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3 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri le stime finali degli indici PMI manifatturieri di ottobre hanno riservato revisioni al ribasso per il dato tedesco (a 57,8 da 58,2 preliminare) e al rialzo per quello francese (a 53,6 da 53,5).
In Italia l’indice è salito più del previsto a 61,1 da 59,7 di settembre, sui massimi da giugno.
L’indagine italiana in particolare ha evidenziato un’accelerazione degli ordinativi a fronte di un nuovo record per le commesse inevase ed un ulteriore allungamento dei tempi di consegna, il che conferma la rilevanza delle strozzature no, anche in Italia, un contesto di eccesso di domanda.
In Spagna invece l’indice è calato a 57,4 da 58,1 di settembre, sui minimi da marzo.
Nel complesso dell’Eurozona il PMI manifatturiero è stato quindi limato a 58,3 da 58,5 della stima flash.

CINA – L’indice PMI dei servizi rilevato da Caixin Markit, diversamente da quello del NBS uscito lunedì, è salito da 53,4 in settembre a 53,8 in ottobre, grazie a un aumento della componente degli ordini, che a 54,1 tocca il massimo da agosto e si mantiene ampiamente in territorio espansivo.
Scende marginalmente, pur rimanendo poco sopra 50, la componente dell’occupazione; una dinamica simile hanno registrato le aspettative che restano però sopra 60.
Il miglioramento delle condizioni nel settore dei servizi è stato accompagnato da un aumento delle componenti dei prezzi sia degli input sia degli output.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Il focus della giornata sarà sulla riunione del FOMC, che dovrebbe annunciare l’inizio del tapering già a partire dal calendario di novembre, con un termine previsto entro metà 2022.
La variazione iniziale degli acquisti dovrebbe essere di 15 mld al mese, ma dovrebbe essere confermata o modificata a ogni riunione, garantendo la flessibilità necessaria a rispondere all’evoluzione dei dati e alla possibile persistenza delle pressioni verso l’alto sui prezzi.
La conferenza stampa dovrebbe ribadire che l’inizio del tapering è separato dalla svolta dei tassi, ma sottolineare anche le preoccupazioni della Fed per il protrarsi delle strozzature all’offerta e dell’eccesso di domanda diffuso anche al mercato del lavoro, che genera pressioni verso l’alto sull’inflazione più durature del previsto.
Powell dovrebbe comunicare la volontà di rivalutare lo scenario dei tassi sulla base della persistenza delle strozzature all’offerta e dei rischi per l’inflazione, segnalando la possibilità di un anticipo della svolta sui tassi, in caso di materializzazione dei rischi sull’inflazione.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, rafforzandosi venerdì anche grazie al PMI di Chicago che ha sorpreso favorevolmente mostrando un ampio aumento contro attese di calo, ma ha aperto più contrastato la settimana corrente, sul calo dei rendimenti e un nuovo miglioramento del sentiment generale di mercato.
L’appuntamento chiave è però il FOMC di questa sera che vedrà l’avvio della svolta di policy da parte della Fed attraverso l’annuncio del tapering.
Affinché però il dollaro ne tragga vantaggio, dato che il tapering è già ampiamente scontato dal mercato, è necessario che la Fed apra alla possibilità che alla luce dell’accresciuto rischio inflazionistico il timing atteso dell’avvio del ciclo di rialzi dei tassi venga anticipato ulteriormente.
Le nuove previsioni sul sentiero dei tassi saranno pubblicate al FOMC di dicembre, ma se nel frattempo i dati convalideranno uno scenario di avvio anticipato del ciclo di rialzi, il dollaro potrà riprendere a salire già prima.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo, ma muovendosi tra livelli che non danno segnali di uscita dal range, ovvero da 1,16 a 1,15 EUR/USD, il che in realtà è coerente con il messaggio centrale veicolato dalla BCE alla riunione di giovedì scorso, che non apre a una svolta di policy in tempi più rapidi dato che lo scenario di calo dell’inflazione l’anno prossimo è stato confermato.
L’euro poi ha aperto la settimana corrente in leggero rialzo, ma in un range ancora più stretto sempre all’interno della fascia 1,15-1,16 EUR/USD e il ri-allargamento di differenziali di rendimento sia a breve che a lunga limita significativamente l’upside.
Se il FOMC aprirà alla possibilità di un avvio anticipato dei rialzi dei tassi, l’euro dovrebbe indebolirsi già nell’immediato con possibilità di rottura del minimo recente a 1,1523 EUR/USD (downside complessivo entro il canale 1,14-1,12 EUR/USD).
In assenza invece di aperture sufficientemente convincenti l’euro potrebbe rafforzarsi, ma in misura modesta, e questo non precluderebbe comunque un calo maggiore in un secondo momento se i dati USA andranno convalidando uno scenario di avvio anticipato del ciclo di rialzi Fed.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,37 a 1,36 GBP/USD e aperto in calo anche quella corrente restando sugli stessi livelli principalmente a causa del ridimensionarsi delle attese di un rialzo dei tassi BoE alla riunione di domani.
In questi giorni il calo si è osservato anche contro euro da 0,84 a 0,85 EUR/GBP.
La sterlina reagirà all’esito del FOMC, soprattutto in caso di indicazioni dalla Fed che favoriscano un rafforzamento generalizzato del dollaro, nel qual caso si indebolirebbe, anche se probabilmente solo contro dollaro.
Domani però i giochi si riapriranno in funzione dell’esito della riunione BoE, il cui esito rimane altamente incerto per le divisioni interne sull’opportunità di alzare i tassi molto presto quando vi sono ancora incertezze sullo scenario di ripresa, con rischi verso il basso sulla crescita.

JPYIn attesa di segnali chiarificatori dal FOMC di questa sera, lo yen si sta mantenendo in range, soprattutto contro dollaro a 113-114 USD/JPY, ma anche contro euro, seppur seguendo maggiormente le oscillazioni dell’EUR/USD, a 131-132 EUR/JPY.
Se la Fed aprirà alla possibilità di un avvio anticipato del ciclo di rialzi dei tassi, lo yen dovrebbe indebolirsi già nell’immediato contro dollaro.
Il contestuale calo atteso dell’EUR/USD dovrebbe far partire il calo dello yen contro euro in un secondo momento.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Le rilevazioni di settembre sul mercato del lavoro dovrebbero far registrare un tasso di disoccupazione stabile rispetto al mese precedente, al 9,3% in Italia e al 7,5% nel complesso dell’Eurozona.

STATI UNITI
 – Oggi verrà pubblicato l’ISM dei servizi di ottobre, che dovrebbe correggere modestamente a 61,7 da 61,9, con indicazioni di espansione dell’attività a ritmi sostenuti, nonostante le strozzature dal lato dell’offerta e, soprattutto, la scarsità di manodopera, con ininterrotte pressioni verso l’alto sui prezzi degli input e di vendita.
– La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati di ottobre è vista dal consenso a 400 mila, con segnali positivi per l’employment report in uscita venerdì 5/11.