Seguci su twitter

Categorie

4 Maggio 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Ieri il PPI è cresciuto di ben 5,3% m/m a marzo, in accelerazione da 1,1% precedente: è il rialzo mensile più ampio mai registrato, che ha spinto l’inflazione dei prezzi alla produzione ad un record di 36,8% a/a (da 31,5% precedente).
Nei prossimi mesi vediamo un graduale ridimensionamento della crescita dei costi ma le pressioni a monte della filiera produttiva dovrebbero comunque confermarsi robuste.
– Il tasso di disoccupazione è calato al 6,8% a marzo dopo che il dato di febbraio è stato rivisto verso l’alto di un decimo al 6,9%.
I dati di marzo probabilmente non riflettono ancora l’impatto del conflitto in Ucraina, ma le indagini congiunturali sembrano confermare una buona tenuta del mercato del lavoro.
Non possiamo escludere dei riflessi nei prossimi mesi ma riteniamo che l’impatto risulterà complessivamente modesto.

GERMANIA
– Questa mattina i dati destagionalizzati e corretti per gli effetti del calendario sul commercio internazionale di marzo hanno evidenziato un calo delle esportazioni (-3,3% m/m) ed una crescita delle importazioni (+3,4% m/m).
Il saldo commerciale è risultato pari a 3,2 mld (in termini destagionalizzati) in marzo, da 11,1 mld a febbraio.
– Ad aprile il tasso dei senza lavoro è rimasto stabile al 5%.

STATI UNITI – Ieri, la Job Openings and Labor Turnover Survey ha dato un’ulteriore conferma del boom della domanda di lavoro, con posizioni vacanti in rialzo a 11,5 mln e dimissioni volontarie a 4,5 mln, entrambi record per le rispettive serie, e incrementi diffusi alla maggior parte dei settori.
Il rapporto posizioni vacanti/disoccupati tocca così 1,9, e segnala un nuovo aumento dell’eccesso di domanda e della difficoltà delle imprese a reperire e trattenere manodopera, nonostante il trend verso l’alto di salari e benefit.

 

COMMENTI:

BCE – Un nuovo segnale a favore di un possibile rialzo dei tassi BCE a luglio è stato lanciato da Isabel Schnabel in un’intervista a Handelsblatt.
Secondo Schnabel, la BCE sarà nelle condizioni di sospendere gli acquisti netti APP già a fine giugno e “un rialzo dei tassi a luglio è possibile.
Riguardo alla velocità e all’estensione dei rialzi, Schnabel ha detto che il consiglio non ha ancora discusso la questione di dove si collochi il livello di neutralità dei tassi ufficiali.
Nulla di nuovo riguardo agli strumenti che la BCE può dispiegare per contrastare un’eventuale frammentazione del mercato: la prima linea di difesa in caso di “movimenti non giustificati dai fondamentali” è costituita dai reinvestimenti PEPP; la seconda, da strumenti ad hoc che saranno disegnati in base alle necessità specifiche

STATI UNITI – La riunione del FOMC dovrebbe imprimere alla politica monetaria una netta accelerazione in direzione hawkish, dopo la svolta tiepida a marzo.
Il Comitato dovrebbe alzare i tassi di 50pb e annunciare un programma di rapida riduzione del bilancio, con l’obiettivo esplicito di portare “speditamente” i tassi verso la neutralità.
Per quanto riguarda il bilancio, i verbali di marzo avevano indicato che a regime i limiti al riacquisto di titoli dovrebbero essere pari a un totale di 95 mld di dollari (60 mld di Treasury e 35 mld di MBS).
L’inizio del programma dovrebbe avvenire con limiti inizialmente modesti, in rialzo relativamente rapido (circa tre mesi) verso il livello obiettivo.
È possibile che già per le settimane successive alla riunione di maggio venga annunciata una sequenza di limiti, inizialmente pari a circa 20 mld per i Treasury e 10 mld per MBS a maggio, in aumento successivamente a 60 mld e 35 mld nei mesi successivi.
La riduzione del bilancio nel 2022 dovrebbe essere pari a circa 650 mld di dollari, prevalentemente accompagnata, dal lato del passivo, da una correzione delle riserve.
La conferenza stampa di Powell sarà dedicata a suggellare la svolta verso un modello di Fed “à-la-Volcker”, che implica una determinazione assoluta a perseguire il controllo dell’inflazione a qualsiasi costo.
Il sentiero dei tassi a nostro avviso dovrebbe arrivare in area neutrale, al 2,5%, in autunno, con la possibilità di entrata in territorio restrittivo già entro fine 2022 e un punto di arrivo intorno al 3,5% nel 2023.
I rischi sono verso l’alto sia per il 2022, sia per il 2023, con un possibile punto di arrivo per i Fed Funds oltre il 4%.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo la risalita di lunedì il dollaro ha leggermente ritracciato ieri, in linea con un leggero rientro della risk aversion ma soprattutto in attesa del FOMC di questa sera, ed è pressoché stabile oggi.
Le attese sono per un rialzo di 50 pb questa sera con indicazioni di prosecuzione dell’aggiustamento monetario a ritmi serrati e avvio a breve anche della riduzione del bilancio.
Poiché il mercato sconta pienamente altri due rialzi di 50 pb a giugno e luglio per un totale di 250 pb di rialzi entro fine anno, un sentiero già molto robusto, l’effetto positivo sul dollaro potrebbe essere modesto e/o di breve durata, a meno che la Fed non dia indicazioni di un sentiero ancora più poderoso, nel qual caso il biglietto verde dovrebbe rafforzarsi ulteriormente.

