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02 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa a febbraio a 9,7%, da 9,8% di gennaio. Nel mese, gli occupati sono calati lievemente (-10 mila unità), a fronte di un corrispondente aumento degli inattivi (+12 mila).
Tasso di occupazione e tasso di attività sono anch’essi poco variati, e rimangono vicini ai massimi storici (a 58,9% e 65,5%). Il tasso di disoccupazione giovanile (nella fascia d’età tra 15 e 24 anni) è rimasto stabile al 29,6%.
La stabilità dell’occupazione nel mese è stata il risultato di una crescita tra le donne e tra i giovani sotto i 24 anni, a fronte di una diminuzione per gli uomini e gli over-35.Inoltre, aumentano i contratti temporanei (+14 mila), a fronte di un calo dei dipendenti permanenti (-20 mila) e dei lavoratori autonomi (-4 mila).
Rispetto a un anno prima, l’occupazione è stabile, come risultato di un aumento nelle fasce di età estreme (sotto i 24 e sopra i 50 anni) e di un calo tra le persone di età intermedia (35-49 anni), anche a causa della riduzione del loro peso demografico. Sempre su base annua, la stabilità dell’occupazione si accompagna a un calo dei disoccupati (-7,6%, -206mila unità) e a una crescita degli inattivi (+0,4%, +51 mila).
In ogni caso, i dati provvisori sugli occupati di febbraio sono già superati, in quanto non incorporano, se non in minima parte, gli effetti delle misure di blocco delle attività produttive che sono state introdotte in gran parte nel mese di marzo.
Sotto ipotesi non troppo pessimistiche sulla contrazione dell’attività economica, stimiamo che il tasso dei senza-lavoro possa salire di un paio di punti percentuali nei prossimi mesi.

ITALIA – A marzo, il PMI manifatturiero ha raggiunto il suo livello più basso da aprile 2009, a 40,3 dal 48,7 di febbraio. Sia la produzione che i nuovi ordini sono crollati (rispettivamente a 27,8 e 31,1), e il sotto indice sull’occupazione è sceso a 45,3 da 49,2.
Riteniamo che il calo possa essere ancora più marcato nel settore dei servizi. Peraltro, il dato del PMI manifatturiero di marzo non incorpora appieno la chiusura delle attività non essenziali disposta dal governo solo nell’ultima settimana del mese, pertanto la caduta avrebbe potuto essere più accentuata; a tal proposito, potrebbe non essere garantita la diffusione dell’indagine nel mese di aprile (Istat ha già comunicato chele rilevazioni sui climi di fiducia di famiglie e imprese per il mese prossimo sono sospese per via delle difficoltà operative legate all’emergenza Covid-19).
In ogni caso, il livello corrente delle indagini è già coerente con una contrazione senza precedenti dell’attività economica.

AREA EURO – Il dato finale del PMI manifatturiero di marzo ha segnato una diminuzione a 44,5 (tre decimi in meno della stima flash) da 49,2 precedente, toccando il minimo dall’agosto del 2012.
L’indice registra una flessione meno severa, ma pur sempre considerevole, rispetto agli altri indicatori. Il calo coinvolge tutti i settori, coni beni di investimento che riportano la contrazione maggiore.
Produzione e nuovi ordini sono drasticamente diminuiti; l’indice dell’occupazione segnala un forte indebolimento del mercato del lavoro.
L’indagine di marzo ha registrato, inoltre, il peggioramento dei tempi di consegna, al minimo da quasi 23 anni, con ritardi nelle consegne delle merci in tutte le nazioni.
Lo spaccato per paesi indica che, tra le maggiori economie dell’Eurozona, il manifatturiero è fortemente diminuito in Italia (a 40,3 punti), che registra il valore più basso tra i partner europei.
La Francia si colloca, anch’essa, sotto la media dell’Eurozona (a 43,3 da 49,7 di febbraio),mentre la Germania registra una più debole diminuzione (a 45,4 da 48 di febbraio). L’indice è passato in territorio recessivo in tutti i paesi coperti dall’indagine con l’eccezione dei Paesi Bassi, gli unici che hanno registrato un valore di poco sopra la soglia di non cambiamento di 50,0 punti.
L’indagine congiunturale è coerente con un forte crollo dell’attività economica per questo mese, e con una contrazione del PIL di 1,8% su base trimestrale.
L’ottimismo dei mesi iniziali del nuovo anno, infatti, è stato completamente spiazzato dagli effetti negativi sull’economia dell’impatto della pandemia di COVID-19.
Il PMI manifatturiero potrebbe calare ulteriormente ad aprile, a mano a mano che l’adozione di misure di contenimento più severe si estende fra i paesi dell’Eurozona e riduce l’attività economica.

