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4 Ottobre 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Nel 2° trimestre i prezzi delle case sono cresciuti solo marginalmente (0,1% t/t) dopo due trimestri di ampio calo (con una flessione cumulata di -2,7%), mentre la variazione annua è approdata in territorio negativo (-1,7%) per la prima volta da inizio 2014.
Rispetto ad un anno prima i valori immobiliari sono in ampio calo in Germania (-9,9%), mentre restano in crescita in Francia (0,7%), Italia (0,7%) e Spagna (3,7%).

 

COMMENTI:                                                                     

BCE – Oggi si attendono i discorsi della presidente BCE Lagarde, del vicepresidente De Guindos e di Panetta, membro del comitato esecutivo e prossimo governatore di Banca d’Italia.
Ieri Lane ha commentato che il rientro dell’inflazione all’obiettivo richiederà ancora tempo.
In particolare, la BCE si attende che rallenti anche la crescita salariale, ma ciò richiederà “mesi”; intanto la crescita dei salari in questa fase rallenterà il calo dell’inflazione.

ITALIA – Il Ministero dell’Economia ha comunicato che nel mese di settembre il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 25,2 miliardi (contro i 17,2 miliardi di settembre 2022).
Il confronto sfavorevole con il corrispondente mese dello scorso anno risente del fatto che a settembre 2022 erano stati incassati 4,8 miliardi per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il 5G; sia gli incassi fiscali che la spesa relativa agli interessi sui titoli di Stato sono risultati circa in linea con quelli dello scorso anno.
Dopo dati superiori alle attese nel primo semestre, a partire da luglio il fabbisogno è tornato su un trend coerente con l’obiettivo governativo per il 2023 (che nella NADEF è stato rivisto lievemente da 113 a 115 miliardi).
Il fabbisogno del settore statale, nelle stime del governo, è atteso toccare un picco nel 2024 a 135 miliardi (6,3% del PIL).

STATI UNITI
– Ieri Bostic (Fed di Atlanta) ha dichiarato che in questo momento non vi è l’urgenza di modificare il livello dei tassi di interesse, né al rialzo né al ribasso, ma è necessario monitorare il rallentamento dell’inflazione e della crescita economica.
Bostic, inoltre, si è dichiarato disposto a rivedere il target al 2% dell’inflazione ma solo a seguito del suo raggiungimento.
– Gli Stati Uniti attraversano una fase di crisi politica, dopo che lo speaker della Camera dei Rappresentanti, McCarthy, è stato sfiduciato da un voto che ha visto un gruppo di 8 repubblicani di estrema destra votare con i democratici.
I repubblicani devono ancora accordarsi su chi potrebbe essere proposto come prossimo presidente della Camera.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha ritracciato leggermente dai nuovi massimi di ieri, ma rimane su livelli elevati fino a che i dati USA sono nel complesso positivi.
Inoltre, l’aumento della risk aversion, anche in relazione alla crisi politica domestica, e i rendimenti a lunga in salita, forniscono ulteriore parziale sostegno.
Oggi un test si avrà con gli occupati ADP e l’ISM non-manifatturiero, attesi in calo.
Se dovessero sorprendere verso l’alto il dollaro si rafforzerebbe.

EUR – Simmetricamente l’euro dopo i minimi di ieri oggi è in leggero recupero da 1,04 a 1,05 EUR/USD.
I PMI dell’area (sevizi e composito) infatti sono stati leggermente rivisti verso l’alto nella lettura finale, ma restano in area recessiva, sotto quota 50.
L’assenza di spunti rialzisti dai dati dell’area unitamente al recente rincaro del petrolio, alla ridimensionata probabilità attesa di mercato che la BCE alzi ancora i tassi (28% oggi) con Lagarde che stamani ha dichiarato che i tassi si trovano su livelli sufficientemente restrittivi non aiutano la moneta unica.
Tecnicamente, in caso di accelerazione ribassista, la fascia chiave di supporti successivi si colloca in area 1,02 EUR/USD.

GBP – La sterlina, dopo aver aggiornato i minimi contro dollaro questa mattina in area 1,20 GBP/USD è risalita in area 1,21 GBP/USD, in parte aiutata anche dalla lettura finale dei PMI servizi e composito rivisti ampiamente al rialzo, seppure ancora sotto 50.
Oggi la probabilità di un altro rialzo BoE prima di fine anno è pari al 56%, ma la debolezza dell’economia domestica frena l’upside.
Se i dati USA non sorprendono verso l’alto nuovi cali possono per ora essere evitati.

JPYLo yen ha recuperato ieri contro dollaro da 150 a 147 USD/JPY, un movimento che fa sorgere il dubbio se non si sia trattato di un intervento valutario, ma le autorità non si sono espresse, limitandosi a ribadire che restano vigili per monitorare i casi di eccessiva volatilità.
La salita dei rendimenti a lunga USA mette sotto pressione lo yen, ma anche quelli giapponesi stanno leggermente accelerando (infatti non è escluso che alla riunione BoJ di fine mese venga ulteriormente aumentata la flessibilità del controllo della curva) verso l’alto.
Se i dati USA non sorprenderanno al rialzo le pressioni ribassiste sullo yen dovrebbero almeno in parte ridimensionarsi.

 

PREVISIONI:

ITALIA – In calendario le stime finali dei dati di contabilità nazionale del 2° trimestre, che includeranno anche le rilevazioni su reddito e risparmio delle famiglie, profitti e propensione all’investimento delle imprese e disavanzo della PA.

AREA EURO
– Ci aspettiamo che oggi le prime stime dei PMI servizi di settembre registrino un rialzo sia in Spagna (a 50,5 da 49,3) che in Italia (a 50 da un precedente 48,1).
– Nell’Eurozona verranno pubblicati anche i dati di agosto sui prezzi alla produzione nell’industria e sulle vendite al dettaglio.
Il PPI dovrebbe essere tornato a crescere per la prima volta dopo sette mesi di calo (per via dei rincari energetici), stimiamo di 0,6% m/m (-11,5% a/a); al netto dell’energia, sarà importante monitorare le dinamiche dei beni strumentali e di consumo che finora hanno registrato un rallentamento solo modesto.
Le vendite al dettaglio potrebbero calare ancora, stimiamo di -1% m/m, appesantite da prezzi al consumo ancora elevati e dagli effetti della restrizione monetaria.

STATI UNITI
– Oggi l’ISM non manifatturiero di settembre dovrebbe calare moderatamente, a 54,1 dopo l’inaspettato rialzo a 54,5 di agosto, in linea con i segnali delle altre indagini (PMI, Business Leaders Survey della NY Fed e della Philadelphia Fed).
Gli indici di occupazione e prezzi dovrebbero rimanere in territorio ampiamente espansivo mentre potrebbero rimbalzare gli ordini inevasi, che ad agosto hanno registrato il più ampio calo mensile dell’intera serie storica. I servizi dovrebbero ancora trainare la crescita nel terzo trimestre ma ci aspettiamo un netto rallentamento della domanda nei prossimi mesi, per effetto dell’esaurimento dei risparmi in eccesso accumulati durante la pandemia e del raffreddamento del mercato del lavoro.
– In calendario anche la stima finale del PMI servizi di settembre, attesa confermare il calo a 50,2 da 50,5 di agosto, lasciando l’indice PMI composito appena al di sopra della soglia di invarianza, a 50,1.