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26 Luglio 2021 – nota economica giornaliera

AREA EUROLe stime flash degli indici PMI di luglio hanno evidenziato una contenuta correzione del morale manifatturiero sostanzialmente in linea con le attese (da 63,4 a 62,6) ed un miglioramento più ampio del previsto della fiducia nei servizi (da 58,3 a 60,4) che hanno portato l’indice composito sui massimi dal luglio del 2000 (da 59,5 a 60,6).
Su base nazionale è ancora la Germania a trainare la crescita a fronte di una contenuta correzione degli indici francesi che rimangono comunque su livelli ampiamente espansivi.
La correzione del PMI manifatturiero, che rimane comunque su livelli ampiamente espansivi, è imputabile ad un rallentamento dell’attività produttiva a fronte di strozzature presenti lungo le filiere produttive che ancora non mostrano segnali di ridimensionamento.
Nel complesso però le indicazioni sulla domanda che emergono dalle valutazioni sugli ordinativi, così come la dinamica delle scorte, continuano a dipingere un quadro incoraggiante per il settore.
È possibile che in questo frangente le indagini stiano sovrastimando l’entità della ripresa manifatturiera ma il trend nei prossimi mesi dovrebbe comunque rimanere espansivo.
I colli di bottiglia presenti lungo le filiere produttive non impattano solo l’attività produttiva ma continuano a riflettersi anche in un incremento dei costi degli input con l’eventualità che una recrudescenza dei contagi su scala globale possa generare ulteriori strozzature nelle catene distributive con maggiori rischi al rialzo per l’inflazione nel 2° semestre.
Il rialzo del PMI servizi, ai massimi da giugno 2006, riflette invece il proseguimento dell’allentamento delle restrizioni a inizio mese e conferma come possa essere il settore terziario a trainare la ripresa nei mesi centrali dell’anno.
A differenza delle letture precedenti inizia però ad emergere un ridimensionamento delle aspettative di business.
Le imprese iniziano infatti a riportare le prime preoccupazioni circa la diffusione della variante Delta, con la risalita dei contagi che sta spingendo i governi nazionali a rallentare il processo di riapertura delle economie (e in alcuni casi reintroducendo restrizioni al momento ancora blande).
In Germania l’indice composito ha realizzato un nuovo record dall’inizio delle rilevazioni salendo a 62,5 da 60,1 precedente.
Anche l’indice relativo ai servizi (62,2 da 57,5, consenso 59,1) aggiorna il massimo storico mentre il PMI manifatturiero registra un inatteso progresso (65,6 da 65,1, consenso 64,2), frutto però anche di un intensificarsi dei colli di bottiglia all’offerta.
In Francia invece la prima correzione dell’indice composito (56,8 da 57,4) dopo cinque rialzi consecutivi è sintesi di un calo del PMI manifatturiero poco superiore alle attese (58,1 da 59,0, consenso 58,4) e di un’inattesa flessione del morale nei servizi (57,0 da 57,8, consenso 58,7) imputabile ad un ridimensionamento delle aspettative.
Sospettiamo che la differenza tra i due paesi nell’indagine relativa ai servizi sia dovuta ad una più rapida risalita dei contagi in Francia, ma nel complesso lo scenario si conferma decisamente espansivo.
Nonostante i rischi verso il basso derivanti dalla diffusione della variante Delta, le indagini continuano a dipingere un quadro di solida ripresa per l’area euro nei mesi centrali dell’anno.
Dopo la contrazione registrata a inizio 2021, la crescita dovrebbe essere tornata positiva nel 2° trimestre (il livello dei PMI è coerente con un +1,4% t/t) e riteniamo che l’espansione possa restare robusta durante l’estate (sopra al 2% t/t).
La risalita dei contagi (cui non corrisponde ancora un aumento analogo di ricoveri e decessi) potrebbe moderare il ritmo della ripresa ma al momento non risulta tale da farla deragliare.

STATI UNITI – Il PMI manifatturiero flash a luglio sale a 631, toccando un nuovo massimo storico, da 62,1 di giugno, con aumenti diffusi per occupazione (a 55,4) e ordini (a 64,4), mentre l’output è invariato a 59,5 e i tempi di consegna sono circa stabili a 17,9.
Gli indici di prezzo segnalano la persistenza dei problemi di scarsità di offerta e di difficoltà a soddisfare la domanda, con un nuovo record per i prezzi pagati da 83,7 a 86,4, e per quelli ricevuti da 70,9 a 72,8.
Il PMI dei servizi cala invece a 59,8 da 64,6 di giugno, frenato dall’indice di nuova attività in calo a 58,2 da 62,6 e più marginalmente dall’occupazione a 53,4.
Gli indici di prezzo sono in modesta flessione, a 72,1 per i prezzi degli input e a 63,1 per quelli dell’output.
Nel complesso, le informazioni riguardo all’attività sia nei servizi sia nel manifatturiero restano positive, con gli indici di diffusione su livelli elevati e ampiamente espansivi.
Tuttavia, le indicazioni dai prezzi e dai tempi di consegna confermano significativi problemi dal lato dell’offerta e probabili spill over sui prezzi finali.

