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7 Giugno 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri le vendite al dettaglio ad aprile sono risultate stabili dopo due mesi di calo (-0,4% m/m a marzo, rivisto da -1,2%), e in flessione di -2,6% a/a da -3,3% precedente.
Il dato conferma il quadro di debolezza dei consumi di beni in atto dallo scorso anno: una fiducia delle famiglie ancora ben al di sotto della media storica e il recente calo del morale nel commercio al dettaglio non offrono indicazioni incoraggianti per una ripresa degli acquisti.

GERMANIA – Poco fa la produzione industriale ha registrato un rimbalzo solo parziale, di 0,3% m/m (sotto le attese di consenso e circa in linea con la nostra stima), dopo il calo di -2,1% m/m di marzo (dato rivisto al rialzo da -3,4%).
Rispetto ad un anno fa, l’output risulta in aumento di 1,6%.
Il principale contributo è venuto dalle costruzioni, che sono cresciute del 2% m/m dopo il calo di marzo (-2,9% m/m).
Registrano un aumento anche i prodotti farmaceutici (6,4% m/m), mentre cala la produzione di autoveicoli (-0,8% m/m).
Il manifatturiero ha visto una quasi stagnazione (0,1% m/m), in quanto la crescita per i beni di consumo (1,5% m/m) è stata compensata dal calo sia per i beni capitali (-0,3% m/m) che per quelli intermedi (-0,2% m/m); il settore energetico ha subito una flessione di -1,5% m/m.
I settori energivori hanno registrato una contrazione di -1,1% m/m (-12,9% a/a).

SPAGNA – La produzione industriale è diminuita più del previsto ad aprile, di -1,8% m/m (-0,9% a/a) dopo l’1,3% m/m di marzo (4,1% a/a): si tratta della flessione mensile più ampia da oltre un anno.
Il calo è diffuso a tutti i comparti ma è trainato da beni durevoli (-4,9% m/m) e beni capitali (-3,7% m/m).

CINA – La dinamica tendenziale del commercio estero è stata negativa nel mese di maggio, ma migliore per l’import che per l’export.
Infatti, le esportazioni in dollari, dopo essere salite dell’8,5% a/a in aprile, sono scese di -7,5% a/a in maggio, molto più delle attese (consenso Bloomberg: -1,8% a/a).
Le esportazioni verso gli USA si sono ulteriormente contratte (-18,5% a/a in maggio da -6,5% a/a in aprile), così come quelle verso l’area euro 3 (Italia, Francia Germania: -9,6% a/a in maggio da -0,3% a/a in aprile); anche la dinamica dell’export verso l’area ASEAN-6 e verso il Giappone è stata negativa (-16,4% a/a e -13,3% a/a rispettivamente).
Il calo delle importazioni (-4,5% a/a) è stato inferiore rispetto ad aprile (-7,5% a/a), ma superiore alle attese (consenso Bloomberg: -8% a/a), e guidato principalmente dalla contrazione delle importazioni dal Giappone (-13,7% a/a), dagli Stati Uniti (-9,9% a/a) e, in misura minore, dall’area ASEAN-6 (-4,2% a/a), mentre le importazioni dall’area euro 3 (Italia, Francia, Germania) hanno registrato un aumento del 4,3% a/a.
I pochi dati merceologici pubblicati segnalano la prosecuzione della contrazione delle esportazioni di prodotti hightech (-13,9% a/a).
Le importazioni in volume registrano invece un aumento tendenziale degli acquisti di prodotti petroliferi, cereali e medicinali, mentre resta ancora in contrazione tendenziale l’import di circuiti elettronici.

 

COMMENTI:                                  

ITALIA – Nella pubblicazione semestrale “Le prospettive per l’economia italiana”, l’Istat ha rivisto decisamente al rialzo la stima di crescita del PIL quest’anno, a 1,2% dallo 0,4% atteso a dicembre.
L’attività economica è vista rallentare marginalmente, a 1,1%, nel 2024.
Lo scenario previsivo, a detta dell’Istat, poggia su assunzioni favorevoli sul percorso di riduzione dell’inflazione nei prossimi mesi, nonché sulla attuazione del PNRR.
Le nuove proiezioni dell’Istat sono in linea con la nostra previsione più aggiornata per quest’anno, e più caute della nostra stima per l’anno prossimo (1,3%).

