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4 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il tasso di disoccupazione ha sorpreso al ribasso a marzo, con un calo a 7,8% dopo che la lettura del mese precedente è stata rivista al ribasso a 7,9% (da 8%).
Se si escludono i mesi del primo lockdown nel 2020, è un minimo dal 2009.
Si registra una crescita degli occupati di 22 mila unità, concentrata tra i dipendenti e tra i 35-49enni, a fronte di un tasso di attività invariato.

GERMANIA – Poco fa i dati sul commercio estero di marzo hanno mostrato una flessione sia per l’import (-6,4% m/m) che, in minor misura, per l’export (-5,2% m/m): l’avanzo commerciale destagionalizzato è salito a 16,7 miliardi dai 16 miliardi di febbraio.

AREA EURO – Ieri il tasso di disoccupazione ha registrato un nuovo minimo storico a marzo, calando al 6,5% dal 6,6% di febbraio.
Nel mese le persone in cerca di occupazione sono diminuite di 121 mila unità (di cui 14 mila under 25), la flessione più ampia dallo scorso ottobre.
Il mercato del lavoro non mostra segnali di inversione, anzi le indagini PMI hanno evidenziato una riaccelerazione delle intenzioni di assunzione ad aprile (soprattutto nei servizi), e le indicazioni sugli occupati dalle survey della Commissione sono rimaste espansive.

STATI UNITI
 – Ieri, l’indice ISM dei servizi è salito a 51,9 ad aprile, da 51,2 di marzo, segnalando espansione per il quarto mese consecutivo.
Gli indici di attività e di occupazione sono calati a 52, da 55,4, e a 50,8 da 51,3, rispettivamente, ma gli ordini sono aumentati a 56,1 da 52,2.
La componente prezzi è poco variata a 59,6 da 59,5.
Le imprese riportano miglioramento nella logistica e segnalano prospettive generalmente favorevoli, pur in presenza di preoccupazioni per l’inflazione e per la possibilità di un rallentamento della crescita.
I dati sono coerenti con un’espansione moderata della domanda e dell’occupazione.
– La stima ADP degli occupati non agricoli privati ad aprile ha registrato una variazione di 296 mila, spinta ancora una volta dai servizi per ricreazione e ospitalità (154 mila), istruzione e sanità (69 mila).
Anche le costruzioni e l’estrattivo hanno creato nuovi posti, mentre il manifatturiero, la finanza e i servizi alle imprese riportano contrazioni.
I dati mettono rischi verso l’alto per le previsioni dei nonfarm payrolls di aprile in uscita domani, ma il quadro generale del mercato del lavoro appare in linea con un rallentamento in atto.

CINA – Il PMI manifatturiero rilevato da Caixin è sceso da 50 in marzo a 49,5 in aprile, rispetto ad attese di stabilità (Consenso Bloomberg: 50).
La flessione è spiegata soprattutto dal calo degli ordini totali, tornati in zona di contrazione (a 49,3 in aprile da 50,6 in marzo), e delle componenti dei prezzi.
Queste ultime hanno evidenziato una flessione più marcata per i prezzi di vendita rispetto a quelli di acquisto.
Le imprese hanno però segnalato una espansione modesta per le commesse dall’estero (a 50,1 in aprile da 49 in marzo) e più sostenuta per gli ordini inevasi, e un minor ritmo di espansione della produzione.
Sono rimaste in moderata contrazione le scorte di prodotti finiti e di materie prime, anche se a un ritmo lievemente inferiore al mese precedente.
Continua a contrarsi l’occupazione.