STATI UNITI
 – La stima ADP degli occupati non agricoli privati a marzo, praticamente irrilevante per la previsione del mercato del lavoro nel 2° trimestre, registra un calo di -27 mila posti, con una correzione di -9 mila nell’industria e -18 mila nei servizi.
Nell’industria, c’è un incremento di 6 mila posti nel manifatturiero e di 1000 posti nell’estrattivo, mentre le costruzioni vedono un calo di -16 mila occupati.
Nei servizi, si registrano contrazioni per commercio, trasporti e utility (-37 mila), informazione (-7 mila), servizi professionali (-3 mila), tempo libero e ospitalità (-11 mila), a fronte di un aumento solido per sanità e istruzione (48 mila).
Il calo è concentrato nel segmento delle piccole imprese che riducono gli occupati di -90 mila unità, mentre le medie e le grandi imprese segnano incrementi di 7 mila e 56 mila, rispettivamente.
L’utilità del rapporto è il segnale di risposta rapida da parte delle piccole imprese nei servizi aggregativi alla diffusione dell’epidemia, anche prima dell’imposizione di misure di contenimento. Il calo nelle costruzioni è più che altro una correzione rispetto agli incrementi ampi dei mesi precedenti, spinti dalle condizioni climatiche particolarmente miti.
La metodologia usata per il rapporto ADP non è identica a quella del BLS e spesso ci sono differenze nelle due serie.
In base al dato dei nuovi sussidi nella settimana di rilevazione (281 mila), la previsione per i nonfarm payroll sarebbe positiva, intorno a 90 mila nuovi occupati. Manteniamo questa previsione per i nuovi occupati rilevati dal BLS nell’employment report in uscita il 3 aprile, sapendo che in ogni caso anche la previsione di consenso con occupati in calo di -100 mila non avrà nessuna rilevanza per stimare il numero effettivo di occupati a marzo, e ancora meno ad aprile.
– L’ISM manifatturiero a marzo cala a 49,1 (meno di quanto atteso dal consenso), da 50,1 di febbraio, tornando in territorio recessivo dopo un breve intervallo sopra 50.
L’indice composito non dà un quadro particolarmente negativo per diverse ragioni. L’epidemia era appena cominciata e inizialmente ha colpito in prevalenza il settore dei servizi.
Inoltre, il manifatturiero, anche al culmine delle misure restrittive, dovrebbe comunque soffrire meno del resto dell’economia.
Infine, e soprattutto, i tempi di consegna sono in ampio rialzo e, avendo un peso uguale a quello delle altre principali componenti, incrementano artificialmente l’indice composito, dato che in questa fase sono un segnale negativo di problemi dal lato dell’offerta collegati alla catena produttiva interrotta dal blocco di attività in Cina.
L’indagine è comunque omogeneamente negativa: nuovi ordini a 42,2 da 49,8, produzione a 47,7 da 50,3, ordini inevasi a 45,9 da 50,3, occupazione a 45,8 da 46,9.
Come segnalato sopra, i tempi di consegna sono in aumento di 7,7 punti, a 65. Le imprese riportano preoccupazione per la pandemia e per la forte volatilità nel settore energetico, disagi nella logistica, calo di produttività, cancellazione di ordini in alcuni settori (ospitalità) e in generale previsioni prevalenti di contrazione dell’attività nel breve periodo.
Il direttore dell’indagine riporta che un indice composito a 49,1 sarebbe coerente con una crescita annua del PIL di 1,8%. La crescita nel 1° trimestre sarà invece probabilmente negativa, ma gli indicatori mensili non sono in grado di dare informazioni aggiornate.

 

COMMENTI:

ITALIA – Come anticipato nell’informativa al Senato dal ministro della Salute Speranza, il Presidente del Consiglio Conte ha comunicato che la decisione del governo è di prorogare fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione alle attività e agli spostamenti individuali finora adottate (compreso il blocco alle attività produttive non essenziali).
Secondo indiscrezioni di stampa, il Governo sarebbe intenzionato a chiedere al Parlamento un nuovo incremento del ricorso all’indebitamento, per un disavanzo aggiuntivo tra l’1 e l’1,2% del PIL ovvero fra i 18 e i 22 miliardi; il nuovo decreto, utilizzando una quota dei fondi europei non impegnati, potrebbe arrivare a un pacchetto di misure vicino ai 30 miliardi.
Intanto il fabbisogno statale nel mese di marzo è salito a 32,2 miliardi, in aumento di 12 miliardi rispetto al corrispondente mese dello scorso anno (nei primi tre mesi, il fabbisogno dell’anno in corso è pari a 30,8 miliardi, in aumento di 2,1 miliardi rispetto al 1° trimestre 2019).
La crescita del fabbisogno è dovuta, dal lato delle entrate, alla sospensione dei versamenti tributari e contributivi previsti dal decreto Cura Italia, e a una diversa calendarizzazione dei proventi delle aste; si registrano anche maggiori pagamenti degli Enti territoriali e maggiori prelievi da parte dell’INPS, sempre per via delle misure previste dal decreto Cura Italia; viceversa, la spesa per interessi risulta in calo di 600 milioni rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

