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02 Ottobre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati provvisori sul mercato del lavoro ad agosto sono stati migliori del previsto.
Gli occupati sono risaliti per il secondo mese di fila, di 83 mila unità (circa in linea con il mese precedente). Anche le forze di lavoro hanno continuato a mostrare un recupero (grazie all’ulteriore calo degli inattivi, di -65 mila unità), ma di entità inferiore rispetto all’aumento degli occupati: pertanto, il tasso di disoccupazione è sceso di un decimo a 9,7% (il dato di luglio è rivisto al rialzo di un decimo).
La crescita degli occupati, così come il calo degli inattivi, ha riguardato soprattutto la componente maschile (viceversa, gli inattivi sono aumentati tra le donne).
Nel mese, la crescita degli occupati è dovuta soprattutto ai lavoratori indipendenti (+67 mila unità), che recuperano i posti persi il mese precedente.
Tutte le classi di età registrano un calo dell’occupazione su base annua, con la sola eccezione degli ultracinquantenni (tra i quali gli occupati crescono di 153mila unità, ma esclusivamente per effetto della componente demografica); il tasso di disoccupazione giovanile è salito per il quarto mese di fila, da 31,8% a 32,1%, ai massimi da quasi due anni.
Le ore pro capite effettivamente lavorate restano inferiori a quelle dello stesso mese del 2019, ma il divario continua a ridursi (25,5 ore a settimana, solo di 0,6 ore inferiore a quello registrato ad agosto 2019; il gap si riduce a 0,4 ore per i dipendenti).
In sintesi, nonostante il recupero di luglio e agosto, il livello dell’occupazione è ancora inferiore di quasi 360 mila unità rispetto a quello di febbraio (per quasi il 90% dei casi, si tratta di dipendenti con contratti a termine).
Da settembre, le condizioni più restrittive per il blocco dei licenziamenti e per il ricorso alla cassa-integrazione potrebbero favorire una risalita del tasso di disoccupazione, che vediamo toccare un picco non prima del 2° trimestre del 2021.

