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6 Giugno 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO
– Ieri nell’Eurozona il PMI servizi di maggio è stato rivisto al ribasso a 55,1 da un precedente 55,9 (in discesa dal 56,2 di aprile, un massimo da un anno).
La flessione è imputabile sia alle correzioni al ribasso registrate dall’indice francese (52,5 da 52,8, in calo dal 54,6 del mese precedente) e da quello tedesco (57,2 da 57,8, comunque in aumento rispetto al 56 di aprile), sia al calo superiore alle attese registrato dalla prima stima del dato italiano, a 54 da 57,6 in aprile (che rappresentava un massimo da quasi due anni).
Il PMI composito italiano è di conseguenza sceso a 52 da 55,3 del mese precedente.
Più moderato il calo del PMI servizi in Spagna (a 56,7 da 57,9).
Nonostante le diffuse correzioni, le indagini complessivamente confermano che i servizi per ora sono in grado di compensare la debolezza del manufatturiero e consentono agli indici PMI compositi di rimanere al di sopra della soglia di invarianza sia nelle principali economie che nell’area euro nel suo complesso (dove l’indice si è attestato a 52,8 da 54,1 del mese precedente).
– Nell’area euro il PPI è calato per il quarto mese ad aprile, di -3,2% m/m dal -1,3% m/m di marzo (rivisto al ribasso da -1,6%).
Come nei mesi precedenti, la flessione è guidata dall’energia e, in misura minore, dai beni intermedi, mentre prosegue la crescita dei prezzi per gli altri principali comparti, seppur su ritmi più moderati che nei mesi precedenti.
Su base tendenziale, l’indice dei prezzi alla produzione si attesta a 1% a/a dal 5,5% di marzo, segnando un minimo da gennaio 2021.

GERMANIA – Poco fa gli ordini all’industria sono calati nuovamente in aprile, di -0,4% m/m dopo il crollo di -10,9% m/m di marzo; se escludiamo gli ordini su larga scala, tuttavia, il dato risulta in crescita di 1,4% m/m.
Gli ordinativi restano in ampio calo su base annua (-9,9%).
La flessione nel mese ha riguardato solo il mercato estero (-1,8% m/m), principalmente per effetto del calo delle commesse dall’UE, mentre gli ordini domestici sono aumentati di 1,6% m/m.
Si registra una contrazione per i beni di consumo (-2,5% m/m) e i beni capitali (-1,7% m/m), mentre i beni intermedi sono cresciuti di 2,3% m/m.
Lo spaccato settoriale è misto: al crollo nella costruzione di mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli (-34% m/m) si contrappone un balzo nella produzione di apparecchiature elettriche (+12% m/m).
Il fatturato manifatturiero in termini reali è calato di -1,2% m/m, ma resta superiore del 2,9% rispetto ai livelli di un anno prima.

STATI UNITI – Ieri, l’ISM dei servizi a maggio ha mostrato un calo a 50,3, da 51,9 di aprile, con indicazioni di rallentamento dell’espansione.
Gli indici di attività (a 51,5 da 52), ordini (a 52,9 da 56,1) e occupazione (a 49,2 da 50,8) correggono con segnali di debolezza diffusa, amplificati dall’aumento delle scorte.
Anche i prezzi sono in linea con un ridimensionamento dell’eccesso di domanda.
In generale, l’indagine riporta crescita meno forte, con condizioni circa stabili, ma crescenti preoccupazioni per le prospettive dell’economia.

 

COMMENTI:                                  

AUSTRALIA – La Reserve Bank of Australia ha alzato i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base, portandoli a 4,1%, un massimo da 11 anni.
La mossa ha sorpreso i mercati, che scontavano solo al 40% una nuova stretta.
L’istituto ha aggiunto che potrebbero essere necessari ulteriori rialzi affinché l’inflazione torni al target del 2% in un orizzonte temporale ragionevole.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro aveva aperto la settimana al rialzo ieri proseguendo il movimento di venerdì, ma ha corretto chiudendo al ribasso sull’ISM non-manifatturiero che ha deluso mostrando un calo contro attese di aumento.
La prospettiva di deterioramento dell’economia USA nel secondo semestre supporta una previsione di dollaro in calo al di là del breve, ma se anche i prossimi dati dovessero deludere la correzione attesa verrebbe anticipata.
I dati da seguire prima del FOMC di mercoledì prossimo sono i sussidi di disoccupazione giovedì e l’inflazione martedì.

EURSimmetricamente, l’euro aveva aperto in calo da 1,07 a 1,06 EUR/USD ma sui dati USA ha recuperato riuscendo a chiudere sui livelli di apertura.
A meno di una delusione domattina dai dati di produzione industriale tedesca (stamani gli ordini all’industria hanno deluso) il cambio potrebbe riuscire a stabilizzarsi.
Affinché possa riprendere a salire già nel breve invece è necessario che anche altri dati USA deludano, invalidando le attese di mercato di un altro rialzo dei tassi Fed entro l’estate.

GBPLa sterlina, che aveva aperto in calo ieri mattina, ha recuperato contro dollaro sui dati USA da 1,23 a 1,24 GBP/USD, ma solo parzialmente, chiudendo comunque in calo.
Il recupero è stato inferiore a quello dell’euro rispetto al quale si è indebolita da 0,85 a 0,86 EUR/GBP, a suggerire che la probabilità attesa di mercato di un sentiero di rialzi BoE più marcato rispetto alla BCE potrebbe essere un po’ troppo elevata: il mercato è arrivato a scontare un ammontare di rialzi BoE di 40 pb superiore a quello della BCE.
In assenza di dati USA e domestici la sterlina potrebbe stabilizzarsi sul dollaro ma potrebbe indebolirsi sull’euro se i dati tedeschi non deluderanno.

JPYAnche lo yen ha recuperato contro dollaro da 140 a 139 USD/JPY sui dati USA.
Affinché non torni a scendere però è necessario che i rendimenti a lunga USA non riprendano a salire.
Lo yen si è rafforzato anche contro euro da 150 a 148 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi, dopo due mesi di calo, le vendite al dettaglio dovrebbero tornare a crescere ad aprile, ma il rimbalzo sarebbe solo parziale (nostra stima: +0,2% m/m da un precedente -1,2% m/m).
Il recente calo del morale nel commercio al dettaglio e una fiducia dei consumatori ancora ben al di sotto della media storica non offrono indicazioni particolarmente incoraggianti per una ripresa degli acquisti di beni nei prossimi mesi.
– In calendario anche il dato di produzione industriale di aprile in Spagna, attesa in rallentamento su base tendenziale all’1,5% dal 4,5% di marzo.