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1 Giugno 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – La seconda stima del PIL ha registrato 0,1% t/t (da una stima flash a -0,2%), mentre lo spaccato per componenti ha evidenziato una flessione per i consumi privati dopo la stagnazione di fine 2021, a fronte di un’accelerazione per gli investimenti (trainati non solo dalle costruzioni, in crescita di quasi il 27% rispetto ai livelli pre-pandemici, ma anche dai mezzi di trasporto).
Le esportazioni nette hanno frenato la crescita mentre le scorte hanno fornito un apporto nullo.

ITALIA – L’inflazione è tornata ad accelerare dopo il temporaneo rallentamento di aprile e, su base nazionale, ha raggiunto il 6,9% a/a, un massimo dal 1986, con la componente di fondo che è salita di un robusto 3,3% a/a.
La misura armonizzata è balzata di un punto al 7,3%, trainata da energia e alimentari ma con pressioni inflattive ormai diffuse a tutti i principali comparti.
Anche in Italia riteniamo che l’inflazione possa seguire un trend discendente solo a partire dal 3° trimestre e vediamo una media annua al 6,5% nel 2022 e oltre il 2,5% nel 2023.

AREA EURO
– Ieri la stima flash dei prezzi al consumo è salita a maggio di 0,8% m/m sull’indice generale e di 0,7% al netto di alimentari freschi ed energia.
L’inflazione ha quindi raggiunto il nuovo massimo dall’inizio delle serie storiche (1998), rispettivamente all’8,1% a/a sull’indice generale e al 4,4% a/a sulla misura ristretta.
Ci aspettiamo che l’inflazione tocchi un picco nel trimestre estivo.
La discesa attesa a partire dall’autunno sarà lenta, con una dinamica dei prezzi superiore al 2% anche nel 2023. Prevediamo un’inflazione in media al 7% nel 2022 e al 3,4% nel 2023.
– Sul fronte della crescita reale, le seconde stime del PIL hanno registrato inattese revisioni al rialzo in Belgio (a 0,5% t/t da una prima lettura a 0,3%).
Il PIL è stato invece rivisto verso il basso in Francia (a -0,2% t/t, mentre in precedenza era stimata una stagnazione), per lo più su una più ampia flessione dei consumi (-1,5% t/t), che peraltro è proseguita anche nel mese di aprile (-0,4% m/m da -1,4% m/m di marzo).

GERMANIA
– Stamattina le vendite al dettaglio di aprile hanno registrato un calo di -5,4% m/m (in termini reali), dopo lo 0,9% m/m precedente (rivisto al rialzo da -0,1% m/m); sull’anno la variazione è in territorio negativo (-0,4% a/a): i consumi iniziano a risentire dell’elevato livello dei prezzi.
– Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 5% a maggio.

STATI UNITI
– Ieri, la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a maggio ha registrato un modesto calo a 106,4 da 108,6, con moderate correzioni sia per le condizioni correnti sia per le aspettative e indicazioni di spostamento della domanda dai beni durevoli ai servizi.
La valutazione del mercato del lavoro si è indebolita, pur rimanendo molto positiva.
– L’indice dei prezzi delle case S&P Case-Shiller ha registrato un aumento di 1,5% m/m (21,2% a/a) a marzo, confermando che ci vorrà ancora tempo per vedere gli effetti restrittivi del rialzo dei tassi sui mutui.

