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06 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il PMI servizi nel mese di marzo è crollato oltre ogni previsione, a 17,4 (di gran lunga minimo storico della serie) da 52,1 precedente. L’indagine evidenzia un crollo dei nuovi affari, a 13,8 da 52,3.
Le valutazioni delle aziende sull’occupazione toccano un nuovo minimo storico, a 41,7 da 51,3 precedente. Il PMI composito è crollato anch’esso, a 20,2 da 50,7.

ITALIA – Nel 4° trimestre 2019, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è calato di -0,2% t/t in termini nominali (di -0,4% t/t in termini reali). Nello stesso periodo, la spesa per consumi è rimasta invariata (a prezzi correnti), dunque il tasso di risparmio è diminuito all’8,2%(da 8,3% precedente). Nello stesso periodo, la quota di profitto delle società non finanziarie è stata pari al 41,8%, in aumento di due decimi rispetto al trimestre precedente.
Il tasso di investimento delle società non finanziarie è stato pari al 21,5%, in diminuzione di un decimo rispetto ai tre mesi precedenti.

ITALIA – I dati sulla PA hanno mostrato un netto miglioramento dei saldi di finanza pubblica nel 4° trimestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, per effetto quasi esclusivamente di un aumento delle entrate fiscali. Il dato è coerente con un deficit 2019 confermato a 1,6% come già comunicato dall’Istat (rispetto a un target governativo ufficiale a 2,2%). Peraltro, i dati sono ormai superati: gli effetti dell’emergenza sanitaria determineranno nel 2020 sia una significativa contrazione del reddito disponibile delle famiglie, che un consistente aumento del disavanzo pubblico.

AREA EURO – A marzo, il PMI servizi ha toccato il minimo storico a 26,4; il valore non solo è drasticamente più basso rispetto a 52,6 di febbraio, ma anche più debole della stima flash della scorsa settimana (28,4). Il crollo ha coinvolto tutte le componenti dell’indice, in particolar modo le nuove attività (scese a 24,0 da 51,9) e le aspettative (scese a 33,5 da 61,3).
Lo spaccato per paesi indica un calo diffuso, con Italia e Spagna che hanno riportato le contrazioni maggiori (rispettivamente a 17,4 e 23,0), come riflesso di un’evoluzione più rapida dell’epidemia.
Il PMI composito dell’area euro ha toccato anch’esso il minimo dal luglio del 1998, scendendo a 29,7, da 31,4 della stima flash e 51,6 di febbraio.
Le misure adottate dai governi per limitare i contagi da Covid-19 hanno fortemente pesato sulla domanda e sull’attività economica. La composizione degli indici e, soprattutto, il brusco calo dei nuovi ordini, scesi al minimo storico, segnalano che l’economia dell’Eurozona subirà in questi mesi un crollo delle attività senza precedenti.
– Le vendite al dettaglio di febbraio hanno segnato una crescita dello 0,9% m/m, di poco sopra il dato precedente di 0,7%, per effetto dei robusti incrementi registrati in Germania e Francia.
I consumi sono visti in drastico calo nei prossimi mesi, sulla scia dell’impatto negativo sulla domanda della pandemia di Covid-19.

GERMANIA
 – A febbraio, i nuovi ordinativi sono calati di -1,4% m/m dopo la forte accelerazione di gennaio (+4,8%).Rispetto a un anno prima la variazione è diventata positiva (+1,5% a/a da -0,8% a/a).
L’andamento positivo riflette soprattutto la dinamica interna (+1,7% m/m), mentre gli ordinativi dal resto dell’Eurozona sono caduti di -5,0% e quelli da altri paesi di -2,7% m/m.
– Il settore pubblico ha chiuso il 2019 con un avanzo di EUR 45,2 miliardi, 8,4 miliardi meno del 2018, di cui 14,8 mld a livello federale, 16,6 mld a livello di Länder, 8,1 mld nella sicurezza sociale e 5,6 mld di comuni.

