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24 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

EUROZONA – Il PMI manifatturiero è risalito a giugno secondo la stima flash (da 47,7 a 47,8).
La marginale ripresa riflette un miglioramento degli ordinativi (+0,1 a 46,6), anche esteri (+0.2 a 47,0), e dell’occupazione, a fronte di un calo dell’indice di produzione da 49 a 48,8. L’indagine mostra segnali di raffreddamento dei prezzi, più marcati per gli input (47,8 da 50,9) che per i prodotti finiti (50,4), e quindi con un apparente miglioramento dei margini.
Il rapporto fra scorte e ordinativi sta tornando verso la media, dopo circa un anno di aumento. La stima flash dell’indice per i servizi sale da 52,9 a 53,4, con segnali positivi da nuovi contratti (52,9, +1,0) e libro ordini (51,0). In questo caso, i prezzi di vendita registrano una crescita marginalmente più diffusa che in maggio, ma l’indice resta su livelli comunque modesti.
Il PMI composito sale così da 51,8 a 52,1, il livello più alto dal novembre 2018.
La media del PMI composito nel secondo trimestre si colloca 6 decimi sopra il livello del primo trimestre (a 51,7). Ciò sarebbe coerente con una variazione del PIL di 0,2-0,4% t/t nel 2019T2, e confermerebbe la stabilizzazione dell’economia europea. Tuttavia, il primo trimestre ha beneficiato di fattori positivi transitori che sono venuti meno nel secondo, sicché è ragionevole attendersi un numero nella parte bassa di tale fascia, e forse anche inferiore. Inoltre, il PMI composito ha colto con ritardo il rallentamento del 2018, oltre al rimbalzo del 2019T1.
A livello geografico, continuano ad arrivare indicazioni negative dal settore manifatturiero in Germania (indice in risalita a 45,4, livello ancora coerente con una contrazione dell’attività), in parte bilanciate dai servizi (55,6) e positive dalla Francia (composito a 52,9 e manifatturiero a 52,0). In ambedue i casi, comunque, i dati sono stati meglio del previsto.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti sorprendono verso l’alto a maggio, con un rialzo a 5,34 mln di unità ann., da 5,21 mln di aprile. L’aumento è più marcato nel segmento delle unità monofamiliari (+2,6% /m), ma anche la componente multifamiliare è in crescita solida (+1,7% m/m). Le scorte di case invendute, a 4,3 mesi, sono coerenti con espansione dell’attività di costruzione. Il calo dei tassi sui mutui fornisce supporto al mercato immobiliare residenziale, che però resta soggetto a limiti di offerta.

 

COMMENTI:

ITALIA – Secondo l’edizione online del Financial Times, la Commissione non scioglierà questa settimana il nodo della richiesta di procedura di infrazione contro l’Italia per debito eccessivo, ma potrebbe aspettare fino ai primi giorni di luglio. Mercoledì, il governo dovrebbe inviare nuove informazioni riguardo a un’operazione di revisione della spesa – ma il quotidiano riporta i numeri già citati nei giorni scorsi da Il Sole-24 ore. Secondo il FT, il Consiglio teme di rafforzare la popolarità della Lega in caso di avvio immediato della procedura.

EUROZONA – L’Euro Summit e il Consiglio Europeo si sono conclusi senza alcun risultato degno di nota. L’Euro Summit ha chiesto all’Eurogruppo di finalizzare il lavoro sulla riforma del trattato ESM in modo da consentire l’accordo nel dicembre 2019, e di appianare le divergenze sul budget comune (budget instrument for convergence and competitiveness, BICC), incluse le opzioni per la copertura finanziaria, “come priorità”. Stallo anche sulle nomine.

STATI UNITI – È iniziato il flusso di discorsi post-riunione del FOMC.
Clarida (vice-presidente Fed) ha ripetuto le parole di Powell affermando che, con l’aumento dell’incertezza sull’economia globale e dei rischi dalla politica commerciale, la Fed agirà “come appropriato per sostenere l’espansione”. Clarida ha detto che alla riunione c’era un consenso diffuso sul fatto che “il caso per fornire maggiore stimolo è aumentato rispetto alla riunione di maggio”, anche se per ora lo scenario centrale è buono.
Anche Brainard (Board Fed) ha segnalato l’aumento dei rischi e dell’incertezza sulle politiche commerciali. Brainard ha sottolineato che la gestione dei rischi in un contesto di tassi neutrali bassi porta a favorire “un allentamento del sentiero atteso di policy quando i rischi si spostano verso il basso”. Un freno all’introduzione di nuovo stimolo viene dal rischio di squilibri finanziari, in una situazione di elevato debito delle imprese.
Bullard (St Louis Fed) e Kashkari (Minneapolis Fed) hanno preso una posizione più netta, affermando che entrambi avrebbero voluto un taglio dei tassi alla riunione di giugno. Bullard, con diritto di voto, ha infatti dissentito dalla decisione di mantenere le politiche attuali invariate. Kashkari (non votante) ha detto che avrebbe voluto addirittura un taglio di 50 pb.