AREA EURO
 – Il tasso di disoccupazione nel mese di agosto è salito da 7,9% a 8,1%, in linea con le aspettative, mentre la disoccupazione giovanile è passata al 18,1% dal 17,8% di luglio.
Secondo Eurostat, il numero dei senza-lavoro di questo mese è di circa 13,188 milioni, con un aumento rispetto a luglio di 251 mila.
Le misure introdotte dai governi hanno contribuito a mantenere in organico forza lavoro a rischio di licenziamento che, iniziata la ripresa, in parte è ritornata a lavorare evitando un balzo ben più ampio della disoccupazione.
Tuttavia, nei prossimi mesi le sacche di sotto-occupazione latente rischiano di tradursi in riduzione degli organici. Per questo, il picco del tasso di disoccupazione potrebbe risultare ulteriormente ritardato rispetto al punto di minimo del ciclo.
– Il dato finale del PMI manifatturiero di settembre conferma il miglioramento registrato dalla stima flash, da 51,7 a 53,7. L’indice rimane in territorio espansivo per il terzo mese consecutivo dopo la flessione dei mesi precedenti, toccando un nuovo massimo da settembre del 2018.
L’aumento ha coinvolto tutte le componenti.
Gli ordini esteri hanno confermato la relativa ripresa del commercio internazionale, con gli ultimi dati che hanno mostrato l’aumento maggiore da febbraio 2018; l’occupazione resta su valori ancora coerenti con una contrazione degli organici (47,1 da 44,2 precedente), seppur notevolmente più lenta rispetto ai mesi precedenti. Il forte balzo dei nuovi ordini ha esercitato una discreta pressione sulle imprese, facendo crescere il lavoro inevaso. Non ci sono evidenze di pressioni inflattive.
Forti crescite sono state osservate sia nel settore dei beni di consumo che in quello dei beni intermedi, ma l’espansione maggiore si è registrata per i beni di investimento.
Lo spaccato per Paese ha visto il PMI manifatturiero francese collocarsi nuovamente in territorio espansivo (a 51,2, tre decimi sopra la stima flash). Restano sopra la soglia di non cambiamento gli indici della produzione (a 53,3) e dei nuovi ordini; inizia la ripresa per i nuovi ordini esteri, dopo i minimi primaverili. Gli indici dei prezzi sono coerenti con una moderata accelerazione, che coinvolgerebbe sia i prezzi dei fattori produttivi che dei prodotti finali.
In Germania, il PMI manifatturiero ha visto un calo di due decimi rispetto al dato preliminare a 56,4 (da 52,2 di agosto). Il balzo è stato più forte per gli indici dei nuovi ordini totali (64,2) ed esteri (61,2); l’occupazione, invece, continua a segnare una contrazione ma a velocità ridotta. I prezzi, in particolare quelli degli input, hanno registrato un calo.
Il PMI manifatturiero dell’Italia è rimasto pressoché invariato, da 53,1 a 53,2. Gli indici degli ordini esteri e dell’occupazione si collocano sopra la soglia di invarianza; infine, le indagini settembre indicano un lieve aumento dei prezzi.
– In agosto, i prezzi alla produzione sono calati di -0,1% m/m nel comparto dei beni di investimento (+0,8% a/a) e sono rimasti invariati su base mensile per i produttori di beni di consumo durevoli (1,5% a/a) e non durevoli (+0,3% a/a); i prezzi dei beni intermedi sono saliti di 0,1% m/m, ma sono ancora in calo di -1,9% rispetto a un anno prima.
Il PPI energia è cresciuto di 0,3% m/m, ma la variazione tendenziale resta fortemente negativa (-8,7% a/a). La contrazione del PPI si ridimensionerà radicalmente nei prossimi mesi, grazie alla stabilizzazione nel comparto energetico e dei beni intermedi.

STATI UNITI
 – La spesa personale ad agosto aumenta di 1% m/m, dopo 1,9% m/m a luglio. In termini reali, la variazione dei consumi è di 0,7% m/m.
La variazione è spinta da un’accelerazione nel comparto dei servizi (1,1% m/m), che supera i livelli di febbraio in termini reali, e da un modesto calo nel comparto dei beni (-0,2% m/m, con un livello invariato per i beni durevoli), in via di normalizzazione dopo i forti aumenti della primavera e della prima parte dell’estate.
Il reddito personale corregge di -2,7% m/m, con un calo del reddito disponibile di -3,2% m/m (-3,5% m/m in termini reali).
La frenata del reddito disponibile deriva dalla scadenza a fine luglio della Federal Pandemic Unemployment Compensation che trasferiva l’integrazione di 600 dollari/settimana ai percettori di sussidi statali.
La fine della FPUC è stata compensata da un aumento delle retribuzioni, in accelerazione rispetto a luglio, sostenuto per quasi due terzi dalla presenza dei lavoratori impiegati temporaneamente per le procedure del censimento. Il reddito rimane comunque al di sopra del livello di febbraio.
Il tasso di risparmio prosegue il rientro dai picchi della primavera e si attesta a 14,1% ad agosto, su un livello ancora elevato e in grado di dare sostegno alla spesa.
Il deflatore dei consumi aumenta di 0,3% (1,4% a/a), come a luglio, con una variazione dei beni di 0,4% m/m e dei servizi di 0,3% m/m, e un ampio contributo dell’energia che ha prezzi in rialzo di 0,8% m/m.
Anche il deflatore core è in rialzo di 0,3% m/m (1,6% a/a), dopo 0,4% m/m a luglio, spinto dai prezzi dei beni core. L’inflazione core potrebbe avvicinarsi al 2% già entro fine anno.
I dati confermano il proseguimento della crescita solida dei consumi e lo spostamento atteso verso il settore dei servizi.
Tuttavia, il calo del reddito disponibile segnala i rischi per la sostenibilità della dinamica dei consumi nei prossimi mesi, se non verrà introdotto nuovo stimolo fiscale in tempi rapidi.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 26 settembre calano a 837 mila (-36 mila) rispetto alla settimana precedente.
In termini non destagionalizzati, le nuove richieste si attestano a 786.942, in calo di 40 mila dalla settimana precedente. Nella settimana finale di settembre si registrano anche richieste iniziali di 659 mila sussidi erogati con il programma di Pandemic Unemployment Assistance.
I sussidi esistenti nella settimana conclusa il 19 settembre correggono a 11,767 mln (-980 mila) della settimana precedente. In termini non destagionalizzati, i sussidi statali esistenti risultano pari a 11,410 mln, in calo di 1 mln rispetto alla settimana precedente.
Il numero totale di percettori di sussidi nella settimana conclusa il 12 settembre (periodo di rilevazione dell’employment report di settembre) aumenta di 484 mila, a 26,529 mln.
I dati puntano ancora a correzioni del tasso di disoccupazione e a incrementi di occupati, ma a ritmi più contenuti rispetto a quelli dei mesi precedenti.

