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23 Luglio 2020 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a giugno aumentano a 4,72 mln di unità ann. (+20,7% m/m, – 11,3% a/a), con incrementi diffusi a tutte le aree, ma particolarmente marcati negli Stati occidentali.
Il rimbalzo di giugno segue tre mesi consecutivi di contrazioni e non è sufficiente a riportare i livelli delle vendite linea con quelli pre-pandemia.
Il chief economist della National Association of Realtors, che raccoglie i dati, riporta che la ripresa delle vendite, sostenuta dal calo dei tassi sui mutui e dalla domanda repressa dagli effetti del lockdown, appare sostenibile per molti mesi.
Il prezzo mediano è in aumento di 3,5% a/a proseguendo sul trend verso l’alto in atto da 100 mesi. A conferma del crescente eccesso di domanda, le scorte di case invendute calano a 4 mesi, da 4,8 di maggio e 4,3 di un anno fa.
La scarsità di offerta, già evidente prima della pandemia, è ulteriormente aumentata nei mesi scorsi e darà una spinta all’attività nel settore immobiliare residenziale nella seconda metà dell’anno, se i tassi sui mutui resteranno bassi e il mercato del lavoro proseguirà il miglioramento iniziato a maggio.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi di euro per il 2020, superiore alle attese della vigilia (che si attestavano a 18-20 miliardi).
Vi sono effetti anche per gli anni successivi (6,1 miliardi nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 miliardi nel 2023, 5 miliardi nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi a decorrere dal 2026).
Il pacchetto di stimolo per l’anno in corso arriva dunque a 100 miliardi complessivi. Di conseguenza, il nuovo target governativo sul deficit 2020 sale a 11,9% dal 10,4% indicato nel DEF, e quello sul debito a 157,6% (da 156,7% dello scorso aprile).
Il voto del parlamento sul nuovo ricorso all’indebitamento si terrà la prossima settimana, il decreto con i dettagli delle misure è atteso a inizio agosto.
Le risorse sono necessarie per prorogare l’estensione della cassa integrazione guadagni, per potenziare il sostegno alle imprese e ai settori maggiormente colpiti dalla crisi (anche attraverso una riprogrammazione delle scadenze fiscali dei prossimi mesi, alcune delle quali potrebbero essere spostate al prossimo anno), per aumentare le dotazioni degli enti territoriali e per garantire la ripartenza della scuola in condizioni di sicurezza.

AREA EURO – La presidente della BCE Lagarde ha dichiarato in un’intervista a Washington Post che il consiglio direttivo ha oggi più fiducia che lo scenario centrale dello staff (2020: -8,7%) sia corretto.
Tale scenario includeva già quanto si sta osservando, cioè focolai locali di COVID-19.
Tuttavia, permangono i rischi di una seconda ondata epidemica, e se fosse molto intensa, potrebbe portare a un nuovo confinamento su larga scala e quindi a impatti economici negativi che allontanerebbero dallo scenario di riferimento.
Tuttavia, anche in questo caso Lagarde ritiene improbabile un andamento a W. La presidente ha commentato anche la situazione delle banche europee, giudicate “molto più solide che al tempo della grande crisi finanziaria”; tuttavia, la redditività è bassa, e sarebbe desiderabile un maggior consolidamento per ridurre la frammentazione dell’offerta bancaria.