CINA – Il PMI manifatturiero rilevato da Caixin è salito da 46,1 in aprile a 48,1 in maggio, meno delle attese di consenso (Bloomberg: 49), tornando sui livelli di marzo e segnalando un ritmo di contrazione dell’attività manifatturiera inferiore a quello di aprile ma comunque tra i più elevati da febbraio 2020 (in linea con le indicazioni del PMI del NBS).
La produzione e i nuovi ordini sono scesi in maggio a un ritmo inferiore rispetto ad aprile.
La dinamica degli ordinativi evidenzia che la domanda interna resta migliore di quella estera: la componente delle commesse estere è infatti salita solo da 43,1 in aprile a 44,7 in maggio (rimanendo per il decimo mese in territorio di contrazione), rispetto ad un aumento a 47,5 da 42,8 della componente degli ordini totali.
La componente dei tempi di consegna è migliorata, segnalando che i tempi continuano ad allungarsi anche se non così diffusamente come in aprile.
La contrazione della domanda e le dimissioni dei lavoratori hanno portato ad un ulteriore calo dell’occupazione (la componente è scesa da 49,2 in aprile a 48,6 in maggio) mentre le interruzioni logistiche e di produzione causate dalle misure di confinamento hanno causato un aumento degli ordini inevasi.
Il ritmo di aumento dei prezzi degli input è sceso lievemente ma rimane elevato con molte imprese che segnalano costi elevati a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime, dei trasporti e dei carburanti.
I prezzi di vendita hanno invece subito la prima contrazione in cinque mesi.

 

COMMENTI:

BCE – I dati rafforzano le attese di rialzo dei tassi ufficiali.
Ieri, il governatore di Banca d’Italia Visco ha dichiarato che “non vi sono più preclusioni all’abbandono della politica di tassi ufficiali negativi”, anche se ha auspicato che la normalizzazione avvenga “in modo ordinato”, che sarà più probabile in assenza di una rincorsa prezzi-salari.

STATI UNITI – Dalla Fed, Williams (NY Fed) ha detto che la sfida per la politica monetaria è ridurre l’inflazione mantenendo un’economia forte, sottolineando che il mandato sulla piena occupazione è stato raggiunto ma quello sui prezzi è moto lontano.
Biden, in un incontro con Powell sullo scenario economico, ha detto che la Fed deve essere concentrata sull’obiettivo di ridurre l’inflazione e che l’amministrazione non interferirà con il lavoro della Banca centrale.
Il segretario del Tesoro Yellen ha ammesso di avere sbagliato a prevedere il sentiero dell’inflazione l’anno scorso e affermato di “non avere pienamente compreso, all’epoca” gli ampi shock ai prezzi di energia e alimentari.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo la chiusura dei mercati USA di lunedì, il dollaro è parzialmente risalito tra ieri e oggi seguendo la parziale risalita dei rendimenti dopo il loro recente arretramento.
I rendimenti resteranno il driver principale in questi giorni e se continueranno a salire il dollaro dovrebbe seguire.
Dai dati (principalmente ISM manifatturiero oggi, ISM non-manifatturiero ed employment report venerdì) si attendono indicazioni positive, ma in generale non ulteriori progressi rispetto al mese precedente, il che potrebbe frenare o comunque rallentare l’ulteriore salita dei rendimenti e di conseguenza l’ulteriore rimonta del biglietto verde – a meno di ampie sorprese verso l’alto (dai dati).
Un fattore collegato che può limitare l’upside del dollaro in questa fase è il fatto che il mercato già sconta un sentiero di rialzi Fed robusto.
Da seguire resta comunque sempre anche l’evoluzione della risk aversion a livello globale: una sua eventuale ampia risalita tenderebbe a favorire il dollaro.

