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01 Marzo 2021 – nota economica giornaliera

FRANCIA
– La stima flash indica che a febbraio l’inflazione ha visto sia un rallentamento sull’indice nazionale, a 0,4% a/a da +0,6% a/a di gennaio, sia sulla misura armonizzata, a 0,7% a/a da +0,8% a/a precedente.
Il ribasso è spiegato dalla discesa dei prezzi dei beni manifatturieri (-0,5% a/a), per via dei saldi invernali, e dal rallentamento dei servizi e degli alimentari.
Sul mese, i prezzi al consumo hanno segnato un calo di un decimo sull’indice nazionale (dopo il +0,2% m/m di gennaio) e crescita zero su quello armonizzato (dopo il +0,3% m/m precedente).
Ci attendiamo una graduale risalita dell’inflazione nei prossimi mesi.
– La seconda lettura del PIL del 4° trimestre ha visto una revisione al ribasso di un decimo, a -1,4% t/t(-4,9% a/a) da +18,5% t/t dei mesi estivi. Il dato si colloca ben al di sopra delle attese.
La domanda interna ha sottratto -2,9 punti percentuali; al contrario, le esportazioni nette hanno fornito un contributo positivo alla crescita (+1,0 pp).
La contrazione dei consumi è stata pari a -5,4% t/t, ed è stata spiazzata solo parzialmente dall’aumento degli investimenti (+1,1% t/t).
Il 2020 si chiude con una contrazione media annua di -8,2%; il nostro scenario centrale prevede al momento una contrazione marginale del PIL a inizio anno, ma sulla previsione insistono rischi al ribasso.
– La spesa per consumi è calata a gennaio di -4,6% m/m, dopo il +22,4% m/m (rivisto al ribasso di sei decimi) di dicembre.
Il dettaglio mostra un crollo per il settore tessile (-27,8% m/m, dopo la forte crescita di +116,6% m/m in dicembre), per via dello slittamento dei saldi invernali, così come per le spese per beni durevoli (-9,9% m/m).
Il consumo di energia risale di +6,3% m/m, dopo il +10,9% m/m di dicembre; infine, il comparto alimentare registra solo un modesto aumento (+1,7% m/m da +3,6% m/m precedente).
La variazione annua dei consumi passa a zero da +3,6% a/a precedente.
Prevediamo una ripresa delle vendite solamente marginale nel mese di febbraio.

STATI UNITI – La spesa personale a gennaio aumenta di +2,4%m/m, dopo -0,4% m/m di dicembre. I consumi sono in forte rialzo nel comparto dei beni (+5,8% m/m, 5,1% m/m in termini reali), a fronte di un incremento moderato dei servizi (0,5% m/m in termini reali).
Il reddito personale balza di 10% m/m(13,1% a/a), sulla scia dei trasferimenti diretti previsti dal pacchetto fiscale di fine 2020 e della riapertura dei programmi federali di integrazione dei sussidi di disoccupazione.
Il reddito disponibile è in crescita di 11,4% m/m (11% m/m in termini reali), con trasferimenti pubblici pari a circa 2 tln di dollari.
Il tasso di risparmio sale a 20,5%, da 13,7% di dicembre, aprendo la strada a un sentiero solido di consumi nei prossimi mesi.
Sia il deflatore dei consumi sia il deflatore core sono in rialzo di 0,3% m/m (1,6% m/m), il deflatore core aumenta di 0,2% m/m (1,4% a/a).
I prezzi dei servizi ex-energia sono in rialzo, con un forte aumento nella sanità; l’abitazione rimane su un trend di decelerazione ma l’andamento dei prezzi delle case punta a una svolta in tempi ravvicinati anche per questa componente, mentre i beni continueranno a seguire un andamento verso l’alto, determinato dalla fase di eccesso di domanda.
I dati danno indicazioni di significativa riaccelerazione dei consumi dopo il rallentamento di fine 2020 e saranno rinforzati dagli effetti del nuovo pacchetto di stimolo in discussione ora in Congresso.
Ci aspettiamo un boom di consumi, con variazioni vicine al 10% t/t ann. nella parte centrale dell’anno, dopo un incremento nel 1° trimestre superiore a 5% t/t ann.