STATI UNITIDal pieno impiego a una disoccupazione da profonda recessione nel giro di un solo mese, anche se non si vede ancora il quadro completo dai dati mensili dell’employment report. Il crollo degli occupati non agricoli di -701 mila e il rialzo del tasso di disoccupazione a 4,4% sono solo la punta dell’iceberg del nuovo mercato del lavoro. Nei prossimi due mesi il tasso di disoccupazione potrebbe avvicinarsi ai massimi degli anni ’20.
L’employment report di marzo registra una variazione di -701 mila occupati non agricoli dopo 214 mila di febbraio (rivisto da +273 mila) e un rialzo del tasso di disoccupazione da 3,5% di febbraio, la variazione mensile più ampia dal 1975.
I dati mostrano un calo moderato nell’industria (-54 mila) e un crollo nei servizi privati (-659 mila). Gli occupati non agricoli sono in calo contenuto nel manifatturiero (-18 mila), nell’estrattivo (-6 mila), e in correzione più ampia nelle costruzioni (-29 mila, probabilmente più per una normalizzazione dopo due mesi straordinariamente forti che per Covid-19).
Per quanto riguarda i servizi, circa due terzi della contrazione degli occupati totali sono nel comparto di ospitalità e tempo libero (-459 mila), ma anche nei comparti sanità e assistenza sociale (-43 mila), nel commercio al dettaglio (-46 mila), nei servizi professionali (-52 mila), si registrano ampie flessioni.
Nel settore pubblico prosegue l’aumento di occupati collegati al censimento, con un aumento di 12 mila persone. Il Census Bureau ha messo in pausa fino al 15 aprile la programmazione del processo di raccolta ed elaborazione dei dati.
L’indagine presso le famiglie registra un calo di occupati di -2,987 mln e una correzione significativa della forza lavoro (-1,633 mln), che ha determinato una correzione del tasso di partecipazione di 0,7 pp a 62,7%.
L’indagine registra un calo delle ore lavorate di -1,1% m/m, che prelude a un ampio calo della produzione industriale e dell’attività.
Il BLS sottolinea che i dati riflettono l’epidemia di Covid-19 ma è difficile al momento quantificarne l’impatto. Inoltre, si specifica che la definizione di “disoccupato” nell’indagine è modificata rispetto alla norma, perché a marzo doveva essere classificato come disoccupato ogni individuo “assente dal lavoro” per via dell’epidemia, anche se ancora formalmente occupato. Secondo il BLS anche questa modifica non sarebbe stata sufficiente a registrare tutti gli individui non al lavoro per l’epidemia per problemi di campionamento. Come noto, la rilevazione dei dati è avvenuta nella settimana conclusa il 14 marzo, solo all’inizio dell’esplosione dell’epidemia di Covid-19 negli USA.
Pertanto, i dati, pur nella loro negatività, sono ancora inadeguati a descrivere il deterioramento del mercato del lavoro.

STATI UNITI – L’ISM non manifatturiero (composito) a marzo sorprende verso l’alto con un (poco credibilmente) limitato calo a 52,5 da 57,3 di febbraio, ancora coerente sulla carta con espansione dell’attività. Lo spaccato dell’indagine dà indicazioni miste: attività a 48 (in calo di 9,8 punti) sotto 50 per la prima volta dal 2009, occupazione a 47 (-8,6 punti), nuovi ordini a 52,9 (-10,2) e tempi di consegna a 62,1. In tempi normali un aumento dei tempi di consegna è un segno di eccesso di domanda, mentre nella fase attuale un rialzo è un segno di problemi di difficoltà dal lato dell’offerta e, insieme all’ampia correzione delle altre sotto-componenti dell’indice composito, va letto in modo negativo. L’indagine riporta espansione in nove settori (sanità e assistenza sociale, pubblica amministrazione, servizi di supporto, commercio all’ingrosso e informazione), mentre risulta in contrazione l’attività per arte, tempo libero, trasporti, servizi tecnici e scientifici, estrattivo, commercio al dettaglio e servizi educativi.
Gli intervistati riportano preoccupazione per l’epidemia di Covid-19 e per l’impatto sulle catene produttive, sulla capacità operativa sulle risorse umane e sugli aspetti finanziari del comparto, oltre alle ricadute sul resto dell’economia.
Il direttore dell’indagine segnala che il livello dell’indice composito di marzo sarebbe coerente con una crescita annua del PIL di circa 1,4%. Le informazioni dell’indice, tuttavia, sono viziate dal rialzo dei tempi di consegna e quindi non rilevanti per la valutazione del tasso di crescita del PIL.

