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4 Agosto 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’indice PMI dei servizi di luglio è crollato ben oltre le attese a 48,4 da un precedente 51,6, un minimo da gennaio 2022 quando l’attività era frenata dalla recrudescenza pandemica.
L’indice composito è quindi sceso a 47,7 da 51,3, su livelli coerenti con una contrazione dell’economia per la prima volta da inizio 2021.

AREA EURO
 – Ieri le vendite al dettaglio sono calate di -1,2% m/m a giugno chiudendo il trimestre in contrazione di -0,8% t/t.
Le vendite al dettaglio sono calate anche in Italia (-1,1% m/m).
Il crollo del morale dei consumatori e l’elevata inflazione dovrebbero frenare le spese anche nei prossimi mesi.
– I prezzi alla produzione hanno riaccelerato a giugno, di 1,1% m/m.
Le indagini congiunturali iniziano ad anticipare qualche modesto segnale di attenuamento ma le pressioni inflattive a monte delle filiere produttive restano acute.

GERMANIA – Questa mattina i dati sugli ordinativi industriali di giugno hanno mostrato un calo di -0,4% m/m (dopo il -0,2% m/m di maggio, rivisto al ribasso di un decimo); la flessione è dovuta interamente alle commesse dall’estero, in particolare dai Paesi extra-UE, e ai beni capitali.
Il fatturato è cresciuto di +3% m/m – un segnale positivo per l’andamento della produzione industriale di giugno, in uscita domani.

STATI UNITI – Ieri l’indice ISM non manifatturiero è salito a sorpresa a luglio, a 56,7 da un precedente 55,3 terminando la serie di tre correzioni consecutive.
L’indagine riporta una riaccelerazione dell’attività (59,9 da 56,1) e degli ordinativi (59,9 da 55,6).
Rallenta la crescita dei prezzi, in scia alle recenti correzioni delle materie prime, rimanendo comunque sostenuta (72,3 da 80,1).
A differenza delle indicazioni di contrazione emerse dai PMI l’indagine dell’ISM resta su livelli espansivi con i servizi che, nonostante l’inflazione e la recrudescenza pandemica, continuano a beneficiare della riallocazione della spesa dai beni durevoli.

 

COMMENTI:

ITALIA – Oggi il Dl Aiuti bis dovrebbe essere presentato al Consiglio dei Ministri.
Il pacchetto dovrebbe valere 14,3 miliardi euro e tra le varie misure è atteso includere un taglio del cuneo contributivo per i redditi inferiori a 35mila euro, l’anticipo della rivalutazione delle pensioni inizialmente prevista per gennaio 2023 e la proroga al 20 settembre degli sconti sulle accise sui carburanti.
Anche l’estensione dei crediti d’imposta per le imprese energivore, del bonus sociale e del taglio degli oneri di sistema, nonché misure per fronteggiare l’emergenza idrica dovrebbero essere incluse.

REGNO UNITO – Oggi la Bank of England dovrebbe decidere di alzare il tasso di riferimento di 50pb a 1,75% (l’incremento più ampio dal 1995).
In occasione dell’ultima riunione è stato infatti indicato che la BoE avrebbe agito “energicamente” in caso di segnali di pressioni inflattive persistenti.
Dovrebbero essere inoltre annunciati maggiori dettagli sul quantitative tightening.

OPEC – L’OPEC+ ha deciso di aumentare le quote di produzione di 100mila barili al giorno da settembre.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri sull’ISM non-manifatturiero che ha sorpreso positivamente mostrando un aumento contro attese di calo, ma non è riuscito a mantenere i guadagni cedendo leggermente in chiusura e aprendo al ribasso oggi.
Un nuovo test si avrà domani con l’employment report da cui si attendono segnali in linea con uno scenario di rallentamento, così come dai dati sui sussidi oggi.
Al di là delle oscillazioni di breve la tendenza rialzista del dollaro dovrebbe interrompersi più avanti in vista del graduale ridimensionamento del sentiero dei rialzi Fed atteso successivamente.

EURL’euro ha corretto da 1,02 a 1,01 EUR/USD sull’ISM statunitense, anche se poi ha chiuso stabile aprendo oggi in lieve rialzo.
Tuttavia, i segnali di rallentamento anche nell’area euro acuiti dalla crisi energetica e relativa incertezza mantengono rischi verso il basso sulla moneta unica, limitandone l’upside di fronte a dati USA negativi e soprattutto esponendola a nuova debolezza in caso di sviluppi negativi sul fronte delle forniture di gas dalla Russia.

