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05 Settembre 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Gli ordini industriali restano molto volatili, come anche nei mesi scorsi. Dopo aver registrato una crescita sorprendentemente forte del 2,7% m/m a giugno (rivisto da 2,5% m/m), in netto contrasto con le indicazioni delle indagini congiunturali, a luglio gli ordini sono calati di -2,7% m/m.
La flessione della componente estera (-4,2% m/m) segue un dato solido a giugno (+5,2% m/m) ed evidenzia un andamento positivo per gli ordini dall’area euro (+0,3% m/m). Invece la variazione degli ordini domestici, anche se più contenuta (-0,5% m/m), segna il secondo calo consecutivo (-0,9% m/m a giugno). Gli ordini sono deboli per tutte le tipologie di beni. L’indagine PMI ha segnalato a luglio il calo più marcato degli ordini esteri dal 2009.

AREA EUROPMI servizi e composito di agosto sono stati entrambi rivisti al rialzo di un decimo, rispettivamente a 53,5 e 51,9 (in entrambi i casi in recupero rispetto al mese scorso, da 53,2 e 51,5 rispettivamente). La revisione al rialzo è più significativa per la Germania (quattro decimi in più nei servizi) che per la Francia. La prima lettura dei PMI servizi per Italia e Spagna ha mostrato per il nostro Paese un calo a 50,6 da 51,7 di luglio (circa in linea con l’indagine Istat) e nel caso iberico viceversa un recupero a 54,3 da 52,6 precedente. Il livello degli indici è ancora coerente con una crescita del PIL in area 0,2% t/t nel trimestre estivo, in linea con quanto registrato nei mesi primaverili.
– Le vendite al dettaglio sono calate di -0,6% m/m a luglio, dopo essere cresciute di ben +1,2% m/m a giugno. Si registra una diminuzione in tutti i principali gruppi di prodotti, con l’eccezione dei carburanti. La flessione è dovuta soprattutto alla Germania (-2,2% m/m), mentre le vendite sono rimaste in Francia e Spagna (non è ancora disponibile il dato sull’Italia). Su base annua le vendite sono rallentate a +2,2% (da +2,8% il mese precedente).
Il livello della fiducia delle famiglie è coerente con un’ulteriore decelerazione del ritmo di crescita dei consumi.

STATI UNITI
– Il Beige Book preparato per la riunione del FOMC del 17-18 settembre riporta espansione a un ritmo “modesto” fra metà luglio e fine agosto.
Il Beige Book non sorprende, dando un quadro in linea con quanto visto con i dati recenti. Per ora la flessione del manifatturiero non sta tracimando nel resto dell’economia e le imprese restano relativamente ottimiste sullo scenario.
Le imprese riportano preoccupazione per la politica commerciale, ma nonostante questo, restano ottimiste sullo scenario di breve termine.
I consumi hanno dato segnali misti nel mese, ma le vendite di auto sono state generalmente positive. Il settore manifatturiero ha registrato una modesta contrazione, in linea con le indicazioni dell’indice ISM di agosto, sceso sotto 50.
Le costruzioni residenziali sono poco variate, sempre per vincoli di offerta limitata e il settore agricolo è debole per via del calo dei prezzi, delle condizioni climatiche e della politica commerciale.
L’occupazione è riportata in crescita modesta, in linea con il periodo precedente, tranne che nel manifatturiero dove si segnala una marginale flessione. Le imprese segnalano aumenti salariali fra modesti e moderati, con costante difficoltà a reperire manodopera in diversi settori.
I prezzi sono ancora in aumento “modesto” anche se in alcune aree le imprese notano maggiori possibilità di rialzi dei prezzi di vendita (non nel manifatturiero).
Per quanto riguarda i dazi, per ora le imprese ritengono che gli effetti siano misti. Le informazioni non modificano l’aspettativa di taglio dei tassi alla riunione del FOMC di settembre.
– La bilancia commerciale a luglio registra una chiusura del deficit a -54 mld di dollari da -55,5 mld di giugno, con un aumento di 0,6% m/m delle esportazioni e un calo di -0,1% m/m delle importazioni. I dati disponibili indicano che probabilmente le esportazioni nette daranno un contributo marginalmente negativo alla crescita complessiva del 3° trimestre. Nonostante la guerra dei dazi di Trump, il deficit complessivo nell’ultimo anno si è ulteriormente allargato: alla riduzione di quello con la Cina si è infatti accompagnato un aumento del disavanzo con altri paesi (Vietnam, Messico, UE), dovuto in parte a trans-shipping e in parte a un aggiustamento della catena produttiva.
– Le vendite di autoveicoli ad agosto sorprendono verso l’alto, con un aumento a 17 mln di unità ann., da 16,8 mln di luglio, dando sostegno alle previsioni per le vendite al dettaglio e i consumi del mese scorso.