EURL’euro è arretrato tra ieri e oggi, da 1,07 EUR/USD a un minimo temporaneo ieri in area 1,06 EUR/USD.
Il movimento – apparentemente in contrasto con l’ampia salita dell’inflazione nell’area euro, che convalida le attese di avvio del ciclo di rialzo dei tassi BCE già a luglio – è in parte di natura tecnica (ritracciamento dopo l’ampio recupero recente e prossimità a livelli chiave di resistenza in area 1,08 EUR/USD), in parte riflesso del generalizzato recupero del dollaro e in parte spiegabile con la preoccupazione per l’ampia salita dell’inflazione nell’area, anche alla luce dell’accordo UE sul divieto di importare petrolio dalla Russia (la BCE infatti risponderà in modo comunque più moderato della Fed e il mercato sconta già anche per la BCE un sentiero di aggiustamento ben più incisivo rispetto a poco tempo fa).
Se non vi saranno novità dall’area euro, il cambio in questi giorni dovrebbe seguire i driver del dollaro, per cui il recupero recente potrebbe interrompersi se i differenziali di rendimento non andranno stringendosi e/o se la risk aversion dovesse tornare ad aumentare.
Da seguire saranno però i vari discorsi BCE in programma: eventuali indicazioni a favore di un primo rialzo di 50 pb invece di soli 25 pb dovrebbero favorire l’euro.
In ogni caso, anche se non vi fossero novità dalla BCE, la prospettiva di un avvio anticipato del ciclo di rialzi dei tassi BCE limita comunque il downside della moneta unica e dovrebbe prossimamente favorirne di nuovo un rafforzamento.

GBPAnche la sterlina è parzialmente arretrata contro dollaro, da 1,26 a 1,25 GBP/USD, per via del generalizzato recupero del biglietto verde, ma non più dell’euro, rispetto al quale rimane infatti pressoché stabile in range tra 0,84 e 0,85 EUR/GBP.
In questi giorni, non essendo in programma dati/eventi di rilievo sul fronte domestico, la sterlina dovrebbe perlopiù seguire i driver di dollaro, indebolendosi/rafforzandosi rispetto a quest’ultimo in caso di generalizzato rafforzamento/indebolimento del biglietto verde, ma mantenendosi tendenzialmente in range contro euro.

JPYLo yen è tornato a indebolirsi contro dollaro passando tra ieri e oggi da 127 a 129 USD/JPY sulla risalita dei rendimenti a lunga USA, a conferma che questa variabile rappresenta il driver principale del cambio.
Se la rimonta dei rendimenti proseguirà lo yen si indebolirà ulteriormente.
La valuta nipponica è scesa anche contro euro da 136 a 138 EUR/JPY, e ora dovrebbe tendenzialmente mantenersi una correlazione positiva tra EUR/JPY e USD/JPY, essendo il downside dell’EUR/USD attualmente più limitato in caso di salita dei rendimenti USA per la contestuale salita dei rendimenti euro.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi le rilevazioni sul mercato del lavoro di aprile dovrebbero riportare un calo del tasso di disoccupazione di un decimo sia in Italia, all’8,2%, sia nel complesso dell’Eurozona, al 6,7%.
– Le stime finali dei PMI manifatturieri di maggio sono attese confermare le letture flash, che hanno evidenziato un calo del morale in area euro e Francia a fronte di una sostanziale stabilità in Germania.
In Italia la prima stima del PMI manifatturiero potrebbe vedere un calo a 53 da 54,5 di aprile.
– Domani i dati sul PPI di aprile in Eurozona dovrebbero confermare diffuse pressioni a monte delle filiere produttive, che si stanno progressivamente trasferendo anche sui prezzi al consumo: vediamo un’accelerazione dell’inflazione dei prezzi alla produzione al 38,5% da un precedente 36,8%.

STATI UNITI
– Oggi ci sono diversi dati rilevanti in uscita.
L’ISM manifatturiero di maggio dovrebbe mantenersi in territorio espansivo, pur calando modestamente a 55 da 55,4, con indicazioni di persistenti difficoltà a reperire manodopera e di elevate pressioni sui prezzi.
– La stima ADP degli occupati non agricoli privati dovrebbe indicare una variazione di 300 mila unità, con indicazioni sempre positive per il mercato del lavoro.
– La spesa in costruzioni di aprile è prevista in rialzo di 0,6% m/m, grazie a un contributo positivo del settore residenziale, derivante dal completamento di unità iniziate negli ultimi trimestri, e a quello non residenziale, spinto dal comparto estrattivo.
– Il Beige Book dovrebbe confermare un quadro di crescita rapida e di persistenti difficoltà a reperire manodopera, con continue pressioni verso l’alto su prezzi e salari.