 

COMMENTI:

ITALIA – Nell’audizione davanti alle commissioni Bilancio e Politiche UE del Senato, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha affermato che le previsioni di crescita programmatica che il Governo inserirà nella Nota di Aggiornamento al DEF vedono una ripresa del PIL di +6% nel 2021 (a fronte di un 5,1% tendenziale), +3,8% nel 2022 e +2,5% nel 2023.
A nostro avviso, si tratta di stime assai ottimistiche non tanto per l’anno prossimo, quanto soprattutto per il 2022-23.
Il Governo ipotizza un impatto del Recovery Fund di 0,2-0,5 punti di PIL sulla crescita di lungo termine e un effetto ancora maggiore negli anni dell’orizzonte di previsione, cui si aggiungerà l’impatto di altre riforme in cantiere come quella della PA.
Il profilo programmatico del governo vede il rapporto debito/PIL toccare il 158% quest’anno, e imboccare un sentiero di graduale riduzione negli anni successivi (al 155,8% nel 2021): l’obiettivo (assai ambizioso, a nostro avviso) è tornare ai livelli pre-Covid (sotto il 130%) alla fine del decennio.
Il ministro ha anche confermato che la riforma fiscale avrà per obiettivi il taglio del cuneo fiscale sul lavoro, la revisione complessiva della tassazione verso una maggiore equità, la lotta all’evasione e la revisione del sistema degli incentivi ambientali, di quelli per il sostegno delle famiglie e alla genitorialità, e per la partecipazione al mercato del lavoro (nel concreto, la Legge di Bilancio dovrebbe contenere le prime risorse per prorogare il taglio del cuneo sui redditi fino a 40 mila euro in vigore da luglio, e per iniziare a introdurre l’assegno universale per i figli; allo studio anche una decontribuzione triennale sui nuovi contratti, che si sommerebbe al taglio del 30% dei contributi per tutti i dipendenti al Sud).
Intanto ieri i dati sul fabbisogno del settore statale nel mese di settembre hanno confermato un andamento migliore del previsto, con il fabbisogno dei primi nove mesi dell’anno pari a 128,2 miliardi, in aumento di “appena” 73 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019: il dato conferma che l’indebitamento netto della PA quest’anno potrebbe risultare inferiore di circa un punto rispetto all’11,9% indicato dello stesso Governo lo scorso agosto.

BREXIT – La Commissione Europea ha annunciato di voler avviare una procedura di infrazione contro il Regno Unito, accusato di aver violato il trattato di recesso con l’approvazione della Legge sul Mercato Interno.
Quest’ultima prevede che le autorità locali possano ignorare i termini del Protocollo sull’Irlanda in caso di uscita senza accordo commerciale.
La Commissione ha concesso al Regno Unito un mese per rispondere alla lettera di notifica.
I termini molto dilatati sono scelti per non interferire con i negoziati: se questi si concluderanno con la sigla di un accordo commerciale, infatti, le parti controverse dello UK Internal Market Bill non si applicherebbero.

