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05 Febbraio 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’inflazione è cresciuta a sorpresa a gennaio, di 0,6% a/a (dallo 0,5% precedente) in base all’indice NIC, mentre è rimasta stabile allo 0,5% a/a in termini armonizzati UE.
Nel mese, i prezzi sono aumentati dello 0,2% m/m sull’indice nazionale e sono diminuiti di -1,7% m/m sull’IPCA (che tiene conto dei saldi invernali).
Sull’indice domestico, i prezzi sono calati sensibilmente (in misura maggiore rispetto alla stagionalità di gennaio) nel tempo libero e cultura (-1,3% m/m) e sono diminuiti solo marginalmente (-0,1% m/m) nelle comunicazioni e spese per la casa.
Viceversa, gli alimentari hanno registrato rincari maggiori del previsto (+1,1% m/m), così come le bevande alcoliche e i tabacchi (+1% m/m). I listini sono aumentati anche nei trasporti, nelle spese per la salute e negli altri beni e servizi (+0,3% m/m ciascuno), nei mobili, articoli e servizi per la casa (+0,2% m/m) e nei servizi ricettivi e di ristorazione (+0,1% m/m).
L’inflazione di fondo è salita marginalmente, a 0,8% a/a (da 0,7% di dicembre), salendo al ritmo più elevato da agosto 2018.
Anche l’inflazione sui beni a più alta frequenza di acquisto e sul cosiddettocarello della spesaè aumentata (da 1% a 1,4% e da 0,9% a 1,2%, rispettivamente), principalmente per effetto dei rincari sugli alimentari.
In sintesi, i dati (ma solo l’indice nazionale) sono stati lievemente superiori alle aspettative sia nostre che di consenso. Tuttavia, non pensiamo che il trend al rialzo possa continuare nei prossimi mesi: stimiamo un’inflazione invariata a febbraio e poi in calo da marzo (e su livelli inferiori a quelli attuali nei mesi primaverili).
Inoltre, il recente calo dei prezzi dell’energia suggerisce rischi al ribasso sulle prospettive di inflazione. Nelle nostre stime, il CPI italiano rimarrà inferiore all’1% (e inferiore alla media della zona euro) per gran parte del 2020.

CINA – Il PMI del settore dei servizi è sceso da 52,5 di dicembre a 51,8 a gennaio, poco al di sotto delle attese (Consenso Bloomberg 52), a causa di un calo marginale delle componenti dell’occupazione, dei prezzi e degli ordini, i quali sono stabilmente in territorio espansivo da marzo dell’anno scorso in area 53. Le aspettative sono rimbalzate segnando il massimo degli ultimi 12 mesi.
Similmente il PMI composito è sceso a 51,9 in gennaio (da 52,6 registrato a dicembre).
Gli indici PMI sono attesi in netto peggioramento in febbraio quando le indagini incorporeranno in pieno l’effetto del virus.

 

COMMENTI:

AREA EURO – Secondo Luis de Guindos, vicepresidente della BCE, i tassi negativi sono uno dei fattori dietro la ripresa dell’economia europea, nonostante i possibili effetti collaterali sfavorevoli. Però questi ultimi stanno diventando più visibili e tangibili. Perciò de Guindos ritiene necessario che aumenti il ruolo di riforme strutturali e politiche fiscali.
De Guindos non è preoccupato per le dinamiche dei prezzi immobiliari: le piccole bolle locali devono essere gestite con misure macro-prudenziali a livello nazionale.

STATI UNITI
– Il Senato voterà oggi la conclusione del processo di impeachment di Trump. L’esito è scontato: l’assoluzione del presidente dovrebbe essere votata per lo più lungo linee di partito. Anche Collins, che aveva votato a favore della convocazione di nuovi testimoni, ha annunciato che voterà con i repubblicani.
– Il risultato definitivo del voto in Iowa per la selezione del candidato democratico non è ancora disponibile. Sulla base dello scrutinio del 71,4% dei seggi, i voti mostrano Sanders in testa, con il 26,2%, seguito da Buttigieg con il 25,2%, Warren con il 20,6% e Biden con il 13,2%.
L’esito del voto, al di là dei problemi tecnici, mantiene un ampio grado di incertezza, con una distribuzione delle preferenze molto vicina per tre candidati, e rinvia ulteriormente la convergenza verso un nome che possa unificare il messaggio dei democratici. Nel frattempo, l’attenzione si sposta sulle prossime primarie. In New Hampshire si voterà l’11 febbraio.
In California inizia il processo di voto per posta, anche se le primarie si terranno il 3 marzo (Super Tuesday), che in passato ha rappresentato circa il 70% del totale. La California nomina circa un quarto dei delegati totali, quindi i candidati dovranno dividere le loro campagne su più fronti.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha consolidato sul recupero messo a segno in avvio di settimana. Dai dati di oggi si attendono indicazioni parzialmente contrastanti, con gli occupati ADP in diminuzione e l’ISM non-manifatturiero atteso stabile. Nel complesso però la lettura sarebbe positiva. A meno di delusioni il biglietto verde dovrebbe stabilizzarsi, in attesa dell’employment report venerdì.

