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25 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – L’indice IFO è calato anche a giugno: da 97,9 a 97,4.
La nuova flessione, che porta l’indice appena sotto la media storica, è spiegata da una valutazione più pessimistica delle prospettive da parte delle imprese (da 95,3 a 94,2), che ha più che compensato il lieve miglioramento del giudizio sulla situazione corrente a 100,8 (+0,2), che resta ben sopra la media storica. Nel secondo trimestre l’indice è calato di 1,2 punti rispetto al primo.
Livelli analoghi della fiducia si erano riscontrati nel 2015, ma associati a livelli di crescita tendenziale più elevati rispetto a quelli attuali. Tuttavia, sappiamo che la produzione industriale e la produzione nelle costruzioni freneranno il secondo trimestre e, quindi, la crescita tendenziale del PIL rallenterà nel 2019(T2). In effetti, il quadro settoriale è molto contrastato: mentre il clima di fiducia è buono e in miglioramento nel commercio al dettaglio, è stabile nelle costruzioni e ancora in flessione nel manifatturiero.

FRANCIA – L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE ha corretto oltre le attese a giugno a 102 (da 104). Il morale nel comparto è tuttavia in recupero dopo la pausa del primo trimestre e prevediamo che l’attività rimarrà impostata positivamente per tutta la parte centrale dell’anno.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il pronunciamento della Commissione sull’opportunità di richiedere l’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo slitta al 2 luglio, secondo quanto scrivono su IlSole24Ore.
Ciò consentirebbe comunque al Consiglio di pronunciarsi il 9 luglio.
Il rinvio è stato deciso per consentire all’Italia di approvare l’assestamento di bilancio per il 2019, che dovrebbe ricondurre i conti a una situazione più vicina a quella concordata con la Commissione nel 2018.
Il documento del governo potrebbe anche essere presentato al parlamento sotto forma di relazione. Secondo il quotidiano, il governo ribadirebbe anche gli obiettivi per il 2020. Secondo il giornale, nella sua raccomandazione di avvio della procedura la Commissione concederebbe 6 mesi di tempo, invece di 3, per adottare le misure necessarie ad avviare il processo di riduzione del debito. In tal modo, si rinvierebbe tutto all’approvazione della legge di bilancio.

STATI UNITI – Nel coro di voci del FOMC aperti a intervenire per sostenere l’espansione di fronte a rischi verso il basso, è emersa la prima voce più cauta.
Kaplan (Dallas Fed) ha detto che occorrerà vedere se le incertezze su crescita globale e commercio persisteranno in modo da determinare un effettivo deterioramento dello scenario USA: a suo avviso, in questo stadio, “è troppo presto per dare un giudizio sulla questione”.
Secondo Kaplan, un’eventuale mossa verso maggiore stimolo dovrebbe essere controbilanciata da un aumento di regolamentazione per evitare l’insorgere di squilibri finanziari legati a ulteriore crescita dell’indebitamento delle imprese.
Oggi ci saranno altri discorsi, fra cui uno di Powell. La Fed ha comunicato che l’audizione semestrale del presidente per la presentazione del Monetary Policy Report alla Camera è stata fissata per il 10 luglio.

GIAPPONE – I verbali della riunione della BoJ di aprile riportano un consenso generalizzato per il mantenimento dell’attuale politica monetaria espansiva, con una forward guidance invariata, che segnala tassi estremamente bassi almeno fino ad aprile 2020.
Alcuni membri del comitato hanno indicato che la banca centrale dovrebbe essere pronta ad agire senza esitazione se necessario per riportare il sentiero dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Alla riunione della settimana scorsa, la BoJ non ha modificato la forward guidance e ha segnalato un aumento di rischi senza però indicare preoccupazione. A fine luglio, con la pubblicazione dell’aggiornamento dello scenario di crescita e prezzi, le previsioni per l’inflazione dovranno essere ancora una volta riviste verso il basso: il sentiero dell’inflazione core nella seconda metà dell’anno dovrebbe restare debole, con una tendenza verso lo zero al netto del rialzo dell’imposta sui consumi.
Pertanto, in un contesto di aumento di stimolo da Fed e BCE e di rafforzamento dello yen, riteniamo probabile che a luglio la forward guidance sia estesa oltre aprile 2020 e possa essere presa in considerazione un’ulteriore riduzione dei tassi obiettivo, sia sul tratto lungo sia su quello breve.

 

Il dollaro ha continuato ieri e stanotte a indebolirsi, di concerto con i cali registrati sui mercati azionari americani e asiatici. Le nuove sanzioni contro l’Iran annunciate nel fine settimana dalla Casa Bianca stanno spingendo di nuovo le quotazioni delle valute rifugio e dell’oro su livelli di sopravvalutazione.

L’euro ha agganciato nuovamente la soglia di 1,1400 dollari ieri, nonostante la lettura deludente dell’IFO tedesco di giugno e, stamane, la flessione anche dell’indice di fiducia francese INSEE.

Anche la sterlina ha guadagnato lo 0,3% contro USD, portandosi a 1,2756, mentre contro euro il cross ha chiuso sostanzialmente invariato a 0,8936.

Lo yen ha guadagnato anche ieri un altro 0,3% sul dollaro. Il minimo intragiornaliero è stato segnato a 106,80, seguito da un rimbalzo tecnico a 107,01. Un ulteriore aumento delle tensioni (che non è assolutamente escluso) potrebbe spingere lo yen sino a testare la soglia prima di 106,75 e poi di 106,00.

Franco svizzero in apprezzamento questa notte su euro fino a 1,1061 e contro dollaro a 0,9715 (+0,7%).

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– Le vendite di case nuove a maggio sono previste in aumento: da inizio anno, le vendite hanno interrotto il trend negativo della seconda metà del 2018 e sono state in rialzo da inizio anno ininterrottamente con l’eccezione di aprile.
– La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a giugno dovrebbe correggere da 134,1 di maggio. Il mese scorso, la fiducia è salita, con rialzi di entrambe le componenti coincidente e aspettative, sui livelli dell’autunno, in linea con i massimi dal 2001. I consumatori continuano a riportare valutazioni positive del mercato del lavoro e delle prospettive del reddito. A giugno potrebbe esserci un modesto ritracciamento, ma per ora le famiglie non sembrano reagire alle tensioni causate dalla politica commerciale, al contrario di quanto sta avvenendo per le imprese.