STATI UNITI
 – Il presidente Trump e la first lady sono positivi a Covid-19 e hanno annunciato l’inizio della quarantena. I risultati dei test del presidente e della first lady sono stati annunciati il giorno dopo la comunicazione che H. Hicks, adviser di Trump, era stata dichiarata positiva al ritorno dal viaggio a Cleveland per il primo dibattito presidenziale. I programmi della campagna elettorale vengono quindi bloccati ed è probabile che il secondo dibattito presidenziale, previsto per il 15 ottobre, debba essere posposto.
– La Camera ha approvato il disegno di legge che introduce misure di sostegno all’economia per 2,2 tln di dollari, senza sostegno repubblicano (e con 18 voti democratici contrari).
Il voto era stato tenuto in sospeso in attesa di un possibile avvicinamento delle posizioni del segretario del Tesoro e della presidente della Camera. Pelosi ha detto che spera ancora in un accordo con la Casa Bianca.
Dopo la presentazione da parte dei democratici dell’ultima versione del pacchetto, per 2,2 tln da 3,5 tln della versione precedente, Mnuchin aveva proposto un accordo su un intervento di 1,6 tln (da 1,5 tln dell’offerta precedente), con l’inclusione di 250 mld per gli stati e gli enti locali.
Pelosi ha però ripetuto che il livello di intervento è insufficiente per far fronte alle difficoltà dell’economia.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ancora ieri, ma in misura contenuta, penalizzato dal flusso di notizie circa il nuovo pacchetto di stimolo fiscale, più ampio nella proposta dei Democratici, inferiore in quella dei repubblicani.
Oggi invece apre al rialzo, nel suo ruolo di safe haven per l’aumento della risk aversion, sulla notizia che il Presidente Trump è entrato in quarantena dopo che un consigliere della Casa Bianca è risultato positivo al test per il coronavirus, nonché su nuovi dubbi circa la possibilità di raggiungere un accordo sul pacchetto fiscale.
Nell’attesa, oggi l’attenzione tornerà anche sui dati, employment report in primis e fiducia delle famiglie, per i quali le aspettative sono nel complesso positive, in linea con le indicazioni emerse ieri dai sussidi di disoccupazione, scesi più del previsto, e dall’ISM manifatturiero, che è sceso contro previsioni di aumento.
Se i dati non deluderanno la discesa del dollaro dovrebbe fermarsi, ma questo potrebbe non essere sufficiente a impedire che la settimana si chiuda comunque in calo, a meno che la risk aversion non aumenti in modo molto significativo.

EURL’euro si è rafforzato ieri sulla debolezza del dollaro, mantenendosi però in area 1,17 EUR/USD, su livelli prossimi al confine che segna l’apertura del fronte rialzista (corridoio 1,1720-1,1820 EUR/USD), a conferma dell’elevata incertezza che ancora domina sul mercato. In assenza di notizie positive sull’evoluzione dei contagi in Europa, l’upside dell’euro rimane compresso. Oggi però apre in calo (minimo a 1,1694) sul generalizzato recupero del dollaro: l’evoluzione della risk aversion resterà un driver importante.

JPY – Lo yen è rimasto pressoché stabile ieri contro dollaro in area 105 USD/JPY e contro euro in area 123-124 EUR/JPY, ma è in salita oggi sull’aumento della risk aversion a 104 USD/JPY e 123 EUR/JPY rispettivamente: l’evoluzione della risk aversion resterà il driver chiave di oggi.