 

COMMENTI:

ITALIA – Alle 10 si terrà il giuramento dei ministri del nuovo governo, dopo che ieri il presidente incaricato Conte si è recato al Quirinale per sciogliere la riserva. La lista dei ministri include al Ministero dell’Economia Roberto Gualtieri del Partito Democratico, attuale presidente della Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento europeo, che potrebbe segnare un cambio di rotta nelle relazioni con la UE. Le altre caselle-chiave vedono agli Esteri Luigi Di Maio, due esponenti del Movimento 5 Stelle a Lavoro e Sviluppo Economico (Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli), alle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli (PD), agli Interni Luciana Lamorgese, alla Difesa Lorenzo Guerini (PD), alla Salute Roberto Speranza (LEU), all’Istruzione Lorenzo Fioramonti (M5S) e alla Cultura Dario Franceschini (PD), nonché la conferma dei ministri uscenti Alfonso Bonafede alla Giustizia e Sergio Costa all’Ambiente.
Il Governo si presenterà lunedì alla Camera e martedì al Senato per ottenere la fiducia.

REGNO UNITO – La Camera dei Comuni ha approvato il progetto di legge che impegna il Governo a richiedere una nuova proroga dell’art. 50, questa volta fino al 31 gennaio 2020. La legge necessita ora del voto favorevole anche della Camera dei Lord, dove i membri a favore della Brexit hanno fallito nel tentativo di ritardarne l’esame con manovre ostruzionistiche: perciò il provvedimento potrebbe essere approvato definitivamente venerdì, giusto prima della sospensione dei lavori.
La legge stabilisce che non possa esserci un hard Brexit senza il previo consenso del Parlamento, dà tempo per provare a raggiungere un nuovo accordo con l’UE al vertice del 17-18 ottobre e in caso di mancata intesa costringe Johnson a chiedere all’UE un rinvio di Brexit dal 31 ottobre 2019 al 31 gennaio 2020.
Il premier Boris Johnson ha chiesto di conseguenza elezioni anticipate, ma non ha ottenuto il via libera: per sciogliere le Camere serve una maggioranza di 2/3 (almeno 434 voti) ma ne ha ottenuti solo 298, mentre 56 hanno votato contro e i laburisti si sono astenuti. La Camera dei Comuni ha quindi bocciato la mozione del Governo che richiedeva elezioni anticipate: i laburisti sono intenzionati a non consentire a Johnson di indirle prima del 31 ottobre. Il leader laburista Corbyn vuole infatti che prima venga approvata definitivamente la legge anti no-deal (con il sì della Camera dei Lord) e dopo si vada a elezioni, onde evitare il rischio che Johnson si impegni a fissare il voto per il 15 ottobre solo per ottenere il via libera allo scioglimento delle Camere salvo poi rinviarla a dopo il 31 ottobre per poter procedere con Brexit.
A questo punto, sono quasi certe elezioni anticipate in autunno, ma dopo che il governo avrà inviato e ottenuto una richiesta di proroga dei negoziati. Le nuove elezioni diventeranno una sorta di referendum finale sulla Brexit, con il partito conservatore impegnato a recuperare i voti fuggiti verso il Brexit Party.

