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03 Giugno 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il fabbisogno del settore statale di maggio è stato pari a 25,5 miliardi di euro. Il peggioramento cumulato rispetto al 2019 è già pari a 42 miliardi, e risente della netta contrazione delle entrate tributarie e contributive, oltre che degli esborsi legati alle misure di sostegno sociale e all’emergenza sanitaria.

AREA EURO – Il dato finale del PMI manifatturiero di maggio ha segnato una leggera ripresa a 39,4 da 33,4 di aprile (minimo dal febbraio del 2009), un decimo sopra la stima flash.
L’indice nei mesi precedenti aveva registrato una flessione meno severa rispetto al PMI servizi, ma pur sempre considerevole. Il recupero riguarda quasi tutte le componenti, ma i nuovi ordini e gli ordini dall’estero restano su valori depressi (29,4 e 28,7, rispettivamente); migliora il rapporto fra ordini e scorte, da 0,38 a 0,61, pur restando su livelli ampiamente recessivi.
La ripresa della componente produzione è stata più vivace, da 18,1 a 35,6, riflettendo il lavoro per evadere gli ordini pregressi.
Lo spaccato per Paese mostra livelli superiori alla media eurozona per Francia (a 40,6 da 31,5 di aprile) e Italia (a 45,4 da 31,1 di aprile), mentre la Germania ha registrato un rimbalzo decisamente meno marcato (a 36,6 da 34,5 di aprile). Per l’Italia, il recupero della componente produzione è stato particolarmente marcato (da 11,4 a 47,5, ai massimi da gennaio).
Non c’è evidenza di pressioni inflattive: al contrario, emerge una tendenza al calo dei prezzi pagati e ricevuti (a 43 e 45,8 rispettivamente). L’indagine di maggio riflette l’allentamento delle misure di lockdown, che in alcuni paesi è iniziato già dalla seconda metà di aprile. Tuttavia la maggioranza delle aziende anche a maggio ha segnalato un peggioramento dei livelli di attività rispetto al mese scorso. Ci aspettiamo una ulteriore risalita, ma assai graduale, nei prossimi mesi.

STATI UNITI
 – L’ISM manifatturiero a maggio aumenta a 43,1 ( da 41,5 di aprile). I livelli delle diverse componenti, pur in miglioramento, sono ancora estremamente compressi: nuovi ordini a 31,8 da 27,1, produzione a 33,1 da 27,1, occupazione a 32,1 da 27,5, ordini inevasi a 38,2 da 37,8.
La componente dei tempi di consegna cala a 68, da 76, ma rimane ancora straordinariamente elevata e continua a testimoniare in questa fase difficoltà e inceppamenti nella catena produttiva.
I partecipanti all’indagine segnalano cautela nelle previsioni, con una frazione minoritaria di “ottimisti”.
Fra i 18 settori inclusi nei dati, 6 riportano espansione (fra cui, arredamento, abbigliamento, alimentari, legno).
Fra i commenti, si riportano segnali di ripresa e/o proseguimento dell’attività e di indicazioni espansive, pur a fronte di difficoltà delle catene produttive e di incertezza.
I dati sono in linea con le informazioni delle altre indagini e segnalano che dal 3° trimestre è prevedibile un ritorno alla crescita, anche se i venti contrari delle manifestazioni di protesta in atto da metà della scorsa settimana potranno peggiorare sia il quadro economico sia quello sanitario.
In base alla relazione fra ISM e crescita, il livello dell’indice a maggio sarebbe in linea con espansione dell’economia di 0,1% su base annua, con indicazioni di superamento del minimo della contrazione degli ultimi due mesi.
Le relazioni del passato fra ISM e crescita non possono valere nel contesto attuale, che include un collasso senza precedenti nel settore dei servizi.
– La spesa in costruzioni ad aprile corregge meno di quanto atteso, con un calo di -2,9% m/m, e registra una correzione di -4,5% m/m nel comparto residenziale insieme a una flessione contenuta in quello non residenziale. I dati mostrano un ritracciamento della componente pubblica di -2,6% m/m, in larga misura concentrata a livello statale e locale, con segnali di debolezza che si protrarranno a lungo a causa del crollo delle entrate per tutti gli enti pubblici.
Le informazioni per il segmento residenziale, pur negative a marzo e aprile, non sono di collasso duraturo, come indicato anche dalla svolta dell’indice di fiducia dei costruttori di case vista a maggio.