 

COMMENTI:

BCE – Il sondaggio periodico Survey of Professional Forecasters mostra una revisione al rialzo delle proiezioni di crescita e inflazione rispetto a fine maggio su tutto l’orizzonte previsionale.
Sebbene la variazione delle stime di inflazione rifletta soprattutto la sorpresa al rialzo del 2021, e sia quasi nulla sul 2023, si registra anche un marginale aumento delle previsioni di inflazione a lungo termine da 1,7 a 1,8% (da 1,6 a 1,7% per l’indice sottostante senza energia, alimentari, alcol e tabacco, HICPX), nonché uno spostamento della moda della distribuzione delle previsioni dalla fascia 1,0-1,4% a quella 1,5-1,9% anche sul biennio 2022-23.
La Banca centrale nota che “gli indicatori qualitativi di incertezza sulle stime di inflazione derivati dalle distribuzioni di probabilità sono calati ulteriormente”.
Sulla crescita, la media delle previsioni per il 2021 è marginalmente più alta di quella risultante dal sondaggio di Consensus Economics (4,7% contro 4,6%), e il divario cresce sul 2022 (4,6% contro 4,4%).

STATI UNITI – I negoziati in Senato per definire il pacchetto bipartisan di spesa per infrastrutture proseguono e, secondo il leader dei senatori repubblicani, si stanno avvicinando a un compromesso.
Le misure dovrebbero essere pari a circa 1 tln di dollari e attualmente l’ultimo punto da definire riguarda il trasporto pubblico.
I negoziatori democratici sottolineano che ci sono ancora alcuni altri punti controversi (finanziamenti per la banda larga, requisiti per le società che avranno in appalto i contratti, utilizzo di fondi allocati inizialmente per misure anti-Covid).
In ogni caso, entrambi i gruppi di negoziatori concordano che un disegno di legge potrebbe essere presentato per la discussione in Senato oggi pomeriggio, aprendo la strada a un voto in aula in tempi relativamente brevi, con una maggioranza di almeno 60 voti.
I democratici puntano anche all’avanzamento di un pacchetto per infrastrutture “umane (istruzione, misure anti-povertà, cura dei figli, sanità, cambiamento climatico) per circa 3,5 tln, da fare avanzare successivamente con la procedura di reconciliation e supporto esclusivamente democratico.
Secondo stime del Committee for a Responsible Federal Budget, le misure delineate dalla leadership democratica costerebbero fra 5 e 5,5 tln se implementate in modo permanente e potrebbero rientrare nel totale stimato di 3,5 tln solo rendendone una parte temporanea sull’orizzonte decennale considerato dal budget.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata sostanzialmente stabile sui livelli di apertura, che sono comunque livelli elevati, vicini ai massimi dell’anno.
Il focus questa settimana sarà sul FOMC di mercoledì, che dovrebbe aprire ufficialmente il dibattito sul tapering, il che sarebbe un ulteriore segnale che il momento dell’annuncio si sta avvicinando e dovrebbe pertanto favorire un consolidamento del dollaro.
Anche se la Fed non darà indicazioni “precise” sul timing dell’annuncio (settembre o dicembre) in quanto dipenderà dall’evoluzione effettiva dei dati e della pandemia, il sentiero dovrebbe comunque essere tracciato.
Positivi per il biglietto verde dovrebbero essere anche i dati di PIL USA del 2° trimestre atteso in ulteriore accelerazione.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in marginale calo da 1,18 a 1,17 EUR/USD e oggi apre contrastato, parzialmente penalizzato questa mattina dall’IFO tedesco che è sceso contro attese di consenso di aumento, complici le preoccupazioni per la diffusione delle varianti del virus.
L’evento chiave per il cambio sarà la riunione della Fed che, indicando un effettivo avvicinarsi del tapering, dovrebbe risultare positiva per il dollaro e di riflesso sfavorevole per l’euro.
La moneta unica potrebbe quindi vedere messi sotto pressione i supporti chiave intorno a 1,1700 EUR/USD.
Il downside dovrebbe tendenzialmente essere arginato poi anche grazie ai dati di PIL dell’area del 2° trimestre dai quali si attende un rimbalzo dopo la contrazione del 1°.