EUR – In assenza di spunti nuovi l’euro è rimasto sulla difensiva dopo il calo di lunedì, mantenendosi comunque in area 1,10 EUR/USD. A meno di sorprese/delusioni eclatanti dai dati USA (quelli area euro di oggi dovrebbero rivelarsi meno rilevanti) dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi sui livelli attuali.
Il range rimane comunque 1,09-1,11 EUR/USD.

GBP – La sterlina, dopo aver proseguito il calo di lunedì, ha messo a segno un modesto ritracciamento sia contro dollaro da 1,29 a 1,30 GBP/USD sia contro euro da 0,85 a 0,84 EUR/GBP.
Si tratta però di un movimento perlopiù tecnico, che lascia la sterlina esposta a debolezza per l’incertezza sui negoziati con l’UE, che mantiene rischi verso il basso sull’economia domestica.

JPY – Lo yen ha proseguito il calo di lunedì da 108 a 109 USD/JPY contro dollaro e approfondito quello in area 120 EUR/JPY contro euro sul ridimensionamento delle preoccupazioni per le ricadute economiche del coronavirus. Gli sviluppi su questo fronte andranno tuttavia ancora monitorati finché l’allerta non sarà rientrato. Tra oggi e venerdì dovrebbe venire ripristinata almeno in parte una maggiore reattività ai dati USA.
Dalla BoJ, Wakatabe ha detto che la banca centrale è pronta ad aumentare lo stimolo monetario se la ripresa dovesse venire compromessa avvertendo che il coronavirus potrebbe avere ripercussioni negative sull’economia.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Il PMI servizi dovrebbe essere confermato in calo a 52,2 a gennaio, livello ancora coerente con un’espansione dell’attività nel comparto. Lo spaccato per Paesi dovrebbe confermare la crescita dell’indice tedesco a 54,2 da 52,9 in dicembre, e il calo di quello francese a 51,7 da 52,4. La prima lettura per il PMI italiano dovrebbe vedere un rallentamento a 50,4 da 51,1 precedente. Il PMI composito per l’area euro dovrebbe rimanere invariato a 50,9, come da stima preliminare. Gli indici sono coerenti con una crescita Eurozona di 0,2-0,3% t/t.
– Le vendite al dettaglio sono attese in calo a dicembre, di almeno -1% m/m dopo il +1% di novembre, sulla scia della flessione registrata in Germania. La tendenza annua è vista comunque in accelerazione a 2,4% dal 2,2% di novembre. Le vendite chiuderebbero il trimestre con una crescita di appena 0,1% t/t, in rallentamento dallo 0,5% t/t dei tre mesi precedenti.

STATI UNITI
– L’ISM non manifatturiero a gennaio dovrebbe aumentare a 55,2 da 55 di dicembre. Le indagini regionali di gennaio (Philadelphia Fed NBOS, Business Leaders Survey NY Fed) hanno mostrato espansione moderata del settore, vicina alla media del 2° semestre, con un miglioramento delle condizioni attese a 6 mesi.
Anche il PMI Markit dei servizi ha ripreso un trend positivo dopo un autunno debole. La tregua siglata con la Cina, e la temporanea riduzione di incertezza, dovrebbero migliorare le prospettive del settore per i prossimi mesi.
– Il deficit della bilancia commerciale (prel.) a dicembre è previsto in allargamento a -44,5 mld (da -43 mld di novembre), con una ripresa delle importazioni dopo la debolezza di novembre, causata dalla volatilità collegata alle aspettative sui dazi con la Cina.
Il canale estero dovrebbe dare un contributo ampiamente positivo alla crescita del PIL nel 4° trimestre.
– La stima ADP della variazione degli occupati non agricoli privati a gennaio è prevista dal consenso a 158 mila da 202 mila di dicembre.