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6 Ottobre 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’indice PMI servizi di settembre è calato a 48,8 da un precedente 50,5, tornando al di sotto della soglia critica che separa l’espansione dalla contrazione e attestandosi solo modestamente al di sopra dei minimi di luglio.
Le indagini riportano un calo degli ordinativi per il terzo mese consecutivo ed una brusca riaccelerazione dei prezzi sia pagati che ricevuti (l’indice relativo tocca un nuovo massimo storico).
L’indice PMI composito è quindi calato a 47,6 da 49,6, un minimo da gennaio 2021 e su livelli coerenti con una contrazione dell’economia tra l’estate e l’autunno.

ITALIA – I dati sui conti delle pubbliche amministrazioni hanno riportato che nel 2° trimestre l’indebitamento netto in rapporto al PIL è stato pari a -3,1% (da -7,6% un anno prima); sia il saldo primario che quello corrente sono risultati positivi, rispettivamente all’1,6% e allo 0,8% del PIL (da -3,7% e -0,7% nello stesso trimestre del 2021).
I dati cumulati mostrano che nel 1° semestre l’indebitamento netto rispetto al PIL è risultato pari al -6%.
Dal lato delle famiglie, la crescita del reddito disponibile lordo si è stabilizzata all’1,5% t/t ma il potere d’acquisto è calato, sia pur marginalmente, per il terzo trimestre a causa dei rincari dei prezzi. Consumi finali e investimenti fissi lordi sono cresciuti, anche grazie al rilascio dei risparmi accumulati (il tasso di risparmio è calato al 9,3% da un precedente 11,6%).

GERMANIA – Questa mattina i dati sugli ordinativi industriali di agosto hanno mostrato un calo di -2,4% m/m (settimo mese consecutivo di flessione), spiegato in gran parte dall’ampia revisione al rialzo del dato di luglio, da -1,1% m/m a +1,9% m/m.
Il calo ha riguardato sia il mercato interno (-3,4% m/m) che gli ordini esteri (-1,7% m/m).
Ad agosto le aziende hanno registrato una contrazione dei beni capitali (-2,4% m/m), e ben più marcata per i beni intermedi (-4,2% m/m); di contro, i beni di consumo sono cresciuti di +5,2% m/m.
Il fatturato è salito dell’1% m/m.

FRANCIA – Ieri la produzione industriale ha sorpreso al rialzo con un rimbalzo del 2,4% m/m dopo il -1,6% di luglio, con ampi progressi diffusi a manifattura ed energia.
È probabile che l’output sia tornato a calare, anche in misura piuttosto marcata, a settembre, tuttavia il solido dato di agosto lascia il settore in rotta per un’espansione nel 3° trimestre (anche nel caso di un crollo della produzione intorno a -3% m/m a settembre, l’attività risulterebbe sostanzialmente stagnante rispetto al trimestre precedente).

STATI UNITI
 – Ieri, la stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati di settembre ha registrato una variazione di 208 mila, dopo 185 mila di agosto, spinta dai servizi (+147 mila) che hanno più che controbilanciato moderate contrazioni nel manifatturiero (-13 mila) e nell’estrattivo (-16 mila).
L’indagine ora rileva anche informazioni sui salari, in aumento di 7,8% a/a per gli occupati che non hanno cambiato lavoro e di 15,7% a/a per coloro che invece lo hanno cambiato.
Secondo la chief economist di ADP, la domanda di lavoro rimane robusta, e l’offerta sta migliorando.
– L’ISM dei servizi a settembre è calato a 56,7 da 56,9 di agosto, con modeste correzioni delle componenti ordini e attività, sempre su livelli elevati, un miglioramento dell’occupazione e ulteriore rallentamento del ritmo di crescita dei prezzi.
Le imprese riportano difficoltà a operare in un contesto di prezzi elevati e manodopera scarsa, a fronte di una domanda frenata dall’inflazione in alcuni settori.
– Il deficit della bilancia commerciale ad agosto si è chiuso ancora, scendendo a -67,4 mld, con un calo delle importazioni di -1,1% m/m, dovuto in prevalenza ai prezzi dell’energia, e una correzione più modesta dell’export (-0,3% m/m).
In termini reali, le esportazioni sono aumentate a un ritmo solido mentre le esportazioni si sono contratte, indicando un probabile contributo positivo molto ampio del canale estero alla crescita del 3° trimestre.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Sul fronte energia, la Commissione Europea proporrà un limite al prezzo del gas usato per la generazione di elettricità, ma associato a misure più vincolanti di riduzione dei consumi e solidarietà nelle forniture.
Inoltre, vengono ipotizzati limiti al TTF che non compromettano la continuità dell’offerta.
Nella comunicazione della Commissione, si menziona anche la necessità di negoziare con i paesi fornitori prezzi ragionevoli, puntando su contratti a lungo termine, e di procedere ad acquisti comuni di gas.
Le proposte saranno discusse al Consiglio europeo informale di venerdì 7, nel quale si vedrà se esistono margini per un accordo.