 

L’indice del dollaro è andato indebolendosi in chiusura di settimana in un contesto di volatilità superiore alla norma. Su base settimanale, la flessione è stata di -1,5%. Il mercato è convinto che a luglio la Fed tornerà a tagliare i tassi.
L’eventuale incontro al G20 tra Trump e Xi potrebbe riportare volatilità per il biglietto verde, in questo caso per eventuali sviluppi sul negoziato commerciale.

Il biglietto verde ha ceduto in particolare contro l’euro (-0,6%), portandosi a 1,1380. Anche l’ascesa del CHF contro euro si è arrestata, per il momento.

La sterlina sta anch’essa recuperando terreno contro il dollaro (+0,3%, 1,3% rispetto a una settimana prima) riallineandosi alla media di breve termine, nelle more di vedere in che termini riprenderà l’andamento del dossier Brexit una volta che il partito conservatore avrà eletto il suo nuovo leader. Marginale deprezzamento della sterlina contro euro (+0,2%) a 0,8921.

Lo yen sembra aver rallentato la sua ascesa dopo l’abortita escalation militare tra Usa e Iran (che aveva avuto ripercussioni positive su NOK e CAD attraverso le quotazioni petrolifere): USDJPY sembra tentare di riavvicinarsi alla media mobile a 20gg a 108,63 ma la media di lungo periodo rimane ancora lontana (111,10). Potenziali picchi di apprezzamento dello yen rimangono probabili alla luce di sviluppi nel braccio di ferro tra i due paesi.

 

PREVISIONI:

EUROZONA – Il calendario della settimana vedrà le stime preliminari per l’inflazione di giugno. Nell’area euro l’inflazione è attesa stabile all’1,2% sull’indice headline e all’1,0% su quello core, così come è vista stabile in Francia; in Germania e Italia è previsto invece un rallentamento di due decimi (rispettivamente all’1,1% e allo 0,7%).
In calendario, inoltre, ci saranno le indagini di fiducia, che complessivamente dovrebbero indicare una quasi stabilizzazione del morale nel mese. L’indice ESI della Commissione Europea è visto a 104,5 da 105,1, mentre l’IFO tedesco potrebbe calare ancora leggermente. In Francia, l’indice INSEE di fiducia nel manifatturiero è anch’esso atteso stabile, mentre in Italia la fiducia delle imprese è vista in calo di un punto.

GERMANIA – A giugno l’IFO è atteso nuovamente in calo (da 97,9).
Ci aspettiamo una stabilizzazione della valutazione corrente come a maggio, ma un nuovo calo della componente attese. Il recupero dell’attività è correlato all’andamento degli ordini nel manifatturiero. Sarà importante verificare la tenuta dell’attività nei servizi e nel commercio al dettaglio.

BELGIO – L’indice di fiducia economica elaborato dalla Banca del Belgio a giugno è atteso stabilizzarsi. Il comparto manifatturiero sta risentendo dell’indebolimento della produzione industriale tedesca, con l’indice sottostante ai minimi dal 2017. In media, l’indice rimane al di sopra della media storica ma il trend è in calo da ormai cinque trimestri.

STATI UNITI – La settimana ha molti dati in uscita, con la maggior parte dei dati che riguarda maggio: gli ordini di beni durevoli al netto dei trasporti, le vendite di case nuove e il deficit della bilancia commerciale dei beni sono attesi in modesto aumento.
La spesa personale dovrebbe accelerare e registrare revisioni verso l’alto, con indicazioni solide per i consumi del 2° trimestre; il reddito personale è previsto in rialzo moderato. Per il deflatore dei consumi core, la variazione attesa è di 0,2% m/m per il secondo mese consecutivo, in linea con l’aspettativa di un rialzo dell’inflazione core verso fine anno.
La terza stima del PIL del 1° trimestre dovrebbe essere invariata a 3,2% t/t ann.
La fiducia dei consumatori di giugno è prevista in modesto calo, ma sempre su livelli storicamente elevati. In settimana inizierà il flusso di commenti post riunione FOMC.