EUR – Dopo il calo di lunedì l’euro si è sostanzialmente stabilizzato muovendosi ieri nel range 1,0490-1,0577 EUR/USD e ritrovandosi oggi poco sopra 1,0500 EUR/USD.
L’incertezza sul fronte del conflitto nel momento in cui la Fed si accinge ad annunciare una robusta restrizione rende il cambio vulnerabile a questi livelli.
Se quindi il mercato in seguito al FOMC rivedrà ulteriormente verso l’alto il sentiero di rialzi Fed l’euro arretrerebbe verso i minimi recenti in area 1,04 e potrebbe romperli (target ribassisti centrali in area 1,03 EUR/USD).
In caso contrario la discesa recente potrebbe almeno per ora interrompersi, ferma restando la vulnerabilità agli sviluppi sul fronte russo-ucraino.
Maggiore importanza andranno assumendo post-FOMC i segnali dal lato BCE.
Nel frattempo, anche Schnabel ha aperto a un primo rialzo dei tassi a luglio, per cui se si ampliasse il consenso in tale direzione l’euro ne trarrebbe beneficio rafforzandosi gradualmente.

GBPAnche la sterlina si è stabilizzata contro dollaro a 1,24-1,25 GBP/USD dopo il calo di lunedì in attesa sia del FOMC di stasera sia della riunione BoE di domani, restando in range contro euro a 0,83-0,84 EUR/GBP.
Se l’esito del FOMC farà rafforzare nell’immediato il dollaro, la sterlina arretrerebbe verso i minimi recenti in area 1,24 GBP/USD o aggiornandoli (downside a 1,23-1,22 GBP/USD).
In caso contrario potrebbe stabilizzarsi o recuperare leggermente.
I giochi comunque si riapriranno domani con la riunione BoE, con rischi verso il basso per la valuta britannica in prospettiva di un sentiero di rialzi BoE più blando rispetto alla Fed.

JPY – Anche lo yen si è stabilizzato, sulla stabilizzazione dei rendimenti a lunga USA in attesa del FOMC, sia contro dollaro a 129-130 USD/JPY sia contro euro a 136-137 EUR/JPY.
Se tali rendimenti saliranno verso nuovi massimi già subito dopo FOMC, lo yen potrà subito tornare a indebolirsi contro dollaro verso i minimi recenti o aggiornandoli.
Contro euro il calo potrebbe essere leggermente posticipato per via del contestuale possibile calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Il PMI servizi è visto salire a 54 da 52,1 di marzo, sostenuto dal recupero post-pandemico dell’attività.

AREA EURO
 – Oggi prevediamo un calo delle vendite al dettaglio di -0,5% m/m a marzo, sulla scia dei rincari dei prezzi, della maggiore incertezza e dello spostamento di parte della domanda dai beni verso i servizi.
– In calendario anche le stime finali dei PMI dei servizi di aprile.

STATI UNITI
 – Oggi il focus sarà sulla conclusione della riunione del FOMC.
Fra i dati in uscita, la stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati di aprile è prevista dal consenso a 395 mila.
– L’ISM dei servizi di aprile è atteso a 58,6, da 58,3 di marzo.
Le prime indagini del settore ad aprile hanno dato risultati misti, ma hanno segnalato omogeneamente espansione solida, nonostante le difficoltà a reperire manodopera e i persistenti rialzi dei costi.