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21 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

EUROZONA – L’indice di fiducia dei consumatori è calato a giugno (-7,2), in base alla stima flash pubblicata dalla Commissione.

STATI UNITI
– I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 15 giugno calano a 216 mila, da 222 mila della settimana precedente. I dati sono relativi alla settimana di rilevazione dell’employment report di giugno e sono coerenti con una crescita occupazionale solida.
– L’indice della Philadelphia Fed cala da 16,6 a 0,3 di maggio. Tutte le componenti correggono rispetto al mese precedente, ma restano in territorio espansivo: ordini da 11 a 8,3, consegne da 27,6 a 16,6, occupati da 18,2 a 15,4, settimana lavorativa da 10,9 a 7,3.
Anche gli indici di prezzo sono in flessione: prezzi pagati da 23,1 a 12,9 e prezzi ricevuti da 17,5 a 0,6.
Gli indici a 6 mesi sono invece in miglioramento rispetto a maggio: attività da 19,7 a 21,4, ordini da 21,3 a 31,5, consegne da 28,3 a 41,3, occupati da 27,3 a 27.
Gli indici di prezzo correggono ma restano saldamente in territorio espansivo (prezzi ricevuti a 24,4 da 38,6).
Nelle domande speciali del mese, il 58,7% delle imprese riporta piani di produzione in aumento nel 2° semestre rispetto al 1°, a fronte di 25,7% delle imprese che prevedono calo della produzione.
Il 49,1% delle imprese riporta previsioni di accelerazione della produzione nel 3° trimestre (contro il 26,3% che prevede una frenata). Per il 35,1% delle imprese l’aumento di produzione del 3° trimestre dovrebbe essere ottenuto con un incremento di occupati, per il 27% con più ore lavorate e occupati costanti, per il 29,7% con un aumento di produttività senza nuove assunzioni.
Nel complesso, l’indagine è meno negativa di quanto appaia dall’indice di attività coincidente e non segnala un’inversione del ciclo nel manifatturiero.

GIAPPONE – Tutte le misure di inflazione a maggio rallentano rispetto ad aprile.
Il CPI headline è in rialzo di 0,7% a/a (da 0,9% a/a), l’indice ex-alimentari freschi aumenta di 0,8% a/a da 0,9% a/a (-0,1% m/m).
L’inflazione al netto di alimentari freschi ed energia tocca 0,5% a/a da 0,6% a/a.
L’inflazione dovrebbe ancora rallentare nei prossimi mesi.
La misura core (ex alimentari freschi, obiettivo della BoJ) dovrebbe scendere durante l’estate, toccando 0,2% a/a fra luglio e agosto e tornando verso lo zero in autunno, sulla scia di una combinazione di freni: riduzione delle tariffe della telefonia mobile, apprezzamento del cambio, moderazione del prezzo del petrolio. Il sentiero sempre più debole dell’inflazione dovrà essere registrato nell’aggiornamento delle previsioni della BoJ in pubblicazione a fine luglio, determinando una possibile apertura per cambiamento della guidance e possibili misure espansive sui tassi, come già atteso dai mercati

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA
 – La prima giornata del Consiglio Europeo si è chiusa senza risultati significativi. Non è emerso un accordo sulle nomine, e l’idea di fissare una data per la decarbonizzazione dell’economia non è passata.
Al margine della riunione del Consiglio Europeo del 20-21 giugno, si tiene anche un Euro Summit dedicato alla riforma dell’Eurozona. Ci sono tre temi in agenda:
(1) il disegno, le modalità e i tempi di attuazione di un budget per l’Eurozona, finalizzato a favorire convergenza e competitività;
(2) le modifiche al trattato sull’ESM;
(3) progressi dell’unione bancaria.
Sul budget comune, è già stato pubblicato un termsheet. Lo strumento, che sarà parte del budget UE, sarebbe utilizzato a sostegno di riforme strutturali e investimenti pubblici, che dovranno però seguire le linee guida fissate dall’Eurogruppo e prevedere una componente di co-finanziamento nazionale; i contributi agli Stati membri dipenderanno dal conseguimento degli obiettivi concordati. Tuttavia, resta una feroce opposizione di alcuni Stati, fra i quali Olanda, Finlandia e Irlanda.
Riguardo al secondo punto, l’Eurogruppo ha raggiunto il 13 giugno un accordo sulle revisioni al trattato ESM che attuano l’intesa politica del dicembre 2018. Tale accordo copre il tema della copertura finanziaria comune in caso di risoluzione bancaria, il potenziamento dei meccanismi precauzionali, aspetti istituzionali relativi ai rapporti fra ESM e Commissione Europea.

