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06 Luglio 2021 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Gli ordini all’industria sono calati di -3,7% m/ma maggio; la flessione in parte è spiegata anche dalla revisione al rialzo di un punto del dato di aprile (a +1,2% m/m).
La variazione tendenziale è salita di +54,3% a/a per l’effetto statistico di confronto con il mese di maggio dello scorso anno (primo mese di riaperture dopo il lockdown).
Gli ordinativi esteri sono calati (-6,7% m/m) principalmente per effetto di una netta flessione delle commesse dai paesi non appartenenti all’area euro (-9,3% m/m), mentre quelli domestici sono cresciuti di +0,9% m/m.
In base ai dati preliminari di maggio, il fatturato nel comparto manifatturiero è sceso di -0,5% m/m dopo il -2,5% m/m di aprile.

FRANCIA – La produzione industriale ha fatto registrare a sorpresa una flessione di -0,3% m/m a maggio; il dato di aprile è stato rivisto da -0,1% a +0,1%.
La caduta è stata più marcata nel manifatturiero (-0,5% da -0,1% precedente).
La rilevazione appare condizionata da fattori transitori: l’output ha risentito delle difficoltà di approvvigionamento di materie prime, che hanno penalizzato maggiormente la costruzione di mezzi di trasporto (-5,4% m/m), a fronte di un calo più contenuto nella produzione di macchinari e attrezzature (-0,8% m/m da +0,9%) e nella componente residuale degli altri prodotti industriali (-0,2% m/m).
Un apporto positivo è giunto da alimenti e bevande (+1,4% m/m, grazie alla riapertura di bar e ristoranti) e dalle attività di raffinazione (+5,2% m/m) ed estrazione (+0,9% m/m).
Le costruzioni hanno fatto segnare un balzo di +5,4% m/m, che riporta l’indice sopra la media di lungo periodo.
I dati tendenziali per l’industria nel suo complesso e per il manifatturiero (rispettivamente 25,1% e 27,9% a/a) restano elevati per il confronto statistico.
In questa fase, la ripresa della produzione è assai più lenta e contrastata di quanto segnalato dalle indagini, forse per effetto delle difficoltà di approvvigionamento e dei rincari delle materie prime.
Verosimilmente il settore frenerà il PIL nel 2° trimestre, ma una ripresa è solo rimandata al trimestre estivo.

AREA EURO
 – L’indice PMI servizi di giugno è stato rivisto verso l’alto di tre decimi a 58,3, in netto miglioramento dal 55,2 registrato il mese precedente e sui massimi da luglio del 2007.
Si registra in particolare una revisione al rialzo per l’indice francese (la lettura preliminare non aveva probabilmente catturato l’allentamento delle restrizioni di inizio mese) a 57,8 da 57,4, il livello più elevato da inizio 2018.
In Germania la stima flash è stata invece limata da 58,1 a 57,5, confermando comunque il progresso rispetto al 52,8 di maggio e il record dai primi mesi del 2011.
Migliori delle attese infine le stime degli indici italiano e spagnolo.
In Italia l’indice PMI servizi si è portato sui massimi da gennaio 2018, a 56,7 (consenso: 56,0) da 53,1 precedente mentre quello spagnolo è balzato al livello più alto da oltre vent’ anni a 62,5 (consenso: 60,6) da 59,4 di maggio.
L’indice PMI servizi relativo al complesso dell’area euro segna quindi in giugno il quinto rialzo consecutivo (per il terzo mese in territorio espansivo): il settore, dopo essere stato il più penalizzato dalle misure anti-COVID, sta progressivamente chiudendo il divario con la manifattura e dovrebbe quindi tornare a sostenere la crescita del PIL dai trimestri centrali del 2021.
Le imprese segnalano infatti un notevole ottimismo circa le prospettive future, un rafforzamento della domanda di lavoro e rincari diffusi dei prezzi, pagati e ricevuti.
Le revisioni al rialzo degli indici manifatturiero e dei servizi permettono all’indicatore composito di toccare un massimo da 15 anni a 59,5 (59,2 preliminare, 57,1 a maggio) confermando la decisa accelerazione della ripresa tra la primavera e l’estate.
– Nel 1° trimestre del 2021 il tasso di risparmio è salito al 21,5% dal 19,5% registrato a fine 2020, il secondo livello più alto mai registrato dall’inizio delle serie nel 1999 dopo il massimo di 25,0% toccato durante la scorsa primavera.
La crescita dei risparmi a inizio anno è sintesi di un calo dei consumi di -1,2% t/t da -3,2% t/t precedente e di un’inattesa crescita del reddito disponibile di +1,4% t/t da -0,7% t/t.
La propensione al risparmio delle famiglie in Eurozona rimane quindi ben al di sopra dei livelli pre-COVID (12,7% nel 4° trimestre del 2019) sia per ragioni precauzionali che forzose.
Nei prossimi trimestri, sull’onda del progressivo ritorno alla normalità e della ripresa economica, l’eccesso di risparmio dovrebbe ridimensionarsi ed alimentare la ripresa dei consumi nel biennio 2021-22.

