetti del calendario).
– L’indice ZEW è calato ben oltre le attese di consenso nel mese di luglio, con l’indice delle aspettative che è passato a 63,3 da 79,8 di giugno.
Nonostante la marcata correzione, il dato non si allontana di molto dal massimo ventennale toccato a maggio.
Di contro, la valutazione sulla situazione corrente è balzata in territorio positivo dopo due anni di valori negativi: l’indice è passato a 21,9 punti da -9,1 di giugno, assestandosi così sui livelli di inizio 2019.
In sintesi, l’indagine segnala una normalizzazione dell’economia tedesca, attesa mostrare una crescita solida tra 2° e 3° trimestre.
Dall’indagine emerge anche che il 75% degli operatori continua a vedere un’accelerazione dell’inflazione nell’Eurozona nei prossimi sei mesi, sebbene l’indice delle aspettative sui prezzi sia calato di 10 punti.

STATI UNITI – L’ISM dei servizi a giugno corregge a 60,1, da 64 di maggio, in moderato ritracciamento dal massimo storico del mese scorso, con flessioni di tutte le componenti e persistenti indicazioni di strozzature all’offerta, se pure in via di modesto ridimensionamento.
Gli ordini e l’indice di attività sono in flessione a 62,1 (da 63,9) e a 60,4 (da 66,2), rispettivamente, ma continuano a segnalare significativa espansione della domanda.
I tempi di consegna sono in calo a 68,5 da 70,1, pur restando su livelli storicamente molto elevati, e l’indice dei prezzi pagati (a 79,5 da 80,6) finalmente segna una prima inversione del trend verso l’alto in atto da fine 2020.
La componente occupazione cala a 49,3 da 55,3, in risposta alla difficoltà che le imprese incontrano ad assumere individui qualificati e a fare tornare al lavoro i dipendenti dopo l’interruzione dovuta alla pandemia e in una fase di mercato del lavoro sotto pressione.
L’indagine riporta crescita per 16 sotto-settori, ancora vincolata da scarsità di materiali, rialzi dei prezzi, problemi di logistica e di reperimento di manodopera; solo due sotto-settori sono in frenata (agricoltura e immobiliare).
Tuttavia, in alcuni sotto-settori le imprese segnalano che nei prossimi mesi i dipendenti dovrebbero rientrare al lavoro e colmare il gap di occupazione rispetto ai livelli pre-pandemia, rimasti indietro rispetto a quelli dell’attività, ormai totalmente normalizzata.
La relazione storica fra ISM dei servizi e PIL segnalerebbe una crescita di 3,8%, decisamente al di sotto della variazione prevista per il 2° trimestre, a due cifre grazie al boom di consumi e investimenti in atto dalla fine del 1° trimestre.

 

COMMENTI:

ITALIA – Nella Relazione all’Assemblea annuale dell’ABI, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha affermato che la ripresa economica in Italia si sta consolidando, grazie al miglioramento del quadro sanitario e al buon andamento della campagna vaccinale.
Le stime più aggiornate di Bankitalia saranno diffuse nel Bollettino Economico in uscita il 16 luglio, e dovrebbero vedere una crescita del PIL quest’anno “intorno al 5%” (sempre ieri, il Ministro dell’Economia Franco ha parlato di un PIL 2021 in crescita di “almeno” il 5%, con un’espansione vicina al 2% t/t nel 2° trimestre).
La crescita verrebbe favorita dalla vivace dinamica degli investimenti, mentre il recupero dei consumi sarebbe più lento, con un rientro solo “graduale” dagli elevati tassi di risparmio causati dalla pandemia; l’incertezza peraltro resta elevata.
Visco ha sottolineato che le banche italiane hanno reagito complessivamente bene alla crisi indotta da COVID-19, e che le condizioni del sistema bancario italiano sono oggi migliori della crisi precedente del 2011- 2012.
I prestiti garantiti sono stati fondamentali per sostenere l’attività economica, e il forte incremento dei prestiti, assieme alla riduzione dei consumi, ha determinato un significativo aumento dei depositi.
La condizione patrimoniale delle banche si mantiene solida, tuttavia ci sono segnali di ripresa delle sofferenze, e “non è da escludere che nel prossimo futuro si verifichino casi di crisitra le banche di piccole dimensioni.
In generale la Banca d’Italia – che sta valutando anche possibili soluzioni a crisi di intermediari medio-grandi – monitora il processo di aggregazione tra banche, non per guidarlo ma per rendere efficace il processo.
Secondo Visco, nei prossimi anni la gestione dei crediti deteriorati sarà anche influenzata dalle riforme programmate sul fronte della giustizia civile; più in generale, accrescere l’efficienza dell’amministrazione giudiziaria e ridurre la durata dei procedimenti è cruciale per migliorare il contesto istituzionale entro cui si svolge l’attività d’impresa, con benefici per il processo di riallocazione delle risorse all’interno dell’economia.
Infine, Visco ha richiamato gli istituti bancari alle scelte che ancora devono essere fatte da molti istituti sul fronte dell’efficienza, della riduzione dei costi e del governo societario, e sui rischi che arriveranno dal cambiamento climatico.