CINA – Il PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit è salito da 49,4 in aprile a 50,7 in maggio, portandosi in linea con quello della rilevazione del UBS (50,6) grazie ad un miglioramento di tutte le componenti. Diminuisce il ritmo di contrazione degli ordini sia esteri sia interni e risale la produzione.
Il PMI dei servizi è balzato da 44,4 in aprile a 55 in maggio, molto al di sopra delle aspettative (Consenso Bloomberg 47,3), segnalando per la prima volta in quattro mesi un’espansione dell’attività grazie ad un aumento degli ordini e della produzione.
Nonostante il miglioramento la componente dell’occupazione è rimasta però in territorio di contrazione sia nel settore dei servizi sia in quello manifatturiero, continuando a segnalare difficoltà nel mercato del lavoro. I dati puntano ad una maggior diffusione del miglioramento dell’attività nel settore manifatturiero anche alle piccole e medie imprese, data la maggior presenza nel campione di questa ultime, e a un inizio di ripresa per il settore dei servizi, legato all’allentamento delle misure di contenimento della pandemia.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La BCE ha dichiarato acquisti netti nell’ambito del PEPP per EUR 115,9 miliardi in maggio, poco meno che in aprile (118,8 mld). I titoli di stato rappresentano attualmente l’80% del portafoglio. Limitatamente a questi ultimi, gli acquisti totali di titoli tedeschi sono stati pari a 46,7 miliardi, contro 37,4mld di titoli di stato italiani, 23,6 mld di carta francese e 22,4 mld di carta spagnola.
Gli acquisti APP sono stati pari a 38,2 miliardi, di cui 28,96 mld relativi al PSPP.

STATI UNITI – COVID-19 update
 – Contagi 1.831.821, nuovi contagi 20.800, decessi 106.181, guarigioni 463.868 (Fonte: JHU)
Il Congressional Budget Office (CBO), in risposta a una richiesta del leader democratico al Senato, Schumer, ha aggiornato le proiezioni macroeconomiche per la crescita, l’inflazione, la disoccupazione e i tassi di interesse per il decennio 2020-30.
Il CBO un mese fa aveva pubblicato previsioni preliminari solo per il biennio 2020-21.
Anche l’aggiornamento disponibile ora è solo parziale, perché è riferito soltanto alle principali variabili macro e non include proiezioni per il budget e gli aggregati fiscali.
Le nuove proiezioni mostrano che il PIL resterà sotto il livello del 4° trimestre 2019 almeno fino a fine 2022, mentre il tasso di disoccupazione non tornerà al minimo del ciclo appena concluso su tutto l’orizzonte previsivo.
Le stime del CBO valutano la perdita di PIL nel 2020-30 attribuibile alla pandemia in 7,9 tln di dollari (circa 3% del PIL), sottolineando che le misure di stimolo fiscale attuate finora saranno in grado di contrastare solo in parte il costo economico della contrazione. Il PIL dovrebbe restare al di sotto del livello previsto a gennaio 2020, prima dello shock, fino alla fine del 2030.
– La NY Fed ha comunicato che acquisterà Treasury per 4,5 mld al giorno fra il 1° e il 5 giugno (da 5 mld al giorno della settimana precedente). La prossima settimana, quando ci sarà la riunione del FOMC, il ritmo di acquisti settimanali potrebbe essere portato a 20 mld (4 mld al giorno), con un possibile intervallo di acquisti fra 60 e 80 mld al mese per il resto del trimestre.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana al ribasso, proseguendo il calo di quella passata. Il generalizzato miglioramento di sentiment, che vede diffondersi l’idea che il peggio della crisi possa essere alle spalle, rimane il principale driver di mercato.
I dati USA di oggi confermeranno che con il mese di maggio è partita una ripresa, ma non si tratta di una novità né questo riduce l’incertezza che rimane molto elevata sui prossimi mesi. L’indebolimento del dollaro dovrebbe pertanto essere temporaneo.

EURL’euro ha continuato a rafforzarsi, salendo sopra 1,1210 EUR/USD, sulla scia della generalizzata debolezza del dollaro e del miglioramento di sentiment dopo la proposta della Commissione Europea per il Recovery Fund.
La rottura di 1,1170 EUR/USD è da monitorare: un suo sfondamento in senso proprio porterebbe tecnicamente il cambio fuori dal fronte ribassista. Cruciale sarà per l’euro la riunione BCE di domani: eventuali indicazioni più dovish delle attese potrebbero smorzare le pressioni rialziste.