AREA EUROIl Sole 24 Ore riferisce che oggi la Commissione Europea dovrebbe formalmente presentare una proposta per un sistema comune di sostegno ai sistemi nazionali di sicurezza sociale, in particolare quelli che puntano a evitare il licenziamento dei lavoratori da parte delle imprese che fronteggiano cali temporanei della domanda. Le anticipazioni fornite dalla presidente della Commissione Europea parlano di “almeno 100 miliardi”.
Una seconda proposta è stata avanzata dalla Francia: costituire un fondo della durata di 5-10 anni, finanziato dall’emissione congiunta di obbligazioni, che eroghi prestiti o sovvenzioni agli Stati membri per finalità generali di politica economica.
Il servizio del debito sarebbe garantito da una imposta di solidarietà o dal dirottamento di altre entrate tributarie al fondo.
Secondo l’FT, una terza opzione è quella di aumentare il capitale della BEI, per mobilizzarla all’erogazione di garanzie a piccole imprese.
Infine, diversi paesi sperano ancora che il prossimo bilancio pluriennale dell’UE possa essere rafforzato per sostenere i paesi più colpiti dalla pandemia.
L’Olanda ha invece proposto la costituzione di un fondo da 10 o 20 miliardi che faccia erogazioni a fondo perduto ai paesi in difficoltà per la pandemia, senza condizioni. Dati i tempi molto lunghi per rendere operativa una nuova istituzione, forse resta probabile che il compromesso finale faccia perno soprattutto sul MES/ESM, modificando durata, dimensione e condizionalità dei programmi esistenti, per aiutare il rifinanziamento del debito pubblico, e sulla BEI per il finanziamento di progetti di investimento.

STATI UNITI –  Covid-19 update
 – La Fed ha annunciato una modifica temporanea, effettiva da oggi e in vigore fino a marzo 2021, alla regola per il leverage ratio supplementare delle grandi banche con l’obiettivo di migliorare la liquidità del mercato dei Treasury e di aumentare la capacità di erogare credito a famiglie e imprese.
Il supplementary leverage ratio è applicato alle istituzioni con più di 250 mld di attivo e in base alla regolamentazione vigente è definito a un minimo del 3%, con regole più stringenti per le istituzioni di interesse sistemico.
Con il cambiamento annunciato ieri, il denominatore del rapporto viene ridotto attraverso una nuova definizione del denominatore, che esclude i Treasury e i depositi detenuti dalle istituzioni presso la Fed. Pertanto, secondo il comunicato della Fed, i requisiti per il capitale tier 1 sono ridotti di circa il 2% in aggregato.
Contagi: 216.515, nuovi contagi: 25.200, decessi: 5.119, guarigioni: 8.593 (fonte: JHU).
La Florida, dove finora le restrizioni erano limitate a decisioni dei singoli enti locali, ha ordinato la chiusura delle attività aggregative a livello statale. Il pacchetto di stimolo per la fase 4 secondo la leadership democratica potrebbe essere in linea con le dichiarazioni di Trump, e aggirarsi intorno a circa 2 tln di dollari, con progetti di spesa per infrastrutture vicini a 760 mld di dollari.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro si è mantenuto nel range del giorno precedente ma ha chiuso al rialzo a livello intra-day, a suggerire che l’elevata avversione al rischio e la portata globale della crisi rimangono fattori di supporto per il biglietto verde nel suo ruolo di safe haven, ma che tendenzialmente, salvi sviluppi imprevisti, i massimi recenti potrebbero restare alle spalle.
I dati, occupati ADP e ISM manifatturiero, hanno mostrato un peggioramento, ma inferiore alle attese.

EUR – L’euro ha proseguito il calo da 1,10 a 1,09 EUR/USD, anche se di poco, toccando un minimo a 1,0901 EUR/USD. La lettura finale del PMI manifatturiero ha apportato una revisione al ribasso della prima stima. In assenza di novità eclatanti, il cambio sta trovando un’area di assestamento in un intorno di 1,10 EUR/USD.

JPY – Lo yen si è rafforzato ulteriormente sia contro dollaro da 107 a 106 USD/JPY sia contro euro da 118 a 116 EUR/JPY, favorito dal permanere di un’elevata risk aversion.
La valuta nipponica dovrebbe restare supportata finché l’incertezza non si risolve.

GBP – La sterlina è rimasta in calo contro dollaro da 1,24 a 1,23 GBP/USD seppure all’interno del range del giorno precedente, ampliando i progressi contro euro da 0,89 a 0,87 EUR/GBP.
Il PMI manifatturiero ha mostrato una lieve revisione al ribasso rispetto alla prima stima. In assenza di novità significative il cambio dovrebbe assestarsi intorno ai livelli correnti.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 28 marzo dovrebbero salire a 3,500 mln, superando il livello record di 3,283mln della settimana precedente.