REGNO UNITO – La Bank of England ieri ha lasciato il bank rate fermo come ampiamente atteso; le proiezioni pubblicate nell’Inflation Report di maggio sono state sostanzialmente confermate; sono aumentati i rischi al ribasso per la crescita ed è stato ancora una volta sottolineato come i dati macro del Regno Unito siano insolitamente volatili nel breve termine, proprio a causa delle mutevoli aspettative sulla Brexit. Allo stesso tempo, la BoE vede rischi di superare l’obiettivo di inflazione.
Pertanto, in linea con le conclusioni di maggio, la BoE sottolinea come le prospettive economiche continueranno a dipendere in modo significativo dalla natura del ritiro dall’UE e quindi questa riunione non modifica lo scenario. Il prossimo meeting della Banca d’Inghilterra è in calendario il 1° agosto 2019.

NORVEGIA – Ieri la Norges Bank ha alzato il tasso ufficiale di 25pb a 1,25%, segnalando che almeno un altro rialzo potrebbe avvenire entro fine anno. Dicembre sembra l’opzione più probabile.
Il rialzo dei tassi è pienamente giustificato alla luce dell’andamento dell’inflazione, che resta sopra l’obiettivo del 2%, soprattutto per la debolezza del cambio. Peraltro, i tassi bassi hanno anche generato problemi di eccessivo indebitamento, tanto che la Norges Bank ha consigliato al Tesoro di mantenere al 2,5% il buffer anticiclico di capitale delle banche.

 

La volatilità è aumentata ieri a causa dell’abbattimento di un drone americano sull’Iran, che ha causato aumenti delle quotazioni petrolifere e, soprattutto, dell’oro. Indice del dollaro in netto calo (-0,6% su base giornaliera), con recupero marginale nella notte.

Sterlina circa stabile ieri contro dollaro a 1,2683. Contro euro, dopo un brusco movimento indotto dalla riunione di BoE, EURGBP si è ristabilizzato circa sul livello pre-riunione di 0,8895.

I movimenti cautelativi hanno aiutato yen e franco svizzero.
Yen sempre più forte, anche ieri ha guadagnato uno 0,7% contro USD a 107,30, nonostante l’ennesimo rallentamento dell’inflazione a giugno. Pensiamo che il sentiero sempre più debole dell’inflazione dovrà essere registrato nell’aggiornamento delle previsioni della BoJ in pubblicazione a fine luglio, determinando una possibile apertura per cambiamento della guidance e possibili misure espansive sui tassi.
– Il franco svizzero ha segnato il minimo di giornata contro euro a 1,1072, rimbalzando poi a 1,1090. L’euro potrebbe risalire significativamente di fronte al recedere della minaccia di azioni militari contro l’Iran. Per il momento, il quadro è orientato a un ulteriore ribasso verso il minimo del 24 luglio 2017, a 1,1055 e 1,1008.

L’aumento del prezzo del petrolio, invece, ha favorito CAD (-0,7% a 1,3190), AUD e NOK (1,1% sull’euro, ora a 9,674).

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La stima preliminare di giugno potrebbe indicare che il PMI manifatturiero dell’Eurozona è in lieve aumento, stimiamo a 48,0 da 47,7, grazie principalmente all’aumento dell’attività in Francia, dove il PMI è visto in crescita a 51,0 da 50,6, mentre in Germania il livello è atteso rimanere debole a 44,6 (da 44,3). L’indice per i servizi è visto circa stabile a 53 (da 52,9), con il PMI tedesco a 55,5 (da 55,4) e quello francese attorno al livello di maggio di 51,5.
Di riflesso, l’indice composito dell’Eurozona dovrebbe portarsi da 51,8 a 52,2. La frenata del manifatturiero tedesco sta pesando anche sull’andamento degli indici aggregati per l’Eurozona.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a maggio dovrebbero essere in moderato rialzo a 5,25 mln da 5,19 mln di aprile. I contratti di compravendita sono su un trend positivo da inizio 2019, grazie alla svolta espansiva della comunicazione della Fed e danno indicazioni modestamente positive per le vendite nei prossimi mesi.