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1 Giugno 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA
 – L’inflazione ha sorpreso al rialzo, calando meno del previsto al 7,6% (+0,3% m/m) dall’8,2% di aprile sulla misura nazionale e all’8,1% (+0,3% m/m) dall’8,7% sull’armonizzato.
Il calo tendenziale è imputabile all’energia (da 16,7% a 11,9%), spinta al ribasso dalla componente non regolamentata (da 26,6% a 20,5%), in particolare dai prezzi dell’energia elettrica sul mercato libero (da 53,6% a 41,4%), mentre il gas naturale sul mercato non tutelato mostra un rincaro di oltre il 4% m/m e rallenta solo marginalmente su base annua (da 51,5% a 50,8%) per effetto della rimozione di uno dei sussidi in bolletta che erano stati introdotti lo scorso anno.
Si evidenzia anche un leggero calo dei servizi a maggio (4,6% da 4,8%), principalmente legato al rallentamento nei trasporti.
L’inflazione al netto di energetici e alimentari freschi rallenta nuovamente, anche se di poco, a 6,1% da 6,2% a/a.
In sintesi, l’inflazione italiana, a differenza che negli altri Paesi, ha sorpreso verso l’alto per via di una dinamica più sostenuta di energia e alimentari.
Nelle nostre stime, l’indice headline dovrebbe raggiungere il 2,5% a dicembre 2023.
– Dopo aver sorpreso al rialzo già nel dato preliminare, il PIL del 1° trimestre è stato rivisto al rialzo a 0,6% t/t da una stima flash a 0,5% (e da -0,1% nel 4° trimestre 2022).
Anche la crescita annua è stata rivista verso l’alto di un decimo, a 1,9% da 1,8% preliminare (e da 1,5% a fine 2022).
Anche il dettaglio è in parte sorprendente, soprattutto dal lato della domanda, in quanto il contributo degli scambi con l’estero, che in precedenza era stato stimato come positivo, è visto ora pari a -0,1% per via di una contrazione delle importazioni inferiore a quella delle esportazioni (-1% vs -1,4% t/t).
Ciò potrebbe essere dovuto a una revisione sui deflatori di import ed export, particolarmente volatili in questa fase a causa delle eccezionali variazioni dei prezzi dei prodotti energetici e alimentari.
Anche le scorte hanno contribuito negativamente, per un decimo.
La domanda interna al netto delle scorte è cresciuta più del PIL (0,7% t/t).
A sorprendere è stato l’incremento dei consumi delle famiglie (0,5% t/t), trainato dai beni (grazie a una crescita del 2% dei durevoli e dell’1,4% dei non durevoli, e nonostante un calo di -3,1% per i semi-durevoli), mentre i consumi di servizi sono risultati poco variati (0,1% t/t).
L’aumento dello 0,8% t/t degli investimenti è stato circa in linea con le nostre attese.
La crescita “acquisita” del PIL nel 2023 (in caso di stabilità nei restanti trimestri dell’anno) è ora pari a 0,9% (da 0,8% nella lettura preliminare di aprile).
Di conseguenza, aumentano i rischi al rialzo sulla nostra previsione di crescita del PIL dell’1% per quest’anno (già superiore al consenso, che si attesta allo 0,8%).
Viceversa, permangono rischi al ribasso sulla crescita del PIL nel 2024 (la nostra stima attuale è pari all’1,5%), a causa dei rischi di implementazione del PNRR, dell’impatto sul settore immobiliare del rialzo dei tassi e della minore generosità degli incentivi fiscali, nonché di una domanda estera fiacca.

FRANCIA
– L’inflazione è scesa più del previsto al 5,1% (-0,1% m/m) dal 5,9% sul CPI e al 6% (-0,1% m/m) dal 6,9% sull’IPCA, evidenziando rallentamenti diffusi a tutte le componenti (più marcati su energia e alimentari).
La stima finale del PIL ha confermato la crescita di 0,2% t/t nel 1° trimestre, mentre la variazione annuale è stata rivista al rialzo di un decimo a 0,9%.
– Ad aprile i consumi di beni hanno sorpreso al ribasso, registrando un calo di -1% m/m da un precedente -0,8% (rivisto da -1,3%).
La terza correzione consecutiva della spesa è spiegata da energia (-1,9% m/m) e beni alimentari (-1,8% m/m), a fronte di una sostanziale stagnazione per i beni industriali (+0,1% m/m).
Nonostante la fine degli scioperi, non emergono ancora chiari segnali di riaccelerazione dei consumi privati, che sono attesi rimanere fiacchi almeno anche nel 2° trimestre (come suggerito da una fiducia dei consumatori ancora su livelli anemici).

