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07 Febbraio 2020 – nota economica giornaliera

GERMANIA
– La produzione industriale è crollata ben oltre le attese a dicembre, di -3,5% m/m, dopo l’incremento di +1,2% m/m visto a novembre. È il calo più pronunciato su base congiunturale da oltre 10 anni. A guidare la flessione le costruzioni (-8,7% m/m), mentre l’energia ha visto un rialzo (+2%). La produzione manifatturiera si è contratta di -2,9%, affossata soprattutto dai beni capitali (-3,5% m/m).
In termini tendenziali, l’output è diminuito a -6,8%.
Nel trimestre, la produzione industriale è calata ancor più che nei tre mesi precedenti, di -1,6% t/t, aggiungendo rischi verso il basso al dato sul PIL atteso la settimana prossima. Nello stesso mese, l’export si è stabilizzato dopo il deciso calo del mese precedente, in presenza di un calo per l’import; di conseguenza, il surplus commerciale è salito a 19,2 miliardi dai 18,5 del mese precedente.
– A dicembre, i nuovi ordinativi all’industria hanno registrato un’ulteriore flessione, pari a -2,1% m/m, dopo il -1,3% m/m di novembre. Il calo, ben al di sotto delle stime di consenso, è trainato dalla debolezza del canale estero. Ci aspettiamo una ripresa nei mesi iniziali del 2020, in linea con i risultati delle prime indagini congiunturali. Il miglioramento atteso potrebbe essere in parte limitato dall’impatto dell’epidemia di 2019-nCoV in Cina.

STATI UNITI – I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 1° febbraio calano di 15 mila unità a 202 mila, riportandosi sui minimi di fine 2019, e indicando che il rialzo visto a inizio 2020 è stato probabilmente dovuto a difficoltà di destagionalizzazione.

 

COMMENTI:

BCE – Nell’audizione al Parlamento Europeo, la presidente Lagarde ha detto che “il contesto di bassi tassi di interesse e di bassa inflazione hanno notevolmente ridotto la possibilità per la BCE e le altre banche centrali di tutto il mondo di allentare la politica monetaria di fronte a una recessione economica”.
Riguardo agli sviluppi congiunturali, Lagarde ha rimarcato che ci sono segnali di stabilizzazione, e che l’economia europea si è dimostrata resiliente. Tuttavia, restano incertezze (inclusa quella nuova legata all’impatto del coronavirus). Tutto considerato, “L’economia dell’area dell’euro continua a richiedere il sostegno della nostra politica monetaria, che fornisce uno scudo contro i venti globali contrari”.
Lagarde ha dedicato spazio agli effetti collaterali negativi dell’accomodamento monetario:
(1) eccessivo indebitamento di imprese già caratterizzate da elevata leva finanziaria;
(2) troppa assunzione di rischi da parte di fondi pensione, fondi comuni e assicurazioni;
(3) tensioni sui mercati immobiliari di alcuni paesi.
La risposta in questo caso è che le autorità dovrebbero dispiegare misure macroprudenzialicontro i rischi di instabilità finanziaria. Lagarde ha anche preannunciato il lancio di un’indagine congiunturale fra i consumatori per monitorare le loro aspettative su inflazione, mercato immobiliare, consumi, risparmio e occupazione.

STATI UNITI – La Cina ha annunciato che a partire dal 14 febbraio dimezzerà i dazi, dal 10% al 5%, su importazioni dagli USA per 75 mld di dollari e dal 5% al 2,5% su altri beni, riducendo le misure restrittive attuate fra settembre e dicembre, con l’obiettivo di facilitare l’implementazione degli impegni sottoscritti con l’accordo per la fase 1. Gli USA avevano annunciato il 22 gennaio una riduzione dal 15% al 7,5% dei dazi su 120 mld di importazioni dalla Cina, da attuare il 14 febbraio, come parte dell’accordo raggiunto con la conclusione delle trattative per la fase 1.
Nel comunicato emesso dalle autorità cinesi, si afferma che la riduzione dei dazi è mirata ad “alleviare le frizioni economiche e commerciali e a espandere la cooperazione fra i due paesi”, con l’obiettivo di arrivare all’eliminazione dei rialzi dei dazi attuati. La decisione cinese di ridurre parte dei rialzi dei dazi, nel contesto di difficoltà collegate all’epidemia di coronavirus, ridurrà i costi di implementazione dell’accordo di fase 1 che prevede aumenti di acquisti di beni e servizi americani per 200 mld al di sopra dei livelli del 2017, entro la fine del 2021.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – La produzione industriale è vista ancora in aumento a dicembre, di 0,2% m/m dopo lo 0,3% m/m di novembre. Nel mese gli indicatori di fiducia hanno segnalato un miglioramento del morale. La variazione annua è vista in lieve accelerazione a 1,5% da 1,3% precedente. La produzione industriale chiuderebbe il trimestre con un recupero di +0,8% t/t, dopo la contrazione di -1% t/t vista nei mesi estivi.

STATI UNITI – L’employment report di gennaio dovrebbe confermare una dinamica occupazionale sempre solida, ma su un trend più contenuto rispetto a quello della prima metà del 2019. I dati dell’ADP mi gennaio mettono però rischi verso l’alto sulla previsione. Gli occupati non agricoli sono previsti in aumento di 135 mila, dopo 145 mila di dicembre. Il manifatturiero dovrebbe registrare una correzione di almeno 10 mila posti, generata dal settore aeronautico e dall’indotto, sulla scia del blocco della produzione di Boeing iniziato a gennaio. I servizi privati dovrebbero registrare un aumento di 135 mila, circa in linea con quello di dicembre (140 mila). La stima ADP di gennaio ha mostrato un sorprendente balzo dei servizi, concentrato in alcuni settori (ospitalità: +96 mila, sanità e istruzione: +70 mila) che non sono sostenibili e potrebbero essere dovuti a stagionalità e non necessariamente analoghi nell’employment report.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe mantenersi invariato a 3,5% per il terzo mese consecutivo. I salari orari sono attesi in riaccelerazione, dopo il dato deludente di dicembre, segnando una variazione di 0,3% m/m, riportando la dinamica annua marginalmente al di sopra del 3% a/a (2,9% a/a a dicembre). Le ore lavorate subiranno probabilmente una frenata nel manifatturiero per via del blocco di Boeing, con indicazioni ampiamente negative per la produzione industriale a gennaio. La contrazione del manifatturiero indotta dal blocco produttivo di Boeing e le possibili ricadute (probabilmente solo marginali negli USA) della diffusione del novel coronavirus indicano che la crescita nel 1° trimestre dovrebbe subire una battuta d’arresto, probabilmente però circoscritta.