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27 Marzo 2019 – nota economica giornaliera

FRANCIA – L’indice di fiducia presso le imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE è calato a marzo a 102 (da 103), deludendo le attese di consenso che erano per una stabilizzazione. Lo spaccato indica un calo della produzione attuale ma un aumento di quella attesa.
La domanda è andata contraendosi nel mese e le scorte sono aumentate.
La lettura del dato di marzo è coerente con l’indice PMI manifatturiero, che nel mese è calato a 49,8 da 51,5. In media trimestrale, il morale nel manifatturiero si è attestato a 102,7 e rimane quindi ancora al di sopra della media storica. Nei prossimi mesi dovrebbe vedersi un recupero dell’attività nel comparto.

STATI UNITI
– La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a marzo corregge a 124,1 (da 131,4 di febbraio). Il calo è diffuso alle aspettative (da 103,8 a 99,8) e alla situazione corrente (da 172,8 a 160,6). La valutazione del mercato del lavoro ritorna sui livelli di luglio 2018 dopo sei mesi di miglioramenti e si assesta comunque sui massimi dal 2001 (se si esclude la seconda metà del 2018).
I dati sono in linea con la moderazione della crescita attuale e prevista, ma non dovrebbero essere l’inizio di un netto trend verso il basso della fiducia, visto lo stato positivo del mercato del lavoro e l’accelerazione della dinamica salariale.
– I nuovi cantieri residenziali a febbraio calano da 1,273 mln (rivisto da 1,230 mln) a 1,162 mln.
La correzione era attesa, sia perché il dato di gennaio aveva registrato un ampio rimbalzo, sia perché il clima di febbraio è stato particolarmente avverso.
Le indicazioni dell’indice di fiducia dei costruttori di case sono di moderata ripresa, spinta dal calo dei tassi sui mutui e dall’andamento sempre positivo del mercato del lavoro. Le licenze restano elevate, pur correggendo modestamente a 1,296 mln (da 1,317 mln di gennaio).

 

COMMENTI:

BREXIT – Dopo il question time della May, previsto a partire dalle h. 12:00, la Camera dei Comuni sperimenterà il metodo dei voti indicativi per verificare il livello di supporto dei vari esiti del processo di ritiro dall’UE. Il dibattito dovrebbe iniziare alle 14:00 ora locale, mentre il voto dovrebbe svolgersi dalle h. 19:00 GMT. Non è ancora chiaro se il governo lascerà libertà di voto alla maggioranza.
Qualsiasi deliberazione del parlamento non sarà vincolante per il governo.
In effetti, si parla insistentemente di una terza riproposizione del voto sull’accordo, anche se gli euroscettici chiedono in cambio del proprio appoggio un cambio alla guida del governo.
La situazione rimane comunque ancora altamente incerta, in quanto nelle precedenti due votazioni la May era stata sconfitta con un largo margine, per cui non è possibile prevedere se entro venerdì il consenso recuperabile sarà comunque sufficiente.

STATI UNITIDaly (San Francisco Fed) si è detta in linea con la posizione del resto del FOMC e ha ripetuto che “la politica appropriata ora è essere pazienti”.
Secondo Daly i dati saranno determinanti per decidere se la prossima mossa dei tassi sarà verso l’alto o verso il basso, e questa sarà la sua visione fino a quando non ci saranno informazioni chiare.
Daly ritiene che i tassi siano a un passo dalla neutralità.

 

Ieri la volatilità ha proseguito sui ritmi modesti di lunedì con l’indice del dollaro che ha ripreso vigore contro le principali valute (+0,4%).

Contro euro il rafforzamento del biglietto verde è stato dello 0,6% e scambia ora a 1,1260.

La sterlina è rimasta poco mossa contro dollaro ieri, sempre attorno a 1,3175, mentre contro euro ha recuperato lo 0,6% a 0,8540.

Lo yen ha ceduto lo 0,6% contro dollaro a 110,60 sulla scia di un calo dei listini azionari giapponesi in apertura di settimana e, soprattutto, di un generalizzato ritorno dell’appetito per il rischio.

Tra le commodity currency, la RBNZ ha lasciato il cash rate invariato, ieri, all’1,75%, il dollaro neozelandese ha ceduto oltre l’1,6% contro USD e scambia ora a 1,4690.
Il Governatore Orr ha dichiarato che, visto il clima globale di rallentamento economico e la domanda interna fiacca con un’inflazione ancora sotto il 2%, la prossima mossa della RBNZ potrebbe verosimilmente essere un taglio del tasso di riferimento, nonostante il livello attuale sia ai minimi storici.

Volatilità infragiornaliera in calo su RUB e BRL, mentre resta elevata su TRY e con qualche tensione che persiste anche su HUF.

 

MARKET MOVERs:

FRANCIA – L’indice di fiducia dei consumatori è atteso in correzione a marzo, stimiamo a 94 da 95. Le proteste dei “gilet gialli” stanno tornando a occupare la scena politica, alimentando il clima di incertezza economica percepito dalle famiglie.

ITALIA – La fiducia di imprese e famiglie potrebbe mostrare una ripresa a marzo. Il morale dei consumatori e quello delle aziende sono visti in lieve aumento; in particolare, si dovrebbe vedere un recupero nel settore dei servizi; nel manifatturiero la fiducia potrebbe registrare un miglioramento, sulla scia di un possibile rimbalzo degli ordinativi esteri. Gli indici di fiducia restano coerenti con una sostanziale stagnazione dell’attività economica.

STATI UNITI – La bilancia commerciale a gennaio dovrebbe registrare una chiusura del deficit a -56 mld di dollari (da -59,8 mld di dicembre).
Non sono disponibili i dati preliminari sulla bilancia dei beni, tuttavia alla luce delle informazioni di attività dei porti e del trasporto, si dovrebbe vedere una correzione dell’export e un calo anche più ampio dell’import, che riporterebbero il deficit su un livello vicino a quelli di settembre/ottobre.
Il deficit è stato estremamente volatile a partire da fine 2017, in risposta all’annuncio e all’imposizione dei nuovi dazi, ma con un trend di costante ampliamento.