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2 Settembre 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – La crescita del PIL nel 2° trimestre è stata rivista al rialzo di un decimo a 1,1% t/t (4,7% a/a).
Il dato è sintesi di un contributo positivo della domanda interna a fronte di un apporto negativo da parte di scorte e del canale estero; trainanti i consumi delle famiglie (2,6% t/t), in particolare di servizi (5,1%).
Da lato dell’offerta si registra una crescita del valore aggiunto sia nell’industria che nei servizi.
Il balzo del PIL nel trimestre primaverile è dovuto soprattutto al rientro dell’ondata invernale di Covid; ci aspettiamo che l’economia possa risultare sostanzialmente stagnante durante l’estate, mentre nei trimestri a cavallo d’anno l’elevata inflazione e i rischi di razionamento energetico potrebbero portare il PIL in territorio negativo.

GERMANIA – Poco fa i dati destagionalizzati e corretti per gli effetti del calendario sul commercio internazionale di luglio hanno evidenziato un calo sia delle esportazioni (-2,1% m/m) che, in minor misura, delle importazioni (-1,5%% m/m).
L’avanzo commerciale è risultato pari a 5,4 mld (in termini destagionalizzati) in luglio, da 6,2 mld di giugno.

AREA EURO
 – Ieri il tasso di disoccupazione di luglio è calato di un decimo sia in Italia che nel complesso dell’Eurozona, rispettivamente al 7,9% e al 6,6%.
Il dato italiano risente però di un calo della forza lavoro (gli occupati sono calati di 22 mila unità); nei prossimi mesi, il rallentamento ciclico non potrà non influenzare il mercato del lavoro in area euro, con un tasso di disoccupazione che prevediamo in moderato aumento nei prossimi trimestri.
– Le stime finali degli indici PMI manifatturieri di agosto hanno registrato una marginale limatura nel complesso dell’Eurozona (49,6 da 49,7), sintesi di una revisione al ribasso del dato tedesco (49,1 da 49,8; 49,3 a luglio) e al rialzo di quello francese (50,6 da 49; 49,5 il mese precedente).
In Italia il PMI manifatturiero è calato a 48 da 48,5 di luglio, al di sotto della soglia d’invarianza per il secondo mese, mentre in Spagna è salito a sorpresa a 49,9 da 48,7.

STATI UNITI
– Ieri, l’indice ISM manifatturiero di agosto ha sorpreso verso l’alto, stabilizzandosi a 52,8. La correzione dell’output a 50,4 da 53,5 è più che compensata dai segnali positivi degli ordini (a 51,3 da 48), dell’occupazione (a 54,2 da 49,9) e degli ordini inevasi (a 53 da 51,3). L’indice dei prezzi dà segnali di moderazione, con un calo a 52,5 da 60.
Le imprese riportano continua crescita delle assunzioni e assenza di licenziamenti e riduzione di organico. Inoltre, si segnala ottimismo riguardo all’espansione della domanda anche alla luce del miglioramento sul fronte dei prezzi.
I risultati dell’indagine sono un altro tassello a favore di un intervento di 75 pb da parte del FOMC a settembre.
– Nella settimana del 27 agosto, le richieste (destagionalizzate) di sussidi di disoccupazione sono scese a 232 mila.
I dati non destagionalizzati, a 177 mila, mostrano un ritorno ai minimi della primavera.
I sussidi sono tornati a calare da più di un mese, dopo un periodo di modesto rialzo culminato poco sopra 250 mila a metà luglio.
Complessivamente, i dati sono in linea con un mercato del lavoro ancora caratterizzato da indiscutibile eccesso di domanda.

MONDO – Il PMI manifatturiero globale segnala un netto rallentamento dell’attività economica nei mesi finali del 2022.
In agosto, la caduta dell’indice sintetico si è fermata a 50,3, ma l’andamento di produzione (49,4), nuovi ordini (48,2) e ordini da evadere (49,3) è già coerente con una contrazione della produzione.
L’altro lato della medaglia è che il rallentamento sta riducendo le strozzature: l’indice dei tempi di consegna ha recuperato i livelli dell’ottobre 2020, mentre si riduce la diffusione dei rincari di input produttivi e prezzi finali.
La frenata sta avvenendo sia nei paesi avanzati, sia fra quelli emergenti.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
– Dalla Fed, Logan (Dallas Fed) ha detto che per lei, come per il resto del FOMC, la “priorità numero uno” è ripristinare la stabilità dei prezzi, ma non ha dato commenti sugli interventi di policy.
– Anche se la stima ADP di agosto ha deluso le aspettative con un aumento di 132 mila posti privati, le altre informazioni dal mercato del lavoro restano solide.
Le posizioni aperte a luglio sono aumentate e sono di nuovo pari al doppio dei disoccupati, mentre le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione hanno interrotto il modesto trend in rialzo visto alla fine della primavera, segnalando persistenza dell’eccesso di domanda su livelli elevati.
Abbiamo alzato la nostra previsione per la prossima riunione verso un intervento da 75pb, alla luce dell’evoluzione dei dati e della comunicazione della Fed.
In caso di una variazione dei nonfarm payrolls oggi in netto rallentamento, intorno a 150 mila, la previsione per i fed funds a settembre sarebbe più incerta, ma riteniamo che il complesso dei dati recenti e attesi giustifichi una Fed ancora decisamente hawkish.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi il PPI è visto crescere del 3,9% m/m a luglio, trainato dai rincari di elettricità e gas, in accelerazione da un precedente 1,1%.
L’inflazione dei prezzi alla produzione dovrebbe quindi salire al 37,6% a/a, un nuovo massimo da almeno il 1992.

STATI UNITI – Oggi saranno pubblicati i nonfarm payrolls di agosto, previsti in rialzo di 300 mila dopo 528 mila di luglio.
I salari orari sono attesi in aumento di 0,3% m/m (dopo 0,5% di luglio), con rischi verso l’alto alla luce delle informazioni dell’Atlanta Wage Tracker, e delle retribuzioni rilevate da ADP (7,6% a/a).
Il tasso di disoccupazione dovrebbe essere poco variato a 3,5%, ma l’arrotondamento potrebbe spostare il dato verso 3,4% da 3,46% rilevato a luglio.
Il rapporto in generale dovrebbe confermare persistenti pressioni sul mercato del lavoro, tali da giustificare un altro rialzo “inusualmente” ampio a settembre.