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22 ottobre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIAMoody’s ha declassato il rating dell’Italia di un notch a “Baa3”, con outlook stabile. L’altra agenzia attesa pronunciarsi entro questa settimana è S&P. L’atteggiamento del governo sulla politica fiscale e sulla relazione con le autorità europee continuerà ad essere monitorato strettamente dalle agenzie di rating nelle prossime settimane.

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è calata ad agosto di -0,8% per il secondo mese (da -0,5% m/m), dopo il robusto incremento che era stato registrato a giugno. Anche su base annua l’output rallenta a 0,6% da 2,8%. Nel trimestre la produzione è in stagnazione dopo l’aumento di +0,7% t/t visto in primavera. Pertanto, anche le costruzioni potrebbero non aver contribuito significativamente alla crescita del valore aggiunto nel trimestre estivo.

ITALIA – I dati sulla bilancia dei pagamenti di agosto hanno evidenziato una ripresa del sell-off da parte degli investitori esteri sul debito italiano: ad agosto, i non residenti hanno venduto titoli di portafoglio italiani per 17,8 miliardi (di cui 17,4 titoli pubblici). Nel complesso degli ultimi 4 mesi (tra fine aprile e fine agosto), si è registrato un disinvestimento da parte degli investitori esteri per 66,6 mld: un deflusso simile si era visto solo nei primi 4 mesi del 2012, in piena crisi del debito. In maggio e giugno, le vendite di titoli governativi da parte di investitori esteri (-57,8 mld) erano state interamente compensate dalle istituzioni monetarie e finanziarie domestiche (+42,1 mld) e da altre istituzioni finanziarie domestiche (+22,3 mld). L’andamento di agosto, come osserva la Banca d’Italia nel Bollettino Economico, potrebbe essere dovuto all’offerta netta negativa di titoli pubblici nel mese. In ogni caso, al netto della volatilità su base mensile, il trend non appare incoraggiante. L’andamento però segue la volatilità dei mercati e l’evoluzione del saldo Target2 è un indizio per capire gli sviluppi, ceteris paribus, delle vendite di Btp da parte degli investitori esteri. Verosimilmente, a settembre la tendenza potrebbe essersi nuovamente invertita, visto che sui mercati è tornato un clima positivo e il saldo Target2 è tornato a migliorare lievemente con un +3 mld rispetto ad agosto. Tuttavia, a ottobre la situazione potrebbe essere peggiorata di nuovo.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a settembre correggono a 5,15 mln da 5,33 mln di agosto, con flessioni sia per le case monofamiliari sia per le unità multifamiliari. Il calo è diffuso a tutte le aree geografiche quindi non è solo il risultato degli uragani che hanno colpito gli stati meridionali e probabilmente riflette i crescenti effetti restrittivi dei tassi sui mutui in rialzo.

 

COMMENTI:

La decisione dell’agenzia di rating Moody’s di declassare i titoli del debito pubblico italiano di uno “scalino” a “Baa3” conclude un processo di revisione al ribasso iniziato dal 25 maggio scorso, e riflette le seguenti motivazioni:

  • un deterioramento della posizione fiscale, in particolare un rapporto debito/PIL che a parere dell’agenzia è atteso stabilizzarsi intorno al 130% del PIL nei prossimi anni (invece che iniziare a diminuire), con il rischio di un aumento in caso di una più debole crescita economica a seguito di shock;
  • la mancanza di una agenda coerente di riforme che promuovano la crescita economica a medio termine.

Moody’s riconosce alcuni elementi positivi nella manovra:

  • il programma di investimenti pubblici, che ha il potenziale di supportare la crescita della produttività. Tuttavia, rimane da verificare se i nuovi strumenti e procedure per accelerare la selezione e implementazione dei progetti saranno sufficienti a migliorare il debole track record dell’Italia;
  • la riforma fiscale, con l’obiettivo di ridurre le imposte dirette, che tuttavia (come sottolineato da FMI, OCSE e Confindustria) per essere sostenibile dovrebbe essere compensata da un aumento delle imposte indirette.

Secondo Moody’s, il rating può essere declassato ulteriormente se:

  • il governo perseguisse una strategia fiscale che porti a un aumento del debito nei prossimi anni, anche a causa di una più debole crescita economica;
  • la sostenibilità dell’elevato debito pubblico dovesse peggiorare significativamente, a causa di una minor fiducia degli investitori sul profilo creditizio dell’Italia;
  • il rischio di uscita dall’euro dovesse aumentare significativamente a seguito di una ulteriore escalation delle tensioni tra il governo e le autorità europee sulla politica fiscale, eventualmente accompagnate da misure che segnalino la preparazione di una valuta parallela.

Viceversa, il rating potrebbe essere migliorato se:

  • dovesse essere introdotto un programma coerente di riforme strutturali, in particolare volte a migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione, del mercato del lavoro e della scuola;
  • un cambio di rotta di politica fiscale facesse scendere significativamente il rapporto debito/PIL.

In sintesi, un downgrade di un notch era ampiamente atteso e pare già prezzato dai mercati.

 

Nel Regno Unito, Theresa May potrebbe riferire oggi alla Camera dei Comuni sullo stato dei negoziati con l’UE, relazionando sulla questione aperta del confine irlandese. A tal riguardo si potrebbe ribadire la contrarietà alla soluzione proposta dall’UE.

 

L’indice del dollaro è calato di 0,4% in chiusura di settimana sulla scia anche del rimbalzo delle borse asiatiche, trainate da quella cinese che, dopo il forte rialzo di venerdì, ha aperto oggi a +4% dopo i segnali di supporto che il Governo cinese intenderebbe dare all’economia.

Pressioni su EURUSD che venerdì aveva visto un calo fino a 1,1463, poi progressivamente recuperato, risalendo fino a 1,1530. La riunione della BCE non dovrebbe portare novità al netto di possibili dichiarazioni di Draghi sull’attualità della situazione italiana.

Tra le principali valute si registra una certa stabilità, con lo yen che è rimasto poco variato nel fine settimana, così come la sterlina, che scambia ora a 1,3087 contro USD mentre registra un marginale rafforzamento contro euro (+0,3%) a 0,8813. Il franco svizzero cede lo 0,5% contro euro a 1,1483.

 

MARKET MOVERs:

In Italia c’è attesa per la risposta del governo italiano alla lettera dello scorso 18 ottobre della Commissione UE, che chiedeva spiegazioni in merito al Documento Programmatico di Bilancio, con riferimento alla spesa pubblica, all’aggiustamento strutturale e al debito, nonché alla mancata validazione delle previsioni macroeconomiche da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio.

Nella zona euro il focus sarà sulla riunione BCE di ottobre, che dovrebbe essere interlocutoria anche se non si esclude la possibilità di qualche indicazione tecnica sulle aste di rifinanziamento e sui riacquisti dei titoli. Tra i dati in uscita, interessanti le prime indagini di fiducia di ottobre relative al PMI composito e alla stima flash della fiducia delle famiglie, ad esempio l’IFO in Germania, l’indice INSEE francese e l’indice BNB in Belgio.

La settimana ha pochi dati in uscita negli Stati Uniti: il focus sarà probabilmente sulla prima stima del PIL del 3° trimestre. Fra i dati di settembre, il deficit commerciale dei beni, gli ordini di beni durevoli, le vendite di case nuove; mentre per ottobre sarà il momento dell’indice di fiducia delle famiglie e del Beige Book con interesse per quanto concerne l’andamento della domanda sul mercato del lavoro e sulla dinamica dei prezzi da parte delle imprese.