CINA – L’indice PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit è sceso per il terzo mese consecutivo portandosi da 51,5 in gennaio a 50,9 in febbraio, il livello più basso da giugno 2020.
La flessione ha riguardato tutte le componenti ad eccezione degli acquisti di materie prime e degli ordini esteri che, comunque, sono rimasti in territorio di contrazione.
Le componenti dell’occupazione, degli ordini totali e dei prezzi degli output hanno registrato i cali più significativi.
Similmente, l’indice PMI manifatturiero rilevato dal NBS è sceso a 50,6 in febbraio da 51,3 in gennaio, registrando un calo generalizzato di tutte le componenti e in particolare di quelle della produzione (da 53,5 in gennaio a 51,9 in febbraio), degli ordini esteri (da 50,2 a 48,8) e delle scorte di materie prime e prodotti finiti.
La scomposizione per tipologia di imprese indica una tenuta dell’attività delle grandi imprese e un peggioramento di quelle delle piccole e medie imprese, confermato anche dall’indice sulle piccole e medie imprese di Standard Charted.
L’indice PMI non manifatturiero del NBS è diminuito di un punto, da 52,4 in gennaio a 51,4, in febbraio, spinto al ribasso dalla contrazione degli ordini e delle scorte.
La flessione è imputabile al calo sia del PMI dei servizi, sceso da 51,1 a 50,8, sia di quello, molto più marcato, del settore costruzioni (da 60 a 54,7). Mentre sul settore costruzioni ha verosimilmente influito l’ulteriore restrizione ai finanziamenti alle imprese immobiliari in vigore da gennaio, il PMI manifatturiero ha subito in parte l’effetto stagionale della chiusura di molte imprese in concomitanza con le festività del capodanno.
Sul settore dei servizi ha inciso invece la reintroduzione di misure di contenimento in relazione ad alcuni focolai di Covid-19 scoppiati a gennaio.
Il contenimento dei focolai e il buon andamento delle vendite presso i maggiori venditori al dettaglio e nei ristoranti nella settimana del capodanno (+29% a/a e +4,9% rispetto alla settimana di festività del 2019 secondo le dichiarazioni del Ministero del Commercio) nonché il buon andamento delle vendite al dettaglio nelle grandi città e degli incassi dei cinema supportano le prospettive di ripresa del settore dei servizi segnalata anche dall’aumento della componente aspettative.

 

COMMENTI:

BCE – Nel suo discorso alla Conferenza dello European Fiscal Board, Isabel Schnabel ha detto che “un aumento dei rendimenti nominali che riflette un aumento delle aspettative di inflazione è un segnale positivo che le misure politiche stanno dando i loro frutti”.
Inoltre, “anche gli aumenti graduali dei rendimenti reali potrebbero non essere necessariamente motivo di preoccupazione se riflettono il miglioramento delle prospettive di crescita.”
Tuttavia, “un aumento dei tassi reali a lungo termine nelle prime fasi della ripresa, anche se riflette migliori prospettive di crescita, potrebbe ritirare un sostegno vitale troppo presto e troppo bruscamente, data la condizione ancora fragile dell’economia”; in tal caso, quindi, “il livello di sostegno dovrebbe essere aumentato”.
Schnabel ha poi continuato che saranno necessarie anche politiche fiscali non convenzionali, che vadano oltre i tradizionali stabilizzatori automatici, da attivare in caso di recessioni molto profonde.
Inoltre, Schnabel ha appoggiato l’idea di modificare le regole fiscali dell’eurozona, ripensando la regola di riduzione del debito e concentrandosi su una regola di spesa.

STATI UNITI – La Camera ha approvato il disegno di legge con le misure dell’American Rescue Plan, per 1,9 tln di dollari. Ora si entra nella fase critica di discussione di una versione da presentare in Senato.
Il pacchetto, in base alle regole del Senato e all’interpretazione data dal “parlamentarian”, stralcerà l’aumento del salario minimo a 15 dollari/ora sponsorizzato da Sanders.
Inoltre, non è ancora chiaro quali modifiche i senatori democratici moderati richiederanno per garantire il loro supporto, mentre l’ala progressista del partito risentirà dell’eliminazione della misura sul salario minimo.
I repubblicani hanno criticato il disegno di legge per la sua entità e per l’inclusione di misure non collegate all’emergenza Covid.
L’obiettivo dell’amministrazione è di approvare un pacchetto entro metà marzo.