GBPAnche la sterlina ha corretto ieri contro dollaro sui dati USA, da 1,2207 a 1,2097 GBP/USD, ma in misura simile all’euro, rispetto al quale si è indebolita solo marginalmente restando in area 0,83 EUR/GBP.
Oggi la valuta britannica reagirà a spunti propri, in funzione dell’esito della riunione BoE.
Un rialzo dei tassi di 50 pb, invece dei 25 pb attuati finora, favorirebbe la sterlina, ma il probabile mantenimento di uno scenario di ampio rallentamento della crescita domestica dovrebbe limitarne l’upside.
C’è particolare attesa per l’esito della riunione BoE di oggi, in quanto dovrebbe intensificarsi il dibattito sull’entità del rialzo dei tassi, attualmente a 1,25%.
La nostra previsione è che all’incontro odierno la banca centrale possa passare ad un rialzo di 50 pb dai 25 pb precedenti, principalmente perché sia dai dati domestici sia dagli sviluppi internazionali (dinamiche dei prezzi energetici) rispetto alla riunione di giugno sono emerse ulteriori indicazioni di possibile maggior persistenza dell’inflazione, condizione che in un recente discorso il governatore Bailey ha indicato come chiave per potenziare il sentiero di restrizione in atto.
Indicazioni analoghe sono state espresse anche da Pill, che fino all’ultima riunione aveva votato per rialzi di 25 pb, e dato che a giugno già altri tre membri avevano votato a favore di un incremento di 50 pb, basterebbero questi due consensi in più per formare una maggioranza.
A favore di un rialzo di 50 pb può portare anche la possibilità che la BoE riveda leggermente al rialzo le previsioni di crescita, che resterebbero comunque in indebolimento, ma un po’ meno rispetto al MPR di maggio, anche grazie alle misure di sostegno fiscale che sono state varate nel frattempo per mitigare l’erosione del potere d’acquisto dovuta al caro energia e che la BoE stessa a giugno aveva anticipato sarebbero state ricomprese nelle nuove stime macro che verranno pubblicate oggi con il MPR aggiornato.
Tuttavia, la decisione sull’entità del rialzo odierno non è del tutto scontata, e l’alternativa sarebbe che la BoE resti spaccata, optando ancora per un rialzo di 25 pb.
Oltre infatti ai rischi verso il basso che ancora gravano sul quadro di crescita domestico per via delle incertezze dello scenario globale, un fattore che potrebbe trattenere la BoE è la prospettiva che entro i prossimi mesi, eventualmente già da settembre, la BoE avvii anche il QT, iniziando a vendere i titoli dei programmi d’acquisto detenuti nel portafoglio del QE.
Le attese di consenso sono per un rialzo di 50 pb oggi e anche il mercato sconta un incremento di 50 pb con probabilità superiore al 95%.

JPYAnche lo yen è tornato a indebolirsi sull’ISM USA, scendendo contro dollaro da 132 a 134 USD/JPY, ma potrà recuperare nuovamente domani se l’employment report USA non riserverà sorprese favorevoli.
Lo yen si è indebolito anche contro euro da 134 a 136 EUR/JPY.
Intanto, dal ministero delle finanze Michio Saito, responsabile della divisione che segue le emissioni di JGB, ha dichiarato che l’attuale politica espansiva della BoJ non durerà indefinitamente e quando terminerà verrà rimosso anche il controllo della curva e i rendimenti a lunga torneranno a fluttuare liberamente.
La settimana scorsa il vicegovernatore della BoJ Masayoshi Amamiya, pur ribadendo la necessità che attualmente la politica monetaria sia massimamente espansiva, aveva però indicato l’opportunità di iniziare a predisporre per tempo un piano per un exit strategy.
Amamiya è uno dei principali candidati alla successione di Kuroda quando questi terminerà il mandato ad aprile dell’anno prossimo.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
 – Oggi la bilancia commerciale dovrebbe registrare un deficit in chiusura a – 80,5 mld a giugno da -85,6 mld di maggio, sulla base dei dati della bilancia preliminare dei beni.
– In calendario anche i consueti dati settimanali sulle richieste di sussidio che, pur su livelli storicamente bassi, dovrebbero confermarsi su di un trend di moderato rialzo.