GBPLa sterlina invece è salita sia contro dollaro riaffacciandosi a 1,26 GBP/USD sia contro euro portandosi a 0,88 EUR/GBP, sulla notizia del Times secondo cui il Regno Unito sarebbe disposto a scendere a compromessi su alcuni dei temi più spinosi dei negoziati con l’UE – di cui è in corso questa settimana il quarto round – a patto che l’UE ammorbidisca le proprie richieste in particolare sull’aspetto dell’allineamento normativo-regolamentare.
Se effettivamente il round in corso dovesse chiudersi con il raggiungimento di un compromesso, la sterlina si rafforzerebbe ulteriormente.

JPYLo yen ha corretto sia contro dollaro da 107 a 108 USD/JPY, rivedendo minimi di circa due mesi fa, sia contro euro da 119 a 121 EURJPY, rivedendo minimi abbandonati a gennaio. Il generalizzato miglioramento di sentiment rimane il driver principale.
L’incertezza dello scenario rimane però elevata e finché non si ridurrà appare più probabile che la tendenza in atto dello yen sia reversibile.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Il dato finale del PMI servizi dovrebbe segnare un rimbalzo a 29,2 da 12,0 (+0,5 rispetto alla stima flash). Il recupero riguarderebbe tutte le componenti, in particolare le aspettative. Lo spaccato per Paese potrebbe vedere la Germania registrare una performance migliore rispetto alla Francia. Le pressioni sui prezzi sono viste al ribasso.
La prima lettura del PMI servizi per l’Italia è vista evidenziare un rimbalzo a 22, da 10,8 di aprile.
Il PMI composito per l’area euro dovrebbe passare a 30,8 da 13,6 precedente (+0,4 rispetto alla stima flash).
L’indagine di maggio è avvenuta in concomitanza con il graduale allentamento delle misure restrittive, che in alcuni paesi è iniziato già dalla seconda metà di aprile. In prospettiva, ci aspettiamo una graduale risalita, che però lascerà verosimilmente i livelli del PMI in territorio recessivo ancora per diversi mesi.
– La disoccupazione è attesa in aumento all’8,2% ad aprile, dal 7,4% di marzo. Il tasso dei senza-lavoro è atteso in ulteriore salita nei prossimi mesi. L’impatto dello shock COVID-19 sulla disoccupazione potrebbe essere ritardato.

ITALIA – Il tasso di disoccupazione è atteso in aumento ad aprile, a 9,5%, dopo il calo a sorpresa a 8,4% a marzo (su cui peraltro non escludiamo una revisione al rialzo). Si dovrebbe registrare una accelerazione nel calo degli occupati, ma l’impatto sul tasso dei senza-lavoro dovrebbe essere attenuato da un ulteriore aumento del tasso di inattività (già schizzato a marzo), viste le difficoltà “logistiche” nella ricerca attiva di lavoro in pieno lockdown.
A partire da maggio, l’effetto sul tasso di partecipazione dovrebbe attenuarsi, mentre non ci aspettiamo una immediata ripartenza dell’occupazione, il che significa che il picco per il tasso di disoccupazione sarà ritardato, anche di diversi mesi, rispetto al punto di minimo del ciclo (che è stato toccato proprio in aprile).

GERMANIA – A maggio, il tasso di disoccupazione è atteso al 6,2%, in aumento di quattro decimi rispetto al mese precedente. L’indice PMI ha segnalato una riduzione degli organici per il terzo mese consecutivo a maggio, sia pure ad un ritmo meno accentuato rispetto ad aprile (quando il tasso di disoccupazione era cresciuto di otto decimi).
Il calo degli occupati nell’industria ha subito un’accelerazione al tasso più rapido da 11 anni. Inoltre, tra marzo e aprile, circa 10,1 milioni di lavoratori sono stati inseriti nel programma Kurzarbeit, superando di gran lunga i 3,3 milioni di domande ricevute durante la crisi finanziaria nel 2009.

STATI UNITI
– L’ISM non manifatturiero composito a maggio dovrebbe risalire da 41,8 di aprile, con l’indice di attività a 36 da 26 di aprile.
La riapertura delle attività non essenziali dovrebbe aver sostenuto le componenti attività e occupazione, anche se diversi settori (turismo, arte e intrattenimento, ristorazione) restino deboli o ancora largamente inattivi.
Gli indici ISM sono indici di diffusione quindi informano sui trend ma non sui livelli. Sarà comunque importante vedere le indicazioni sull’occupazione nei diversi sotto-settori, per cominciare a tracciare la mappa degli effetti della riapertura nei vari comparti e stimare l’entità della ripresa prevista per il 3° trimestre.
– La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati è prevista dal consenso a -9 mln a maggio, da -20,236 mln ad aprile.