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03 Aprile 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in marginale rialzo, ma poco aiutato venerdì dai deflatori che, in linea con le attese, stabili o in lieve aumento, non hanno potuto offrire indicazioni direzionali.
Più impattante è stato infatti l’ISM manifatturiero di lunedì che ha sorpreso verso l’alto facendo salire dollaro e rendimenti, anche se i giochi sono ancora aperti (ieri infatti il biglietto verde è ridisceso) in attesa dell’ISM non-manifatturiero oggi (previsto in solo marginale aumento) e dell’employment report venerdì (con la crescita degli occupati attesa in calo, il tasso di disoccupazione stabile e la ri-accelerazione dei salari da vedersi più come recupero dopo la decelerazione del mese precedente).
Eventuali sorprese positive dai dati farebbero rafforzare il dollaro, che in caso contrario si limiterebbe invece a stabilizzarsi o a ritracciare parzialmente.
Oggi le probabilità di mercato di un taglio dei tassi Fed a maggio sono del 4% (in calo dal 12% di mercoledì scorso) e a giugno del 64% (in calo dal 76% di una settimana fa).

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in marginale calo da 1,08 a 1,07 EUR/USD, perlopiù di riflesso al dollaro, come è stato anche lunedì sull’ISM e sarà anche probabilmente in questi giorni.
I dati di inflazione dell’area appena pubblicati hanno mostrato un calo leggermente superiore alle attese, accreditando uno scenario di un primo taglio dei tassi BCE a giugno.
Il mercato, infatti, vi attribuisce una probabilità del 100% (in aumento dal 92% di mercoledì scorso), vedendo una probabilità del 16% su aprile (stabile rispetto a una settimana fa).
A meno di delusioni dai dati USA l’euro potrebbe mantenersi sulla difensiva nella parte medio/bassa del range 1,08-1,07 EUR/USD.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata in marginale rialzo sia contro dollaro da 1,25 a 1,26 GBP/USD sia contro euro seppure circoscritto in area 0,85 EUR/GBP.
La maggior probabilità di mercato che la BoE inizi a tagliare i tassi dopo la BCE e la Fed tende a fornire parziale sostegno alla sterlina, anche se l’ampia correzione lunedì sull’ISM USA conferma che i driver di dollaro restano la chiave in questi giorni.
Più modesta è stata infatti la reazione rialzista al PMI manifatturiero britannico ieri che pure ha sorpreso verso l’alto e da seguire sarà quella al PMI servizi domani atteso stabile.
A meno di sorprese positive dai dati USA la sterlina potrebbe stabilizzarsi o recuperare leggermente.
Ferma restando la probabilità di mercato del 100% di un primo taglio dei tassi BoE ad agosto, la probabilità su giugno è rimasta al 60% di mercoledì scorso mentre su maggio è salita al 20% dal 16% di una settimana fa.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata pressoché stabile contro dollaro in area 151 USD/JPY e così ha aperto anche quella corrente, sorretto dagli interventi verbali delle autorità che ribadiscono l’attento monitoraggio del cambio.
I rischi di un intervento valutario rimangono, nel caso in cui i rendimenti a lunga USA dovessero salire in seguito a sorprese verso l’alto dai dati USA.
Se però troverà credito lo scenario centrale di un primo taglio dei tassi Fed a giugno, il collegato calo dei rendimenti USA dovrebbe alleggerire anche le pressioni ribassiste sullo yen, che infatti dovrebbero essere circoscritte al breve termine e in quanto tali potrebbero far desistere le autorità giapponesi dall’intervenire direttamente sui mercati (in difesa dello yen).