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04 Novembre 2020 – nota economica giornaliera

CINA – L’indice PMI dei servizi rilevato da Caixin-Markit è salito di due punti in ottobre portandosi a 56,8, al di sopra di quello rilevato dal NBS (55,5).
Il rimbalzo è stato sostenuto da un aumento di tutte le componenti e, in particolare, dei nuovi ordini, saliti a 55,6, dei prezzi e delle aspettative. La componente occupazione è aumentata fino a 51,8, oltre i livelli di ottobre 2019.
L’indice composito è quindi salito da 54,4 in settembre a 55,7 in ottobre.
Il dato conferma che l’accelerazione del settore dei servizi sta proseguendo anche all’avvio del 4° trimestre, contribuendo a migliorare le condizioni dell’occupazione.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Presidente del Consiglio ha firmato nella notte un nuovo DPCM sulle misure di contrasto all’epidemia che entrerà in vigore il 5 novembre per un mese (fino al 3 dicembre).
Secondo le anticipazioni fornite dalle agenzie di informazione, il provvedimento estende all’intero territorio nazionale misure come il coprifuoco notturno, che sarà applicato dalle 22:00 alle 5:00, e la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e pre-festivi (con l’eccezione delle “attività essenziali”).
Inoltre, prevede la massima applicazione possibile dello smart working e l’estensione della didattica a distanza al 100% nelle scuole superiori.
L’altro importante elemento innovativo, anticipato nelle dichiarazioni dei giorni scorsi, è l’introduzione di una classificazione delle regioni su 3 livelli di rischio crescente sulla base di 21 parametri epidemiologici (tra i quali, l’indice Rt e la situazione di occupazione dei posti letto negli ospedali); alle regioni in seconda e terza fascia saranno applicate ulteriori misure restrittive rispetto a quelle previste per l’intero territorio nazionale.
Nelle regioni a massimo rischio saranno fermate le attività commerciali e di ristorazione (con l’eccezione dell’asporto e delle consegne a domicilio, fino alle h. 22:00), blocco da cui saranno però esentati edicole, tabaccai, farmacie, parrucchieri ed estetisti ma non i mercati all’aperto; inoltre, il movimento delle persone sarà vietato, tranne che per esigenze lavorative o per necessità.
Tuttavia, non è previsto il fermo delle attività produttive, di servizio e professionali, e anche l’istruzione in presenza continuerebbe fino alla prima media.
Le regioni inizialmente classificate come a massimo rischio saranno Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige, Valle d’Aosta e forse Campania.
Intanto il governo è al lavoro su un nuovo “decreto ristori, atteso in settimana in Cdm, per indennizzare le categorie colpite dalle nuove restrizioni.

AREA EURO – Secondo Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo BCE, gli effetti della seconda ondata pandemica saranno meno pronunciati, “perché il confinamento è più mirato”, “il settore manifatturiero non viene chiuso e sta beneficiando della forte ripresa della Cina”.
La politica fiscale avrà ancora un ruolo importante. Riguardo alla politica monetaria, Schnabel ha escluso che gli acquisti netti del PEPP possano essere estesi oltre la fine della crisi pandemica, ma ha ammesso che la fase di reinvestimento terrà conto anche delle prospettive di inflazione a lungo termine.
Schnabel non si è sbilanciata sulla possibilità di riduzione dei tassi ufficiali, pur escludendo l’ipotesi che tale strumento non sia più utilizzabile.

BREXITUnione Europea e Regno Unito non hanno ancora superato le differenze che impediscono di raggiungere un accordo sui rapporti commerciali dopo la conclusione del periodo transitorio, il 31 dicembre 2020. Il ministro degli esteri irlandese Coveney ha segnalato ieri che persistono divergenze riguardo ai meccanismi di risoluzione delle dispute, oltre che sulla questione dei diritti di pesca. Sarà necessaria una svolta nel giro di un paio di settimane, per garantire che l’accordo possa essere ratificato entro la fine dell’anno.

