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7 Gennaio 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’inflazione a dicembre è salita in linea con le attese, a 4,2% a/a da 3,9% sull’indice armonizzato e a 3,9% da 3,7% sul NIC.
L’inflazione dovrebbe ridimensionarsi progressivamente nel corso del 2022 ma è attesa restare sopra il 2% per gran parte dell’anno.

AREA EURO – L’indice PMI dei servizi di dicembre è stato rivisto verso il basso a 53,1 da un precedente 53,3 (55,9 a novembre).
La correzione non ha però riguardato tutti i Paesi: a fronte di una limatura in Francia (a 57 da 57,1), è stato rivisto modestamente al rialzo l’indice tedesco (a 48,7 da 48,4), comunque ancora su livelli coerenti con una contrazione dell’attività.
In Italia l’indice è invece calato più del previsto a 53 da 55,9 di novembre, portando il PMI composito a 54,7 da 57,6.

GERMANIA
– Questa mattina i dati sulla produzione industriale tedesca hanno mostrato un nuovo calo di -0,2% m/m a novembre; il dato di ottobre è stato rivisto al ribasso (da 2,8% m/m a 2,4% m/m).
Rispetto a febbraio 2020 l’output risulta più basso di -7% (dato destagionalizzato e corretto per gli effetti del calendario).
Il manifatturiero ha visto una crescita di +0,2% m/m.
– La bilancia commerciale di novembre ha registrato un aumento sia per l’export (+1,7% m/m), che per le importazioni (+3,3% m/m); il surplus in termini destagionalizzati è risultato pari a 10,9 miliardi.
– Ieri l’inflazione armonizzata di dicembre ha registrato una flessione a 5,7% a/a da 6% precedente, mentre quella nazionale è salita a 5,3% a/a da 5,2% di novembre.
L’inflazione tedesca è attesa in calo da gennaio ma dovrebbe restare al di sopra del 2% per tutto il prossimo anno.
– Gli ordinativi industriali di novembre sono cresciuti di +3,7% m/m, dopo il crollo di -5,8% m/m (rivisto al rialzo da -6,9% m/m) visto a ottobre; il recupero ha coinvolto anche il settore auto (+7% m/m).
Il fatturato nel comparto manifatturiero è salito di +4,1% m/m.

STATI UNITI
 – Sul fronte dei dati, la stima ADP degli occupati non agricoli privati di dicembre ha registrato una variazione di 807 mila unità, da 505 mila: i dati mettono rischi verso l’alto per l’employment report di oggi.
– Il deficit della bilancia commerciale di novembre ha mostrato un aumento a -80,2 mld da -67,2 mld, con un ampio rialzo dell’import a fronte di esportazioni poco variate, per via di una correzione dei beni e un netto rimbalzo dei servizi.
– L’ISM dei servizi di dicembre è calato più delle attese, a 62 dal livello record di 69,1 a novembre, con flessioni di ordini, attività, tempi di consegna, occupazione, a fronte di un nuovo aumento per l’indice dei prezzi, a 82,5.
Il settore rimane in espansione solida, caratterizzata però da strozzature all’offerta di beni e lavoro e da forti aumenti di prezzo.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin-Markit è salito da 52,1 in novembre a 53,1 in dicembre, sospinto da un aumento dei nuovi ordini (da 50,7 in novembre a 52,5 in dicembre), della produzione e dell’occupazione.
Sono invece diminuite le componenti dei prezzi di input e output e quella delle aspettative che, pur rimanendo su livelli elevati, si è portata sui minimi da ottobre 2020.
Il calo delle aspettative è stato verosimilmente influenzato dall’aumento dei contagi partito a dicembre e che si sta rivelando come il peggiore tra quelli successivi alla prima ondata del 2020.
Grazie al miglioramento degli indici sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi il PMI composito è risalito da 51,2 in novembre a 53 in dicembre.
Le misure di contenimento si stanno però estendendo a gennaio in alcune grandi città, prefigurando un impatto negativo sugli indici PMI di gennaio, in particolare nel settore dei servizi.

 

COMMENTI:

MONDO – Il PMI globale per i servizi è calato di un punto a dicembre, a 54,6, anche se la valutazione sull’attività futura resta molto positiva (68,6).
I dati per il manifatturiero avevano mostrato un rafforzamento della produzione (53,3), un lieve allentamento dello stress sui tempi di consegna, aumenti delle scorte di beni intermedi di produzione e incrementi un po’ meno diffusi dei prezzi pagati (69,7) e di vendita (59,9).
Le indagini riflettono soltanto parzialmente l’ondata di contagi legata alla variante omicron.

STATI UNITI – Il flusso di discorsi dalla Fed è aperto: gli interventi di Daly, Barkin e Bostic in agenda oggi seguono quello di Bullard (St Louis Fed), che ieri ha affermato di essere favorevole a 3 rialzi dei tassi nel 2022, con una prima mossa possibile già a marzo e una rapida inversione del trend del bilancio mirata a un rialzo dei rendimenti.
Secondo Bullard la Fed deve essere flessibile e chiarire che intende riportare sotto controllo l’inflazione.
Mercoledì, i verbali della riunione del FOMC di dicembre hanno confermato che la svolta dei tassi si sta avvicinando e segnalato una probabile riduzione del bilancio della Fed in tempi relativamente rapidi.
I verbali riportano che il consenso ritiene quasi soddisfatte le condizioni per il primo rialzo dei tassi, a nostro avviso possibile già a marzo.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Quest’oggi saranno inoltre diffusi l’indice composito ESI di fiducia della Commissione europea di dicembre, le vendite al dettaglio di novembre e i dati preliminari di inflazione eurozona, quest’ultima attesa stabile a 4,9% a/a (0,4% m/m).

FRANCIA – La produzione industriale dovrebbe registrare un lieve incremento di 0,3% m/m a novembre, mentre è vista in più ampia crescita, intorno all’1% m/m, la spesa per consumi.

STATI UNITI – Oggi il focus sarà sull’employment report di dicembre, che dovrebbe mostrare una riaccelerazione della dinamica delle assunzioni dopo il rallentamento del mese precedente.
Gli occupati non agricoli sono attesi in crescita di 410 mila unità, dopo 210 mila di novembre, con effetti solo marginali dalla diffusione della variante Omicron, visto che i dati sono rilevati nella seconda settimana del mese, prima dell’impennata della curva.
Omicron dovrebbe avere però un ampio impatto a gennaio, sulla scia del balzo dei contagi che potrebbe quasi azzerare la variazione degli occupati.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe calare di un decimo a 4,1%.
I salari orari sono previsti in rialzo di 0,4% m/m (4,8% a/a da 4,2% a/a).
Le informazioni contrastanti viste negli ultimi mesi (forte domanda, offerta insufficiente) dovrebbero essere confermate a inizio 2022: il mercato del lavoro americano dovrebbe ancora essere caratterizzato da eccesso di domanda e pressioni verso l’alto sui salari.