GERMANIA
 – Ieri l’inflazione ha sorpreso al ribasso a maggio, scendendo al 6,1% a/a (-0,1% m/m) dal 7,2% di aprile su base nazionale e al 6,3% a/a (-0,2% m/m) dal 7,6% precedente sull’indice armonizzato.
Lo spaccato dell’indice domestico mostra un rallentamento tendenziale diffuso a quasi tutte le componenti, trainato principalmente da energia e alimentari ma con una (parziale) buona notizia anche dai servizi, in calo a 4,5% da 4,7% di aprile per effetto della correzione nei trasporti.
Nel nostro scenario centrale, l’inflazione potrebbe risalire a giugno per via di effetti base sfavorevoli legati al costo del trasporto pubblico, ma dovrebbe riprendere a calare da luglio fino a raggiungere il 2,7% a fine anno (2,8% sull’IPCA).
L’inflazione al netto di alimentari ed energia è attesa moderare al 5,5% a maggio dal 5,8% di aprile e chiudere l’anno intorno al 3,5%.
– Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 5,6% in maggio, con un aumento dei disoccupati di 9 mila unità (al di sotto delle attese e del dato di aprile).
– Poco fa le vendite al dettaglio hanno registrato un rimbalzo su base mensile ad aprile (0,8% m/m), pur rimanendo in calo rispetto a un anno prima (-4,3% a/a).

 

COMMENTI:                                  

ITALIA
 – Ieri il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla creazione di un “fondo sovrano” per sostenere le filiere del Made in Italy, con una dotazione di un miliardo di euro.
Il Ministro degli Affari regionali Fitto ha presentato in cabina di regia la Relazione semestrale sul piano di attuazione del PNRR, annunciando che le misure che saranno oggetto di riprogrammazione in sede di discussione con la Ue sono quelle che hanno registrato: notevole ritardo nella fase di avvio; rilevante incremento dei costi a causa dell’inflazione e della mancanza di materie prime; estrema parcellizzazione degli interventi; difficoltà di natura normativa, attuativa e autorizzativa che non consentono di realizzare gli interventi nei tempi e nelle modalità previste.
La riprogrammazione avverrà nell’ambito di altre fonti di finanziamento nazionali disponili a legislazione vigente a partire da una riprogrammazione del Piano nazionale complementare, ma gli interventi di carattere strategico nazionale coerenti con le priorità e le finalità del PNRR potranno essere salvaguardati ponendoli a carico della programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e del Fondo Sviluppo e coesione.
– Nelle considerazioni finali in coda alla presentazione della Relazione annuale di Banca d’Italia, il governatore Ignazio Visco ha evidenziato che le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’uno per cento (la precedente stima di Banca d’Italia, che risale allo scorso gennaio, si attestava allo 0,6%).

STATI UNITI
La Camera ha approvato il Fiscal Responsibility Act of 2023 con un’ampia maggioranza trasversale (314-117), sostenuta in misura maggiore dai democratici (165) che dai repubblicani (149).
Il passaggio del FRA con una prevalenza di voti democratici ha creato un’ampia spaccatura nel partito repubblicano, ma per ora non ci sono segnali di rivolta esplicita che metta in pericolo imminente il ruolo di McCarthy come speaker della Camera.
Ora il disegno di legge passa al Senato, con tempi molto stretti per mandare la legge definitiva alla firma del presidente prima del 5 giugno.
Sia Schumer, leader dei senatori democratici, sia McConnell, leader dei repubblicani hanno dichiarato di voler procedere rapidamente con l’approvazione finale.
– Dalla Fed, ci sono stati discorsi contrastanti riguardo all’esito della riunione del FOMC di giugno, ma un articolo del WSJ ha spostato l’ago della bilancia verso una pausa hawkish sottolineando il peso relativo degli interventi di ieri e delle indicazioni di Powell del 19 maggio.
Jefferson (Board Fed, in attesa di essere confermato come vice-presidente della Fed) ha detto che una pausa non dovrebbe essere interpretata come un segnale che i tassi sono al picco.
Piuttosto, secondo Jefferson, saltare” un rialzo alla prossima riunione permetterebbe di vedere più dati prima di decidere l’entità di un’eventuale ulteriore restrizione.
Anche Harker (Philadelphia Fed) ha detto che si potrebbe saltare una riunione.
Inoltre, Harker ha notato che se ci fosse bisogno di alzare ancora, a questo punto potrebbe essere appropriato farlo a riunioni alterne.
Invece, Mester (Cleveland Fed) ha detto che non c’è una “ragione cogente per una pausa”, se i dati indicano che è necessaria ulteriore restrizione.
Secondo Mester, è più convincente il caso a favore di un altro rialzo seguito da una fase di valutazione dello scenario.
Mester ha riconosciuto che ora viene la parte più difficile per la Fed, quando è necessario valutare i trade-off e diversi partecipanti hanno opinioni differenti.
Barkin (Richmond Fed) ha affermato che l’inflazione sarà “più ostinata di quanto sperato da molti e che non se ne andrà in fretta a meno di un rallentamento più marcato della crescita.
Nel complesso, riteniamo che gli interventi di Jefferson e Harker, in linea con il messaggio dato da Powell dieci giorni fa, prevalgano sul flusso di discorsi e puntino a un cambiamento di marcia nel sentiero dei tassi.
Un’eventuale ulteriore restrizione non sarà più attuata a “getto continuo”, ma a ritmi più simili a quelli dei cicli pre-pandemia.
Una pausa a giugno è compatibile con una possibile revisione verso l’alto del punto di arrivo dei tassi, che potrebbe essere giustificata da revisioni verso l’alto per inflazione e crescita e verso il basso per la disoccupazione a fine 2023.
Una pausa alla prossima riunione a nostro avviso è lo scenario centrale, con un possibile ulteriore rialzo a luglio.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è salito ulteriormente ieri e oggi apre in prossimità dei massimi degli ultimi giorni favorito sia dall’approvazione alla Camera dell’accordo sul limite del debito sia da discorsi Fed che suggeriscono che pur con tassi fermi a giugno la Fed potrebbe comunque alzare già alla riunione successiva se i dati non conforteranno lo scenario di una discesa convincente dell’inflazione.
Ieri il PMI di Chicago è sceso molto più del previsto e indicazioni di debolezza sono attese oggi dagli occupati ADP, dai sussidi di disoccupazione e dall’ISM manifatturiero.
A meno di sorprese, pertanto, l’ascesa del dollaro dovrebbe fare una pausa, ma nel breve, se non viene meno il dubbio che possa esserci un altro rialzo Fed entro l’estate, il biglietto verde resterebbe comunque ben supportato.