STATI UNITI – Con la chiusura dei seggi elettorali in tutti gli stati, le informazioni disponibili confermano il quadro di un paese profondamente diviso e lasciano ancora aperta la battaglia per la presidenza, alla luce dei risultati favorevoli a Trump in alcuni grandi stati chiave.
Al momento, il controllo dell’Electoral College è più incerto che mai, con il risultato finale in mano a una manciata di stati ancora incerti (Michigan, Pennsylvania, North Carolina, Georgia e Wisconsin).
In base al voto degli stati che hanno un esito già consolidato (fonte: WSJ), al momento in cui scriviamo (ore 8:29), Biden ha 225 delegati e 66,2 mln di voti, Trump 213 delegati e 64,6 mln di voti.
Biden ha confermato la vittoria negli stati occidentali e in quelli del nord-est, Trump ha mantenuto il controllo degli stati agricoli centrali e del sud, oltre a un’area consistente nel midwest.
Fra gli stati chiave, Trump ha vinto Texas, Florida, Iowa e Ohio ed è in vantaggio in Wisconsin, North Carolina, Georgia, Pennsylvania, Michigan.
Biden ha vinto New Hampshire, Minnesota e parte del Nebraska, ed è avanti in Arizona, e in parte del Maine (Maine e Nebraska hanno delegati allocati in due distretti separati).
Come noto, per alcuni di questi stati i risultati sono solo parziali per via della mole di voti postali ancora da contare, in particolare, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin. Per il primo dei tre potrebbero essere necessari ancora molti giorni prima di avere i risultati, mentre per gli altri due l’esito sarà forse disponibile nel giro di un giorno o due.
Per Trump, la vittoria in Florida, spinta dal voto degli ispanici, e in Texas segnano un passo cruciale per rimanere competitivo.
Nel caso in cui l’Arizona (11 delegati) passasse a Biden, gli stati cruciali per una vittoria di Trump saranno North Carolina, Pennsylvania e Michigan.
Per quanto riguarda il Congresso, alla Camera dovrebbe essere confermata la maggioranza democratica, anche se alcuni seggi sono passati da un partito all’altro. Per ora, i seggi assegnati sono 178 ai democratici e 170 ai repubblicani, ma lo spoglio per i seggi non ancora assegnati non dovrebbe modificare l’equilibrio vigente prima del voto. Per il Senato, la corsa è ancora indeterminata. I democratici hanno per ora 46 seggi, i repubblicani 47, con 7 seggi ancora da assegnare.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è rimbalzato ampiamente questa notte quando, dopo la chiusura delle votazioni per le Presidenziali, i primi risultati hanno evidenziato che è testa a testa tra Biden e Trump.
Ieri, mentre le votazioni erano in corso, il biglietto verde aveva corretto al prevalere sul mercato dell’idea di una netta vittoria di Biden, e associate aspettative di uno stimolo fiscale molto ampio che aveva visto scendere i rendimenti, sia nominali sia reali.
La contestuale salita delle borse USA e calo della risk aversion avevano anche favorito una generalizzata reazione “risk-on”, a svantaggio del biglietto verde.
La situazione si è capovolta nel corso della notte quando, durante il conteggio dei voti, pur a fronte di un vantaggio a livello “aggregato” di Biden, Trump è invece risultato in testa in alcuni stati chiave (in Florida, stato cruciale, ha vinto, in altri è in testa ma i risultati non sono ancora definitivi) che potrebbero rivelarsi determinanti per il risultato finale.
Il dollaro ha così più che recuperato il calo di ieri, sia per il ridimensionarsi della probabilità attesa di una vittoria (netta) di Biden sia perché i risultati attualmente disponibili rendono effettivamente incerto l’esito del voto.
Al momento, è testa a testa tra Democratici e Repubblicani anche per il controllo del Senato (rischio di Congresso diviso).
Il rafforzamento del dollaro è stato generalizzato. È stato infatti registrato anche nei confronti delle valute safe haven (yen e franco svizzero), nonché rispetto a yuan cinese e peso messicano (per via delle ricadute negative sulle rispettive economie delle politiche commerciali di Trump).
In mattinata, il biglietto verde sta leggermente ritracciando al ribasso, un movimento che sembra avere perlopiù valenza tecnica. Eventuali indicazioni direzionali più chiare potrebbero aversi oggi in riapertura dei mercati USA.
Nell’immediato (uno/due giorni poco più), ovvero fintantoché vi è incertezza “reale” sull’effettivo vincitore – ovvero incertezza perché il conteggio dei voti in zone chiave non è ancora terminato – il dollaro dovrebbe mantenere, almeno in parte, il vantaggio ripreso questa notte in una reazione di risk-off, contrapposta al movimento risk-on di ieri.
In un secondo tempo (giorni/settimane successivi), qualora l’eventuale incertezza dovesse invece derivare da possibili contestazioni del risultato elettorale, la dinamica del biglietto verde potrebbe risultare più contrastata.
L’ipotesi centrale è che se dovesse prevalere un clima di generalizzata risk aversion il dollaro potrebbe beneficiarne nel suo ruolo di safe haven. Il rilievo che tuttavia si può fare a questo tipo di ipotesi è che, trattandosi di un’incertezza “localizzata”, che riguarda gli Stati Uniti, e non il quadro globale, ne verrebbe invece penalizzata la valuta statunitense.
In ogni caso, al di là della possibile turbolenza/volatilità di questa fase di passaggio, i temi dovrebbero tornare a essere quelli di carattere più fondamentale, in particolare le prospettive di crescita, sia alla luce dell’evoluzione della pandemia, sia alla luce delle risposte di politica fiscale (approvazione o meno del lungamente atteso pacchetto di stimolo) per contrastarne le ricadute negative sulla crescita.
Al momento, mentre scriviamo, Biden ha 238 delegati e raccoglie il 50,0% dei voti, Trump ha 213 delegati e il 48,4% dei voti.