GBPLa sterlina ha avuto una giornata molto movimentata ieri, ma alla fine ha chiuso in calo sia contro dollaro da 1,29 a 1,28 GBP/USD sia contro euro da 0,90 a 0,91 EUR/GBP.
Altre indiscrezioni di stampa che indicavano una buona probabilità di raggiungere un accordo nei negoziati post-Brexit in corso ne avevano favorito inizialmente un rialzo.
Il calo è arrivato invece dopo la notizia che la Commissione UE intende avviare un’azione legale contro il Regno Unito se entro un mese non verrà risolta la questione della violazione del Withdrawal Agreement attuata tramite l’Internal Market Bill, sul tema di confine irlandese.
Oggi i riflettori saranno sull’esito del round in corso dei negoziati post-Brexit
, importanti perché non sono stati programmati altri round dopo quello in corso. Eventuali progressi favorirebbero un rafforzamento della sterlina, mentre in caso di protrarsi dello stallo la valuta britannica scenderebbe ancora.
L’UE valuterà nuovamente lo stato dell’arte dei negoziati il 15-16 ottobre: per consentire la ratifica dell’eventuale accordo entro la scadenza di fine anno, l’accordo dovrebbe essere raggiunto entro fine ottobre.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La stima flash di settembre dovrebbe indicare una flessione dell’inflazione da -0,2% a -0,4% a/a, sulla scia della persistente debolezza della domanda e di un ulteriore, sia pur parziale, trasferimento a valle del taglio IVA in Germania.
L’indice core BCE (al netto di alimentari ed energia) è visto stabile allo 0,6% a/a. Sul mese, i prezzi sono attesi in stagnazione dopo il -0,4% m/m precedente.
Sono visti in calo i prezzi dei prodotti energetici (-0,4% m/m, -8,2% a/a). L’inflazione dovrebbe mantenersi in territorio negativo nei prossimi mesi.

STATI UNITI
– L’employment report di settembre dovrebbe essere ancora positivo, con previsioni di crescita di occupati non agricoli a 950 mila, dopo 1,371 mln ad agosto.
I dati dei sussidi danno indicazioni miste per la dinamica occupazionale. Dopo un periodo di stallo a metà luglio, i sussidi statali esistenti hanno ripreso a calare, con una correzione di 1 milione nella prima settimana di settembre e di quasi 2 milioni rispetto alla prima settimana del mese precedente, invece i sussidi federali nello stesso periodo sono in rialzo per un ammontare analogo.
Ad agosto, la variazione degli occupati rilevati con l’indagine presso le famiglie (3,751 mln) è stata quasi il triplo rispetto a quella dell’indagine presso le imprese (1,371 mln): sia a marzo sia a maggio il gap tra le due serie si è chiuso con i nonfarm payroll che hanno recuperato il terreno perso rispetto agli occupati della household survey.
Infine, fra fine agosto e metà settembre la riapertura dell’attività in alcuni segmenti dei servizi ricreativi dovrebbe avere sostenuto la crescita occupazionale.
Sul dato di settembre dovrebbe però pesare negativamente la riduzione dei contratti temporanei per il censimento (-40 mila).
Il tasso di disoccupazione dovrebbe calare a 8,3%, da 8,4% di agosto, con un aumento modesto della forza lavoro e un tasso di partecipazione circa invariato.
I salari orari dovrebbero aumentare di 0,2% m/m, ancora compressi dal ritorno al lavoro di individui con salari nella parte bassa della distribuzione salariale.
I dati dovrebbero confermare il continuo riassorbimento delle risorse inutilizzate, anche se a un ritmo di miglioramento in calo, tale da lasciare i livelli pre-COVID-19 ancora irraggiungibili per diversi anni.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a settembre (finale) dovrebbe mantenersi sui livelli della lettura preliminare, a 79, all’interno dell’intervallo di fluttuazione visto da aprile in poi.
Nei prossimi mesi la fiducia sarà influenzata prevalentemente da tre fattori: lo scenario politico, l’eventuale rinnovo del supporto fiscale e la possibile disponibilità di vaccini anti-COVID-19.