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7 Febbraio 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina la produzione industriale è calata più del previsto a dicembre, di -3,1% m/m dopo il +0,4% m/m registrato a novembre (dato rivisto al rialzo di due decimi).
Rispetto ad un anno fa l’output risulta in flessione di -3,9%.
Il manifatturiero ha visto una contrazione dell’output di -2,1% m/m, spiegata dal crollo dei beni intermedi (-5,8% m/m) per via dei problemi nella produzione di prodotti chimici; i beni di consumo hanno registrato una crescita di 0,3% m/m, i beni di investimento una stagnazione.
In deciso calo la produzione di energia (-2,3% m/m) e soprattutto le costruzioni (-8% m/m), condizionate anche dalle difficili condizioni meteorologiche.
I settori energivori hanno subito una flessione di -6,1% m/m

AREA EURO – Ieri le vendite al dettaglio sono calate di -2,7% m/m (-2,8% a/a) a dicembre da un precedente +1,2% m/m (-2,5% a/a).
La più ampia flessione in 12 mesi risulta diffusa a quasi tutte le economie e a tutte le componenti ad eccezione degli acquisti di carburante (che hanno probabilmente beneficiato del calo dei prezzi alla pompa nel mese).
Il dato di dicembre lascia una pesante eredità statistica negativa anche sul 1° trimestre del 2023, nel quale è possibile che le vendite si siano contratte per il quinto trimestre consecutivo, e suggerisce che i consumi privati, ancora penalizzati dall’elevata inflazione, potrebbero frenare la crescita del PIL anche a inizio anno.

 

COMMENTI:

BCE – Il governatore della banca centrale austriaca Holzmann continua a pensare che il rischio di fare troppo poco sui tassi sia prevalente sul rischio di eccedere con la restrizione monetaria; quindi, la BCE deve continuare a mostrarsi determinata nel contrasto all’inflazione

STATI UNITI
– Oggi il focus della giornata sarà il discorso di Powell, che dovrebbe ribadire l’importanza dei dati per la determinazione della politica monetaria e sottolineare che alla prossima riunione il FOMC avrà a disposizione altre informazioni con cui aggiornare le proiezioni macro.
Powell dovrebbe sottolineare l’importanza del trend in rallentamento di prezzi e salari e la dipendenza delle decisioni della Fed dai dati in uscita.
– Ieri, Daly (San Francisco Fed), ha detto che i nonfarm payrolls sono stati decisamente sorprendenti, ma non hanno modificato il suo scenario sottolineando che questo è un dato, ma ce ne sono molti altri in arrivo prima della prossima riunione.
Secondo Daly, il punto cruciale è che la direzione della politica monetaria è di ulteriore restrizione e di mantenimento di tale restrizione “per un certo tempo”.

AUSTRALIA – La Reserve Bank of Australia ha alzato come atteso il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo al 3,35% (un massimo da dieci anni), e ha ribadito la necessità di ulteriori aumenti nei prossimi mesi.
Il comunicato è stato più hawkish del previsto (secondo la RBA, l’inflazione tornerà nella parte alta della fascia obiettivo del 2-3% solo a metà del 2025).

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana al rialzo ieri sulla prosecuzione della salita dei rendimenti post-employment report, ma dovrebbe trattarsi di una fase temporanea perché, a meno di sorprese eclatanti, la chiusura del ciclo di rialzi Fed è ormai vicina.
Da seguire sarà oggi il discorso di Powell, per verificare la posizione della Fed dopo i dati d venerdì sul mercato del lavoro, che nel breve possono comunque continuare a offrire sostegno al dollaro, in attesa del prossimo test importante, fra una settimana, con i dati di inflazione.

EURL’euro ha aperto la settimana in calo da un massimo di 1,0798 di ieri a un minimo di 1,0695 EUR/USD questa mattina, perlopiù di riflesso al rafforzamento del dollaro, ma anche in parte oggi sui dati di produzione tedesca risultati molto peggiori del previsto.
Se la fase negativa della crescita che sta attraversando l’area euro dovesse rivelarsi più pesante delle attese, l’euro ne risentirebbe negativamente, ma in misura limitata sia perché anche l’economia USA sta entrando in una fase analoga sia perché la BCE continuerebbe comunque ad alzare i tassi nel breve.
La discesa dell’euro dovrebbe quindi essere temporanea.
I supporti chiave di questo movimento correttivo si collocano in area 1,07 EUR/USD, ma il downsidedisponibile”, senza che vi sia compromissione – dal punto di vista tecnico – della tendenza rialzista intrapresa, si estende fino in area 1,05 EUR/USD.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana in calo contro dollaro da 1,20 a 1,19 GBP/USD – principalmente sulla generalizzata maggior forza del biglietto verde – ma mostrandosi questa volta meno cedevole dell’euro rispetto al quale è in leggero recupero, seppure ancora in area 0,89 EUR/GBP.
La minor cedevolezza si spiega sia con la maggior correzione dei giorni precedenti sia con le dichiarazioni BoE giunte nel frattempo (Mann e Pill, entrambi ieri) che supportano le attese di un altro rialzo dei tassi perché i rischi verso l’alto sull’inflazione sono ancora troppo elevati.
Anche la sterlina dovrebbe tornare a salire contro dollaro in vista della chiusura del ciclo di rialzi Fed, per cui la discesa in corso dovrebbe essere temporanea.

JPYAnche lo yen ha aperto la settimana in calo contro dollaro ieri da 131 a 132 USD/JPY, ma sta già recuperando oggi, seguendo – in entrambi i casi – i rendimenti a lunga USA.
La prospettiva che questi scendano in vista della chiusura del ciclo di rialzi Fed suggerisce che anche il calo dello yen dovrebbe essere temporaneo.
Lo yen è in recupero anche contro euro, da 142 a 141 EUR/JPY, aiutato dalla debolezza dell’EUR/USD.

AUDIl dollaro australiano si è rafforzato questa notte sia rispetto al dollaro USA da 0,68 a 0,69 AUD/USD sia rispetto all’euro da 1,55 a 1,54 EUR/AUD sull’esito della riunione della RBA, che ha ancora alzato i tassi, come da attese, di 25 pb a 3,35%, ma soprattutto ha indicato con maggior fermezza rispetto alla riunione precedente che saranno necessari altri rialzi nei prossimi mesi, per via della dinamica, più negativa del previsto, dell’inflazione.
Manteniamo pertanto il profilo atteso di ulteriore apprezzamento del dollaro australiano sia nel breve sia successivamente.

 

PREVISIONI:

SPAGNA – In calendario per oggi il dato sulla produzione industriale, che è attesa in parziale recupero su base congiunturale ma ancora in calo in termini tendenziali.

STATI UNITI – In termini di dati, verrà pubblicata la bilancia commerciale di dicembre.
Il deficit dovrebbe ampliarsi, a -69 mld da -61,5 mld di novembre, in linea con le indicazioni della bilancia preliminare dei beni che ha mostrato un ampliamento del disavanzo dovuto a un calo delle esportazioni di -1,6% m/m (+5,2% a/a) e a un rialzo delle importazioni di 1,9% m/m (-0,4% a/a), concentrato nel settore auto.