STATI UNITIWilliams (NY Fed) ha detto che la decisione di tagliare i tassi a luglio è stata la risposta corretta di fronte all’aumento dei rischi per la ripresa e ha ribadito che la Fed agirà “come appropriato” per sostenere la ripresa. Williams ha affermato che la banca centrale sarà vigile e flessibile mentre segue con attenzione gli sviluppi domestici e internazionali. Secondo Williams diverse parti dell’economia sono ora davvero “lente” e che i consumi non sono un indicatore anticipatore. Williams ha aggiunto di non essere pronto a dire ora quale dovrebbe essere la decisione del FOMC a settembre. Probabilmente il presidente della NY Fed fa parte del gruppo di partecipanti al FOMC favorevoli a un altro taglio di 25 pb alla prossima riunione.
Kaplan (Dallas Fed) ha detto che sta monitorando gli sviluppi attuali, per valutare se la debolezza del manifatturiero si trasmette ai consumatori. Secondo Kaplan, intervenire con nuovo stimolo quando anche i consumi si indeboliscono rischia di essere troppo tardi. Kaplan ha detto che l’inversione della curva è un segnale importante che si aggiunge ad altri rischi verso il basso per lo scenario, ma ha aggiunto che la politica monetaria resta uno strumento potente.
Bullard (St Louis Fed) ha invece sostenuto una posizione più decisa, segnalando che ora i tassi sono troppo elevati e un taglio di 50 pb allineerebbe la Fed alle aspettative di mercato. A suo avviso è meglio arrivare più velocemente al livello dei tassi desiderato, invece di muoversi in modo graduale in una fase in cui un’azione aggressiva è necessaria di fronte al crollo dei rendimenti e all’impatto della guerra dei dazi. Al momento a nostro avviso nel FOMC non c’è un consenso sufficiente per un taglio di 50 pb a settembre.
L’ultimo discorso prima del silenzio pre-FOMC dovrebbe essere quello di Powell, venerdì 6, sullo scenario economico. E’ probabile che il presidente della Fed ribadisca l’impegno della banca centrale ad agire in modo appropriato per sostenere la ripresa, lasciando aperta la porta a ulteriore stimolo. Sarà importante vedere se Powell ripeterà l’affermazione secondo cui l’attuale svolta di politica monetaria è un “aggiustamento di metà ciclo” o darà più peso a rischi concreti di rallentamento.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo la correzione post-ISM di martedì, il dollaro ha continuato a scendere ieri, ma questa volta non a causa di spunti negativi dagli USA quanto per effetto di spunti favorevoli per altre valute. Segnali di rallentamento, moderato, sono attesi anche dai dati odierni, in particolare dall’ISM non-manifatturiero e dalla stima ADP dei nuovi occupati. Il dollaro potrebbe quindi mantenersi nella parte medio-bassa del range di ieri, senza tuttavia accelerare ulteriormente il calo, a meno di delusioni significative dai dati.

EURL’euro ha proseguito ieri il proprio recupero riportandosi in area 1,10 EUR/USD (massimo di questa notte a 1,1039 EUR/USD). Questa mattina apre in modesto arretramento dopo il pessimo dato sugli ordini tedeschi. A favorire ieri la prosecuzione sono stati sia i dati (leggera revisione al rialzo per la lettura finale dei PMI servizi e composito dell’area) sia, soprattutto, le dichiarazioni di Christine Lagarde, che subentrerà a Mario Draghi alla guida della BCE dal prossimo 1 novembre. Lagarde ha detto infatti che la situazione attuale richiede necessariamente che la BCE mantenga una politica monetaria altamente accomodante per un periodo di tempo prolungato, ma ha anche avvertito che bisogna fare attenzione agli effetti collaterali negativi prodotti dall’impiego di misure non-convenzionali.
C’è molta attesa quindi per le decisioni di policy (previsti nuovi interventi di stimolo) che verranno annunciate alla riunione BCE di giovedì prossimo. Ieri intanto Lane (BCE) ha detto che l’inflazione rimane al di sotto del livello “desiderato” e che c’è un ampio grado di “slack” nell’economia dell’area, a conferma dell’opportunità di allentare ulteriormente la politica monetaria. Oggi l’attenzione tornerà anche sui dati USA: a meno di sorprese positive da questi l’euro potrebbe stabilizzarsi sui livelli di ieri. Supporti a 1,1000-1,0970-1,0950 EUR/USD, resistenze a 1,1070-1,1100 EUR/USD.