GIAPPONE – I consumi delle famiglie a maggio aumentano di 11,5% a/a in termini nominali e di 11,6% a/a in termini reali.
Il reddito e il reddito disponibile reali correggono di -2,6% a/a e di -3,9% a/a, rispettivamente.
I confronti con maggio 2020 risentono delle misure restrittive in atto durante lo stato di emergenza della primavera scorsa.
Su base mensile, i consumi sono in calo di -2,1% m/m, dopo -0,4% m/m di aprile, frenati dal nuovo stato di emergenza in vigore da aprile, con un crollo di -15,9% m/m per l’abbigliamento, di -11,8% m/m per trasporti e comunicazioni e di -4,4% m/m per cultura e ricreazione.
Rimbalzano invece la spesa sanitaria (+4,4% m/m) e quella per l’istruzione (14,8% m/m).
Lo scenario economico giapponese rimane sotto l’ombra della pandemia, con un andamento della campagna vaccinale più lento di quanto annunciato dal governo.
Il primo ministro ha detto che l’obiettivo è somministrare 1 mln di dosi al giorno in modo da avere il 78% della popolazione vaccinato con due dosi entro novembre.
Tuttavia, recentemente il ritmo delle vaccinazioni è rallentato di nuovo tornando vicino a 540 mila al giorno, anche sulla scia di apparenti ritardi nelle consegne ai siti vaccinali.
Di questo passo, a novembre sarebbe vaccinato solo il 51% della popolazione.
Inoltre, i nuovi casi frenati dallo stato di emergenza introdotto ad aprile, hanno smesso di scendere e il trend si è già invertito (se pure modestamente) a metà giugno.
A Tokyo, la situazione è in rapido deterioramento e, con i dati attuali, circa il 40% degli eventi delle Olimpiadi dovrebbero svolgersi senza spettatori.
In alcune prefetture, fra cui Tokyo, le misure restrittive dello stato di emergenza erano state solo parzialmente sospese, con l’aspettativa di eliminarle del tutto l’11 luglio, ma l’andamento dei nuovi casi mette in dubbio i programmi di riapertura, e frena le prospettive di riaccelerazione della crescita nel 3° trimestre.

 

COMMENTI:

BCEEnria ha dichiarato ieri che la BCE intende lasciare tempo almeno fino al 2022 per ricostituire i buffer di capitale delle banche, ma che potrebbe riconsiderare la tempistica se emergessero significativi problemi con la qualità degli attivi, perché vuole evitare una restrizione effettiva dei requisiti mentre la crisi sta ancora impattando i bilanci del sistema bancario.

AUSTRALIA – La Reserve Bank of Australia ha ridotto il volume mensile degli acquisti da 5 a 4 miliardi di A$ fino a novembre.
L’obiettivo sul cash rate o/n rimane a 0,10%, così come l’obiettivo sull’obbligazione di stato con scadenze Aprile 2024.
Il tasso ufficiale non sarà alzato fino a quando l’inflazione non sarà tornata stabilmente nell’intervallo 2-3%, condizione che la RBA prevede non sarà raggiunta prima del 2024.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Dopo la contrazione di -3,1% m/m subita ad aprile, a maggio le vendite al dettaglio sono attese rimbalzare di +4,5% m/m.
La crescita tendenziale dovrebbe invece moderare a 8,2% da 23,9% precedente.
L’allentamento delle restrizioni, già riflesso nei dati di mobilità personale ormai ai livelli della scorsa estate, dovrebbe unirsi al miglioramento del morale delle famiglie evidenziato dalle indagini congiunturali nel sostenere la ripresa della spesa delle famiglie nei prossimi mesi.

GERMANIA – Lo ZEW è atteso sostanzialmente confermare le indicazioni positive sull’economia tedesca.
L’indice sulle aspettative è visto poco variato su livelli vicini ai massimi storici (79,5 da 79,8); sembrano invece esserci maggiori spazi di recupero per l’indicatore sulla situazione corrente, atteso tornare in territorio positivo a 2 da -9,1 di giugno.

STATI UNITI – L’ISM dei servizi a giugno è previsto in calo a 63,5 da 64 di maggio.
Le indagini di giugno sono state miste, con una correzione del PMI servizi a 64,8 da 70,4 a fronte di solidi incrementi per le indagini regionali dei servizi (NY Fed a 43,2 da 38,8 e Philadelphia Fed a 56,7 da 22,1).
Le informazioni sugli occupati saranno relativamente poco rilevanti dato che arriveranno dopo la pubblicazione dell’employment report.
I dati dovrebbero confermare la crescita dell’attività nei servizi su ritmi elevati, e potrebbero indicare un rallentamento del ritmo di incremento dei prezzi, come emerso dalle altre indagini.