 

COMMENTI:                                  

BCE – Oggi ci attendiamo che il Consiglio Direttivo della BCE alzi i tassi ufficiali di 25pb, portando il tasso sui depositi al 3,25% e il tasso refi al 3,75%.
Le misure di stress finanziario sono tornate ai livelli precedenti le crisi bancarie americane, mentre i dati mostrano resilienza dell’attività economica e vischiosità dell’inflazione sottostante; di contro, c’è crescente evidenza di rallentamento del credito.
Riteniamo che continuerà a non essere fornito un indirizzo preventivo sui tassi ufficiali, confermando che le decisioni saranno prese riunione per riunione sulla base dell’evoluzione dei dati.
Infine, la BCE dovrebbe comunicare un obiettivo per la riduzione del portafoglio APP nel terzo trimestre: ci aspettiamo che la riduzione sia accelerata a €20-25 miliardi mensili medi, che equivale a un sostanziale fermo dei reinvestimenti.

STATI UNITI – La riunione del FOMC si è conclusa con un voto unanime a favore di un rialzo di 25 pb, che ha portato il tasso sui fed funds a 5,25%, e con l’abolizione della forward guidance.
Da ora in poi, il FOMC seguirà un “approccio dipendente dai dati”, e le decisioni verranno prese “riunione per riunione”.
L’informazione veramente rilevante emersa ieri è la modifica del comunicato: la Fed non si aspetta più altri rialzi, come affermava fino a marzo, ma segnala che monitorerà gli sviluppi economici e finanziari e gli effetti della restrizione monetaria e creditizia per valutare la necessità di eventuali ulteriori interventi.
Come ha detto Powell, questo è un “cambiamento significativo”.
Il Comitato ha discusso una pausa, ma non per questa riunione.
Tuttavia, Powell ha anche detto che ci si sta avvicinando alla fine dei rialzi, e “forse ci siamo già”.
Powell ha notato che la politica monetaria è restrittiva ora, con il tasso reale intorno al 2%, anche se ha aggiunto che la Fed è disposta a fare di più, se necessario.
Powell ha cercato di segnalare che le decisioni verranno prese in modo più “forwardlooking”, senza però chiarire in modo esplicito quali sono le informazioni che porterebbero il FOMC ad attuare una pausa a giugno e quali invece spingerebbero un nuovo rialzo.
Powell, pur non volendo definire quali informazioni spingerebbero in una direzione o nell’altra, ha sottolineato che in questa fase è cruciale la restrizione monetaria cumulata, unita a quella del credito.
I dati non saranno più gli elementi principali per la determinazione della politica monetaria.
In conclusione, lo scenario centrale emerso dalla riunione è che il livello dei tassi attuale sia considerato dal consenso del Comitato “sufficientemente restrittivo” e coerente con la prospettiva di una pausa prolungata.
La nostra previsione è in linea con l’aspettativa di tassi fermi nei prossimi trimestri e di svolta a inizio 2024, con rischi di un anticipo dei tagli a fine anno in caso di recessione meno mite delle attese.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è indebolito sull’esito del FOMC, che ha visto la Fed alzare i tassi di 25 pb, come atteso, a 5,00-5,25%, rimuovendo l’indicazione che potrebbe essere necessaria ulteriore restrizione monetaria.
Il ciclo di rialzi dei tassi dovrebbe quindi essersi chiuso, anche se la Fed deciderà di riunione in riunione in base all’evoluzione del quadro macro-finanziario complessivo.
Per il dollaro dovrebbe dunque aprirsi una nuova fase di debolezza, ma non necessariamente già nell’immediato.
Se dai dati e dagli sviluppi sul fronte bancario non emergeranno indicazioni così negative da spingere la Fed a invertire la rotta di policy avviando il ciclo di tagli dei tassi già verso fine anno il dollaro potrebbe mostrare una dinamica di tipo più laterale nel breve.
In questi giorni saranno da seguire anche le notizie sul versante bancario, dopo i rinnovati segnali di difficoltà che stanno emergendo per alcune banche regionali USA, tra cui Pacwest Bancorp.
L’aumento della risk aversion che ne deriva può offrire ancora sostegno al dollaro, ma probabilmente solo come effetto temporaneo.