SPAGNAIl governatore della Banca di Spagna, Pablo Hernàndez de Cos, ha paventato ieri che la crisi possa assumere nel futuro una dimensione finanziaria.
La causa sarebbe una possibile restrizione del credito bancario derivante da un aumento del rischio di credito a fronte della riluttanza a utilizzare i buffer di capitale.
De Cos ha segnalato che inizia a osservarsi un primo significativo deterioramento nella qualità del credito, con un aumento del 37% dei crediti a rischio al marzo 2021 e un aumento del 20% dei crediti dubbi nel segmento del credito al consumo.

 

STATI UNITI – La Fed pubblica i verbali della riunione del FOMC di giugno, che dovrebbero fornire informazioni sulla discussione relativa ai rischi verso l’alto sull’inflazione e allo scenario della politica monetaria in questa fase di preparazione al tapering.
Dai verbali potrebbe emergere la distribuzione dei rischi per un’ulteriore anticipazione al 2022 del primo rialzo dei tassi, dal 2023 attualmente indicato dalla mediana del grafico a punti.
A giugno, 5 partecipanti su 18 prevedevano un rialzo nel 2022 e 2 ne prevedevano due.
I verbali potrebbero dare qualche informazione su quali sarebbero le condizioni che potrebbero spingere ancora verso l’alto i punti del 2022 quando verranno aggiornati a settembre.
I verbali dovrebbero anche riportare il dibattito su come discutere di tapering nei prossimi mesi, e in particolare la possibilità di attuare un tapering a due velocità, una per i Treasury e una per MBS.
Come in tutte le fasi di vigilia di una svolta di policy, si dovrebbe evidenziare una dispersione delle opinioni e una riduzione del consenso per il mantenimento di una politica cauta, che invece era prevalso fino alla primavera.
Il messaggio dei verbali dovrebbe essere più hawkish rispetto ai documenti precedenti, con indicazioni di sorpresa per il rialzo dell’inflazione.
Pur mantenendo una valutazione cautamente ottimistica di pressioni verso l’alto sui prezzi in gran parte di natura transitoria, il FOMC dovrebbe segnalare, come già fatto nei discorsi recenti, che la politica monetaria non trascurerà l’inflazione e manterrà il focus non solo sul sentiero del mercato del lavoro ma anche su quello dei prezzi.

STATI UNITI-Covid19 – La curva dei contagi nelle ultime settimane ha smesso di scendere e sta segnando una modesta inversione verso l’alto, con la media a 7 giorni a 12.914, in rialzo di 14% rispetto alle due settimane precedenti.
La curva dei decessi invece continua a calare.
La situazione sanitaria in USA riflette l’ampia divergenza del tasso di vaccinazione fra gli Stati, con la media nazionale a 47% di individui pienamente immunizzati e ampia varianza regionale (con un minimo del 30% in Mississippi e la maggioranza degli Stati meridionali a 35%, contro il 62% in Massachusetts, il 55% di New York e il 50% della California).
I dati segnalano aumento di pressione sulle strutture sanitarie nelle aree dove le campagne vaccinali sono state inefficaci, ma in nessuna area ci sono indicazioni di nuove restrizioni all’attività.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – I dati della Jobs and Labor Turnover Survey di maggio dovrebbero confermare gli squilibri settoriali evidenti nelle informazioni dei mesi precedenti, con posizioni aperte e dimissioni volontarie su massimi storici (a 9,3 mln e 4 mln, rispettivamente ad aprile) ma concentrate nei settori ricreativi e aggregativi, dove l’offerta non si è ancora riaggiustata dopo i periodi di chiusura collegati alla pandemia.