BCE – I dati mostrano che in agosto e settembre la flessibilità del PEPP non è stata significativamente utilizzata: l’unico paese con flussi netti positivi non trascurabili è stato la Francia, ma nel complesso il portafoglio è calato di 4,3 miliardi.

STATI UNITI – Dalla Fed, ieri Bostic (Atlanta Fed) ha ribadito l’impegno a combattere l’inflazione “fino a quando il lavoro sarà concluso”.
A suo avviso, nonostante alcuni segnali incoraggianti, la strada per il controllo dell’inflazione è ancora lunga, anche per via dei ritardi con cui i prezzi rispondono alla politica monetaria.
Secondo Bostic, la Fed non dovrebbe reagire in modo eccessivo se l’inflazione non scende rapidamente, per evitare una recessione profonda.
Tuttavia, è anche essenziale non interrompere la restrizione monetaria troppo presto, per non ripetere gli errori degli anni ’70.

OPEC – L’OPEC+ ha preannunciato un taglio delle quote di produzione di 2mln di b/g.
La riduzione effettiva sarà più modesta, in quanto diversi paesi stanno operando già al di sotto delle quote ufficiali.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha recuperato ieri quasi integralmente il calo del giorno precedente favorito dalla risalita dei rendimenti anche grazie ai dati (occupati ADP e ISM non-manifatturiero) che sono risultati migliori delle attese.
Se non vi saranno delusioni oggi dai sussidi di disoccupazione e domani dall’employment report il biglietto verde dovrebbe riuscire a consolidare.

EURL’euro ha fatto marcia indietro ieri da 0,99 a 0,98 EUR/USD sul recupero del dollaro e resta esposto a nuova debolezza in prospettiva di dati dell’area che mostrino un deterioramento del quadro di crescita (atteso negativo domani il dato di produzione industriale tedesca).
Tuttavia in questa fase si può osservare una certa volatilità data la maggior rilevanza anche dei dati USA al graduale avvicinarsi della chiusura del ciclo di rialzi Fed, per cui l’euro può trarre ancora temporaneamente beneficio da eventuali delusioni sui dati statunitensi.

GBPAnche la sterlina ha corretto ieri contro dollaro da 1,14 a 1,12 GBP/USD sul generalizzato recupero di quest’ultimo e apre sulla difensiva oggi dopo che anche Fitch ha rivisto l’outlook per il Regno Unito da “stabilea “negativo.
La valuta britannica resta esposta a nuova debolezza se non vi saranno sviluppi positivi sul fronte fiscale (revisioni al piano presentato il 23 settembre in modo da tracciare un sentiero più sostenibile dei conti pubblici).
La vulnerabilità della sterlina di fronte a questo ulteriore elemento di fragilità dell’economia britannica emerge anche nel confronto con l’euro, rispetto al quale la sterlina è in ulteriore calo da ieri da 0,86 a 0,87 EUR/GBP.

JPYLo yen si è indebolito ieri contro dollaro da 143 a 144 USD/JPY sulla risalita dei rendimenti a lunga USA e i rischi restano verso il basso nel breve, anche se la prospettiva di un altro intervento valutario in caso di necessità può contribuire a contenere il downside.
Contro euro invece lo yen si è rafforzato da 144 a 142 EUR/USD per via del calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Oggi, le vendite al dettaglio dovrebbero essere tornate a calare in agosto: i dati nazionali già pubblicati sono coerenti con una contrazione intorno a -0,2% m/m da un precedente 0,3%.
– In calendario anche la produzione industriale di agosto in Spagna.

STATI UNITI – Oggi in agenda ci sono alcuni discorsi dalla Fed e i dati dei sussidi di disoccupazione di fine settembre, che dovrebbero confermare il trend circa stabile delle ultime settimane.