 

COMMENTI:

EUROZONA – L’attenzione sarà sull’Eurogruppo del 7 aprile, che discuterà del nuovo meccanismo SURE presentato dalla Commissione UE per fornire assistenza finanziaria finalizzata a programmi di salvaguardia dell’occupazione, e di altre proposte per meccanismi di assistenza finanziaria emerse negli ultimi giorni. In un’intervista a La Repubblica di sabato 4 aprile, il presidente dell’Eurogruppo, Centeno, ha preannunciato un pacchetto che includerà un rafforzamento della BEI mediante garanzie e capitale, il meccanismo SURE (100 miliardi di emissioni comuni) e linee di credito del MES aperte a tutti per 240 miliardi di euro. Sulle linee di credito MES, Centeno ha dichiarato che la condizionalità “sarà legata al virus”, anche se “nel lungo periodo i Paesi beneficiari, come gli altri, dovranno tornare in una situazione di sostenibilità dei conti”. Centeno ha confermato che l’ipotesi di fondi speciali che emettano debito comune trova ancora resistenze in alcuni paesi.

STATI UNITI – Covid-19 udpate
Contagi 337.635, nuovi contagi 28.200, decessi 9.647, guarigioni 17.572.
Durante una conferenza stampa, Dr Birx, la coordinatrice della task force per Covid-19, ha detto che i risultati di un modello sviluppato dal settore privato proietta un totale di circa 100 mila morti, come i modelli usati dall’amministrazione.
Altri Stati negli ultimi giorni hanno annunciato lockdown a livello statale (diffuso ora ad almeno 33 stati). Includendo anche Stati che hanno messo in atto misure di chiusura limitata dell’attività, il totale è a 41. Circa l’82% delle contee è soggetta a misure restrittive. Secondo un’analisi di Moody’s Analytics, le contee in lockdown rappresentano circa il 96% del PIL USA.
Secondo Moody’s, con ogni giorno di chiusura viene perso un output pari a circa 17 mld di dollari su un totale di PIL giornaliero di 60 mld, con una concentrazione del calo in valore assoluto nelle grandi aree metropolitane. Moody’s Analytics prevede una correzione del PIL di circa -30% t/t ann. nel 2° trimestre, nell’ipotesi che le misure restrittive non durino più di due mesi.
– Il Congressional Budget Office (CBO) ha pubblicato limitate stime preliminari dell’impatto di Covid-19 sull’economia, che includono solo qualche indicazione di massima, in attesa di un aggiornamento più ampio aggiornato con i dati più recenti e con le informazioni relative alle misure approvate in Congresso nelle ultime settimane.
Il CBO prevede una contrazione del PIL nel 2° trimestre di circa -28% t/t ann. (in linea con la nostra previsione), ma sottolinea che ci sono ampi rischi verso il basso per questa stima. Il tasso di disoccupazione dovrebbe superare il 10% nel 2° trimestre.
Il CBO nota che nella stima dei costi del pacchetto dalla fase 2 (Families First Coronavirus Response Act che, fra le varie misure, espande i sussidi di disoccupazione) il tasso di disoccupazione previsto per il 2° trimestre era pari a 12%, e a 9% a fine 2021. La previsione preliminare per il tasso di disoccupazione è basata sull’ipotesi che ci possano essere riprese dei contagi tali da determinare una riduzione delle misure di social distancing di solo tre quarti del totale, in media, durante la seconda metà del 2020.
Il CBO nota che tali previsioni erano basate sulle informazioni disponibili fino al 27 marzo, quindi prima della diffusione dei dati dei nuovi sussidi delle ultime due settimane del mese, vicini a 10 milioni, e prima dell’approvazione del pacchetto della fase 3 (CARES Act).