BCE
– La Consumer Expectations Survey della BCE di aprile ha registrato un deciso calo delle aspettative d’inflazione a 12 mesi (5,3% da 6,3% la media, 4,1% da 5% la mediana) che si sono portate sui minimi da marzo 2022 rovesciando gli incrementi del mese precedente.
Si registra anche un calo delle aspettative a 3 anni (a 3,8% da 4,3% la media, a 2,5% da 2,9% la mediana).
Corregge anche l’inflazione percepita che rimane però su livelli storicamente molto elevati.
– Secondo Schnabel (BCE), la politica monetaria deve essere più restrittiva perché la politica fiscale resta troppo espansiva.
Per la fine dei rialzi dei tassi non basta che l’inflazione sottostante inizi a calare: serviranno prove convincenti che l’inflazione stia tornando al 2% in modo tempestivo e persistente.
Le dichiarazioni, pubblicate oggi, risalgono al 31 maggio.

OECD – Oggi l’OCSE diffonde in mattinata l’Economic Outlook con le stime di crescita aggiornate per i Paesi sviluppati, dopo che ieri la Banca Mondiale ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla crescita globale per il 2024, al 2,4% dal 2,7% di gennaio (dopo il 2,1% di quest’anno), principalmente per via degli effetti della restrizione monetaria e creditizia.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro mantiene una tendenza leggermente rialzista, supportato dai rendimenti nel dubbio che la Fed possa alzare ancora i tassi, non la settimana prossima, ma magari alla riunione successiva di luglio se nel frattempo i dati non confortassero uno scenario di calo convincente dell’inflazione.
In assenza di spunti USA di rilievo oggi il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, in attesa di maggiori indicazioni direzionali dal FOMC di mercoledì prossimo.

EURL’euro invece si mantiene sulla difensiva: ieri è sceso da 1,07 a 1,06 EUR/USD, indebolito anche dai dati dell’area (ordini tedeschi e produzione spagnola più deboli delle attese), e oggi ha aperto in calo (la produzione industriale tedesca stamani ha mostrato un recupero inferiore al previsto).
In assenza di spunti nuovi nel brevissimo dovrebbe mantenersi in range (principalmente tra 1,06 e 1,07 EUR/USD), aspettando indicazioni più significative sia dal FOMC sia dalla riunione BCE che si terrà il giorno successivo.

GBP – Anche la sterlina in questi giorni si muove soprattutto di riflesso ai driver di dollaro, e in assenza di spunti nuovi sul fronte USA e su quello domestico negli ultimi tre giorni si è stabilizzata nel range 1,23-1,24 GBP/USD.
Contro euro invece è in lieve rafforzamento da 0,86 a 0,85 EUR/GBP, favorita dal sentiero atteso dei tassi BoE, in quanto il mercato continua a scontare più rialzi BoE che BCE nei prossimi mesi, ma al di là del breve il rischio è che il mercato possa ridimensionare il sentiero dei rialzi BoE.

JPYLo yen si è stabilizzato in area 139 USD/JPY contro dollaro seguendo la dinamica dei rendimenti a lunga USA.
In assenza di spunti chiave dagli Stati Uniti oggi dovrebbe pertanto mantenersi in range.
Contro euro è in lieve rafforzamento da 149 a 148 EUR/JPY, complice la maggior cedevolezza della moneta unica.

CADSi riunisce oggi la Bank of Canada, per la quale le attese sono di tassi invariati a 4,50% dato che dopo il rialzo di gennaio la BoC aveva deciso di attuare una “pausa condizionata” sui tassi alla luce dei segnali di deterioramento del quadro di crescita e delle prospettive di più rapida discesa dell’inflazione.
I dati più recenti però hanno sorpreso verso l’alto generando il rischio che la BoC valuti di apportare qualche altro ritocco verso l’alto sui tassi.
Se dovesse farlo già oggi il dollaro canadese si rafforzerebbe sia rispetto al dollaro USA sia rispetto all’euro.
A nostro avviso è più probabile che, date le indicazioni miste che stanno giungendo dai dati, la BoC lasci i tassi fermi oggi e alzi eventualmente alla prossima riunione del 12 luglio – in occasione della quale viene anche pubblicato il Monetary Policy Report con le nuove previsioni di crescita e inflazione – se nel frattempo i dati avranno dato conferme di maggiori pressioni inflazionistiche.

 

PREVISIONI:

ITALIA – In calendario per oggi il dato di aprile sulle vendite al dettaglio.

STATI UNITI – Oggi il deficit della bilancia commerciale di aprile è previsto in ampliamento significativo, a -76,4 mld, da -64,2 mld di marzo.
La bilancia preliminare dei beni ha registrato un calo delle esportazioni di -5,5% m/m, ampio e diffuso a materie prime, beni di consumo e beni capitali.
Le importazioni invece sono aumentate di 1,8% m/m, con una spinta particolarmente marcata nel comparto auto.
Con i dati di aprile, il contributo delle esportazioni nette alla crescita del PIL del 2° trimestre è stimato a -1,1pp da GDP nowcasting dell’Atlanta Fed.