Ulteriore nuova debolezza verrebbe rinviata al reale avvicinarsi del tapering Fed.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata pressoché stabile sui livelli di apertura sia contro dollaro in area 1,37 GBP/USD sia contro euro in area 0,85 EUR/GBP, dopo essere però passata per una fase correttiva in entrambi i casi.
Questa settimana anche per la valuta britannica il focus sarà sulla riunione della Fed che, indicando l’avvicinarsi del tapering, dovrebbe contribuire a indebolire leggermente la sterlina rispetto al dollaro.
Il calo atteso dovrebbe tendenzialmente essere inferiore a quello dell’EUR/USD, per cui contro euro la sterlina potrebbe riuscire a evitare di scendere.
I rischi sono però leggermente verso il basso qualora il quadro pandemico dovesse deteriorarsi ulteriormente: in tal caso la sterlina potrebbe venire penalizzata sia contro dollaro sia contro euro.
Da seguire, in attesa della riunione BoE della prossima settimana (5 agosto) i discorsi BoE: oggi è in programma un intervento di Vlieghe.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in leggero calo sia contro dollaro da 109 a 110 USD/JPY sia contro euro da 129 a 130 EUR/JPY, mentre oggi apre in lieve rafforzamento a causa di un nuovo aumento della risk aversion, ancora per via di rinnovate preoccupazioni sulla diffusione dei contagi.
Questa settimana il focus sarà comunque sul FOMC che, indicando un avvicinarsi del tapering, dovrebbe indebolire lo yen, soprattutto contro dollaro.
L’impatto potrebbe tuttavia venire limitato se il sentiment di mercato dovesse deteriorarsi ulteriormente.
In tal caso lo yen potrebbe finire per rafforzarsi contro euro.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi il dato più importante in uscita è l’indice IFO in Germania, per il quale prevediamo una correzione a 100,5 a luglio da 101,8 precedente, sulla scia della maggiore incertezza legata alla diffusione delle varianti del coronavirus.
Il calo dovrebbe riflettere la dinamica ribassista sia delle aspettative (da 104 a 101,7) che, in minor misura, della situazione corrente (a 99,3 da 99,6 di giugno).
La settimana che comincia oggi si prospetta particolarmente ricca di dati rilevanti.
I dati di contabilità nazionale in Italia, Germania, Francia, Spagna e nel complesso dell’Eurozona dovrebbero evidenziare una crescita del PIL nel 2° trimestre in media superiore al punto percentuale, sull’onda dell’allentamento delle restrizioni durante i mesi primaverili.
Le rilevazioni di luglio sui prezzi al consumo sono attese riportare un’accelerazione dell’inflazione in Germania e Italia a fronte di un rallentamento in Francia.
Le indagini di luglio (oltre all’Ifo, l’indice della Commissione Europea e le indagini Istat in Italia) potrebbero far emergere le prime preoccupazioni legate alla risalita dei contagi da COVID-19, pur confermando un quadro espansivo.
In calendario anche i dati occupazionali di giugno in Italia e area euro, e di luglio in Germania

STATI UNITI
 – Le vendite di case nuove a giugno sono previste in rialzo a 810 mila da 769 mila di maggio.
Nonostante l’ampia volatilità degli ultimi mesi, il trend dei cantieri rimane improntato verso un moderato rialzo, mentre si è registrato un modesto incremento delle scorte di case in vendita, con possibili effetti di moderazione della dinamica dei prezzi.
– La settimana ha due appuntamenti di ampio rilievo, riunione del FOMC e PIL del 2° trimestre.
La riunione del FOMC dovrebbe aprire ufficialmente il dibattito sul tapering ma anche ribadire l’impegno della Fed a intervenire in caso di persistenza delle recenti sorprese verso l’alto dall’inflazione, per ora considerate comunque di natura transitoria.
La prima stima del PIL del 2° trimestre dovrebbe registrare un’ulteriore accelerazione della crescita, spinta dalla domanda finale domestica, con ampi contributi positivi di consumi e investimenti non residenziali.
Fra gli altri dati, la fiducia dei consumatori dovrebbe correggere a luglio, sulla scia dei timori per l’inflazione, mentre i dati di giugno dovrebbero confermare il quadro positivo dell’attività.
A giugno, gli ordini di beni durevoli, la spesa e il reddito personali sono previsti in rialzo.
Per quanto riguarda l’inflazione, il deflatore dei consumi di giugno dovrebbe segnare un nuovo ampio rialzo (0,7% m/m) spinto da fattori di natura temporanea.