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05 Maggio 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – In aprile, il fabbisogno del settore statale è stato pari a 18 miliardi di euro, circa 15 miliardi in più rispetto a un anno prima.
In marzo, il divario era stato pari a 12 miliardi. Anche in aprile ha pesato il rinvio dei versamenti fiscali e tributari deciso per l’emergenza COVID.
Dal lato della spesa, in aprile era iniziato il pagamento delle indennità da parte dell’INPS, mentre erano aumentate le spese per l’emergenza sanitaria. Il fabbisogno cumulato dei primi 4 mesi è pari a 48,8 miliardi, e si stima che arrivi fra 170 e 180 miliardi a dicembre.

ITALIA – Il PMI manifatturiero è crollato ad aprile a 31,1 (da 40 di marzo). Si tratta di un minimo storico. L’indice relativo alla produzione ha toccato un livello senza precedenti (da 27,8 a 11,4), così come le indicazioni delle imprese sui nuovi ordini (da 31,1 a 11,6).
La componente relativa all’occupazione è calata da 45,3 a 39,3, nuovo minimo da marzo 2009.
Stimiamo una contrazione della produzione industriale del 48% tra marzo e aprile.

AREA EURO – Il dato finale del PMI manifatturiero di aprile ha segnato un calo di due decimi rispetto alla stima preliminare a 33,4 (da 44,5 di marzo), toccando così il nuovo minimo storico. L’indice registra una flessione meno severa, ma pur sempre considerevole, rispetto agli altri indicatori. Il calo coinvolge la maggior parte delle componenti, in particolar modo i nuovi ordini (da 37,5 a 18,8) e le esportazioni (da 37 a 18,9).
Lo spaccato per Paesi ha visto il manifatturiero francese collocarsi sotto la media dell’Eurozona (da 43,2 a 31,5), mentre la Germania ha registrato un aumento di un decimo dalla stima preliminare (da 45,4 a 34,5). L’indagine congiunturale di aprile risente pienamente degli effetti negativi del COVID-19, derivanti dalle azioni intraprese per limitare l’impatto della pandemia.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 1.180.288, nuovi contagi 22.300, decessi 68.922, guarigioni 187.180 (Fonte: JHU)
Secondo il NY Times, un rapporto predisposto dalla Federal Emergency Management Agency prevede la possibilità di un ampio aumento di casi e di decessi nel mese di maggio. Secondo questo rapporto, i nuovi casi giornalieri potrebbero salire a 200 mila, dall’attuale media vicina a 25 mila, portando i decessi giornalieri intorno a 3000 (dall’attuale media intorno a 1700).
La situazione dei contagi sta migliorando notevolmente negli Stati più colpiti (NY e NJ) ma sta ancora peggiorando in molti Stati centrali che hanno adottato restrizioni minime per un periodo limitato e le stanno già eliminando.
Il governatore della California ha annunciato la riapertura per alcuni settori già dalla fine di questa settimana, mentre per altri stati i tempi restano più lunghi (New Jersey almeno fino al 25 maggio).
Lo Stato di NY ha annunciato i criteri che dovranno essere soddisfatti per poter riaprire le attività, fra cui riduzioni di ospedalizzazioni e decessi su livelli definiti per 14 giorni, livelli minimi di disponibilità di letti ospedalieri e di terapia intensiva e sub-intensiva e livelli minimi di test e sistemi di tracciamento dei residenti. Secondo il governatore Cuomo alcune contee sono vicine alla soddisfazione dei requisiti, per altre occorre attendere ancora qualche settimana.
Le previsioni dell’Univ. of Washington stimano circa 135 mila decessi entro fine luglio, dai 60 mila attesi nelle stime del 17 aprile, sulla scia dell’aumento della mobilità e della riduzione del distanziamento sociale.
Il presidente Trump negli ultimi giorni ha aggiornato le cifre dei decessi attesi, dando indicazioni in linea con quelle dell’Univ. of Washington.
– Il dibattito su un nuovo pacchetto fiscale, che potrebbe essere compreso fra 500 mld e 1 tln di dollari, vede minore coesione fra democratici e repubblicani. I primi continuano a premere per includere ampi finanziamenti agli Stati, mentre i secondi frenano su questo fronte, dato che le necessità di fondi sono particolarmente marcate in Stati a governo democratico.
Dal lato repubblicano si sta facendo strada la richiesta di inclusione in qualsiasi nuovo pacchetto di clausole di limitazione della responsabilità civile delle imprese di fronte a possibili azioni di “class action” o altre cause collegate a possibili infezioni e danni ai dipendenti dovute alla riapertura dell’attività.
Diversi Stati hanno già implementato statuti protettivi per gli ospedali a fronte di possibili cause collegate alle condizioni di lavoro durante l’epidemia e alcuni stanno considerando estensioni anche ad attività produttive al di fuori della sanità.
Le riserve degli Stati per pagare i sussidi di disoccupazione si stanno velocemente esaurendo forzando il ricorso a prestiti dal governo federale.
La California ha ottenuto l’approvazione del Tesoro per prestiti fino a 10 mld di dollari fino a luglio, e ha iniziato ad attingere 348 mln. I fondi con le riserve per i sussidi in California erano intorno a 3 mld a fine febbraio e a metà aprile erano scesi a 1,9 mld. La California ha finito di rimborsare nel 2018 i prestiti accumulati durante la grande recessione.
Illinois e Connecticut hanno ottenuto l’autorizzazione a ricevere prestiti fino a 12,6 mld e 1,1 mld, rispettivamente, ma non hanno ancora iniziato a utilizzare i fondi disponibili.
Diversi altri Stati dovranno fare ricorso ai prestiti federali, disponibili in caso di recessione per finanziare i sussidi di disoccupazione senza la necessità di approvazione da parte del Congresso, e appesantendo ulteriormente i loro bilanci.
– Il Tesoro ha comunicato che prevede emissioni nette pari a 2,99 tln di dollari nel 2° trimestre e 677 mld nel 3° trimestre, portando la stima delle emissioni nette a 4,5 tln. (da 1,28 tln precedente).
Il CBO stima un deficit pari al 18% del PIL per l’anno fiscale in corso.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in risalita, favorito nel suo ruolo di safe haven dall’aumento della risk aversionin seguito alle rinnovate tensioni USA-Cina in merito alla pandemia.
L’ISM non-manifatturiero, atteso in calo a causa del coronavirus, dovrebbe agevolare un consolidamento del dollaro.