EURSull’arretramento del dollaro l’euro si è rafforzato salendo fino a 1,1091 EUR/USD, a un soffio dai massimi recenti.
Oggi importante sarà l’esito della riunione BCE, che dovrebbe alzare i tassi, ma questa volta di soli 25 pb portando il tasso refi a 3,75%, probabilmente senza fornire indicazioni chiare sull’entità dell’ulteriore restrizione da attendersi nei prossimi mesi.
L’euro dovrebbe beneficiare del disallineamento tra i sentieri di policy di BCE, che alzerà ancora i tassi nei prossimi mesi, e Fed, che dovrebbe invece aver chiuso il ciclo di rialzi.
Tuttavia, la possibilità che gli ulteriori rialzi complessivi siano leggermente inferiori a quanto atteso soprattutto per gli effetti restrittivi sul credito che si stanno osservando dopo gli episodi di crisi bancaria di marzo, dovrebbe contribuire a contenere l’upside del cambio.

GBPAnche la sterlina si è rafforzata sull’esito del FOMC sia contro dollaro da 1,24 a 1,25 GBP/USD, dove sta aggiornando i massimi recenti questa mattina, sia contro euro da 0,88 a 0,87 EUR/GBP.
La valuta britannica resta supportata da attese di mercato che la BoE possa continuare ad alzare i tassi nei prossimi mesi più di quanto atteso in precedenza, in particolare tanto quanto la BCE.
In realtà sull’effettivo sentiero di policy BoE rimane elevata incertezza, ma dovrebbe risolversi tra una settimana quando, giovedì prossimo, si terrà la riunione BoE che pubblicherà anche le nuove previsioni di crescita e inflazione.
In questi giorni la sterlina dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi in attesa di indicazioni più significative dalla riunione BoE.

JPYAnche lo yen si è rafforzato sull’esito del FOMC, beneficiando anche dell’aumento della risk aversion sui nuovi segnali di criticità del settore bancario USA, salendo da 136 a 134 USD/JPY contro dollaro e da 150 a 148 EUR/JPY contro euro.
La tendenza di fondo dello yen dovrebbe confermarsi al rialzo sul calo atteso dei rendimenti a lunga USA in chiusura del ciclo di rialzi Fed, ma nel breve potrebbe attraversare una fase laterale prima di riprendere a rafforzarsi anche per via della posizione della BoJ che per ora intende mantenere l’assetto di policy massimamente espansivo.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi è in calendario la lettura definitiva degli indici PMI servizi di aprile, dopo che le stime preliminare avevano sorpreso nettamente al rialzo, evidenziando una robusta accelerazione dell’attività nel settore.
Limature degli indicatori, soprattutto in Francia dove il settore è stato colpito da scioperi e proteste per la riforma delle pensioni, non sono da escludere, ma nel complesso gli indici dovrebbero mantenersi su livelli espansivi.
In Italia la ripresa nei servizi è attesa restare vigorosa, come suggerito dalle indagini Istat: prevediamo un rialzo a 55,9 da 55,7 di marzo.
– Il PPI è atteso in calo per il secondo mese a marzo, stimiamo di -1,5% m/m (6% a/a), spinto al ribasso ancora una volta dall’energia; anche i prezzi dei beni intermedi sono attesi correggere, ma solo modestamente, mentre dovrebbero crescere ancora i prezzi di beni strumentali e di consumo.
I cali dei listini all’ingrosso delle materie prime dovrebbero presto iniziare a trasmettersi anche sugli altri comparti, con una tendenza annua dei prezzi alla produzione attesa accelerare al ribasso nei prossimi mesi.

STATI UNITI – Oggi negli la bilancia commerciale di marzo dovrebbe registrare un deficit in chiusura a -64 mld da -70,5 mld di febbraio.
La bilancia preliminare dei beni ha mostrato un calo delle importazioni di -1% m/m e un aumento delle esportazioni di 2,9% m/m.