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04 Aprile 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto ampiamente ieri sull’ISM non-manifatturiero che ha deluso mostrando un calo contro attese di marginale aumento, un calo che ha interessato anche la componente prezzi.
Il biglietto verde ha aperto in discesa anche oggi e a meno di sorprese molto positive dai sussidi di disoccupazione dovrebbe mantenersi sulla difensiva.
Il mercato tuttavia oggi attribuisce una probabilità del 60% di un primo taglio dei tassi Fed a giugno, leggermente inferiore al 64% di ieri.
Importante sarà domani l’employment report, dal quale però non si attendono spunti rialzisti di rilievo, salvo sorprese.

EURL’euro è risalito da 1,07 a 1,08 EUR/USD ieri di riflesso alla reazione post-ISM del dollaro e ha aperto in salita anche oggi, marginalmente sorretto anche dalla revisione al rialzo dei PMI servizi e composito dell’area.
Infatti è scesa rispetto a ieri da 16% a 8% la probabilità di un primo taglio ad aprile, ma resta al 100% la probabilità di mercato di un primo taglio dei tassi BCE a giugno, in linea con il calo dell’inflazione, in parte più ampio delle attese, osservato ieri.
L’upside dovrebbe pertanto essere limitato lascando l’euro consolidare in area 1,08 EUR/USD, a meno di delusioni dai dati USA che potrebbero spingere il cambio verso 1,09 EUR/USD.

GBPLa sterlina è salita ieri contro dollaro da 1,25 a 1,26 GBP/USD di riflesso al calo post-ISM del dollaro e ha aperto in positivo anche oggi.
A meno di sorprese positive dai dai USA la sterlina potrebbe riuscire a consolidare.
Le probabilità di mercato di un primo taglio dei tassi BoE a maggio sono aumentate rispetto a ieri da 20% a 24% così come quelle su giugno da 60% a 68% mentre restano al 100% le probabilità di un primo taglio ad agosto, che rimane il nostro scenario centrale.

JPY – Lo yen resta stabile in area 151 USD/JPY contro dollaro su livelli di debolezza e rimanendo sotto pressioni ribassiste, placate dagli interventi verbali delle autorità domestiche.
A meno di sorprese positive dai dati USA tuttavia le spinte rialziste sui rendimenti a lunga statunitensi dovrebbero ridimensionarsi riducendo il downside sullo yen, il che contribuirebbe a ridurre il rischio di intervento valutario.
Secondo Watanabe, ex diplomatico del ministero delle finanze, settori affari internazionali, un intervento appare poco probabile se il cambio non raggiunge quota 155 USD/JPY.