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05 Luglio 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – I prezzi alla produzione nell’industria nel mese di maggio sono saliti di 1,3% m/m (consenso: 1,2% m/m) dopo lo 0,9% m/m di aprile (rivisto al ribasso di un decimo).
In termini tendenziali si registra una accelerazione a 9,6% da 7,6% precedente (un record dall’inizio delle rilevazioni nel 1992).
Come nei mesi precedenti, sono ancora energia (2,1% m/m, 25,1% a/a) e beni intermedi (1,8% m/m, 9,2% a/a) a trainare il PPI, ma si registrano aumenti dei prezzi anche in tutti gli altri principali comparti.
Al momento non emergono ancora segnali di ridimensionamento delle strozzature dal lato dell’offerta con conseguenti pressioni a monte della catena produttiva.
I dati sui prezzi alla produzione, unitamente ai rincari diffusi sui prezzi pagati e ricevuti delle indagini di fiducia, segnalano rischi al rialzo per l’inflazione nei prossimi mesi.

STATI UNITI
– L’employment report di giugno registra un solido incremento degli occupati non agricoli, +850 mila, dopo 583 mila di maggio (rivisto verso da 599 mila).
Il tasso di disoccupazione aumenta a 5,9% da 5,8%.
L’occupazione ha recuperato 15,6 mln di posti da aprile 2020, ma resta un divario di 6,8 mln (-4,4%) rispetto al febbraio 2020.
La maggior parte dei settori registra variazioni positive e solide, anche se in diverse aree le assunzioni sono frenata da carenza di offerta.
Il settore privato crea 662 mila posti, dopo 583 mila di maggio.
Nell’industria, il rialzo complessivo è di 20 mila, con un calo di -7 mila nelle costruzioni, e rialzi di 12 mila nell’estrattivo e 15 mila nel manifatturiero (nonostante una correzione di -12 mila nel comparto auto).
Gli occupati nel manifatturiero sono ancora di 509 mila unità sotto il livello del febbraio 2020.
A luglio ci dovrebbe essere un novo indebolimento dell’occupazione nel comparto auto, per via delle chiusure già annunciate di diversi stabilimenti, dovute alla mancanza di semiconduttori.
I servizi privati registrano un incremento di +642mila dopo 497 mila, con un andamento particolarmente solido nei settori aggregativi.
L’occupazione per ricreazione e ospitalità fa la parte del leone anche a giugno, per un totale di +343 mila (194 mila nella ristorazione e +75 mila nell’ospitalità).
Nel comparto, mancano ancora 2,2 mln di posti rispetto a febbraio 2020.
Il commercio al dettaglio riaccelera con un incremento di 67 mila (ancora 1,7% al di sotto di febbraio 2020), mentre crescono ancora i posti nei servizi alle imprese (72 mila).
Il settore pubblico crea 188 mila posti, riflettendo anche il trasferimento dei fondi federali allocati con l’American Rescue Plan, ma soprattutto i probabili effetti della destagionalizzazione sul comparto istruzione.
Un capitolo a sé questo mese (come probabilmente sarà anche a luglio) è quello dell’istruzione, sia privata sia pubblica.
I posti nell’istruzione sono in rialzo di 155 mila a livello di governi locali, di 75 mila a livello statale e di 39 mila nel settore privato.
Queste variazioni sono gonfiate dall’effetto distorsivo della correzione stagionale in una fase in cui l’occupazione nel settore è stata ampiamente inferiore alla norma.
Infatti, da febbraio 2020 mancano complessivamente ancora 414 mila posti nell’istruzione locale pubblica, 168 mila in quella statale e 255 mila in quella privata.
I dati di giugno non danno un’indicazione chiara dei trend sottostanti nel settore per via degli effetti della destagionalizzazione.
L’indagine presso le famiglie rileva un calo degli occupati di -18 mila e un aumento della forza lavoro di 151 mila.
La variazione negativa dell’occupazione rilevata con questa indagine (tipicamente molto volatile) è il motivo per cui il tasso di disoccupazione aumenta a 5,9%.
