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5 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina gli ordini all’industria di marzo hanno subito un crollo di -10,7% m/m, dopo il +4,5% m/m di febbraio (rivisto da +4,8%); se escludiamo gli ordini su larga scala, la flessione è stata di -7,7% m/m: infatti, il dato è influenzato dall’ampia correzione nel settore della produzione di veicoli vari (costruzione di navi, veicoli su rotaia, aerei, veicoli spaziali e veicoli militari), dove i nuovi ordini sono crollati di -47,4% m/m dopo essere cresciuti del 55% in febbraio.
Le aziende hanno registrato una contrazione ampia per i beni capitali (-14,1% m/m) e meno marcata per i beni intermedi (-7,5% m/m); di contro, i beni di consumo sono cresciuti di +1,2% m/m.
Gli ordini esteri sono scesi di -13,3% m/m, quelli interni di -6,8% m/m.
Il fatturato in termini reali è calato di -2,9% m/m ma è rimasto in crescita rispetto a un anno prima (+3,7% a/a).

AREA EURO
 – Ieri nell’Eurozona il PMI servizi di aprile è stato rivisto al ribasso a 56,2 da un precedente 56,6 (comunque in salita da 55 di marzo).
La correzione è però imputabile interamente all’ampia flessione dell’indice francese (54,6 da 56,3, comunque in miglioramento rispetto al 53,9 del mese precedente) per via degli effetti degli scioperi che non erano stati rilevati dalla stima flash.
Si registrano al contrario una revisione al rialzo per l’indice tedesco (a 56 da 55,7 della prima lettura e da 53,7 a marzo) e un aumento superiore alle attese in Italia (a 57,6 da 55,7), che porta l’indice sui massimi da agosto 2021; il PMI composito italiano è salito di un decimo a 55,3.
Le indagini confermano che l’attività economica resta in espansione, trainata dai servizi, mentre nella manifattura il supporto offerto dalla normalizzazione dei fattori di offerta va scemando, e la domanda resta debole.
– Nell’area euro il PPI è calato per il terzo mese a marzo, di -1,6% m/m (a 5,9% a/a, da 13,3% precedente): come nei mesi precedenti, la flessione continua ad essere guidata dall’energia e, in misura minore, dai beni intermedi, mentre prosegue la crescita dei prezzi per gli altri principali comparti, seppur su ritmi più moderati.

STATI UNITI
– La bilancia commerciale di marzo ha mostrato un deficit di -64,2 mld, da -70,6 mld di febbraio, con un aumento di 2,1% m/m delle esportazioni e una riduzione di -0,3% m/m delle importazioni.
L’export è trainato dai trasporti e dall’energia, mentre per le importazioni si osserva un ampio calo nel comparto dei semiconduttori.
Secondo la stima GDPNow dell’Atlanta Fed, il contributo del canale estero alla crescita del 2° trimestre dovrebbe essere pari a 0,3pp.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 29 aprile sono salite a 242 mila da 229 mila della settimana precedente, confermando il trend verso l’alto in atto da febbraio.
– La produttività nel 1° trimestre è calata di -2,7% t/t ann. (-0,9% a/a, quinto calo consecutivo su base tendenziale), con una variazione delle ore lavorate di 3% e un aumento dell’output di 0,3%.
Il costo del lavoro per unità di prodotto è cresciuto di 6,3% t/t ann., con una variazione in conflitto con l’obiettivo della Fed di inflazione al 2%.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin è sceso da 57,8 in marzo a 56,4 in aprile, spinto al ribasso soprattutto dal calo della componente dell’occupazione che, pur rimanendo in territorio espansivo, è scesa di oltre due punti (a 51,8).
Sono diminuite, anche se in misura minore, anche le componenti delle aspettative future, degli ordini e dei prezzi di vendita, mentre sono risaliti i prezzi di acquisto.
L’indice segnala che l’attività nel settore dei servizi è cresciuta ad un ritmo ancora robusto in aprile, anche se inferiore rispetto al mese di marzo.
Il calo dell’indice dei servizi e, in misura minore, di quello manifatturiero, ha determinato la diminuzione del PMI composito, da 54,5 in marzo a 53,6 in aprile.

 

COMMENTI:                                  

BCE – Ieri la BCE ha alzato i tassi ufficiali di 25pb, portando il tasso sui depositi (DFR) al 3,25%.
Il comunicato segnala che probabilmente i tassi ufficiali saranno alzati ancora; a ribadire il concetto, la presidente ha parlato di lavoro non concluso e ha categoricamente escluso che il consiglio pensi di sospendere la fase di rialzo.
Inoltre, il comunicato segnala che i tassi saranno mantenuti per un po’ di tempo al livello terminale, una volta raggiunto.
Sul fronte del bilancio, la BCE ha deciso di interrompere a partire da luglio tutti i reinvestimenti delle scadenze APP: con riferimento al secondo semestre, ciò significa accelerare la riduzione del portafoglio APP da 90 a 150 miliardi complessivi circa.
Infine, la BCE non ha aperto alcuno spiraglio a operazioni LTRO di durata superiore ai tre mesi per agevolare l’uscita dal programma TLTRO delle banche prive di eccesso di riserve (che in Italia sarebbero poco meno della metà, secondo l’ultimo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria).
Lagarde ha ricordato che le banche sanno da tempo di doversi preparare e che, comunque, hanno accesso a MRO e LTRO a piena allocazione.
A nostro giudizio, è altamente probabile che i tassi ufficiali siano aumentati ancora di 25pb il 15 giugno.

