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6 Maggio 2022 – nota economica giornaliera

FRANCIA – Ieri la produzione industriale è calata di -0,5% m/m a marzo, alla seconda flessione mensile consecutiva dopo il -1,2% m/m registrato a febbraio (rivisto da -0,9%).
L’attività è stata penalizzata dalla pesante contrazione registrata nel settore auto e dai macchinari.
L’industria francese appare meno esposta rispetto alle altre principali economie dell’Eurozona allo shock sui prezzi energetici, ma il dato di marzo lascia un’eredità statistica sfavorevole sul 2° trimestre e accentua i rischi al ribasso sul PIL.

GERMANIA – Questa mattina la produzione industriale è crollata di -3,9% m/m a marzo, dopo essere cresciuta di appena un decimo a febbraio.
Le aziende tedesche hanno risentito, oltre che del rincaro dei prezzi energetici e degli effetti del conflitto, anche dell’impatto delle nuove interruzioni nelle filiere produttive.
Il manifatturiero ha visto una flessione di -4,6% m/m, spiegata soprattutto dal calo dei beni di investimento (-6,6% m/m); crollano auto (-14%) ed energia (-11,4% m/m, per via di fluttuazioni della componente eolica), mentre le costruzioni registrano una crescita di 1,1% m/m (al netto della quale la produzione industriale è in calo di -5% m/m).

STATI UNITI – Ieri, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione a fine aprile sono aumentate di 19 mila a 200 mila, confermando un graduale rialzo su base destagionalizzata, ma un modesto trend verso il basso in termini grezzi.
Il livello dei nuovi sussidi rimane comunque sui minimi dalla fine degli anni ’60.

 

COMMENTI:

BCE – Anche secondo Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo BCE, “nell’attuale contesto, gli acquisti netti di titoli e i tassi negativi potrebbero non essere più necessari”.
Panetta ha confermato che “nelle prossime settimane” (quindi: alla riunione di giugno) arriverà la decisione su quando terminare gli acquisti netti di titoli.
Riguardo ai tassi, ritiene che “sarebbe imprudente muoversi senza aver visto i dati del secondo trimestre” e che l’incertezza dello scenario rende impossibile impegnarsi ad attuare un percorso predeterminato di normalizzazione monetaria.
Che vi sia un maggior livello di attenzione per l’aumento dei prezzi è emerso anche dal discorso di Philip Lane: dopo aver rimarcato che gran parte dell’aumento delle aspettative di inflazione riflette il “riancoraggio” al 2%, Lane ha ammesso che la coda della distribuzione si è espansa e che il premio per il rischio di inflazione è salito.
Comunque, Lane ritiene che ci siano ancora ampie componenti temporanee nell’inflazione osservata.
Per quanto riguarda la normalizzazione, Lane ha sottolineato l’importanza della “gradualità” e dell’adattamento all’evoluzione dei dati.
Sostegno per un rialzo dei tassi a luglio è arrivato ieri da Rehn, della banca centrale finlandese.

REGNO UNITO – Ieri la Bank of England ha alzato i tassi come da attese da 0,75% a 1,00%, ma non all’unanimità, bensì con una maggioranza di 6 su 9 (tre membri hanno votato per un rialzo immediato di 50pb).
Nel nuovo MPR la BoE ha rivisto significativamente al rialzo le previsioni di inflazione, da 5¾% a 10¼% quest’anno e il prossimo da 2,5% a 3,5%, abbassando invece la stima per il 2024 da 1¾ a 1,5%.
Ora la BoE ritiene che “un certo grado di ulteriore restrizione monetaria potrebbe essere ancora appropriato nei prossimi mesi”, mentre all’ultima riunione di marzo aveva parlato di “ulteriore modesta restrizione monetaria”.
La crescita però è stata rivista significativamente al ribasso l’anno prossimo da 1¼% a –¼% e nel 2024 da 1% a ¼%, mentre è rimasta invariata a 3¾% la previsione per quest’anno.
Il mercato, che prima scontava pienamente 125pb di rialzi dei tassi tra giugno e dicembre (25pb a ogni riunione), ora prezza 100pb pienamente e 125 con probabilità al 75%.
A nostro avviso la BoE dovrebbe effettuare altri tre/quattro rialzi consecutivi di 25pb quest’anno, facendo una pausa a novembre e/o dicembre, quando potrebbe considerare di avviare il processo di riduzione del bilancio.
La BoE ha infatti avviato una fase di valutazione di una strategia per vendere i titoli acquistati attraverso il QE, spiegando che pubblicherà un aggiornamento in merito alla riunione di agosto in modo da poter annunciare l’eventuale avvio della riduzione ad una delle riunioni successive.

STATI UNITI – La ripresa del flusso di discorsi dalla Fed, con interventi di Bostic e Williams oggi e di Daly e Bullard domani, comincerà a dare forma alla distribuzione delle opinioni nel Comitato riguardo al sentiero atteso dei tassi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è tornato a rafforzarsi ieri più che recuperando il ritracciamento dei due giorni precedenti e aggiornando nuovamente oggi i massimi, favorito dai rendimenti che hanno ripreso a salire e da un nuovo aumento della risk aversion.
Oggi dall’employment report si attendono indicazioni positive, a convalida dell’accelerazione in corso della restrizione Fed e a ulteriore sostegno del dollaro.