EURL’euro ha approfondito il calo in area 1,06 EUR/USD subendo sia la generalizzata resilienza del dollaro sia i dati dell’area che tra ieri e oggi hanno mostrato un calo dell’inflazione superiore alle attese.
Così, mentre è andato insinuandosi il dubbio che la Fed possa alzare ancora i tassi, il mercato sta invece rivedendo al ribasso il sentiero dei rialzi BCE, e i differenziali d rendimento si sono ri-allargati a svantaggio della moneta unica.
Nel breve, pertanto, l’euro potrebbe mantenersi ancora sulla difensiva, ma il downside dovrebbe restare contenuto entro la fascia 1,06-1,05 EUR/USD.

GBPLa sterlina ha consolidato ieri contro dollaro riportandosi da 1,23 a 1,24 GBP/USD favorita da attese di mercato per circa 100 pb di rialzi dei tassi BoE quest’anno, più di quanto il mercato sconti per la BCE.
Contro euro, infatti, la sterlina si è apprezzata ancor di più da 0,86 a 0,85 EUR/GBP ieri andando a rivedere massimi abbandonati a dicembre.
Nel breve, temporaneamente, la sterlina potrebbe ancora trarre beneficio dalle attese d mercato sui tassi BoE, ma la probabilità che prossimamente il mercato torni a rivedere al ribasso il sentiero atteso dei tassi limita l’upside della valuta britannica.

JPYLo yen si è rafforzato ulteriormente da 140 a 138 USD/JPY sul calo dei rendimenti a lunga USA ma sta tornando a scendere oggi sull’arretramento degli stessi.
Finché tali rendimenti non si metteranno a scendere stabilmente, lo yen tenderà a mantenersi sulla difensiva
.
Analoga la dinamica contro euro, rispetto al quale lo yen ieri si è rafforzato da 150 a 148 EUR/JPY, salvo tornare a cedere di nuovo oggi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi l’inflazione a maggio dovrebbe riprendere a calare, stimiamo a 6,2% dopo la risalita al 7% di aprile.
Nel mese i prezzi dovrebbero risultare stagnanti.
L’inflazione core al netto di alimentari freschi ed energia è attesa diminuire al 7% dal 7,3 % di aprile; il contributo dall’energia dovrebbe essere negativo.
– Oggi le stime finali dei PMI manifatturieri di maggio dovrebbero confermare la quarta flessione mensile consecutiva a 44,6, su cui ha pesato l’ampio calo dell’indice tedesco.
Ci aspettiamo una flessione del PMI manifatturiero anche in Italia, a 46 da 46,8 di aprile.
– Il tasso di disoccupazione è atteso invariato al minimo storico di 6,5% ad aprile: le intenzioni di assunzione restano espansive (soprattutto nei servizi), e non mostrano per il momento segnali di inversione nonostante il rallentamento ciclico nell’industria.
Anche in Italia il tasso dei senzalavoro è atteso stabile, al 7,8% (che, se si escludono i mesi del primo lockdown nella primavera 2020, corrisponde a un minimo da quasi 14 anni).

STATI UNITI
 – Oggi, l’ISM manufatturiero a maggio è previsto in marginale calo a 47, da 47,1 di aprile.
Le indagini regionali sono state generalmente deboli a maggio, con segnali recessivi sia per l’attività sia per l’occupazione e gli ordini.
Ad aprile l’ISM aveva dato indicazioni coerenti con una modesta recessione nel settore.
Fra i segmenti principali, solo estrattivo e trasporti segnalavano espansione, e a maggio non dovrebbero esserci indicazioni di miglioramento dell’attività generale.
– La spesa in costruzioni ad aprile dovrebbe essere in aumento di 0,1% m/m, dopo 0,3% m/m di marzo, con indicazioni di stabilizzazione nel comparto residenziale.