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28 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati di maggio sul commercio estero coi Paesi extra-UE mostrano una crescita all’incirca della stessa entità per entrambi i flussi (esportazioni +0,8%, importazioni +0,7% m/m).
Ad aumentare, in entrambe le direzioni, sono soprattutto i beni di consumo non durevoli.
Il saldo in termini destagionalizzati è poco variato a 2,7 mld.
Su base annua, l’export accelera da 6,7% a 7,8%, l’import rallenta da 7,4% a 4,1%, mentre per i beni di consumo non durevoli le variazioni sono rispettivamente +23,2% e +13,7%.
Trainanti il Giappone (+23%), la Svizzera (+21,5%) e gli Stati Uniti (+16%), mentre restano in rosso le vendite verso OPEC (-14,3%), Paesi ASEAN (-7,3%) e Turchia (-6,2%).
Tra i settori, i maggiori contributi vengono dai farmaceutici (soprattutto verso gli USA), dalla pelletteria e dai macchinari.
In sintesi, il commercio estero è in una fase di moderata ripresa. Nel 2° trimestre, tuttavia, è possibile che il contribuito al PIL torni negativo, in forza di una maggiore dinamicità dell’import rispetto all’export.
Ciò aggiunge rischi al ribasso al dato sul PIL che sarà comunicato il prossimo 31 luglio.

ITALIA – Il morale dei consumatori è tornato a calare a giugno (a 109,6 dopo l’aumento a 111,6 registrato a maggio). Si tratta di un minimo da luglio del 2017.
Il peggioramento è diffuso a tutte le principali componenti, ma riguarda soprattutto il clima economico nazionale e le aspettative sulla disoccupazione.
Anche l’indice composito sul morale delle aziende diffuso dall’Istat è tornato a calare (a 99,3 dopo il recupero a 100,2 di maggio). Il minimo è stato toccato lo scorso febbraio (a 98,2), ma da allora si può parlare solo di modesto rimbalzo.
In generale, i dati sono risultati inferiori alle attese. Tuttavia, non sono particolarmente sorprendenti a nostro avviso, in quanto segnalavamo come il rimbalzo di maggio potesse essere temporaneo.
• L’unico settore che mostra un miglioramento è il commercio (da 102,7 a 104,7, un massimo da marzo). Nei servizi però la fiducia cala in misura tutto sommato modesta (a 98,9), rimanendo sopra i minimi dei primi due mesi dell’anno. Nelle costruzioni, l’indice diminuisce invece da 144,3 a 140,9, che però rappresentava un massimo dal 2007.
• Nel manifatturiero, la fiducia delle imprese è diminuita (da 101,9 a 100,8).
In pratica, l’indice è tornato molto vicino al valore di aprile, che rappresentava un minimo da febbraio 2015. Tutte le componenti sono in peggioramento, ma ha pesato soprattutto il calo degli ordini correnti, in particolare sul mercato interno, che si è accompagnato a un aumento delle scorte (comunque sotto i picchi di gennaio-febbraio). La flessione più marcata è per i produttori di beni intermedi e strumentali, mentre più moderata è la diminuzione per i beni di consumo.
• In sintesi, i livelli degli indici di fiducia non appaiono coerenti con una significativa espansione, ma semmai con una stagnazione dell’attività.
Al di là della variabilità su base trimestrale, il trend resta quello di un’attività economica sostanzialmente stagnante.
In effetti, il dato incoraggiante sul PIL a inizio anno appare più positivo rispetto alle indicazioni dalle survey, e potrebbe essere dovuto a fattori transitori che sembrano aver “spostato crescita” dal 2° al 1° trimestre 2019.
Insomma, i rischi sullo scenario di crescita restano al ribasso, non solo per il 2019 ma anche per il 2020 (abbiamo recentemente rivisto al ribasso la nostra stima sul PIL per l’anno prossimo, da 0,7% a 0,5%). L’incertezza viene da una possibile escalation della guerra commerciale, ma soprattutto dall’evoluzione del quadro politico e fiscale domestico.

EUROZONA – L’indice di fiducia economica della Commissione Europea è calato nettamente in giugno, tornando a 103,3.
Il livello resta superiore alla media storica, ma la media del secondo trimestre è in calo di 2,9 punti rispetto al primo. Il calo della fiducia ha interessato tutti i maggiori Paesi dell’Eurozona, mentre il quadro è più variegato fra quelli più piccoli.
A livello settoriale, la fiducia nel manifatturiero è scesa a -5,6, ed ora è in linea con la media storica; cali si osservano anche nei servizi, dove però il livello (11) è elevato, superiore alla media storica e poco variato da fine 2018; al contrario, la fiducia è in aumento nelle costruzioni (7,7) e nel commercio (0,1), dove la situazione appare al momento stabile.
Il calo dell’indice di fiducia sarebbe coerente con un ulteriore rallentamento della crescita tendenziale del PIL nell’Eurozona. Comunque, il rallentamento del PIL è stato finora superiore a quanto previsto dalle indagini: i dati sono destinati a rafforzare le attese di annunci espansivi da parte della BCE alla riunione del 25 luglio.