JPY – In assenza di spunti nuovi che potessero far aumentare nuovamente la risk aversion lo yen è arretrato sia contro dollaro, da 105,82 a 106,75 USD/JPY sia, soprattutto, contro euro da 116,12 a 117,73 EUR/JPY, complice il recupero della moneta unica. Si tratta comunque di movimenti di ridotto valore direzionale che lasciano ancora la valuta nipponica su livelli di forza.

GBPIeri la sterlina ha proseguito la propria rimonta soprattutto contro dollaro da 1,20 fino a un massimo di questa mattina a 1,2259 GBP/USD ma anche contro euro da 0,9085 a 0,8998 EUR/GBP, favorita dal riaprirsi di uno spiraglio di possibilità di evitare un’hard Brexit grazie alla legge anti “no-deal. La Camera dei Comuni ha infatti approvato la legge anti “no-deal” (finalizzata a impedire un’uscita dall’UE senza accordo) che ora passa all’esame della Camera dei Lord. Se approvata da entrambe le Camere, l’ultimo passaggio sarà il sigillo della Regina. L’incertezza sulle elezioni aumenta ulteriormente la tensione politica. La sterlina questa mattina infatti apre in arretramento presentandosi a rischio di un nuovo indebolimento.
Sul fronte dati ieri il PMI servizi è sceso più delle attese da 51,4 a 50,6 contro previsioni a 51,0, ma ha provocato un cedimento solo modesto e fugace della sterlina. Dalla BoE infine ieri il governatore Carney ha dichiarato che i termini dello scenario peggiore in caso di no-deal sono meno negativi rispetto alle stime precedenti. In ogni caso un’hard Brexit porterebbe con sé un rallentamento della crescita, un deprezzamento del cambio e un aumento dell’inflazione. Carney ha anche aggiunto che attualmente l’economia britannica si sta rivelando più debole di quanto atteso qualche mese fa, anche a causa degli sviluppi internazionali, spiegando che personalmente non darà troppo peso all’aumento dell’inflazione che deriverà dall’imposizione di tariffe post-Brexit. Questo lascia intendere che la BoE resta più propensa ad allentare la politica monetaria che a stringere, anche in caso di hard Brexit. In programma oggi un discorso di Tenreyro (BoE).

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– La stima ADP della variazione degli occupati non agricoli privati è prevista dal consenso a 149 mila, in linea con il dato di luglio (156 mila).
– L’ISM non manifatturiero ad agosto dovrebbe essere poco variato da 53,7 di luglio. L’indagine a luglio era stata generalmente debole, con l’indice di attività a 53,1, minimo da agosto 2016. I dati dell’ISM non manifatturiero di agosto dovrebbero confermare continuità dell’espansione, ma indicare un rallentamento dei ritmi di crescita dell’attività rispetto a quelli della prima metà dell’anno, in linea con la previsione di indebolimento della crescita nei prossimi trimestri.
Le indagini regionali di agosto sono state miste. L’indice di attività della Philadelphia Fed Non-manufacturing Business Outlook è in rialzo a 32,5 da 24,6, con miglioramento delle consegne ma ritmi di crescita degli ordini in rallentamento (anche se sempre positivi). La Business Leaders Survey della NY Fed ad agosto ha segnato una marginale correzione, pur restando in territorio espansivo, con un modesto calo di ottimismo sull’orizzonte a 6 mesi.