EURSimmetricamente l’euro è ri-disceso da 1,06 a 1,04 EUR/USD ieri ma questa mattina ha parzialmente recuperato fino in area 1,05 EUR/USD inoltrata sulle dichiarazioni di Villeroy che si è espresso a favore di un ritorno dei tassi BCE in territorio positivo quest’anno, il che sarebbe coerente con tre rialzi del tasso refi, aggiungendo anche che bisogna monitorare il cambio, in quanto un euro troppo debole potrebbe mettere a rischio la stabilità dei prezzi.
Anche da altri esponenti BCE (Panetta, Rehn) sono giunti intanto nuovi segnali che indicano perlomeno l’aprirsi di una più ampia discussione interna sull’opportunità di attuare un primo rialzo dei tassi già a luglio.
Questo dovrebbe contribuire a ridurre il rischio che l’euro nel breve scenda verso nuovi minimi, o a contenerne il downside, ma non è sufficiente ad eliminare del tutto il rischio di nuova debolezza.

GBPLa sterlina ha corretto ampiamente tra ieri e oggi sia contro dollaro da 1,26 a 1,22 GBP/USD sia contro euro da 0,84 a 0,85 EUR/GBP sull’esito della riunione BoE.
Nonostante infatti abbia alzato i tassi come da attese ha veicolato un messaggio di elevata incertezza sullo scenario domestico e quindi di accresciuta difficoltà del processo decisionale della politica monetaria (con ampie differenze di vedute all’interno del MPC) avendo contemporaneamente rivisto molto al rialzo le previsioni di inflazione ma molto al ribasso quelle di crescita.
La BoE ha alzato i tassi come da attese da 0,75% a 1,00%, ma non all’unanimità, bensì con una maggioranza di 6 su 9, dove tre membri hanno votato per un rialzo immediato di 50 pb.
Nel nuovo MPR ha infatti rivisto significativamente al rialzo le previsioni di inflazione, da 5¾% a 10¼% quest’anno e il prossimo da 2,5% a 3,5%, rivedendo invece al ribasso quella per il 2024 da 1¾ a 1,5%.
Ora la BoE ritiene che “un certo grado di ulteriore restrizione monetaria potrebbe essere ancora appropriato nei prossimi mesi”, mentre all’ultima riunione di marzo aveva parlato di “ulteriore modesta restrizione monetaria.
La crescita però è stata rivista significativamente al ribasso l’anno prossimo da 1¼% a –¼% (mostrando così una contrazione attesa) e nel 2024 da 1% a ¼%, mentre è rimasta invariata a 3¾% la previsione per quest’anno.
Il mercato che prima scontava pienamente 125 pb di rialzi dei tassi tra giugno e dicembre (25 pb a ogni riunione) ora ne sconta 100 pb pienamente e 125 con probabilità al 75%.
A nostro avviso la BoE dovrebbe effettuare altri tre/quattro rialzi consecutivi di 25 pb quest’anno facendo una pausa a novembre dicembre e/o dicembre dove potrebbe considerare di avviare il processo di riduzione del bilancio.
La BoE ha infatti avviato una fase di valutazione di una strategia per vendere i titoli acquistati attraverso il QE, spiegando che pubblicherà un aggiornamento in merito alla riunione di agosto in modo da poter annunciare l’eventuale avvio della riduzione ad una delle riunioni successive.
Alla luce del significativo ulteriore deterioramento del trade-off tra crescita e inflazione rivediamo al ribasso il profilo atteso della sterlina contro dollaro a 1,22-1,28-1,33-1,36-1,40 GBP/USD a 1m3m-6m-12m-24m dal precedente 1,24-1,30-1,36-1,40-1,44 GBP/USD.
I rischi sono verso il basso soprattutto nel breve con downside verso quota 1,20 GBP/USD.
Il mantenimento di una tendenza attesa comunque rialzista al di là del breve è giustificato dalla prosecuzione del sentiero dei rialzi dei tassi BoE, inevitabile alla luce del significativo deterioramento dello scenario d’inflazione.
Le nuove previsioni comportano una revisione al ribasso anche per il profilo atteso della sterlina contro euro a 0,84-0,84-0,83-0,83-0,84 EUR/GBP a 1m-3m-6m-12m-24m dal precedente 0,83-0,82- 0,81-0,81-0,82 EUR/GBP.

JPYLo yen è tornato a indebolirsi sia contro dollaro da 128 a 130 USD/JPY sia contro euro da 136 a 137 EUR/JPY penalizzato dalla risalita dei rendimenti a lunga USA che hanno aggiornato i massimi.
Ulteriore indebolimento rimane possibile fintantoché l’ascesa dei rendimenti a lunga proseguirà.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – In calendario per oggi anche i dati di marzo sulla produzione industriale in Spagna e sulle vendite al dettaglio in Italia.

STATI UNITI – Oggi il rapporto sul mercato del lavoro di aprile dovrebbe mostrare un aumento di occupati non agricoli di 380 mila, dopo 431 mila di marzo, con rischi verso il basso.
La crescita degli occupati dovrebbe essere diffusa a tutti i settori, nonostante i vincoli dal lato dell’offerta.
Ipotizzando un aumento della forza lavoro circa in linea con quello di marzo, intorno a 400 mila, il tasso di disoccupazione dovrebbe calare a 3,5% da 3,6% del mese precedente.
I salari orari dovrebbero proseguire sul trend di rialzi di 0,4% m/m, con rischi verso l’alto alla luce del persistente eccesso di domanda.
Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana di rilevazione del rapporto di aprile sono state circa in linea con quelle della rilevazione di marzo, e le indagini hanno segnalato in generale aumento dell’occupazione, anche se con alcune indicazioni di rallentamento.
La stima ADP ha registrato una variazione degli occupati privati di 247 mila ad aprile, e negli ultimi 6 mesi in media ha sottostimato l’incremento rilevato dal BLS.