Il tasso di partecipazione è stabile a 61,6%, sempre all’interno di un intervallo ristretto fra 61,4% e 61,7% da giugno 2020.
I disoccupati sono 9,5 mln, ancora molto superiori al livello di febbraio 2020 (5,7 mln).
Gli individui disoccupati perché hanno lasciato volontariamente il lavoro aumentano di 164 mila, a 942 mila.
I sotto-occupati e gli individui marginalmente attaccati alla forza lavoro nel complesso sono poco variati rispetto a maggio, e restano su livelli ancora superiori a quelli di febbraio 2020.
Gli occupati part-time per motivi economici sono in calo di 644 mila, a 4,6 mln, in aumento di 229 mila da febbraio 2020; gli individui non nella forza lavoro che vorrebbero un’occupazione sono 6,4 mln (+1,4 mln da febbraio 2020).
Il tasso di occupazione è stabile a a 58%, 0,6 pp oltre il livello di dicembre scorso, ma pp sotto 61,1% di febbraio 2020.
Le ore lavorate nel settore privato sono in rialzo di 0,2% m/m, con segnali positivi per la produzione di giugno. In conclusione, i dati di danno nuove conferme che l’economia si sta muovendo verso l’“ulteriore sostanziale progresso” necessario per il tapering e aprono la strada a una discussione sul tema in tempi brevi.
Pur in presenza di un “deficit di occupazione” rispetto al pieno impiego, i dati sono in linea con i recenti discorsi della maggior parte dei partecipanti al FOMC, che segnalano crescente disagio nel mantenere in vigore l’attuale stimolo monetario in una fase caratterizzata prevalentemente da colli di bottiglia all’offerta e pressioni verso l’alto sui prezzi.
L’apertura del dibattito sul tapering dovrebbe essere in arrivo in tempi brevi e potrebbe essere già segnalata dai verbali della riunione di giugno, in pubblicazione la prossima settimana e dalle audizioni di Powell in Congresso a metà luglio.
– La bilancia commerciale a maggio registra un ampliamento del deficit a -71,2 mld da -69,1 mld di aprile, sulla scia di un aumento delle importazioni di 3,5 mld (+1,3% m/m) e delle esportazioni di 1,3 mld (+0,6% m/m), in linea con le indicazioni della bilancia preliminare dei beni.
Il saldo complessivo risulta da un aumento del deficit dei beni di 2,3 mld a fronte di un incremento dell’avanzo dei servizi di 0,1 mld.
Al momento, il contributo del canale estero alla crescita del 2° trimestre è ampiamente negativo, e supera -1 pp, tuttavia l’aspettativa di una riaccelerazione più marcata dell’export nei prossimi mesi rende probabile un ridimensionamento del freno derivante dalle esportazioni nette.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin-Markit è sceso di oltre 4 punti e molto più del consenso (Bloomberg 54, 9) portandosi da 55,1 in maggio a 50,3 in giugno, il punto più basso da aprile 2020, segnalando un netto rallentamento del ritmo di espansione dell’attività rispetto ai mesi scorsi.
La flessione è stata accompagnata da una diminuzione di tutte le componenti e in particolare di quella degli ordini (scesa da 54,7 in maggio a 50,5 in giugno), dei prezzi degli input (da 56,6 in maggio a 50,9 in giugno) e in misura minore degli output.
Le aziende hanno inoltre riaggiustato il livello degli occupati che ha registrato un calo per la prima volta da aprile.
La causa principale del rallentamento dell’attività segnalata dalle imprese sono i focolai di Covid19 nel Guandong e il conseguente rallentamento degli spostamenti in seguito alle misure di contenimento.
La componente delle aspettative è scesa di due punti e, a 61, 3, rimane al di sopra del livello pre-pandemia (media 2019: 56,2), segnalando che le aziende rimangono ottimiste sulle prospettive del settore anche se meno rispetto a inizio anno.
Il calo del PMI manifatturiero e di quello dei servizi ha determinato una flessione dell’indice composito, sceso da 53,8 in maggio a 50,6 in giugno.