STATI UNITI-Covid19 – L’FDA ha approvato l’utilizzo di emergenza del vaccino monodose di J&J, che inizierà la distribuzione di 4 mln di dosi entro questa settimana, portandola a 20 mln di dosi entro fine marzo e 100 mln di dosi entro giugno. La facilità di stoccaggio del vaccino J&J e l’efficacia con una sola dose dovrebbero per mettere un’ulteriore accelerazione della campagna vaccinale in USA.
Intanto Moderna ha concluso la fase preparatoria per il lancio di un’analisi su un campione di individui già immunizzati con due dosi del vaccino originale di una nuova versione del vaccino mirata a proteggere contro la mutazione diffusa in Sud Africa. La fase 1 dello studio dovrebbe partire a marzo.
La campagna vaccinale sta riaccelerando, dopo la frenata dovuta al maltempo: le vaccinazioni giornaliere hanno superato i 2 mln dal 26 febbraio e sono in costante aumento, con la media settimanale a 1,74 mln(di cui 877727 prime dosi).
Finora, il 15% della popolazione ha ricevuto una dose e il 7,5% è stato completamente immunizzato con due dosi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in significativo rafforzamento, ma tutto grazie all’ampio movimento rialzista di venerdì, in funzione dell’altrettanto ampia salita dei rendimenti USA degli ultimi due giorni.
La dinamica dei rendimenti è stata piuttosto “veloce”, per cui sarà da seguire in questi giorni – anche per eventuali reazioni (verbali) della Fed (numerosi in proposito i discorsi in calendario da seguire, incluso Powell) – perché eventuali ritracciamenti si rifletterebbero sul biglietto verde.
Tuttavia, la direzione è quella “corretta, ovvero quella che dovrebbe prevalere come tendenza di fondo in corso d’anno, in quanto in linea con i fondamentali.
La settimana entrante propone dati importanti, ISM ed employment report, attesi complessivamente positivi, anche se non è da escludersi il rischio di sorprese negative a causa di condizioni climatiche straordinariamente negative negli USA in febbraio.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,21 a 1,20 EUR/USD (dopo essere passato temporaneamente anche per 1,22), perdendo quota venerdì sul generalizzato recupero del dollaro.
Anche i rendimenti euro sono saliti ultimamente, seppur meno di quelli USA, e venerdì Lane (BCE) ha commentato che la BCE tiene monitorate le dinamiche del mercato (pur non attuando un controllo della curva), perché il movimento va in contrasto con la strategia anti-pandemia attuata dalla banca centrale.
Comunque, la miglior performance attesa dell’economia USA rispetto all’area euro dovrebbe favorire un allargamento dei differenziali di rendimento rispetto agli USA (a favore del dollaro), offrendo le premesse, anche attraverso questo canale, per un indebolimento più ampio del cambio sotto quota 1,20 EUR/USD.
Dai dati dell’area in uscita questa settimana non si attendono spunti di rilievo per l’euro.
I temi USA e le dinamiche di rendimento dovrebbero prevalere.
Da seguire anche in questo caso i discorsi BCE per eventuali commenti sulla recente salita dei rendimenti.

GBPAnche la sterlina ha chiuso la settimana in calo, perdendo quota soprattutto venerdì sul recupero generalizzati del dollaro.
Contro dollaro è scesa da 1,40 a 1,39 GBP/USD (dopo essere passata per nuovi massimi in area 1,42), mentre contro euro ha chiuso solo poco sotto i livelli di apertura – in area 0,86 EUR/GBP, ma passando prima per massimi in area 0,85 EUR/GBP e scendendo venerdì fino a minimi, temporanei, in area 0,87 EUR/GBP.
Da seguire questa settimana saranno i vari discorsi BoE in calendario, perché dagli interventi di venerdì sono emerse visioni contrastanti: Haldane ha indicato che potrebbero aversi significativi rischi verso l’alto per l’inflazione nel Regno Unito (overshooting del target), mentre Ramsden ha affermato l’opposto, spiegando che semmai i rischi per effetto della pandemia sono verso il basso.
Se altri esponenti della BoE dovessero abbracciare la visione di Haldane, la sterlina potrebbe tornare a rafforzarsi, per via di una probabile nuova salita di tassi attesi e rendimenti.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in calo sia contro dollaro da 104 a 106 USD/JPY sia contro euro da 127 a 128 EUR/JPY (passando per un minimo a 129) per via dell’allargamento dei differenziali di rendimento.
Il calo dovrebbe approfondirsi in corso d’anno, in quanto lo spazio di movimento dei rendimenti giapponesi è molto ridotto.
Tuttavia, c’è attesa in proposito per la riunione BoJ di questo mese (19 marzo), perché in tale occasione verrà presentata una revisione della strategia di policy per migliorarne l’efficacia ai fini del perseguimento dell’obiettivo di inflazione, e uno dei temi di maggior rilievo riguarda “il controllo” dei rendimenti a lunga (ri-definizione della banda di oscillazione).