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, ampliando i progressi venerdì, ancora nel suo ruolo di safe haven a fronte di pessimi dati sia negli USA (employment report in primis) che altrove a causa della pandemia. Negativi per effetto del coronavirus saranno anche i dati di questa settimana, in particolare i sussidi di disoccupazione, ma anche la fiducia delle famiglie e, in misura inferiore l’inflazione. Tendenzialmente il dollaro dovrebbe consolidare o comunque rimanere supportato.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana al ribasso da 1,11 a 1,07 EUR/USD. Anche i PMI di venerdì hanno mostrato revisioni al ribasso rispetto alle letture preliminari. Questa settimana il focus sarà sull’Eurogruppo di domani, dedicato alle misure di sostegno per contrastare gli effetti della pandemia. Eventuali progressi potrebbero ridare leggermente fiato alla moneta unica, perlomeno contribuendo a prevenire ulteriori cali. Sul fronte dati, usciranno la produzione industriale tedesca, italiana e francese, attese negative.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana in leggero ribasso contro dollaro da 1,24 a 1,22 GBP/USD ma in rafforzamento contro euro da 0,89 a 0,87 EUR/GBP per via del calo dell’EUR/USD. Venerdì il PMI servizi è stato rivisto al ribasso. Questa settimana verranno pubblicati il Pli mensile e la produzione industriale, entrambi di febbraio, attesi deboli ma non in peggioramento, perché non ancora affetti dall’epidemia. A meno di novità di rilievo, la valuta britannica dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana mantenendosi sostanzialmente in range contro dollaro tra 106 e 108 USD/JPY, rafforzandosi invece contro euro da 120 a 116 EUR/JPY per via del calo dell’EUR/USD. Oggi però apre in calo sia contro dollaro (minimi in area 109 USD/JPY) sia contro euro 8minimi in area 118 EUR/JPY) penalizzato dal rischio che il governo giapponese dichiari lo stato di emergenza per il rapido aumento dei contagi di coronavirus.
Gli sviluppi su questo fronte insieme alle dinamiche di dollaro faranno da driver in questi giorni.

 

PREVISIONI:

EUROZONA – I dati sulla produzione industriale di febbraio in Germania, Francia e Italia evidenzieranno soltanto in minima parte gli effetti delle misure restrittive per contrastare il contagio da Covid-19, che sono state adottate dai principali governi nel corso del mese di marzo.

STATI UNITI – Ancora una volta il focus sarà sui nuovi sussidi di disoccupazione (relativi alla settimana conclusa il 4 aprile) che dovrebbero essere per la terza settimana consecutiva misurati in milioni, con indicazioni di aumento del tasso di disoccupazione ad aprile oltre il 10%.
La fiducia dei consumatori ad aprile dovrebbe crollare sulla scia della diffusione dell’epidemia e delle misure di lockdown in gran parte degli Stati.
I PPI e CPI di febbraio non dovrebbero fornire grandi sorprese, con correzioni degli indici headline spinti dal crollo dei prezzi energetici, e aumenti modesti degli indici core.
I verbali delle riunioni straordinarie del FOMC di marzo daranno informazioni probabilmente datate, dato che la Fed è intervenuta molte volte in modo aggressivo nelle settimane successive.