GERMANIA – La stima flash di giugno dell’inflazione è stata superiore alle attese: 0,3% m/m e 1,6% a/a. Nel mese ci si attendeva un contributo negativo dell’energia a freno della dinamica generale dei prezzi di -0,3% m/m, a causa della flessione dei prezzi di olio combustibile, gas per riscaldamento e, in minor misura, gasolio e benzina per autotrazione. Anche l’indice armonizzato è salito, ma in questo caso in linea con il consenso (0,1% m/m e 1,3% a/a).

STATI UNITI – La terza stima del PIL del 1° trimestre mantiene invariata la crescita a 3,1 t/t ann., ma nasconde diverse revisioni.
I consumi sono in crescita di 0,9% t/t ann. (da 1,3%), mentre sono rivisti verso l’alto sia gli investimenti fissi non residenziali (da 2,3% a 4,4% t/t ann.) sia quelli residenziali (da -3,5% a -2% t/t ann.)
Anche per il canale estero ci sono revisioni: esportazioni da 4,8% a 5,4% t/t ann. e importazioni da -2,5% a -1,9% t/t ann., che lasciano comunque il contributo delle esportazioni nette circa stabile a +0,94 pp (da +0,96).
Il secondo trimestre dovrebbe vedere un rallentamento verso una variazione fra l’1,5% e il 2% t/t ann., con una netta accelerazione dei consumi, una buona tenuta degli investimenti e un ampio contributo negativo delle scorte.
La stima GDP Now dell’Atlanta Fed è per una variazione complessiva di 1,9% t/t ann., con i consumi in rialzo di 3,9% t/t ann., gli investimenti fissi non residenziali in rallentamento (0,6% t/t ann.) e contributi negativi per le scorte (-0,8 pp) e per le esportazioni nette (-0,4 pp).
– I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 22 giugno aumentano a 227 mila da 217 mila della settimana precedente, restando sempre su livelli coerenti con un mercato del lavoro al pieno impiego.

GIAPPONE
– La produzione industriale a maggio sorprende ampiamente verso l’alto, con un rialzo di 2,3% m/m (consenso: 0,7% m/m) dopo +0,6% m/m di aprile. Le indicazioni sono solide per diversi segmenti chiave del manifatturiero (auto, macchinari, telecomunicazioni, elettronica).
Le proiezioni per i prossimi due mesi sono di calo di -1,2% m/m a giugno (rivisto dalla previsione precedente di -4,2%) e di +0,3% m/m a luglio. Le consegne a maggio aumentano di 1,6% m/m.
– Il tasso di disoccupazione a maggio è stabile a 2,4%, mentre il jobs to applicant ratio corregge marginalmente a 1,62 da 1,63.
Le indicazioni del mercato del lavoro restano in linea con una situazione di eccesso di domanda, che però continua a non tradursi in una ripresa della dinamica salariale.
– L’inflazione rilevata a Tokyo a giugno è stabile a 1,1% a/a, contro attese di correzione di 1 decimo. L’indice al netto degli alimentari freschi (obiettivo BoJ) segna una variazione da 1,1% a 0,9% a/a, mentre l’inflazione al netto di alimentari freschi ed energia è stabile a 0,8% a/a.
Sulla base delle informazioni preliminari di Tokyo, si conferma la previsione di un sentiero in calo dell’inflazione core giapponese.
Queste indicazioni dovrebbero indurre la BoJ a rivedere ancora verso il basso le previsioni di inflazione nell’aggiornamento dello scenario di attività e prezzi in uscita a fine luglio.

 

COMMENTI:

ITALIA – A margine del vertice G-20, la cui agenda ufficiale è sostanzialmente irrilevante, oltre al possibile incontro Cina-USA, potrebbe tenersi anche un incontro fra i rappresentanti del Governo italiano e la Commissione Europea sulle misure per evitare la procedura d’infrazione.
Dato per scontato che sui conti 2019 sarà trovato un accordo, la questione sembra essere quando la Commissione chiederà all’Italia garanzie sui conti 2020. Un’ipotesi che prende piede sulla stampa è che per ora ci si accontenti della correzione 2019, rinviando a ottobre (cioè alla definizione della legge di bilancio) la definizione della correzione necessaria il prossimo anno e, quindi, l’apertura della procedura nel caso in cui si riveli impossibile colmare il divario.