STATI UNITI – Ieri, i dati del bilancio della Fed al 3 maggio hanno mostrato una correzione dei prestiti di emergenza di -74 mld, con il ricorso alla finestra di sconto in calo di -68,5 mld a 5,3 mld e l’utilizzo del Bank Term Funding Program in flessione di -5,5 mld a 75,7 mld.
L’ampia contrazione dei prestiti è dovuta al contributo negativo collegato a First Republic, che a fine marzo deteneva 63 mld di prestiti dalla finestra di sconto e 14 mld dal BTFP.
Nel complesso quindi i prestiti di emergenza per il resto del sistema bancario sono rimasti circa invariati. Invece, le “altre estensioni di credito” sono in rialzo di 58 mld per via dei prestiti dell’FDIC per la cessione di First Republic.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è leggermente risalito ieri aiutato dal rinnovato aumento della risk aversion all’intensificarsi delle preoccupazioni per le condizioni di alcune banche regionali USA che stanno trascinando al ribasso le borse statunitensi.
Oggi è di nuovo in marginale calo, ma nel pomeriggio il focus sarà sull’employment report che dovrebbe dare indicazioni di graduale allentamento delle condizioni del mercato del lavoro, il che manterrebbe il dollaro sulla difensiva, laddove eventuali sorprese verso l’alto tornerebbero a favorirlo (ma solo temporaneamente).

EURL’euro è sceso ieri da 1,10 a 1,09 EUR/USD sull’esito della riunione BCE che ha alzato i tassi, come atteso, di 25 pb lasciando intendere che dovranno salire ancora ma senza dare indicazioni in merito.
Il passaggio a un ritmo di rialzi inferiore e l’incertezza sull’entità della restrizione futura hanno portato il mercato a rivedere verso il basso le attese sulle prossime mosse, con un altro rialzo di 25 pb a probabilità piena ed un secondo con probabilità solo del 50% circa (entro l’estate).
Il disallineamento rispetto alla Fed dovrebbe comunque consentire all’euro di mantenersi su un trend rialzista (stamani, infatti, sta già risalendo), anche se nel breve l’upside potrebbe restare limitato, a meno di sorprese verso l’alto dai dati dell’area o di delusioni dai dati USA.

GBPLa sterlina si è rafforzata tra ieri e oggi contro dollaro aggiornando qui i massimi da un anno da 1,25 a 1,26 GBP/USD favorita dal disallineamento atteso tra BoE, che potrebbe alzare di più i tassi nel breve, e Fed e dal recupero in atto questa mattina delle borse domestiche.
Il rafforzamento si è esteso anche contro euro da 0,88 a 0,87 EUR/GBP.
La valuta britannica dovrebbe consolidare oggi, a meno di sorprese verso l’alto dall’employment report USA.
Cruciale per le dinamiche future del cambio sarà comunque l’esito della riunione BoE di giovedì prossimo: ci attendiamo un rialzo di 25 pb, ma i rischi son verso l’alto e se si materializzassero la sterlina ne trarrebbe beneficio.

JPYLo yen si è rafforzato ulteriormente contro dollaro da 134 a 133 USD/JPY sul calo dei rendimenti a lunga USA e sull’aumento della risk aversion.
A meno di ampie sorprese verso l’alto oggi dall’employment report potrebbe riuscire a consolidare.
Lo yen si è rafforzato anche contro euro da 149 a 147 EUR/JPY, complice anche il calo post-BCE dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi, dopo la flessione di -0,8% m/m a febbraio, le vendite al dettaglio dovrebbero calare per il secondo mese a marzo, stimiamo di -1,1% m/m (-4,1% a/a), chiudendo il trimestre in contrazione di -0,8% t/t (sarebbe la quinta flessione trimestrale consecutiva), confermando il quadro di debolezza dei consumi privati a inizio anno.
Saranno diffusi anche i dati sulle vendite al dettaglio di marzo in Italia.
– In Francia, gli scioperi nelle raffinerie dovrebbero aver frenato la produzione industriale a marzo: stimiamo un calo di -1% m/m dopo la crescita di 1,2% registrata a febbraio.
È in calendario anche il dato sulla produzione industriale spagnola, sempre relativo al mese di marzo.

STATI UNITI – Oggi gli occupati non agricoli di aprile sono previsti in aumento di 170 mila, dopo 236 mila di marzo.
Le richieste di sussidi di disoccupazione sono su un trend verso l’alto iniziato a fine gennaio, dopo un periodo prolungato di quasi-stabilità in autunno, mentre i sussidi esistenti hanno svoltato a metà settembre.
Anche l’andamento delle posizioni aperte (-20% a/a a marzo) supporta la previsione di ulteriore rallentamento della dinamica occupazionale.
I dati dovrebbero mostrare crescita persistente nei segmenti che non hanno ancora recuperato i livelli pre-pandemici (ricreazione, ospitalità, istruzione sia pubblica sia privata) e stagnazione o contrazione in altri settori.
I salari orari dovrebbero proseguire sul sentiero di aumenti moderati, con una variazione di 0,3% m/m.
Il tasso di disoccupazione è atteso a 3,6% sulla scia del previsto rallentamento della variazione degli occupati rilevati con l’indagine presso le famiglie, dopo una crescita media di 590 mila negli ultimi 4 mesi.
I dati complessivamente dovrebbero confermare un trend di rallentamento della crescita di occupati, anche se la scarsità di forza lavoro, ormai dovuta prevalentemente a fattori demografici, dovrebbe mantenere relativamente solida la dinamica salariale.