 

COMMENTI:

BCE – La Banca Centrale Europea pubblicherà i dati sui conti settoriali, sulla posizione finanziaria con l’estero e sui tassi di interesse bancari.
La presidente Lagarde parlerà in tarda mattinata a un congresso giuridico, ma l’intervento non dovrebbe avere rilevanti risvolti di mercato.
Anche il vice-presidente De Guindos interviene in serata a una conferenza.
Ieri, in un’intervista a NRC Handelsblad il presidente della banca centrale olandese Klaas Knot si è espresso con toni diversi rispetto alla posizione ufficiale della BCE sul tema dell’inflazione: secondo Knot, “non dovremo sovrastimare la nostra capacità di determinare che cosa è inflazione temporanea e che cosa non lo è”.

OPEC – I ministri del gruppo OPEC+ non hanno ancora raggiunto l’accordo per l’incremento della produzione a causa dell’opposizione degli EAU, che vogliono ridiscutere la propria quota.
Secondo varie fonti di stampa, Russia ed Arabia Saudita avevano proposto di incrementare la produzione di 440k barili ogni mese da agosto a dicembre.
Un nuovo incontro è previsto oggi alle h. 15:00.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – Dopo la contrazione di aprile (-0,1% m/m), la produzione industriale dovrebbe tornare su un sentiero di crescita.
Per il mese di maggio ci attendiamo una variazione positiva di +0,6% m/m (seguita da una possibile ulteriore crescita a giugno).
Il contributo maggiore dovrebbe venire dal comparto manifatturiero, atteso in ampio recupero dopo il -0,3% m/m di aprile.
Tutti gli indicatori di fiducia di settore sono coerenti con una ripresa delle attività produttive, anche se alcune difficoltà di approvvigionamento delle materie prime stanno limitando i progressi dell’output rispetto a quanto segnalato dalle indagini.

AREA EURO
 – La stima finale dell’indice PMI dei servizi di giugno dovrebbe confermare la lettura preliminare di 58,0, un massimo dal gennaio del 2018.
Alla luce della seconda lettura dell’indice manifatturiero, l’indice composito potrebbe essere invece rivisto verso l’alto di tre decimi a 59,5.
L’indice PMI servizi italiano è visto salire a 55,5 da 53,1 precedente, sui massimi da inizio 2018.
L’indice composito italiano dovrebbe quindi portarsi a 57,5 da 55,7, confermando le indicazioni di irrobustimento della ripresa tra la primavera e l’estate.
– In settimana, l’indice ZEW, prima indagine relativa al mese di luglio, dovrebbe confermare i segnali incoraggianti sullo stato di salute dell’economia tedesca.
I dati di maggio sulla produzione industriale in Germania, Francia e Italia sono attesi mostrare un aumento generalizzato dell’output nel mese.
Le vendite al dettaglio nell’Eurozona sono viste rimbalzare a maggio dopo il crollo di aprile.

STATI UNITI
 – La settimana ha pochi dati in uscita e il focus sarà sulla pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di giugno.
I verbali dovrebbero fornire informazioni sulla distribuzione delle opinioni riguardo ai timori di ripresa duratura dell’inflazione e sui rischi di possibili ulteriori spostamenti verso l’alto del grafico a punti.
Il documento potrebbe anche dare qualche indicazione sui temi in discussione per il tapering, in termini di tempistica e di modalità.
L’ISM dei servizi dovrebbe essere in modesto calo a giugno, con segnali di espansione sempre rapida e possibile stabilizzazione del ritmo di crescita dei prezzi.
– Oggi, i mercati sono chiusi per la Giornata dell’Indipendenza.