STATI UNITI – La rilevanza della riunione dei G-20 riguarda principalmente le possibili novità sul fronte della politica commerciale USA.
Si terrà un incontro Xi-Trump, che potrebbe riaprire le trattative interrotte a maggio. L’esito del colloquio resta incerto, anche perché la Cina mantiene come precondizione per riattivare i negoziati la revoca del divieto di vendita di tecnologia USA a Huawei.
Trump ha creato aspettative per indicazioni distensive nei confronti di Giappone e India, affermando che ai margini della riunione dei G-20 saranno annunciati accordi commercialimolto grandi” con i due paesi. Recentemente le tensioni con l’India sulla politica commerciale erano aumentate con imposizioni di dazi reciproci, mentre sul fronte del Giappone gli USA stanno negoziando un accordo bilaterale, con minacce da parte degli Stati Uniti di imporre dazi sul settore auto dopo l’autunno.

GIAPPONE – Nel sommario delle opinioni della riunione della BoJ di giugno si riporta una discussione su possibili nuove misure espansive da adottare in caso di deterioramento congiunturale, alla luce dei nuovi rischi di origine globale. Tuttavia, un membro del Comitato indica che i tassi si stanno avvicinando al “reversal rate”, cioè al livello in cui ulteriori riduzioni danneggiano l’economia anziché sostenerla. Il dibattito su un eventuale aumento di stimolo alla riunione di luglio sarà acceso, anche alla luce delle aspettative di mercato per un possibile taglio dei tassi e dipenderà in ampia misura dalle decisioni della Fed.

 

L’indice del dollaro quasi invariato, ma c’è agitazione da parte degli operatori per eventuali sorprese positive dal vertice tra Trump e Xi, come per esempio una tregua sull’entrata in vigore di nuovi dazi.

L’euro cede marginalmente (-0,1%) contro dollaro a 1,1360.

La sterlina non si è mossa ieri da 1,2670 contro USD e contro euro ha persolo lo 0,1% a 0,8966

Lo yen, dopo un cedimento fino a 108,00, ha recuperato terreno ritornando in chiusura di seduta sul livello di apertura a 107,70.

Tra le commodity currency la business survey per il secondo trimestre della Bank of Canada sarà rilevante per verificare se l’apprezzamento del CAD, supportato recentemente dal prezzo del petrolio e da dati interni positivi; uscirà oggi anche la stima del PIL di aprile, atteso in rallentamento.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La stima flash dovrebbe indicare che a giugno l’inflazione è rimasta stabile nel mese all’1,2%. L’indice core nella misura preferita dalla BCE è visto anch’esso stabile all’1,0%; infine, anche l’indice al netto di energia, alimentari, alcol e tabacco è atteso stabile nel mese allo 0,8%. L’inflazione potrebbe ulteriormente rallentare durante l’estate.

ITALIA – L’inflazione è attesa calare ancora a giugno: l’energia dovrebbe aver dato un contributo negativo visto il rientro dei prezzi dei carburanti. Si dovrebbe vedere viceversa un rialzo dei servizi di trasporto e delle spese per il tempo libero. In prospettiva, l’inflazione potrebbe scendere ancora.

FRANCIA – La stima flash dovrebbe indicare che a giugno i prezzi al consumo sono rimasti fermi sia sull’indice nazionale sia su quello armonizzato. L’inflazione francese si trova sui minimi annui.

STATI UNITI
– La spesa personale a maggio è prevista in aumento.
I consumi sono attesi in aumento solido, come già indicato dal rialzo di 0,5% m/m delle vendite al dettaglio. Anche per i servizi si prevede un’accelerazione, concentrata nelle utility.
I dati dovrebbero dare supporto a una previsione di netto rialzo nel 2° trimestre, con una crescita attesa intorno al 3,5% t/t ann.
Per il reddito personale, la variazione attesa è di 0,3% m/m a maggio: la dinamica occupazionale relativamente modesta di maggio frenerà la variazione del reddito da lavoro.
Il tasso di risparmio è previsto a 6,1%, in calo di un decimo da aprile, ma sempre su livelli storicamente elevati.
Il deflatore core è atteso in aumento, con una variazione lievemente più sostenuta rispetto a quanto visto nel CPI, per via del peso e della diversa definizione della componente servizi sanitari, e alla luce delle informazioni emerse con il PPI di maggio.
I dati dei prezzi dovrebbero dare sostegno alla visione della Fed secondo cui il rallentamento della dinamica inflazionistica visto fra fine 2018 e il 1° trimestre 2019 è in gran parte dovuto a fattori transitori.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a giugno (finale) dovrebbe correggere modestamente, ma restando su livelli elevati coerenti con una crescita sostenuta dei consumi. Il focus sarà sulle aspettative di inflazione a 5-10 anni che nell’indagine preliminare erano scese (2,3%.)