Seguci su twitter

Categorie

04 Dicembre 2019 – nota economica giornaliera

AREA EURO – I prezzi alla produzione sono saliti di un decimo a novembre, come già ad ottobre. Su base annua, il PPI è comunque calato ulteriormente, a -1,9% da -1,2% precedente. Il dato è circa in linea con le attese. Al netto dell’energia, i prezzi sono scesi di un decimo nel mese (non si registra un aumento dallo scorso maggio), spinti al ribasso dai beni intermedi. I Paesi che fanno segnare la più ampia volatilità su base congiunturale sono il Belgio (+2,3% m/m) e, all’estremo opposto, la Grecia (-2% m/m). Sull’anno, il dato al netto dell’energia mostra un moderato rialzo (+0,3%), con beni intermedi anche in questo caso in calo. Il Paese che registra la più ampia contrazione dei prezzi alla produzione (sul mercato domestico) su base annua è l’Italia (-4%). Il dato conferma che non vi sono pressioni inflazionistiche a monte della catena produttiva.

GIAPPONE – Il PMI dei servizi a novembre (finale) tocca 50,3, da 49,7 di ottobre, con un segnale di rimbalzo contenuto dell’attività. Il PMI composito aumenta a 49,8 da 49,1 di ottobre, restando ancora in territorio modestamente recessivo. Per contrastare la debolezza della crescita nel 4° trimestre, dovuta agli effetti di un tifone e al rialzo dell’imposta sui consumi, il governo sta predisponendo un budget supplementare che dovrebbe essere votato a inizio 2020.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin Markit è balzato da 51,1 in ottobre (il minimo da marzo) a 53,5 in novembre, ben oltre le aspettative (Consenso Bloomberg 51,2), soprattutto grazie all’aumento della componente della produzione, delle aspettative e dei nuovi ordini. La dinamica è stata in linea con quella del PMI dei servizi pubblicato dal NBS, prefigurando una buona tenuta del settore anche nel 4° trimestre.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Le tensioni sui dazi sono ancora in rialzo, dopo le dichiarazioni di Trump secondo cui non c’è nessuna scadenza per il raggiungimento di un accordo sulla fase 1 dei negoziati con la Cina, e anzi potrebbe essere positivo rimandarlo a dopo le elezioni presidenziali del 2020. Due giorni fa il segretario del commercio Ross aveva invece detto che il 15 dicembre era una “scadenza logica”, essendo la data in cui è previsto il prossimo rialzo dei dazi, e ha aggiunto ieri che, in assenza di “progressi significativi”, le misure annunciate entrerebbero in vigore. Ross ha detto che i negoziati proseguono ma non ci sono in agenda incontri previsti fra i leader delle trattative.
Intanto, la Camera ha approvato quasi all’unanimità un disegno di legge che condanna gli abusi attuati dalle autorità cinesi nei confronti degli Uiguri e richiede al presidente di imporre sanzioni nei confronti di un membro del politburo. Il Senato non ha ancora votato e non si sa se il presidente firmerà la legge.
La Cina, che finora aveva mantenuto una separazione fra temi politici e temi commerciali, sta definendo una lista di “enti inaffidabili” che potrebbe essere rilasciata in tempi brevi, e includere società americane che subirebbero sanzioni.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro è sceso ulteriormente dopo che Trump ha dichiarato di non escludere che un accordo commerciale con la Cina possa essere concluso dopo le elezioni presidenziali di novembre 2020 invece di quest’anno. Il segretario al commercio USA ha inoltre aggiunto che gli aumenti dei dazi programmati per il 15 dicembre saranno confermati a meno di progressi significativi nei negoziati. Oggi, a una settimana dal prossimo FOMC, l’attenzione torna anche sui dati, nuovi occupati ADP e ISM non-manifatturiero, attesi positivi. A meno di delusioni e/o di notizie negative sul fronte USA-Cina il calo del biglietto verde potrebbe fare una pausa, in attesa del prossimo appuntamento importante, employment report, di venerdì.

EUR – L’euro ha consolidato sull’indebolimento del dollaro toccando un massimo a 1,1093 EUR/USD. Questa mattina vengono pubblicati i PMI finali – servizi e composito – dell’area, ma a meno di revisioni eclatanti, il cambio potrebbe reagire maggiormente ai dati USA e agli sviluppi USA-Cina. La fascia di resistenze da monitorare rimane 1,1070-1,1170 EUR/USD.

GBP – La sterlina ha rivisto massimi di un mese e mezzo fa contro dollaro in area 1,30 GBP/USD approfondendo la salita contro euro in area 0,85 EUR/GBP grazie a un nuovo sondaggio (Kantar) che ha registrato un leggero aumento del vantaggio (da 11% a 12%) dei Conservatori (da 43% a 44%) sul Labour (stabili a 32%) e al generale indebolimento del dollaro. Stamani esce il PMI servizi finale, ma a meno di revisioni eclatanti, il driver rimangono i sondaggi elettorali.

JPY – Lo yen si è rafforzato sia contro dollaro da 109 a 108 USD/JPY sia contro euro, rispetto al quale è però rimasto in area 120 EUR/JPY, per il nuovo aumento della risk aversion sulle nuove incertezze USA-Cina. Dati statunitensi e sviluppi USA-Cina saranno i driver di oggi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Il dato finale del PMI dei servizi dovrebbe essere confermato in calo a 51,5 a novembre (da 52,2 di ottobre), livello ancora coerente con un’espansione dell’attività nel comparto. Per effetto della revisione al rialzo dell’indice manifatturiero, il PMI composito dovrebbe essere rivisto al rialzo a 50,4 da 50,3 della stima preliminare, risultando in calo solo lieve rispetto al 50,6 di ottobre.

ITALIA – La prima stima del PMI servizi potrebbe evidenziare un lieve rallentamento a 52 da 52,2 precedente. Il dato di ottobre rappresentava un massimo dallo scorso marzo. L’omologa indagine Istat ha dato però di recente indicazioni meno incoraggianti, ed è rimasta invariata a novembre. Il livello del PMI resta coerente con un contributo dei servizi al valore aggiunto pari a circa 0,1% t/t.

STATI UNITI
– La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati è attesa dal consenso a 140 mila, da 125 mila di ottobre.
– L’ISM non manifatturiero dovrebbe stabilizzarsi a 54,2 da 54,7 di ottobre, confermandosi all’interno di un intervallo in linea con il proseguimento dell’espansione.
L’indagine a ottobre era stata omogeneamente positiva, con segnali solidi da ordini, attività e occupazione. Il PMI Markit dei servizi a ottobre ha dato indicazioni di crescita diffusa alla maggior parte dei settori; la debolezza dell’estrattivo, in contrazione da mesi, dovrebbe persistere.
La stabilizzazione del manifatturiero e la transitorietà dell’indebolimento del non manifatturiero puntano a una riduzione dei rischi di significativo rallentamento della crescita nel 2020.