 

PREVISIONI:

ITALIA – L’Istat diffonderà i numeri annui su PIL reale e nominale, e sui principali indicatori di finanza pubblica, relativi al 2020.
Il PIL dovrebbe aver subito una caduta di -8,8% a prezzi costanti e di -7,7% a prezzi correnti.
Le stime sulla finanza pubblica sono soggette ad ampia incertezza.
Il debito dovrebbe posizionarsi attorno al 155,4% del PIL, mentre il deficit potrebbe risultare migliore del previsto, nell’ordine di grandezza del 10% del PIL.

ITALIA – L’inflazione a febbraio potrebbe salire ulteriormente in base all’indice domestico, a 0,6% a/a da 0,4% di gennaio, per via di un aumento dei prezzi pari ad almeno un decimo nel mese.
Dovrebbe pesare soprattutto la componente energetica, sulla scia dei rincari dei carburanti.
L’inflazione core è attesa a 0,9% da 0,8% precedente.
Sull’indice armonizzato, i prezzi potrebbero viceversa calare di circa nove decimi, come visto a gennaio, per via del rinvio dei saldi invernali; di conseguenza l’inflazione annua rallenterebbe a 0,3% da 0,7% precedente.

AREA EURO
 – La stima finale del PMI manifatturiero è attesa confermare l’accelerazione a 57,7 da 54,8 di gennaio.
Gli indici per la produzione e per i nuovi ordini esteri dovrebbero confermare la forte crescita iniziata nei mesi estivi; la ripresa della domanda, i rincari delle materie prime e, forse, anche problemi legati alle filiere produttive, invece, potrebbero aver contribuito ad un forte aumento dei prezzi pagati.
Lo spaccato per paese dovrebbe vedere la Germania confermare il dato della stima preliminare (60,6), mentre il PMI manifatturiero francese potrebbe essere rivisto al ribasso di undecimo (54,9).
La prima lettura del PMI manifatturiero per l’Italia dovrebbe mostrare un miglioramento a 57,0 da 55,1di gennaio.
– L’inflazione di febbraio è attesa poco variata nell’Eurozona e in Germania, in calo invece in Italia.
Le vendite al dettaglio di gennaio nell’Eurozona dovrebbero mostrare una decrescita, anche per via del crollo dei consumi tedeschi.
Sempre a gennaio, i nuovi ordini all’industria in Germania, al contrario delle vendite, dovrebbero registrare un miglioramento.

GERMANIA – La stima flash dai Länder dovrebbe indicare che i prezzi al consumo sono cresciuti di quattro decimi sull’indice domestico e cinque sull’armonizzato. Di riflesso l’inflazione è attesa stabile all’1% a/a sull’indice nazionale e in flessione di un decimo a +1,5% a/a su quello armonizzato.
I prezzi dovrebbero risalire nei prossimi mesi.

STATI UNITI
 – La spesa in costruzioni a gennaio è prevista in aumento di 0,8% m/m, dopo +1% m/m di dicembre, trainata ancora dal comparto residenziale, ma ora anche dalle strutture non residenziali, che hanno svoltato a fine 2020 e dovrebbero proseguire su un trend positivo per il resto dell’anno.
– L’ISM manifatturiero a febbraio dovrebbe correggere a 58,5 da 58,7 di gennaio, con un impatto negativo dovuto al clima avverso negli stati centro-meridionali e orientali.
Le informazioni sottostanti dovrebbero mantenersi positive, con indicazioni ottimistiche dalle imprese e preoccupazioni concentrate sulle strozzature all’offerta che in alcuni settori stanno frenando l’attività (auto ed elettronica, fra gli altri).
La componente tempi di consegna dovrebbe segnalare un ulteriore allungamento, a supporto dell’indice composito.
– La settimana ha molti dati in uscita, resi però poco attendibili dall’ondata di maltempo che ha colpito gran parte del Paese a febbraio. Oltre agli indici ISM, anche l’employment report dovrebbe riportare un’espansione dell’attività e dell’occupazione, ma con indicazioni più deboli rispetto a quelle coerenti con i trend sottostanti, al netto dell’ondata di gelo.
Per gennaio, la bilancia commerciale dovrebbe registrare una modesta chiusura del deficit.