STATI UNITI – I leader repubblicani del Senato hanno discusso insieme al segretario del Tesoro e ad altri rappresentanti dell’amministrazione le misure da introdurre in un nuovo pacchetto fiscale che dovrebbe essere definito nelle prossime settimane con i democratici.
Secondo il WSJ, le misure concordate sarebbero 16 mld per finanziare test per Covid-19 e 100 mld per sostenere le scuole dell’obbligo, da distribuire solo agli istituti che riapriranno l’istruzione con presenza fisica.
Non c’è un accordo su altre voci cruciali, fra cui la possibile estensione dell’integrazione federale ai sussidi di disoccupazione, attualmente pari a 600 mld alla settimana e in scadenza a fine luglio.
La stampa riporta la possibilità di introdurre in tempi brevissimi un’estensione temporanea dei 600 dollari, in modo da non avere un “unemployment cliff” e nel frattempo procedere con i negoziati fra Camera e Senato, ma molti repubblicani sono contrari.
I democratici hanno proposto di estendere l’attuale integrazione fino a gennaio, mentre i repubblicani sono favorevoli a una riduzione, non ancora definita.
Una proposta presentata da Graham ridurrebbe l’integrazione al 70% degli attuali 600 dollari, alla luce dei risultati di un’analisi accademica in base a cui il 68% dei disoccupati riceve sussidi superiori ai loro salari precedenti, con la mediana del 34% in eccesso rispetto al reddito da lavoro.
Il presidente del Senato McConnell inizierà i negoziati fra i senatori repubblicani oggi su una versione preliminare del pacchetto, che dovrebbe essere pari a circa 1 tln di dollari, ma difficilmente le discussioni con i democratici potranno iniziare prima della prossima settimana.
I democratici partiranno dalla posizione del disegno di legge per oltre 3 tln di dollari approvato a giugno, con massicci finanziamenti per gli Stati, oltre che con l’estensione dell’integrazione ai sussidi, trasferimenti alle famiglie e fondi per la sanità e l’assistenza.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha continuato a scendere avvicinandosi ulteriormente ai minimi di marzo, complice il permanere di un sentiment di mercato tendenzialmente positivo. Il calo può proseguire se l’avversione al rischio non torna a salire.

EURL’euro è salito ulteriormente fino a 1,1600 EUR/USD (massimi da ottobre 2018) ancora sulla scia favorevole del raggiungimento dell’accordo UE sul “recovery fund”.
Se il sentiment di mercato non torna a deteriorarsi, vi è tecnicamente spazio per nuovi progressi nel breve, ma l’upside dovrebbe restare contenuto entro il corridoio di resistenze a 1,1720-1,1820 EUR/USD, fascia che apre il fronte rialzista.
Un’ulteriore accelerazione rialzista richiederebbe infatti indicazioni di una ripresa nell’area più solida che negli USA e/o un aumento dei differenziali di tasso/rendimento tra area euro e USA.

GBP – In assenza di novità favorevoli sul fronte domestico, la sterlina si è indebolita ieri sia contro dollaro da 1,27 a 1,26 GBP/USD sia contro euro da 0,90 a 0,91 EUR/GBP.
Contro dollaro tuttavia è poi risalita, perlopiù in funzione della generalizzata debolezza del biglietto verde. Se il round di negoziati con l’UE, che dovrebbe terminare oggi, non produrrà progressi, il calo potrebbe approfondirsi.

JPYLo yen ha ritracciato al ribasso contro dollaro per via della bassa risk aversion ma restando sempre nel range 106-107 USD/JPY. Contro euro è sceso ulteriormente da 123 a 124 EUR/JPY rivedendo qui i minimi da inizio giugno.
La sostanziale stabilizzazione della risk aversion favorisce il mantenimento in range del cambio contro dollaro e una correlazione positiva con l’EUR/USD del cross con l’euro.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – A luglio, l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE è visto ancora in risalita, stimiamo a 80 da 77 di giugno. L’attività è vista continuare a recuperare in maniera diffusa in tutti i settori, e in particolare nei comparti più colpiti in precedenza ovvero automotive, tessile e plastica. L’indicatore rimarrebbe comunque di oltre 20 punti al di sotto dei livelli pre-COVID.

AREA EURO – L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dalla Commissione Europea (stima flash) è atteso in ulteriore recupero a luglio, a -13,0 da -14,7 di giugno.
Il livello rimarrebbe comunque ben al di sotto della media storica, e coerente con un ritmo di espansione dei consumi ancora inferire alla norma.

STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 18 luglio dovrebbero stabilizzarsi a 1,280 mln, poco variati rispetto a 1,3 mln della settimana precedente.
I sussidi erogati con i programmi federali per la pandemia dovrebbero invece essere su un trend verso l’alto, come visto nelle ultime settimane, e registrare un’accelerazione in seguito alla chiusura delle attività aggregative negli Stati colpiti dalla ripresa dei contagi.
I sussidi esistenti, erogati con i programmi federali e quelli statali dovrebbero restare complessivamente vicini a 31 mln nella prima settimana di luglio, confermando che il mercato del lavoro resterà a lungo in una situazione di estrema debolezza.