EURL’euro si sta muovendo a traino del dollaro in funzione degli sviluppi elettorali USA. Ieri era salito da 1,1632 a 1,1739 EUR/USD, questa notte ha corretto ampiamente toccando un minimo a 1,1602 EUR/USD e in mattinata sta ritracciando al rialzo (range 1,1660-1,1690 circa).
Almeno tra oggi e domani il driver resteranno gli sviluppi elettorali USA.
Nel complesso comunque anche in caso di eventuale indebolimento del dollaro l’upside della moneta unica dovrebbe restare limitato a causa dei rischi verso il basso che gravano sulla crescita dell’area soprattutto nel trimestre corrente a causa dell’evoluzione della pandemia.

GBPAnche la sterlina sta seguendo i trend comuni tracciati dagli sviluppi elettorali USA. Ieri è salita sia contro dollaro da 1,29 a 1,30 GBP/USD sia contro euro da 0,90 a 0,89 EUR/GBP, mentre oggi è in calo in entrambi i casi in riavvicinamento ai livelli di partenza di ieri.
Il tema USA resterà centrale nel brevissimo termine anche per la valuta britannica, ma almeno per domani questa risentirà anche dell’esito della riunione BoE, dalla quale si attende un incremento del QE, che dovrebbe contribuire a indebolire la sterlina.

JPYAnche lo yen si muove a traino del dollaro in funzione degli sviluppi elettorali USA.
Ieri si era rafforzato contro dollaro, seppure di poco, mantenendosi in area 104 USD/JPY, questa notte ha corretto riportandosi temporaneamente in area 105 USD/JPY e in mattinata sta ritracciando leggermente yen (rientrato in area 104 USD/JPY).
Contro euro la tendenza di fondo tra ieri e oggi è perlopiù al ribasso, da 121 a 122 EUR/JPY.
Il mantenimento del ruolo di safe haven potrebbe ancora contribuire a comprimere l’ampiezza dei movimenti dello yen rispetto al biglietto verde.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Il dato finale del PMI servizi potrebbe mostrare una revisione al ribasso di mezzo punto rispetto alla lettura preliminare, a 45,7 (in calo da 48,0 di settembre).
La flessione riguarderebbe in modo particolare i nuovi affari, ma sono attese in calo anche le aspettative.
Lo spaccato per Paese dovrebbe evidenziare una correzione di sette decimi dell’indice francese (a 45,8 da 46,5 della stima flash) mentre quello tedesco dovrebbe essere rivisto al ribasso solamente di tre decimi rispetto al dato preliminare (a 48,6 da 48,9).
La prima lettura del PMI servizi per l’Italia è vista evidenziare una flessione a 47,5 da 48,8 di settembre.
Il PMI composito per l’area euro è atteso circa in linea con la stima flash a 49,3, dopo la revisione al rialzo sul manifatturiero.

STATI UNITI
– La bilancia commerciale di settembre dovrebbe registrare un ridimensionamento del deficit, a -63,3 mld da -67,1 mld di agosto, con una crescita solida attesa per l’export e un moderato rallentamento della dinamica delle importazioni. Il contributo del canale estero alla crescita del 3° trimestre dovrebbe rimanere comunque ampiamente negativo.
– L’ISM non manifatturiero a ottobre è atteso in calo a 57,4 (da 57,8 di settembre).
Le indagini preliminari del mese hanno mostrato ripresa nel settore a ritmi crescenti dall’estate, tuttavia l’accelerazione della crescita dei contagi a livello nazionale punta a un ritracciamento proprio nel settore dei servizi nei prossimi mesi e l’ISM potrebbe iniziare a catturare il fenomeno, probabilmente più marcato nella seconda metà di ottobre.