EUR – L’euro ha aperto la settimana in calo da 1,09 a 1,08 EUR/USD, penalizzato dal nuovo aumento della risk aversion. A minare il sentiment contribuisce anche l’attesa per oggi della sentenza della corte costituzionale tedesca circa la legittimità per la Bundesbank del programma di acquisti BCE. Gli esperti si attendono una sentenza favorevole (di legittimità), ma se così non fosse la Bundesbank non potrebbe più partecipare agli acquisti e i dubbi circa l’efficacia dell’azione di policy della BCE penalizzerebbero la moneta unica.

GBP – La sterlina ha aperto la settimana in calo contro dollaro da 1,25 a 1,24 GBP/USD, penalizzata dall’aumento della risk aversion globale che appesantisce ulteriormente le premesse di fondo sul fronte domestico già sfavorevoli: ricadute della pandemia e incertezza sui negoziati con l’UE. La sterlina ha aperto in calo anche contro euro da 0,87 a 0,88 EUR/GBP, ma poi ha recuperato chiudendo la giornata al rialzo, per via del maggior calo dell’EUR/USD. Eventuali notizie favorevoli circa l’allentamento delle misure di contenimento potrebbero fornire sollievo alla valuta britannica, ma sarebbe solo temporaneo perché il quadro di fondo resta negativo.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana al rialzo contro dollaro da 107 a 106 USD/JPY e contro euro da 117 a 116 EUR/JPY favorito dall’aumento della risk aversion. Se questa non recede dovrebbe riuscire a consolidare.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
 – La bilancia commerciale a marzo dovrebbe registrare una riduzione del deficit a -37 mld (da -39,9 mld di febbraio).
– L’indice ISM non manifatturiero ad aprile è previsto in calo da 52,5 di marzo. Il mese di aprile dovrebbe registrare i minimi per l’attività, con il lockdown attivo per tutto il mese, mentre a partire da maggio ci dovrebbe essere una graduale ripresa con la parziale riapertura di diversi Stati, soprattutto nella seconda metà del mese.
Le indicazioni del PMI Markit di aprile per i servizi sono estremamente negative e in linea con le indagini regionali del mese (Philadelphia Fed , NBOS e NY Fed Business Leaders Survey), su minimi storici sia per le condizioni correnti sia per le aspettative. Tutte le indagini hanno segnalato un crollo degli indici di attività (ordini, occupazione, consegne) e una correzione in territorio negativo dei prezzi, sia pagati sia ricevuti.
Nel mese di aprile l’indice di attività a livello nazionale nell’indagine della Philadelphia Fed è calato a -82,5, mentre a livello regionale il crollo è anche più marcato, a -96,4, e l’indice di fatturato è sceso a -87,9, mostrando gli effetti del lockdown.