Seguci su twitter

Categorie

04 Febbraio 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Il dato finale del PMI manifatturiero ha registrato 47,9, valore leggermente più alto della stima flash di 47,8 e in rialzo rispetto al dato di dicembre di 46,3. L’indice rimane per il dodicesimo mese in territorio recessivo, pur mostrando il risultato più alto da aprile 2019. La produzione manifatturiera, i nuovi ordini e l’export hanno segnato un miglioramento rispetto al mese precedente, con l’ultima componente vicina alla soglia di invarianza.
Lo spaccato per Paese indica che l’indice PMI di gennaio è aumentato rispetto al mese precedente in tutte le otto nazioni coperte dall’indagine. Il dato lascia ben sperare per il futuro, sulla scia della schiarita sul fronte del commercio internazionale.

STATI UNITI
La spesa in costruzioni a dicembre registra una correzione di -0,2% m/m (primo dato negativo da giugno), contro attese di +0,3% m/m, sulla scia di una flessione nel comparto non residenziale, sia pubblico sia privato. La spesa privata è in calo di -0,1% m/m, con +1,4% m/m nel segmento residenziale e -1,8% m/m in quello no residenziale. La spesa pubblica registra una variazione di -0,4% m/m. Il dato di dicembre è debole, ma i mesi precedenti registrano variazioni verso l’alto, senza indicazioni di peggioramento rispetto alla stima degli investimenti vista con i dati del PIL del 4° trimestre.
– L’ISM manifatturiero a gennaio sorprende verso l’alto, salendo a 50,9 da 47,8 (rivisto da 47,2). Lo spaccato dell’indagine è positivo, con gli indici produzione, nuovi ordini e ordini dall’estero al di sopra di 50 (54,3, 52 e 53,3, rispettivamente), dopo cinque mesi consecutivi in territorio recessivo. Gli occupati restano invece deboli, a 46,6 da 45,2 di dicembre. La diffusione della crescita resta limitata, con solo 8 settori su 18 in espansione. Nei mesi scorsi, l’ISM aveva dato segnali più negativi delle altre indagini e di alcuni indicatori di attività reale (ordini, per esempio). Anche se il ritorno dell’ISM sopra 50 è incoraggiante, non implica una probabile accelerazione della crescita del settore. Le prospettive per i dati reali del manifatturiero nel 1° trimestre restano deboli, con l’arrivo degli effetti dei due shock (transitori) di inizio anno: il novel coronavirus e il blocco della produzione del 737 MAX di Boeing. Pertanto, è probabile che nei prossimi mesi il settore torni a indebolirsi rispetto a quanto segnalato dalle indagini a gennaio.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – La votazione in Iowa, primo voto per la selezione del candidato democratico alle elezioni presidenziali di novembre, è ancora in atto e, al momento in cui scriviamo, non sono ancora stati diffusi i risultati definitivi del primo round del voto. In base alle regole dell’Iowa, gli elettori che hanno votato per candidati che non raggiungono il 15% possono ridirigere la loro preferenza a candidati “validi” (cioè con più del 15% dei voti).
Pertanto, il processo di allocazione dei delegati durerà ancora a lungo. I risultati parziali diffusi finora, riguardanti solo l’1,9% del totale, mostrano Sanders al 27,7%, Warren al 25,1%, Buttigieg al 23,8%, Klobuchar all’11,8% e Biden all’11,1%.
Le informazioni sono per ora non attendibili come indicazione definitiva, vista la mancanza di informazioni sulla maggioranza dei seggi e la necessità di attendere la riallocazione delle preferenze nel secondo round di voto.

STATI UNITIBostic (Atlanta Fed) ha sottolineato che la disoccupazione e l’inflazione sono vicini agli obiettivi della Fed e per questo probabilmente i tassi resteranno sui livelli attuali “per ora”.
Bostic ha rilevato che la misura di inflazione scelta dal FOMC come obiettivo si mantiene al di sotto del 2%, ma tutte le altre misure di inflazione sono intorno al 2%. Secondo Bostic le operazioni di rifinanziamento saranno gradualmente ridotte, mentre il bilancio si manterrà su un trend di graduale aumento.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana al rialzo recuperando quasi integralmente il calo di venerdì, favorito sia da un ridimensionamento delle preoccupazioni per le ricadute economiche del coronavirus dopo che la banca centrale cinese ha, allo scopo, tagliato i tassi e iniettato liquidità sui mercati sia dall’ISM manifatturiero, che è migliorato più del previsto riportandosi sopra quota 50. Oggi, in assenza di dati rilevanti (a parte la stima finale degli ordini di beni durevoli) il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, in attesa di altri dati importanti domani (ISM non-manifatturiero) e venerdì (employment report).

EUR – Sul recupero del dollaro e in assenza di spunti di forza propria l’euro ha aperto la settimana al ribasso, erodendo quasi del tutto i guadagni di venerdì. La stima finale del PMI manifatturiero dell’area ha mostrato una marginale revisione al rialzo, restando però sotto quota 50. Il cambio si è mantenuto comunque in area 1,10 EUR/USD, dove dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, a meno di delusioni o sorprese eclatanti dai dati USA dei prossimi giorni.

GBP – La sterlina ha aperto la settimana con un’ampia correzione da 1,32 a 1,29 GBP/USD contro dollaro e da 0,83 a 0,85 EUR/GBP contro euro, erodendo così del tutto la salita post-riunione BoE.
A penalizzare la valuta britannica è stata la linea dura annunciata da Johnson sui negoziati con l’UE, che partiranno in marzo. Johnson ha infatti ribadito che il Regno Unito non intende accettare l’allineamento agli standard UE e che l’opzione preferita al momento è quella di un accordo analogo a quello che ha il Canada con l’UE. Nel breve l’incertezza sui negoziati con l’UE rimarrà un fattore di debolezza per la sterlina. Sul fronte dati ieri la stima finale del PMI manifatturiero ha mostrato una lieve revisione al rialzo da 49,8 a 50,0.

JPY – Sul ridimensionarsi delle preoccupazioni per le ricadute economiche del coronavirus e sui buoni dati USA lo yen ha aperto la settimana al ribasso contro dollaro, mantenendosi comunque in area 108 USD/JPY. Contro euro si è mantenuto in range (119-120 EUR/JPY). Se la risk aversion si stabilizza anche il cambio dovrebbe stabilizzarsi sui livelli correnti.

 

PREVISIONI:

ITALIA – L’inflazione è attesa in calo di un decimo nel primo mese del 2020, a 0,4% da 0,5% precedente su entrambi gli indici. Nel mese, i prezzi sono visti stabili sul NIC e in calo di -1,8% m/m sull’IPCA (che tiene conto dei saldi invernali). Una spinta al ribasso verrà dal calo delle tariffe sull’elettricità, mentre rincari di natura stagionale dovrebbero riguardare gli alimentari. L’inflazione di fondo è attesa stabile a 0,6%. Vediamo un’inflazione poco variata rispetto ai livelli correnti per almeno tutta la prima metà del 2020.